pc 29 luglio - NO TAV - l'alta felicità è la partecipazione di massa alla lotta

Un successo il primo giorno del Festival Alta Felicità!

Si è concluso alla grande il primo giorno del Festival Altà Felicità!
Migliaia le persone che, da tutto il Paese, hanno deciso di partecipare alle giornate di musica, dibattito ed iniziative per conoscere la valle. Tantissimi gli artisti che si sono alternati sul palco: Lo Stato Sociale, Brunori Sas, O’Zulù, Dubioza Kolektiv, La rappresentante di lista, Victor Kwality, Berthh Gan, The Uppertones, Gran Bal Dub, Lou Tapage Indianizer, Pan Del Diavolo, Istituto Italiano di Cumbia e molti altri.
Inaugurata anche la rassegna fotografica del No Tav Tour ed esposte le opere di Piero Gilardi.
Una giornata in cui il piacere di stare insieme ha creato quel senso di comunità che contraddistingue il movimento e la vita di questa valle Resistente. L’amore per la propria terra, slegata da ogni logica di sfruttamento, delinea la possibilità di attuare un altro modello di vita.

Avanti No Tav!

pc 28 luglio - Livorno. Comandante dei carabinieri garantiva lavoro in cambio sesso

La dinamica è andata avanti nel silenzio più totale sempre secondo lo stesso schema. Il comandante prometteva a donne disoccupate o in situazione di difficoltà economica un posto di lavoro in cambio di rapporti sessuali, poi faceva pressione su alcuni esercenti perché le vittime fossero effettivamente assunte minacciando controlli più approfonditi in caso di rifiuto. A quanto riferito dalle vittime, la pratica andava avanti da diverso tempo. Federico Dati, questo il nome del carabiniere, era allora a capo nucleo dell’arma che affianca l’ispettorato del lavoro della città Toscana. Insomma il direttore di un’unità che dovrebbe essere garante dei diritti di tutte le lavoratrici e i lavoratori usava il suo potere per approfittare di donne in situazione precarie avanzando pretese e minacce o facendo intravedere la possibilità di migliorare la propria situazione.
Nonostante le testimonianze delle donne, Dati è indagato dalla procura soltanto per concussione. Da notare che per ora non è stato neanche sospeso dall’arma ma, come ben spesso succede nei rari casi in cui saltano fuori abusi delle forze dell’ordine, soltanto trasferito in una caserma fuori da Livorno. Continuando così molto probabilmente a percepire stipendio pieno a casa sua, dove si trova ora agli arresti domiciliari.

pc 29 luglio - sciopero della fame al carcere di Augusta

 Davide Delogu entra in sciopero della fame

Il detenuto è sotto tortura in regime di 14bis dopo il tentativo di evasione del primo maggio scorso
Da dentro al carcere di Augusta Davide Delogu reagisce al regime punitivo e di tortura del 14 bis che l'amministrazione penitenziaria gli sta infliggendo.


Proprio nella giornata di ieri è arrivata una prima risposta da parte del tribunale in merito al reclamo inoltrato dai legali sull'applicazione del regime di 14 bis nei confronti di Davide. Il reclamo è stato accolto solo in parte, annullando la disposizione che prevedeva la fruizione delle due ore d’aria in assenza di altri detenuti. Per il resto le sue condizioni di detenzione resteranno invariate. Da ieri Davide ha iniziato uno sciopero della fame per tutta la situazione che sta vivendo e anche perché, a causa della censura della posta, non gli è stata recapitata la foto di un caro amico morto 4 mesi fa. La disumanità del carcere si vede anche in questi piccoli gesti che si commentano da soli.
Per domani, venerdì, è previsto a Cagliari un presidio davanti alla sede dell’Unione Sarda alle ore 15, nel frattempo continuano senza sosta ad arrivare le foto della solidarietà in giro per lo stivale.
Ricordiamo che si può partecipare all’intasamento del servizio di posta del carcere di Augusta inviando lettere a Davide Delogu – Contrada Piano Ippolito, 1, 96011 Augusta (Siracusa)

pc 29 luglio - 1 - NO ALLA MISSIONE IMPERIALISTA E NEOCOLONIALE IN LIBIA - COSTRUIAMO INSIEME UNA GIORNATA NAZIONALE DI LOTTA - proletari comunisti/PCm Italia - info pcro.red@gmail.com

Il governo Gentiloni vara un decreto e dà il via, facendo già partire le prime navi, alla missione più volte annunciata, imperialista e neocoloniale, in Libia.
Questa missione è già in atto da tempo nei suoi preliminari, da parte delle autorità militari, al di fuori di ogni controllo parlamentare sulla sua natura, sulla sua dimensione e i suoi costi. Ora però parte davvero, e martedì il Parlamento - pro o contro Gentiloni, ma tutto in larga maggioranza a favore dell'azione dell'imperialismo italiano e contro i migranti - darà facilmente, al di là del teatrino e della fiera di parole, il sì alla missione.

