Il governo Gentiloni vara
un decreto e dà il via, facendo già partire le prime navi, alla
missione più volte annunciata, imperialista e neocoloniale, in
Libia.
Questa missione è già in
atto da tempo nei suoi preliminari, da parte delle autorità
militari, al di fuori di ogni controllo parlamentare sulla sua
natura, sulla sua dimensione e i suoi costi. Ora però parte davvero,
e martedì il Parlamento - pro o contro Gentiloni, ma tutto in larga
maggioranza a favore dell'azione dell'imperialismo italiano e contro
i migranti - darà facilmente, al di là del teatrino e della fiera di
parole, il sì alla missione.
La partenza immediata
della missione è legata al neo attivismo dell'imperialismo francese
che ha trovato nel fascio populista in doppio petto, Macron, il suo
interprete, in un quadro a breve, medio e lungo periodo.
Macron sul breve periodo
punta a dar forza all'imperialismo francese, in economia, in politica
e sul piano militare, raccogliendo l'intera piattaforma della Le Pen
e la canea nazional-imperialista del nuovo Parlamento, scaturito dalle elezioni. dove anche l'opposizione di sinistra di Melenchon
è assai sensibile al ruolo e agli interessi economici e neocoloniali
dell'imperialismo francese.
Nel medio periodo, Macron
punta a diventare un effettivo co-partner della Germania imperialista
e contenerne le mire da neo superpotenza della Merkel, non esitando a stabilire nello stesso tempo un
asse privilegiato con l'imperialismo americano del fascio
imperialista Trump.
Gli imperialisti Usa sanno bene che
l'alleanza di ferro con l'imperialismo britannico post-Brexit non è sufficiente
a contenere l'ascesa 'europeista' della Germania e, quindi, l'asse con
Macron rispecchia la convergenza, temporanea e di lungo periodo
Usa/Francia.
E' importante comprendere
questo scenario se si vuole inquadrare correttamente il forte attivismo di
Macron sulla Libia e il Mediterraneo, che riprende in forma quasi
parallela il periodo di Sarkozy che era stato, secondo la stessa
logica, il capofila dell'aggressione militare e poi dell'invasione
della Libia e che aveva portato alla caduta di Gheddafi e creato il
disordine per bande attuale.
E' chiaro che
l'imperialismo italiano è quasi costretto ad attivarsi e ad
accelerare il suo intervento, per dimostrare il suo peso e poter
trarre da questa missione non solo i danni imposti dagli imperialisti
maggiori ma i vantaggi indispensabili alla sua presenza e peso
nell'area.
Naturalmente,
l'imperialismo italiano, con o senza la pressione di Macron,
interviene per i suoi interessi, l'Eni resta la principale
multinazionale presente in Libia.
Ma è sbagliato vedere in questa
missione solo gli aspetti economici e limitarsi, come molti anche nel
nostro campo fanno, a denunciare questo.
La missione in Libia è
chiamata “antiscafista” e per 'l'emergenza immigrazione' che
ha attualmente la Libia come scenario principale.
E' falso è che essa sia
una missione antiscafisti; i veri scafisti sono i governanti libici, in
tutte le loro sfaccettature, essi sono i responsabili oggettivi dei
barconi e della gestione del flusso di migrazione con la orrenda
catena: i lager in cui i migranti vengono messi, la rapina a mano
armata a cui i migranti vengono sottoposti per poter partire e infine l'organizzazione dei “viaggi della speranza” che si
trasformano in viaggi di morte e disperazione.
Allearsi con i
rappresentanti delle diverse fazioni in Libia dei signori della
guerra è allearsi con gli scafisti, dietro gli scafisti ci stanno
gli interessi economici dei governanti straccioni, per i quali è
indifferente mandare i migranti a morire in mare o massacrarli
all'interno.
L'intervento
dell'imperialismo italiano su richiesta, per modo di dire, dei due
servi macellai libici, è un'alleanza contro i migranti, è un
crimine imperialista!
