"Su 10 nuovi assunti nell'ultimo anno uno è a tempo indeterminato, nove sono a termine"; per i giovani si chiama "occupazione", stage, tirocinio, apprendistato, lavori in somministrazione e interinali, ecc. D'altra parte "il glossario accluso alla rilevazione sulla forza lavoro dell'Istat precisa che la "qualifica di occupato viene conferita a tutti coloro che nella settimana di riferimento "hanno svolto almeno un'ora di lavoro in una qualsiasi attività che preveda un corrispettivo monetario o in natura". Ecco, tutto questo viene contabilizzato come "incremento dell'occupazione".
Nello stesso tempo il salario scende precipitosamente, per i contratti precari, per assunzioni ai livelli più bassi, per la politica del demansionamento del jobs act, per i settori in cui si è assunti di massimo sfruttamento e di bassi orari e altrettanti bassi salari, vedi nei servizi, nelle pulizie, nel turismo.
E' come se il capitale, la sua legge - per cui acquista la merce forza-lavoro, la mette al lavoro, oltre il tempo di lavoro necessario per ricostruirla, e trae dal tempo di pluslavoro il suo profitto - ora la spalma su tanti lavoratori, su più forze-lavoro; il problema di ricostruire quella forza-lavoro per averla il giorno dopo e il giorno dopo ancora, viene risolto con la "sostituzione" quasi giorno per giorno, al massimo mese per mese, con la "rotazione" delle forze-lavoro. Quindi il tempo di lavoro necessario (abbassato già per l'aumento della produttività, dell'automazione) si abbassa ulteriormente, perchè c'è "nuova carne" a sostituire il lavoratore di prima, e si abbassa il salario che così può partire sempre da zero, dal più basso livello.
E I PROFITTI SONO SALVAGUARDATI, E POSSONO AUMENTARE...!
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