La partenza immediata della missione è legata al neo attivismo dell'imperialismo francese che ha trovato nel fascio populista in doppio petto, Macron, il suo interprete, in un quadro a breve, medio e lungo periodo.
Macron sul breve periodo punta a dar forza all'imperialismo francese, in economia, in politica e sul piano militare, raccogliendo l'intera piattaforma della Le Pen e la canea nazional-imperialista del nuovo Parlamento, scaturito dalle elezioni. dove anche l'opposizione di sinistra di Melenchon è assai sensibile al ruolo e agli interessi economici e neocoloniali dell'imperialismo francese.
Nel medio periodo, Macron punta a diventare un effettivo co-partner della Germania imperialista e contenerne le mire da neo superpotenza della Merkel, non esitando a stabilire nello stesso tempo un asse privilegiato con l'imperialismo americano del fascio imperialista Trump.
Gli imperialisti Usa sanno bene che l'alleanza di ferro con l'imperialismo britannico post-Brexit non è sufficiente a contenere l'ascesa 'europeista' della Germania e, quindi, l'asse con Macron rispecchia la convergenza, temporanea e di lungo periodo Usa/Francia.
E' importante comprendere questo scenario se si vuole inquadrare correttamente il forte attivismo di Macron sulla Libia e il Mediterraneo, che riprende in forma quasi parallela il periodo di Sarkozy che era stato, secondo la stessa logica, il capofila dell'aggressione militare e poi dell'invasione della Libia e che aveva portato alla caduta di Gheddafi e creato il disordine per bande attuale.

E' chiaro che l'imperialismo italiano è quasi costretto ad attivarsi e ad accelerare il suo intervento, per dimostrare il suo peso e poter trarre da questa missione non solo i danni imposti dagli imperialisti maggiori ma i vantaggi indispensabili alla sua presenza e peso nell'area.
Naturalmente, l'imperialismo italiano, con o senza la pressione di Macron, interviene per i suoi interessi, l'Eni resta la principale multinazionale presente in Libia. 
Ma è sbagliato vedere in questa missione solo gli aspetti economici e limitarsi, come molti anche nel nostro campo fanno, a denunciare questo.
La missione in Libia è chiamata “antiscafista” e per 'l'emergenza immigrazione' che ha attualmente la Libia come scenario principale. 
E' falso è che essa sia una missione antiscafisti;  i veri scafisti sono i governanti libici, in tutte le loro sfaccettature, essi sono i responsabili oggettivi dei barconi e della gestione del flusso di migrazione con la orrenda catena: i lager in cui i migranti vengono messi, la rapina a mano armata a cui i migranti vengono sottoposti per poter partire e infine l'organizzazione dei “viaggi della speranza” che si trasformano in  viaggi di morte e disperazione.
Allearsi con i rappresentanti delle diverse fazioni in Libia dei signori della guerra è allearsi con gli scafisti, dietro gli scafisti ci stanno gli interessi economici dei governanti straccioni, per i quali è indifferente mandare i migranti a morire in mare o massacrarli all'interno.
L'intervento dell'imperialismo italiano su richiesta, per modo di dire, dei due servi macellai libici, è un'alleanza contro i migranti, è un crimine imperialista!
Questo intervento invece di salvare mira a respingere e far morire tanti più migranti; questo intervento, come ogni intervento di guerra, spinge le masse povere e oppresse di tutta l'area a fuggire ancora di più, aumentando quindi l'ondata di migranti.
C'è un nesso strettissimo, tra respingere l'intervento imperialista italiano e battersi per l'accoglienza, la solidarietà, la libera circolazione per i migranti.

L'intervento imperialista ha poi lo scopo di militarizzare le Ong, renderle un anello della catena non dell'accoglienza ma del respingimento dei migranti. La Marina e i militari che partecipano a questa missione, per la loro stessa funzione sono predisposti ai crimini contro i migranti o, come è giusto dire,  ai crimini contro l'umanità.
Nel merito la missione è una missione di guerra, le consegne sono di guerra e, in quanto tali, sono contro l'Art. 11 della Costituzione che, in attesa di essere apertamente cancellata secondo il “Renzi style”, è allegramente violata e considerata carta straccia.

Infine i costi. Si parla di 20milioni di euro da qui alla fine dell'anno, ma, come abbiamo già scritto in altri articoli, sono 20milioni di euro aggiuntivi allo straripante bilancio della Difesa. sottratti alle spese sociali e ai fondi per il lavoro
La missione di guerra comprende navi, aerei, elicotteri, sommergibili, non meno di 1000 militari di esercito e Marina, con relative forze speciali. Queste forze militari si aggiungeranno ai nuovi ascari degli eserciti dei signori della guerra libici, a cui, come tradizione nelle missioni imperialiste, sarà affidato parte del lavoro sporco, lautamente foraggiato.

