Ancora una volta, giustizia non è fatta: così si avalla il lavoro nero e servile!
Infine,
la montagna ha partorito il topolino!
Fissata alle 9.00 del 20
settembre, l’udienza che riguardava cinque braccianti occupati “in
nero” e senza permesso di soggiorno nell’azienda agricola di
proprietà della famiglia Angeleri, si è conclusa verso le 17.00,
dopo lunghi intervalli del giudice Giulia Maccari, giustificati da
cause tecniche.
Angeleri
Francesco, titolare dell’azienda agricola Bovera di Castelnuovo
Scrivia dove stavano lavorando i cinque ragazzi marocchini e di un
magazzino di lavorazione di
ortofrutta a Guazzora, ha patteggiato sei mesi di reclusione e 10 mila euro di multa, ben al di sotto del minimo previsto e senza scontare la pena perché gli viene riconosciuto il beneficio della condizionale (la seconda!).
ortofrutta a Guazzora, ha patteggiato sei mesi di reclusione e 10 mila euro di multa, ben al di sotto del minimo previsto e senza scontare la pena perché gli viene riconosciuto il beneficio della condizionale (la seconda!).
Ed
e’ pure il secondo patteggiamento che avviene in zona per il reato
di grave sfruttamento lavorativo nelle campagne del castelnovese,
dopo quello di Lazzaro Mauro e Bruno. E’ un metodo che lascia
sostanzialmente impuniti i padroni delle campagne che delinquono,
introducendo una logica per cui basta patteggiare e tutto si risolve
in modo tombale.
In questo modo, vengono ignorate le denunce dei lavoratori che, per
anni, hanno lavorato “in nero”, fino a 10 – 12 ore al giorno,
sotto un sole cocente, piegati in due a raccogliere patate o altri
prodotti agricoli, in condizioni di lavoro spaventose, senza
fornitura di vestiario o qualsivoglia attrezzatura antinfortunistica,
e, per di più, a salari - quando c’erano - pari alla metà della
paga contrattuale. Viene loro negato il risarcimento del danno e pure
il permesso umanitario, riconosciuto, in base all’art. 18 del Testo
Unico sull’immigrazione, a chi denuncia situazioni di grave
sfruttamento lavorativo, così com’era avvenuto per tredici
lavoratori irregolari di Lazzaro Mauro e Bruno e per cinque
irregolari di Oreste Novelli. Ma c’è di più: a questi lavoratori
che hanno denunciato e che erano in attesa del processo, il Tribunale
non ha riconosciuto neppure il permesso per motivi di giustizia!
Nulla di nulla! Questi i miracoli della giustizia italiana.Stiano pur
tranquilli Lorsignori, il Presidio permanente di Castelnuovo Scrivia
c’è e continuerà a denunciare schiavismo, sfruttamento nelle
campagne, razzismo e pratiche mafiose. E con questi lavoratori
andremo fino in fondo: da subito avvieremo le cause civili per i
salari non corrisposti e la richiesta in Questura di permesso
umanitario.
Se
qualcuno pensa di intimidirci, commette un grosso errore. Noi ci
saremo sempre! La nostra prima risposta, saranno i due picchetti
antisfratto che il Presidio organizzerà per giovedì 27/9 a Sale e a
Mede Lomellina.
24/9/2018
PRESIDIO
PERMANENTE DI CASTELNUOVO SCRIVIA
PER
SOSTENERE LE LOTTE DEI BRACCIANTI E PAGARE GLI AVVOCATI SERVONO AIUTI
CONCRETI IN DENARO E SOLIDARIETA’ ATTIVA.
CHI
VOLESSE AIUTARCI, PUO’ FARE UN VERSAMENTO IN POSTA SU MODULO
POSTAPAY AL SEGUENTE IBAN: 4023
6006 6943 9400 INTESTATO
AD ANTONIO OLIVIERI
PRESIDIO
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