martedì 27 novembre 2018
pc 27 novembre - LA MANIFESTAZIONE DELLE DONNE DEL 24 ESPRESSIONE DELLO "STATO DI AGITAZIONE PERMANENTE" - IL MFPR: "PICCOLO GRUPPO COMPATTO..."
La manifestazione nazionale del 24 novembre ha confermato in pieno la determinazione, l'ampiezza del movimento delle donne, circa 200mila, in prima fila in questa fase nella lotta al governo fascio-populista e ad ogni suo atto razzista-sessista.
Essa ha raccolto, unito le mobilitazioni che sono continuate in questi mesi sia a livello locale, sia con valore nazionale, da quelle contro i provvedimenti razzisti contro i migranti di Salvini, a quelle antifasciste, a quelle contro Pillon, contro il Decreto sicurezza linfa vitale per le violenze sessuali e i femminicidi, ecc..
Lo "stato di agitazione permanente" dichiarato nell'assemblea di Bologna di ottobre si è effettivamente praticato, dando vita a decine di mobilitazioni.
Il 24 novembre ancora tante ragazze, giovani, ma anche non poche che quest'anno c'erano per la prima volta, spinte ad esserci proprio dall'attuale clima fascio. razzista-sessista e conseguente azione in corso.
Parole d'ordini, cartelli, striscioni, interventi lungo il corteo hanno evidenziato il NO deciso, la sfida orgogliosa delle donne contro il controllo sui nostri corpi, il clima di paura, il razzismo, la violenza maschile; affermando la rabbia e ribellione delle donne, "decido io", "la paura non ci appartiene", ecc.
Mentre ancora poco viene denunciato il fascismo che è invece il cuore di questo governo Lega/M5S, la sua principale impronta da cui discendono razzismo e sessismo.
Così come in generale mancava una contemporanea forte denuncia della azione altrettanto fascio-populista, di attacco alla vita delle donne delle politiche del M5S, di Di Maio. Questo si lega anche alla non visibilità nella manifestazione delle realtà di lotta delle donne proletarie - solo presenza delle donne in lotta per il "diritto all'abitare" - , delle lavoratrici, delle precarie.
Ma questo è un discorso più generale che ha a che fare anche con le forze e posizioni di classe che agiscono e maggiormente determinano questo movimento nudm - prevalentemente piccolo borghesi - in cui, al di là anche di alcune parole, non viene posto, e a volte si contrasta, l'intreccio necessario genere e classe, tra lotta delle donne e lotta di classe. Ma riguarda anche le stesse realtà di lotta delle lavoratrici ancora resistenti ad assumere un ruolo d'avanguardia sull'intera battaglia della condizione delle donne, perchè, come dice l'Mfpr, "tutta la vita deve cambiare".
Il 'Mfpr in questa manifestazione ha agito come "piccolo gruppo compatto". combattivo.
Il nostro striscione: "Moderno medioevo doppia oppressione - donne in lotta per la rivoluzione", i nostri cartelli con la parola d'ordine: "noi donne irriducibilmente contro il governo fascista razzista sessista", i cartelli con Salvini a "testa in giù", i nostri slogan decisamente contro il governo Lega/M5S, contro i mandanti assassini di migranti, donne e bambini, contro la polizia e i suoi uomini stupratori, ecc. insieme a brevi interventi, hanno inciso, sono stati notati, apprezzati; tante, soprattutto ragazze, hanno voluto mettersi addosso i nostri cartelli; donne si sono unite a noi durante tutta la manifestazione, altre si avvicinavano al nostro spezzone e appoggiavano contente, condividendo e riprendendo le nostre parole d'ordini, la nostra denuncia.
Questo ha portato in alcuni momenti a unire/"contaminare" i nostri slogan con gli slogan di realtà femministe, con una positiva interazione.
E il nostro logo è stato di fatto la nostra firma, la nostra identità.
Il breve ma simbolico scontro con le forze di carabinieri, polizia, anche esercito, nel metrò, schierate quasi per "vendetta" contro la grande riuscita della manifestazione - in cui alcune compagne del Mfpr sono state tra le più determinate - è di fatto stata la naturale conclusione della bella giornata, perchè a fronte della stupida, inutile dimostrazione, da clima "decreto sicurezza", di "forza" della polizia, la combattiva opposizione delle donne, di compagne e compagni, alla fine ha vinto! costringendo, gli "espositori di muscoli" ad aprire i tornelli del metrò. Una piccola ma significativa dimostrazione che rispondere "colpo su colpo" (come diceva il nostro volantino) paga, e che in questa lotta le donne si dimostrano ancora una volta con una "marcia in più"!
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