Tocca ai comunisti, agli antimperialisti, a tutti quelli che sono contrari alla guerra fare subito controinformazione con tutti i mezzi, tenendo conto che qui la controinformazione principale, necessaria è quella che va diretta a operai e masse popolari che non sono certo raggiunte da internet, facebook e altri mezzi di questo tipo e che invece sono il recipiente su cui si rovesciano i mass media televisivi, dei giornali, ecc. per convincerli, deviarli e passivizzarli, usando l'argomento principe dell'immigrazione.
La missione imperialista non è che all'inizio. Essoa prevede e porta inevitabilmente a un insediamento militare stabile in Libia, e non solo in Libia, ma anche in Ciad, Niger;  prevede hotspot, campi di concentramento che gli imperialisti presidieranno direttamente;  prevede un legame delle truppe imperialiste con le bande, asservite ai diversi paesi imperialisti e ai diversi regimi della fascia nord africana, Egitto, Tunisia, ecc.; prevede una guerra diretta verso Isis che, non tra i migranti, ma nei territori da cui i migranti fuggono conduce una guerra come banda tra bande.
Comunque la Libia è un verminario, comunque le truppe imperialiste e quelle italiane in primis saranno costrette a scendere a terra nel prosieguo della missione, comunque le truppe imperialiste, e gli italiani tra esse, sono destinate ad affondare nel pantano libico; comunque le masse libiche non hanno mai scordato il feroce e criminale dominio fascista e odiano le truppe italiane. Comunque le masse libiche, se vorranno difendere vita, condizioni e futuro, dovranno combattere le truppe imperialiste e quelle italiane.
Noi comunisti appoggiamo la resistenza popolare contro l'imperialismo italiano e sosteniamo ogni colpo che venga assestato alle truppe imperialiste impegnate in questo nuovo, sciagurato intervento.

no all'invio delle navi - fuori le truppe imperialiste dalla libia

COSTRUIAMO INSIEME UNA GIORNATA NAZIONALE DI LOTTA IN TUTTO IL PAESE E IN PARTICOLARE AL SUD, LEGATA ALLA SOLIDARIETA' E ALL'ACCOGLIENZA DEI MIGRANTI.  

proletari comunisti/PCm Italia
luglio 2017

pc 29 luglio - Verso la giornata internazionale di solidarietà con gli arrestati al G20 ad Amburgo - Assemblea a Palermo 2 agosto

Mercoledì 2 agosto dalle ore 16,30
presso la sede del circolo di proletari comunisti 
Via G. del Duca 4 (pressi Cantieri Culturali) 



SULLA GRANDE  BATTAGLIA DI AMBURGO
 CONTRO I POTENTI DEL MONDO 




IN SOLIDARIETA' A TUTTI GLI ARRESTATI... verso la giornata di mobilitazione internazionale del 6 agosto

pc 29 luglio - IL SENSO DELLA CAMPAGNA PER NADIA LIOCE - intensificarla ed estenderla nella chiarezza

Arrivati finora quasi a 1000 firme la sottoscrizione dell'appello per Nadia Lioce :
"PER LA DIFESA DELLE CONDIZIONI DI VITA DELLE PRIGIONIERE POLITICHE
NO AL 41bis PER NADIA LIOCE (che riportiamo in calce) 

Questo è  soprattutto il risultato della lunga campagna specifica, iniziata da più di un anno e in corso, fatta e lanciata dalle compagne del Mfpr che ha contribuito a "tirato fuori" dal silenzio la condizione di Nadia Lioce. Questa campagna difende la identità e dignità rivoluzionaria delle prigioniere politiche, fa conoscere la loro storia contro uno Stato del capitale che le vuole "sepolte vive" non solo fisicamente ma anche e soprattutto politicamente.
L'accanimento dello Stato borghese contro Nadia Lioce doveva e deve essere denunciato, ai proletari e alle masse popolari, puntando a una mobilitazione larga.
Questa campagna ha sempre voluto e puntato al fatto che le prigioniere politiche rivoluzionarie  siano parte attiva in questa battaglia.
Questa battaglia è parte del NO al 41bis per i prigionieri politici. Come si sa noi su questo ci differenziamo dai compagni che non fanno distinzione su questo per capi mafiosi, nazi-mafia, vedi ultima decisione su Carminati, il neofascista, malavitoso, a capo della Banda della Magliana e di Mafia Capitale.
Naturalmente anche la campagna per Nadia Lioce dice quello che è e fa quello che è giusto, e non fa di questa compagna il "simbolo" di una "vera lotta rivoluzionaria" - su ciò che è e deve essere lotta proletaria rivoluzionaria abbiamo posizioni diverse.
La nostra linea è quella espressa nella celebrazione del 20° anniversario del mfpr, dove abbiamo detto: "...queste nostre compagne, al di là di impostazioni, scelte, concezioni, strategie diverse e alla fine perdenti perchè non basate sulla mobilitazione delle masse nella guerra di popolo contro questo sistema capitalista, hanno avuto il merito di riaffermare, dopo gli anni della Resistenza, contro una visione delle donne “pacifiche e non violente”, la necessità della lotta rivoluzionaria in cui le donne siano in prima fila, per mettere fine all'unica vera violenza, quella reazionaria dello Stato borghese, fascista e maschilista...". 

Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario
luglio 2017
APPELLO

PER LA DIFESA DELLE CONDIZIONI DI VITA DELLE PRIGIONIERE POLITICHE
NO AL 41bis PER NADIA LIOCE

Chiediamo la difesa delle condizioni di vita di Nadia Lioce, unica donna, prigioniera politica, sottoposta da circa 12 anni a un duro regime di 41bis.
Detenuta nel carcere Le Costarelle di L'Aquila  in una condizione d’isolamento totale e

venerdì 28 luglio 2017

pc 28 luglio - G20 Amburgo - si intensifica la campagna internazionale per la libertà dei compagni arrestati - 6 agosto in mille forme facciamo sentire solidarietà e determinazione

Sono attualmente detenuti 35 compagni, 13 tedeschi e 22 militanti internazionalisti
6 italiani, 3 francesi, 2 olandesi, uno spagnolo, uno svizzero, un ungherese, un serbo, un senegalese, un rumeno, un austriaco, un polacco e un ceco

scriviamo agli italiani

gli indirizzi sono

RICCARDO LUPANO
Jva billwerder
Dweerlandweg n° 100
22113 hamburg
Germany
EMILIANO PULEO
Jva billwerder
Dweerlandweg n° 100
22113 hamburg
Germany
ORAZIO SCIUTO
Jva billwerder
Dweerlandweg n° 100
22113 hamburg
Germany
ALESSANDRO RAPISARDA
Jva billwerder
Dweerlandweg n° 100
22113 hamburg
Germany
MARIA ROCCO
Jva billwerder
Dweerlandweg n° 100
22113 hamburg
Germany
FABIO VETTOREL
Hahnofersand
21635 Jork
Germany

pc 28 luglio - Informazione e sostegno alla lotta dei migranti richiedenti asilo di Busto Arsizio - dallo Slai cobas per il sindacato di classe Taranto che ha organizzato e vinto questa lotta con i migranti del Bel Sit


La lunga giornata di protesta dei richiedenti asilo di Busto Arsizio I richiedenti asilo contestano l’allontanamento di 6 ragazzi che sono stati eletti come portavoce e chiedono di non tornare […]

I richiedenti asilo contestano l’allontanamento di 6 ragazzi che sono stati eletti come portavoce e chiedono di non tornare nel centro della KB srl. La protesta a Busto e a Varese, in stazione e in Prefettura

Nuova giornata di protesta da parte dei richiedenti asilo di via dei Mille a Busto Arsizio. Un centinaio di ragazzi ospitati nella struttura gestita dalla KB srl si è stabilita nel piazzale della stazione di Varese e si rifiuta di tornare nel centro di accoglienza. La situazione è tranquilla e i richiedenti asilo sono calmi e in attesa, mentre intorno si sono registrati alcuni momenti di tensione.
I profughi di Busto Arsizio protestano a Varese
I profughi di Busto Arsizio protestano a Varese
I profughi di Busto Arsizio protestano a Varese
I profughi di Busto Arsizio protestano a Varese

L’INIZIO DELLA PROTESTA A BUSTO

Tutto è iniziato nella mattinata quando nel grande centro di accoglienza sono arrivati gli agenti di

pc 28 luglio - Solidali con gli operai Hitachi Napoli

VENERDI 28 LUGLIO ORE 10 PRESIDIO ALLA PREFETTURA.
Siamo 4 operai alle dipendenze della società interinale Quanta in servizio presso lo stabilimento Hitachi di Via Argine a Napoli. Da un processo di ristrutturazione in atto ne residua che […]