Questo intervento invece
di salvare mira a respingere e far morire tanti più migranti; questo intervento, come ogni intervento di guerra, spinge le masse
povere e oppresse di tutta l'area a fuggire ancora di più, aumentando
quindi l'ondata di migranti.
C'è un nesso strettissimo, tra respingere l'intervento
imperialista italiano e battersi per l'accoglienza, la solidarietà,
la libera circolazione per i migranti.
L'intervento imperialista
ha poi lo scopo di militarizzare le Ong, renderle un anello della
catena non dell'accoglienza ma del respingimento dei migranti. La
Marina e i militari che partecipano a questa missione, per la loro
stessa funzione sono predisposti ai crimini contro i migranti o, come
è giusto dire, ai crimini contro l'umanità.
Nel merito la missione è
una missione di guerra, le consegne sono di guerra e, in quanto tali,
sono contro l'Art. 11 della Costituzione che, in attesa di essere
apertamente cancellata secondo il “Renzi style”, è allegramente
violata e considerata carta straccia.
Infine i costi. Si parla
di 20milioni di euro da qui alla fine dell'anno, ma, come abbiamo già
scritto in altri articoli, sono 20milioni di euro aggiuntivi allo
straripante bilancio della Difesa. sottratti alle spese sociali e ai fondi per il lavoro
La missione di guerra
comprende navi, aerei, elicotteri, sommergibili, non meno di 1000
militari di esercito e Marina, con relative forze speciali. Queste forze militari si
aggiungeranno ai nuovi ascari degli eserciti dei signori della guerra
libici, a cui, come tradizione nelle missioni imperialiste, sarà
affidato parte del lavoro sporco, lautamente foraggiato.
Tocca ai comunisti, agli
antimperialisti, a tutti quelli che sono contrari alla guerra fare subito controinformazione
con tutti i mezzi, tenendo conto che qui la controinformazione
principale, necessaria è quella che va diretta a operai e masse popolari
che non sono certo raggiunte da internet, facebook e altri mezzi di
questo tipo e che invece sono il recipiente su cui si rovesciano i
mass media televisivi, dei giornali, ecc. per convincerli, deviarli e
passivizzarli, usando l'argomento principe dell'immigrazione.
La missione imperialista non è che all'inizio. Essoa prevede e porta inevitabilmente a un insediamento militare
stabile in Libia, e non solo in Libia, ma
anche in Ciad, Niger; prevede hotspot, campi di concentramento
che gli imperialisti presidieranno direttamente; prevede un legame delle truppe imperialiste con le bande, asservite ai
diversi paesi imperialisti e ai diversi regimi della fascia nord
africana, Egitto, Tunisia, ecc.; prevede una guerra diretta verso
Isis che, non tra i migranti, ma nei territori da cui i migranti
fuggono conduce una guerra come banda tra bande.
Comunque la Libia è un
verminario, comunque le truppe imperialiste e quelle italiane in
primis saranno costrette a scendere a terra nel prosieguo della
missione, comunque le truppe imperialiste, e gli italiani tra esse,
sono destinate ad affondare nel pantano libico; comunque le masse
libiche non hanno mai scordato il feroce e criminale dominio fascista
e odiano le truppe italiane. Comunque le masse libiche, se vorranno difendere vita, condizioni e futuro,
dovranno combattere le truppe imperialiste e quelle italiane.
Noi comunisti appoggiamo la resistenza popolare
contro l'imperialismo italiano e sosteniamo ogni colpo che venga
assestato alle truppe imperialiste impegnate in questo nuovo,
sciagurato intervento.
no all'invio delle navi - fuori le truppe imperialiste dalla libia
COSTRUIAMO INSIEME UNA
GIORNATA NAZIONALE DI LOTTA IN TUTTO IL PAESE E IN PARTICOLARE AL
SUD, LEGATA ALLA SOLIDARIETA' E ALL'ACCOGLIENZA DEI MIGRANTI.
proletari comunisti/PCm Italia
luglio 2017