A dieci anni dalla crisi, tuttora in corso, che ha scatenato il
panico mondiale sui “mercati”, e che è alla base non solo di morti sul e per il
lavoro, di crescente disoccupazione, di distruzione di beni e ambiente, ma
anche delle “guerre per procura” dei paesi imperialisti e dei “venti di guerra”
di questi giorni, diversi “esperti” provano ad analizzare la situazione attuale
e a fare paragoni. Un articolo del Sole 24 Ore Plus di oggi accenna ad una panoramica
generale intitolata “Le convinzioni erronee”.
“Molte certezze furono infrante l’8 agosto 2007, - dice il
giornalista: a quali certezze si riferisce? di fatto all’eterna convinzione borghese
che l’economia del sistema capitalista funziona! Ndr - quando Gianfranco Ursino e Fabio Pavesi scoprirono e
raccontarono sul Sole 24 Ore le ragioni dietro l’improvvisa débâcle di tre fondi comuni monetari di
Bnp Paribas, sino ad allora
apparentemente solidi, affossati dalla presenza di titoli tossici Usa. Il giorno dopo la banca francese congelò i
rimborsi, scatenando il panico sulle Borse. Erano le prime avvisaglie del
contagio dei mutui subprime, sparso
nel sistema finanziario globale da titoli cartolarizzati come i Cdo, Collateralised debt obligation, che a
settembre 2008 avrebbe fatto saltare Lehman Brothers. Dieci anni dopo economisti, finanzieri, legislatori e risparmiatori si
chiedono se il sistema sia più sicuro o se, acquattati tra le cifre dei bilanci
societari e annidati nei dati statistici dei mercati, siano già in circolo nuovi
virus pronti a far scoppiare la prossima pandemia.”
In parte questa domanda che si
fanno economisti ecc. ecc. è retorica, e in parte no, perché dal punto di vista
borghese davvero non si riesce a capire come funziona questo sistema! E quindi “Gli
esperti si dividono” continua il giornalista. “…c’è chi vede analogie tra l’attualità e il 2007 e chi invece ritiene infondati gli allarmi.”
Ma alcuni dati riportati dallo stesso giornalista fanno “propendere” per quelli
che pensano che l’economia è messa come e peggio del 2007. E infatti, “Come dieci anni fa, la Borsa di Wall Street
è di nuovo sui massimi – questa volta assoluti – e l’indice S&P Case-Shiller dei prezzi immobiliari Usa, che a
luglio 2006 segnava 184,62, a maggio scorso svettava a 190,71. Già da quattro anni sono tornate rampanti
le cartolarizzazioni, passate dai mutui immobiliari ai finanziamenti subprime per pagare auto o rette
universitarie mentre dopo quello dei Cdo è boom
per i Clo, Collateralised loan obligation,
i “titoli salsiccia” di crediti bancari le cui emissioni nel primo semestre di
quest’anno negli Usa, sono raddoppiate in valore rispetto al 2016.”
Quindi la crisi è tale che le
banche pur di prestare qualcosa e far “girare” un po’ l’economia, hanno ricominciato
a prestare soldi a chi non potrà restituirli, prima era soprattutto per
comprare la casa, adesso per pagarsi “auto
o rette universitarie”! Ma chi doveva controllare che questo non avvenisse
più? Che una crisi del genere si potesse evitare? Siccome la delinquenza del sistema è congenita non è riuscita né “la Volcker rule, la norma per evitare i conflitti
d’interesse” che, dice il giornalista “sarebbe stata aggirata dagli operatori
Usa.” Né la legge Dodd-Franck “la riforma voluta da Obama nel 2010 per regolare
la finanza”, che Trump vuole smantellare e che attacca pure gli appelli di
Janet Yellen secondo la quale “è importante mantenere i miglioramenti
realizzati per mitigare potenziali rischi e danni”.
Ma come sono stati possibili
questi “miglioramenti” e come è stato possibile “salvare” il sistema? È stato
forse grazie alla capacità di dirigenti industriali e finanziari pagati a suon
di milioni di dollari? Assolutamente no! Il giornalista scrive: “Proprio l’azione delle Banche centrali,
iniziata d’urgenza dalla Bce ad agosto 2007, è stata fondamentale: in
dieci anni gli asset nei bilanci di Fed,
Eurotower, Banca d’Inghilterra, Banca del Giappone e Banca nazionale svizzera sono passati da
4mila a 16mila miliardi di dollari.”
16mila miliardi di dollari sono una cifra colossale, l’equivalente
di un quarto dell’intero PIL mondiale!
Si tratta, di fatto, con buona pace di tutti quelli che parlano di
nazionalizzazione per mettere le pezze a questo sistema, di un “intervento”
dello Stato, di vari Stati imperialisti, in questo caso Inghilterra, Banca
centrale Europea, Stati Uniti, Giappone, Svizzera, ma anche Cina, India… intervento
fondamentale per “salvare” appunto il loro sistema!