Siamo 4 operai alle dipendenze della società interinale Quanta in servizio presso lo stabilimento Hitachi di Via Argine a Napoli. Da un processo di ristrutturazione in atto ne residua che solo per noi 4 non c’è una ricollocazione. Tutti i nostri colleghi, 44 in totale, sono stati riassorbiti da Hitachi o collocati presso Leonardo-Finmeccanica. Evidentemente a causa delle nostre condizioni soggettive e familiari per l’azienda eravamo una zavorra da eliminare.
Non si tratta di aziende in crisi, tant’è che stanno avallando un nuovo piano di assunzioni, circa 240 lavoratori interinali. Forse anche il nostro vecchio contratto a tempo indeterminato era un problema per loro.
Da più di due settimane siamo in presidio giorno e notte all’ingresso della fabbrica. Uno di noi è rimasto incatenato ai cancelli per giorni, mentre una delle nostre mogli, in preda alla disperazione, è salita sul tetto minacciando il suicidio. Stiamo lottando per mantenere il nostro posto di lavoro e per garantire ancora una forma di sussistenza alle nostre famiglie. ...
Venerdì 28 luglio alle ore 10 torniamo in presidio alla prefettura di Napoli 

I 4 OPERAI LICENZIATI HITACHI

pc 28 luglio - Livorno. Interviene la celere per rimuovere uno striscione anti Minniti

10 -100 mille striscioni anti MINNITI


La consueta manifestazione culturale estiva “Effetto Venezia” nella città di Livorno ha visto l’irruzione della celere per rimuovere uno striscione contro le politiche securitarie del ministro Minniti appeso sugli scali del Refugio.
L’unica sicurezza è quella sociale, un lavoro e una casa dove stare! Attaccate poveri e migranti per coprire le vostre colpe. Il vero nemico siete voi e non chi fugge dalla fame e dalle bombe. Minniti Boia!”. Questo il testo dello striscione incriminato che ha portato la

pc 28 luglio - Quest'uomo è una merda razzista - Tutti i leghisti sono merde subumane da schiacciare come vermi - se le FS avessero un minimo di dignità lo licenzierebbero immediatamente

L’aggressione del “negro” era un’invenzione del controllore


Che si fa quando c’è un problema e non sai come risolverlo? Accusi qualche “extracomunitario” e cerchi farla franca. Accade spesso, con ragazzini che si sono persi soldi, cellulare o hanno fatto tardi, figli che hanno sfasciato la macchina, ecc.
Questa volta, ad inventarsi tutto, è stato il capotreno che mercoledì 19 luglio aveva denunciato di essere stato accoltellato da un uomo di colore sul Regionale Trenord delle 7, da Piacenza a Milano Greco Pirelli.
Lo ha spiegato il procuratore della Repubblica di Lodi Domenico Chiaro. Il caso è stato risolto in pochi giorni dalla polizia di Lodi che con la Scientifica ha analizzato anche tutti i filmati delle telecamere delle ferrovie. L’uomo è stato accusato di calunnia e simulazione di reato.
Il controllore lumbard si era prodotto in una testimonianza a colori vivaci, parlando di “uno straniero scuro di pelle, alto, magro, con le treccine ai capelli”. Un bel rasta immaginario, che nessuno ha messo in dubbio – tantomeno i giornalisti regionali e/o nazionali – ma che si è sciolto come neve al sole nella ricerca di un pur piccolo riscontro.
 - Contropiano

pc 28 luglio - FCA/FIAT Chrysler - il fascismo padronale di Marchionne in Italia è unito al fascismo neocorporativo sindacale, negli USA è invece legato al mafia criminale del sindacalismo americano

Fiat negli Usa. I rapporti criminali con la Uaw


L’ex responsabile delle labour relations di Fiat Chrysler, Alphons Iacobelli, è accusato davanti ad una giuria federale di aver utilizzato milioni di dollari al fine di favorire i rapporti sindacali tra Chrysler e UAW. Nell’accusa è coinvolto Jerome Durden, analista finanziario della Chrysler, e tre altri dipendenti della società i cui nomi non sono stati resi

pc 28 luglio - Contro l'intervento imperialista italiano in Libia - solidarietà e accoglienza con i migranti - unire le forze e costruire una giornata nazionale di lotta - proletari comunisti/PCm Italy

pubblichiamo i commenti di denuncia - stralci

L’Italia alla nuova guerra di Libia, per bloccare i migranti




Il consiglio dei ministri, scrivono i giornali, è pronto a dare il via libera alla missione in Libia con le navi italiane che entreranno nelle acque di Tripoli. Ufficialmente per supportare il lavoro della guardia costiera locale.
Qui si vede che tra parole e realtà la distanza è abissale. La Libia è da anni un teatro di guerra, senza governo unitario e dunque senza Stato, dove si confrontano come minimo due aspiranti governi: quello di Tripoli, guidato dal quisling scelto da Nato ed Unione Europea, al secolo Hafez al Serraj, e quello della Cirenaica, in mano al generale Haftar, ben più solido e operativo. In mezzo, un gran numero di milizie tribali – la società araba ha una struttura di clan, riuniti in tribù – oltre a milizie jihadiste a cavallo tra Al Qaeda e l’Isis.
Dunque quando il governo italiano parla di “supporto alla guardia costiera libica”

pc 28 luglio - India - in occasione della Settimana dei Martiri 28 luglio/3 Agosto, pubblichiamo in italiano il Documento del CC PCI (Maoista) pervenuto in questi giorni

