venerdì 2 marzo 2018
pc 2 marzo - Imperialismo, militarismo, economia di guerra targati PD - Le spese militari toccano i 25 miliardi di euro
...l’Italia continua a partecipare e ad essere considerata rilevante nei meeting delle potenze internazionali perché è uno dei maggiori paesi produttori di armamenti.L’industria delle armi è storicamente uno dei pilastri dell’economia capitalistica mondiale. A partire dal 2001 con l’avvio della guerra in Iraq da parte della Nato la spesa mondiale in armamenti è più che triplicata, in questo quadro i paesi occidentali si sono adoperati per vendere le proprie tecnologie belliche ai paesi in via di sviluppo e ai peggio despoti e dittature. L’Italia non è stata da meno e a partire dal 2014 ha aumentato gli introiti conseguenti le esportazioni di armi da 2,1 a oltre 14,6 miliardi, inoltre la spesa interna per il mantenimento e il rinnovamento degli armamenti dell’esercito si attesta per il 2018 a 25 miliardi di euro (I dati sono contenuti negli stati di previsione allegati alla Legge di Bilancio 2018, approvata dal Parlamento il 23 dicembre 2017) . I principali contractors della difesa italiana sono Leonardo (ex-Finmeccanica), gestita da Mauro Moretti che ha venduto i comparti aziendali non legati al mercato delle armi, e Fincantieri, multinazionale costruttrice di grosse navi sia ad uso militare che civile. Sulla prima vale la pena spendere ulteriori parole, infatti è l’ottavo gruppo al mondo nell’ industria della difesa; la multinazionale non solo ha un ruolo da protagonista nel progetto Eurofighter, da cui ricava guadagni dell’ordine di miliardi di euro, ma ha anche la licenza per la costruzione del programma f35 italiano, il cui costo stimato dalla Corte dei Conti a luglio del 2017 era di 15 miliardi di euro.
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