In certe occasioni, i dati elettorali
sono inoppugnabili.
Anche a costo di ripeterci, partiamo da alcune questioni.
Anche a costo di ripeterci, partiamo da alcune questioni.
E’ vero l’astensionismo è
cresciuto. Ma i numeri questa volta non sono entusiasmanti.
Vedi documentato articolo di Franco
Astengo su Contropiano - allegato in calce.
Solo chi non ha lavorato tra le masse
durante la campagna elettorale può dire che il voto Lega/M5S sia
espressione della piccola borghesia e dei ceti dei piccoli
imprenditori messi in crisi ecc.
Questi sono voti che avevano già e
che ne costituiscono l’effettiva “base sociale” strutturale;
quindi non è questo il dato importante, ma il fatto che questa volta
abbiano raccolto massicciamente il voto proveniente da operai e masse
astenuti o propensi all’astensionismo e/o addirittura prosciugato
la parte rilevante della base operaia e popolare dei partiti della
falsa sinistra.
Quindi, ripetere come una giaculatoria
che l’astensionismo è cresciuto, che il popolo è dalla nostra
parte, perché si è astenuto, è pure autoreferenzialità e mancanza
di analisi concreta della situazione concreta.
Cose che indirizzano in tutt’altra
strada i compiti dei comunisti e degli operai d’avanguardia.
Laddove c’è un NO – per
scimmiottare Potere al popolo – ora c’è il SI, ma alla Lega e ai
M5S, e come abbiamo detto già in un altro articolo, non è solo un
voto di protesta ma di condivisione di valori.
C’è solo una cosa che resta
saldamente nelle nostre mani: sono i bisogni e gli interessi dei
proletari e delle masse. Non c’è dubbio alcuno che, a parte
qualche incursione demagogica temporanea, queste forze faranno gli
interessi della borghesia e degli strati sociali che effettivamente
rappresentano.
Facendo leva su questo, comunisti e
avanguardie proletarie possono rovesciare la tendenza e conquistare
la loro base di massa. Ma dentro un’acuta lotta ideologica e
politica tra le masse, nel fuoco della lotta di classe e in stretto
legame con esse.
E’ evidente, invece, che chi strilla
all’astensionismo questo lavoro non lo può fare, non è in grado
di fare e quindi non è utile, anzi è dannoso.
Ma se i compagni astensionisti come noi
non stanno bene, stanno sicuramente peggio le forze dell’estrema
sinistra votanti e anche qui plaudenti, con qualche distinguo.
Contropiano, Rete dei comunisti,
Eurostop che hanno cavalcato la tigre di Potere al popolo si
ritrovano ora molto poco in mano, devono in parte arrampicarsi sugli
specchi per dare un senso e una prospettiva al loro progetto. Per
affermarlo devono guardare ai limiti che l’operazione Potere al
popolo ha avuto, e qui spesso colgono questioni giuste. Ma dov’è
che casca l’asino se non in quello che è diventato un vero mantra
di quest’area? Che è colpa dell’Europa e che quello che sarebbe
stato debole in Potere al Popolo è individuare chiaramente
l’obiettivo nell’Europa – Euro – Nato..
A parte che questo non è vero se si
guardano linee, programmi e campagna di Potere al popolo, con tanto
di Melechon venuto a fare da star, ma come si può affermare, senza
essere un “ingannapopolo” che se Potere al popolo fosse stato più
netto, preciso nel dire ‘No euro’, ‘No Nato’ avrebbe avuto
più voti? Veramente si può dire che strillando più forte ‘No
euro’ o facendo di questo la bandiera, questa lista sarebbe stata
più orientata, più credibile e avrebbe strappato operai e masse
popolari alla demagogia fascio-populista? O ne sarebbe stata ancor
più una compagna di strada?
Puntare a dare più contenuti e
spessore e più identità a Potere al popolo nel futuro su questa
strada, costituisce un rimedio peggiore del male. Ma l’indifettibile
autoreferenzialità e la deformazione dell’analisi
dell’imperialismo che fa da paradigma e patrimonio di quest’area
fa sì che il voto non insegna niente e che su queste forze si potrà
certo contare come parte dell'opposizione sociale e politica contro i
nuovi governi ma non certo per un orientamento di classe comunista e
internazionalista, cosa che è essenziale nella lotta contro
l’imperialismo italiano e il suo futuro governo.
Infine, veniamo a Potere al popolo. Noi
proletari comunisti abbiamo preso davvero sul serio la