Messaggio del CC, PCI (Maoista)

Celebrare la settimana dei martiri dal 28th luglio al 3 2017
in tutto il paese in forme grandiose!
Rendere omaggio ai martiri che hanno dato la vita nella Guerra Popolare!
Sconfiggere la Missione-2017 delle classi dominanti indiane e il loro proclama
di eliminare il movimento rivoluzionario !
Proteggiamo la Direzione del Partito dall’alto in basso e avanziamo nel movimento!
Affermare che la via della Guerra Popolare mostrata da Naxalbari è la sola via per la liberazione delle masse oppresse!

Compagni, masse Rivoluzionarie!

Le vite date per il popolo pesano più dell'Himalaya. La morte delle classi sfruttatrici è più leggera di una piuma. La vita è la cosa più preziosa per gli esseri umani. I comunisti rivoluzionari si dedicano totalmente alla rivoluzione sociale e agli interessi del popolo. Lavorano con dedizione, dedicando tutto sé stessi, anche la loro vita. Ogni grande cambiamento richiede sacrificio. Che la storia della lotta di classe sia una storia di sacrifici è un fatto, come è un fatto che, dopo la formazione delle classi, la storia della società è la storia della lotta di classe. Nel nostro Paese, nel corso della Rivoluzione di Nuova Democrazia negli ultimi 50 anni, dopo la grande lotta armata contadina di Naxalbari, quasi 15 mila persone, dagli alti dirigenti agli attivisti e masse rivoluzionarie hanno dato le loro preziose vite .

Hanno sacrificato la loro vita per raggiungere l’obiettivo, nel cammino della guerra popolare di lunga durata che i fondatori del nostro partito, i nostri grandi capi e maestri, i compagni

pc 28 luglio - DESCALZI/ENI: PAROLE DI "CLASSE"

Dall'intervista su Sole 24 Ore del 22 luglio 2017

I LAMENTI SULLA "SPECULAZIONE FINANZIARIA", A DIFESA DEL PROFITTO

«Greggio ostaggio della speculazione: è l’Africa che paga la crisi dei prezzi»: «Non credo che sarà possibile raggiungere un accordo che possa rilanciare i prezzi del greggio con ulteriori tagli - ha detto il top manager dell’Eni - e non credo neppure che Paesi come l’Arabia Saudita possano agire unilateralmente con tagli produttivi consistenti».

...sul settore petrolifero pesano non solo le gravi tensioni geopolitiche e l’eccesso di offerta dello shale oil americano, ma anche un’ondata speculativa senza precedenti sui futures del greggio e sulle azioni delle major petrolifere. «La speculazione finanziaria è talmente forte - dice l’ad dell’Eni - da aver trasformato in investitore a brevissimo termine anche chi aveva strategie di lungo periodo. Forse, sarebbe il caso di adottare anche nel settore petrolifero forme di regolazione e controllo del mercato come quelle decise per le banche...».

Descalzi, AD di una della più grandi multinazionali presente all'estero, e soprattutto in Africa, quindi si lamenta della "speculazione finanziaria" e chiede regole e controlli. Ma gli si dovrebbe dire: "Guardati allo specchio". La speculazione finanziare è figlia del capitale. Nell'imperialismo (come spieghiamo nel libro sulla Formazione Operaia) "...si parla e si critica il dominio dei finanzieri, lo strapotere delle Banche, così come il concetto di oligarchia finanziaria è abbastanza utilizzato, ma senza mai individuarlo come carattere essenziale del sistema dell’imperialismo... l’imperialismo è lo stadio in cui il capitale stacca-come scrive Lenin ne L’imperialismo - “il possesso del capitale dall’impiego del medesimo nella produzione”, stacca il “capitale liquido dal capitale industriale o produttivo... L’imperialismo, vale a dire l’egemonia del capitale finanziario, è quello stadio supremo del capitalismo, in cui tale separazione raggiunge dimensioni enormi”, e i profitti del capitale assumono in modo accentuato un carattere parassitario che opprime e contraddice lo sviluppo sociale".
Le "regole" che chiede Descalzi: aumento del prezzo del greggio e tagli alla produzione", sono momentanee soluzioni per i profitti del capitale, ma portano a pesanti conseguenze per le masse popolari sia dei paesi oppressi, produttori di petrolio che dei paesi imperialisti.

