sabato 10 marzo 2018
pc 10 marzo - IL "REGALO" ALLE LAVORATRICI PER L'8 MARZO DI CAMUSSO/CISL/UIL E PADRONI
Per le donne, le operaie, tutte le lavoratrici, per quelle che hanno fatto lo "sciopero delle donne", la firma del patto per il nuovo modello contrattuale e le relazioni industriali si presenta ancora più schifosa.
Hanno scelto di farla sul "corpo ancora caldo" delle manifestazioni, dei cortei, degli scioperi, delle centinaia di iniziative di lotta dell'8 marzo.
Le due "signore", Camusso e Furlan l'8 marzo sono state, quindi, in altre faccende affaccendate, impegnate a peggiorare la condizione dei lavoratori e ancora di più di tantissime donne, lavoratrici, precarie, per cui ogni peggioramento delle condizioni di lavoro, di salario ha effetti immediati sulla loro vita, e si trasformano subito in strumenti di discriminazione, di oppressione.
Da parte della Camusso (la ex "se non ora quando") un vero "schiaffo" alle operaie, delegate della Cgil, alle tante precarie che hanno fatto lo "sciopero delle donne", e che invece di vedersi difendere i loro interessi, si trovano con chi, con sorrisi e strette di mano, dalle calde poltrone padronali, ha infangato anche la loro giornata.
A chi ancora si illudeva durante le assemblee del movimento delle donne che si potesse chiedere anche
alla Cgil di indire lo "sciopero delle donne", ha risposto la stessa Cgil che in pieno accordo con il capo dei padroni ha strillato: e che caspita! Ora è tempo di passare "dalla stagione del conflitto a quella del confronto, della partecipazione...".
COSA SIGNIFICHERA' PER LE LAVORATRICI QUESTO PATTO, si può capire dal suo obiettivo principale, l'introduzione dei due livelli contrattuali, con la messa di fatto in cantina del contratto nazionale. Questo mette al centro la contrattazione aziendale e il collegamento tra salari e produttività. Prenderà di più chi produce di più. E le donne che per maternità, peso della famiglia, del lavoro di cura non ce la faranno ad aumentare i ritmi, l'intensità del lavoro, prenderanno solo il minimo salariale - il cosiddetto "trattamento economico minimo (Tem)".
Ma la Camusso si dice molto soddisfatta: "Decliniamo una serie di principi e modalità per uscire dalla crisi (dei padroni...) e investire sul futuro... Con questa intesa riaffermiamo la centralità della funzione del lavoro e della funzione industriale...". Così padroni e lavoratori sono messi sullo stesso piano, hanno gli stessi interessi; o, come dice la Furlan: "imprese e lavoro sono un bene comune del Paese, un bene prezioso che va salvaguardato"; tradotto: ciò che effettivamente viene salvaguardato con questo patto sono i profitti padronali, l'incremento della loro competitività, l'aumento della produttività (leggi sfruttamento) e il taglio dei salari per i lavoratori.
Ma lor signore, e Boccia e Barbagallo della Uil, hanno pensato anche ai giovani. E gli studenti che tante volte hanno lottato in questo mesi contro la "buona scuola" e le studentesse che in centinaia, a volte migliaia, sono scese in strada in questo 8 marzo in tante città, ora possono ringraziare i firmatari di questo patto se saranno ancora più imprigionati nell'alternanza scuola-lavoro (cioè fornire lavoro gratis ai padroni), e se lavoreranno in un apprendistato sempre più lungo.
CHE L'ONDA DELLO SCIOPERO DELLE DONNE DELL'8 MARZO SI FACCIA SUBITO SENTIRE IN OGNI FABBRICA, POSTO DI LAVORO, E A LIVELLO NAZIONALE!
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