DESCALZI DIFENSORE "INTERESSATO" DEI PAESI DELL'AFRICA

Le conseguenze di questo lungo periodo di prezzi bassi, per Descalzi, sono drammatiche: soprattutto

pc 28 luglio - Fincantieri: lo scontro tra Italia e Francia è una “corsa agli armamenti” e ai profitti per 40 miliardi di commesse militari

Prima che padroni e politici passino tutti come brave persone che stanno solo combattendo ognuno per il “bene del proprio popolo” o per “interessi comuni”, riportiamo questo articolo della Repubblica di ieri, 27 luglio, che chiarisce una parte dei veri interessi in campo! E su cui torneremo in seguito. L’articolo è intitolato: “Fincantieri, dietro il derby dei mari con la Francia c'è la corsa a 40 miliardi di commesse militari”

“Più del dominio nel mondo delle crociere, l'Eliseo si preoccupa di proteggere le sue aziende della Difesa” dice il giornalista Gianluca Di Feo

“La battaglia navale tra Italia e Francia non è solo questione d’orgoglio. Il mercato delle crociere è ricco, [e la Fincantieri è la principale multinazionale in questo campo, ndr] ma quello delle cannoniere promette ancora di più: entro pochi mesi si firmeranno contratti per una quarantina di miliardi, con le aziende controllate dai governi di Roma e di Parigi in diretta competizione. E se gli hotel galleggianti delle vacanze sono un business tra privati, le flotte da guerra invece restano un affare di stato.

“Con una manovra a sorpresa, nel 2016 Fincantieri ha piazzato una bordata micidiale ai francesi: gli ha soffiato la commessa del Qatar, che prevede la creazione dal nulla di un’intera marina per l’Emirato del deserto petrolifero. Quattro corvette, una mini-portaerei, due pattugliatori e assistenza per i prossimi quindici anni nell’addestramento degli equipaggi e nella manutenzione. Significano un assegno iniziale da cinque miliardi diviso tra Fincantieri e Leonardo, entrambe nelle mani del Tesoro, e lavoro per diecimila persone, con tempi stretti perché il Qatar vuole schierare la flotta per i Mondiali del 2022 quando dovrà garantire l’ombrello anti- aereo per il Paese.”
Il giornalista potrà anche crederci, ma che il Qatar, con una flotta navale fresca fresca, a parte i Mondiali di calcio, possa far impensierire qualcuno nell’area, è un po’ azzardato; sicuro è invece che comunque questo creerà ulteriori tensioni, cioè possibili guerre e guerricciole, con l’Arabia Saudita e i suoi alleati del Golfo Persico.

“Una vittoria eccezionale: - continua il giornalista - ogni cosa verrà prodotta in Liguria, senza

pc 27 luglio - TRUCK CENTER, CINQUE MORTI... storie di profitti e di ENI

comunicato del comitato3marzo​


Oggetto: TruckCenter

Sulle ultime sentenze relative alla tragedia della Truck Center

Poche cose come la vicenda Truck Center possono dare una immagine realistica dell’abisso morale in cui è caduto il cosiddetto Belpaese.
L’ultima sentenza, ribaltando in appello quella di primo grado, ha assolto o prosciolto per prescrizione tutti gli imputati, con l’unica eccezione della Truck Center medesima, il cui unico socio accomandatario e rappresentante legale è una delle cinque persone decedute per intossicazione da acido solfidrico nella tragedia del 3 marzo 2008. Insomma, come in un giallo di quart’ordine, a

pc 27 luglio - Da Formigoni a Maroni: i corrotti, le spese inutili, lo sperpero delle risorse pubbliche, continuano come e più di prima

Referendum autonomia, Maroni acquista 24mila tablet per il voto elettronico: spesa complessiva 23 milioni
Ecco il costo per l'acquisto e la messa in funzione delle 'voting machine'. Prima volta in Italia senza le schede cartacee
di ANDREA MONTANARI

26 luglio 2017 

Roberto Maroni acquista 24mila tablet che saranno utilizzati per votare al referendum sull'autonomia indetto il prossimo 22 ottobre. Il governatore della Lombardia ha firmato il decreto. Il referendum infatti si svolgerà completamente con il voto elettronico nei circa ottomila seggi sparsi su tutto il territorio regionale e sarà la prima volta che in Italia si vota non con le schede cartacee.
Il costo dei tablet
si aggiungerà al milione e 200mila euro (1,6 milioni calcolando anche l'Iva) speso finora dalla Regione per la promozione della campagna elettorale a suon di spot sui mezzi pubblici,

pc 27 luglio - La Milano "accogliente" di Sala e Crozza: nuovo blitz in stazione centrale, ma....

...mentre si svolgeva l'ennesimo rastrellamento (la scusa era la caccia allo spacciatore), a nemmeno 200 metri di distanza al Memoriale della Shoah, zona super controllata con telecamere e postazione dell'esercito, tranquillamente dei topi di fogna scrivevano scritte razziste


Milano, scritte naziste davanti al Memoriale della Shoah che accoglie i migranti
Sono comparse in questi giorni due scritte firmate con svastiche e fasci littori davanti al Memoriale della Shoah di via Ferrante Aporti, a Milano. Lì dove da una decina di giorni vengono ospitati ogni notte alcune decine di profughi e richiedenti asilo per iniziativa della Comunità di Sant'Egidio in collaborazione con Comunità ebraica, chiesa anglicana e in stretto collegamento con il Comune. Le scritte sono denigratorie nei confronti dei migranti e sono state realizzate con un pennarello sulle panche di marmo davanti all'ingresso del Memoriale, che si trova presso il Binario 21 della Stazione centrale da dove venivano deportati gli ebrei milanesi ai tempi del fascismo. "All'ingresso del Memoriale c'è la scritta 'Indifferenza' - commenta Stefano Pasta, responsabile milanese di Sant'Egidio - Un monito del passato che chiede di guardare al presente: a Milano in  questi giorni anche ci sono minori che dormono in strada: questa situazione ci chiede di accogliere, anche se non tutti sono d'accordo. E' la storia che ci dà questa lezione" (z.d.)
 di ZITA DAZZI 26 luglio 2017

Sicurezza, nuovo blitz della polizia in stazione Centrale a Milano. Sala: "Bene i controlli con giuste modalità"
Massiccio impiego di uomini e unità, chiuso l'accesso alla metropolitana da piazza Duca d'Aosta. Operazione conclusa, oltre cento persone portate in questura sui pullman. L'assessora alla Sicurezza: "Sostanza, non spettacolo. Continueremo fino a quando non sarà chiaro ai delinquenti che questo non è luogo per sostare"

26 luglio 2017 
Nuova maxi operazione di polizia nell'area della stazione Centrale a Milano: gli agenti sono intervenuti in particolare in piazza Duca d'Aosta, controllando 200 stranieri e persone che frequentano la zona. Chiuso il varco di accesso alla metropolitana. Dopo ore, al termine dei controlli, oltre 100 migranti sono stati portati in questura sui pullman. "Un'operazione di sostanza, non di spettacolo, come abbiamo chiesto", le parole dell'assessora alla Sicurezza Carmela Rozza al termine dei controlli. 
Il servizio di 'prevenzione e controllo' del questore di Milano Marcello Cardona d'intesa con il prefetto di Milano Luciana Lamorgese è stato disposto "contro la criminalità diffusa nelle adiacenze della stazione". Segue quello simile per dimensioni e dispiegamento di forze del 2 maggio (quando decine di migranti furono identificati e ugualmente portati in questura) e soprattutto le polemiche seguite all'ultima aggressione: il poliziotto accoltellato da un migrante, poi espulso. In quella occasione anche il sindaco Giuseppe Sala aveva ribadito la volontà di continuare sulla strada dei controlli.

pc 27 luglio - I dati REALI smentiscono le bufale istituzionali: i morti, ASSASSINATI, sul lavoro sono in aumento e tra questi le operaie/lavoratrici pagano un alto tributo alla logica del profitto. L'UNICA GIUSTIZIA E' PROLETARIA



Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.it
Al 26 luglio 2017 dall’inizio dell’anno sono 393 i morti sui luoghi di lavoro, oltre 850 con le morti sulle strade e in itinere
Nei primi sei mesi dell’anno sono morti sui LUOGHI DI LAVORO 338 lavoratori, erano 304 nei primi sei mesi del 2016. Registriamo quindi un aumento di oltre il 10% rispetto all’anno scorso e l’aumento è rilevante anche senza le tragedie di Rigopiano e dell’elicottero precipitato in Abruzzo. Erano 291 il 30 giugno del 2008 anno d’apertura dell’Osservatorio + 12,5%.
martedì 25 luglio 2017
Un'altra donna è morta per infortunio sul lavoro: si tratta di Luigina Lucchiari di 59 anni. Le notizie sono ancora vaghe. sembra che sia morta dopo aver sbattuto contro un cancello col motorino mentre usciva dalla fabbrica. La tragedia in una fabbrica del padovano. Proprio in questi giorni avevo postato che tante donne muoiono sulle strade e in itinere per la stanchezza accumulata per i carichi di lavoro, sul posto di lavoro e a casa. Mandiamogli un segnale fortissimo: non voteremo più nessuno di loro alle prossime elezioni. In Parlamento mandiamo operai, impiegati, tecnici, precari, disoccupati, artigiani e casalinghe. Basta fare gli utili idioti. Comunque la pensiate mandate uno di voi. In Francia, Inghilterra, Spagna e Stati Uniti il segnale è stato fortissimo. Sarà così anche in Italia.Ieri ci sono stati altri tre morti sul lavoro: due di questi sono pescatori morti in mare. La quarta un manutentore stradale morto mentre raccoglieva i "birilli".
Pubblicato da carlo asoricelli a