La prima
settimana di luglio il ministro dell'Interno del Kerala, Ramesh Chennithala, ha
scritto una lettera aperta alle figlie della coppia di maoisti - Rupesh e Shyna
- arrestati dalla polizia dell'Andhra Pradesh nel maggio di quest'anno.
I rapporti
riferiscono che la coppia era in clandestinità da circa 10 anni. Hanno due
figlie - Ami, 19 anni, e Savera, che ha quasi dieci anni.
Nella sua
lettera, il Ministro esprimeva la sua preoccupazione per le due bambine, che non
hanno ricevuto abbastanza cure dai loro genitori. Invitava anche le ragazze a
non lasciarsi “coinvolgere in campagne inutili e vuote ideologie”. Piuttosto,
chiedeva loro di concentrarsi sui loro studi e di diventare “cittadini
responsabili della nazione”.
Ami, la
sorella maggiore, ha a sua volta scritto una lettera aperta al Ministro
dell'Interno, perché tutti possano conoscano il suo sconcerto e dissenso con il
contenuto della sua lettera a lei indirizzata. La sua lettera è stata pubblicata
dall’edizione online del Malayalam Madhyamam.
Ecco alcuni
passi della lettera estratti dalla traduzione in inglese (originariamente è
stata scritta in Malayalam):
Onorevole
ministro dell'Interno,
mi è
capitato di leggere la lettera che ci ha scritto per esprimerci la sua simpatia.
Da padre di due figli, ha parlato di quanto si preoccupasse per il fatto che non
avessimo ricevuto abbastanza amore e cure dai nostri genitori. La ringrazio per
il suo gesto. Nondimeno, non posso non notare alcuni inesattezze di fatto e
incongruenze contenute nella lettera. Ho perciò deciso di scrivere una lettera
per
condividere le mie opinioni.
condividere le mie opinioni.
È illogico
dire che io e mia sorella non abbiamo ricevuto amore o cure abbondanti dai
nostri genitori. Credo che ne abbiamo ricevuto più della maggior parte dei
bambini che conosco. Ero solita accompagnare i miei genitori ovunque da bambina.
Infatti, mi trovavo nella colonia di Adivasi cui lei fece visita un capodanno,
quando avevo solo cinque anni. Anche la mia vita a Kolkata, Ranni, Mumbai e
Bengaluru mi ha aperto a molte culture e problemi. Questo mi ha aiutato ad
allargare non poco la mia prospettiva. Le cose sono cambiate quando le forze di
polizia, di cui è attualmente al comando, entrarono nella nostra vita.
Quando
avevo 10 anni, mia sorella Savera di 4 e nostra madre furono senza motivo
trattenute in custodia dalla polizia. A causa delle continue persecuzioni da
parte dei vostri agenti, mia madre decise di abbandonare il suo lavoro presso
l'Alta Corte del Kerala e di diventare un'attivista sociale a tempo pieno.
Scrisse allora una lettera al sottosegretario VS Achuthanandan criticando la
violenza che l'aveva spinta a prendere quella decisione. Vorrei rispettosamente
ricordarle che che sono state le forza di polizia che lei rappresenta che ci
hanno costrette a rimanere senza istruzione.
Nella sua
lettera, ha scritto anche quanto sia preoccupato che certe persone ci portino su
una via sbagliata. Ci ha anche esortato ad essere caute verso di loro. Ma la
realtà è diversa. Fu una squadra di poliziotti che ci sfondò la porta di casa e
fece irruzione senza mandato. Mi mancarono anche di rispetto. Dissero a mia
sorella, che allora aveva cinque anni, che se avessero messo le mani su mio
padre, lo avrebbero ucciso a bastonate e schiacciato la testa con una
pietra.
Ci sono
altri episodi come questi... Quando mia sorella e io assistemmo a un evento
tenuto da un fronte culturale, fummo accusate di essere maoiste e rinchiuse nel
Mahila Mandir. E allora i suoi poliziotti si preoccuparono solo di quanto fossi
casta. “Sei vergine? Il tuo imene è rotto?” sono alcune delle tante domande che
avevano in serbo per me.
Quando un
poliziotto mi chiese la mia password Facebook, pretesi che potessi accedervi
solo davanti a un ufficiale superiore. Mi rispose avvertendomi che non avrei
visto il mondo esterno per molto tempo se non avessi obbedito. Qual è la sua
risposta a mia sorella, che piangeva disperatamente tutta la notte in quel
Mahila Mandir?
Gli
organizzatori del fronte culturale furono ingiustamente accusati di averci
rapito e incriminati. E questo è accaduto nonostante ripetessimo che non ci
avevano rapite. La caccia alle streghe che la sua forza di polizia ha scatenato
contro di loro usando l'UAPA ha reso le loro vite un inferno. È stato a causa
delle costanti persecuzioni che abbiamo subito nella nostra vita, che abbiamo
compreso le false illusioni su cui si basa una potente democrazia. Le pratiche
anti-popolari della polizia mi hanno fatto capire che l’ideologia per la quale i
miei genitori combattono è giusta.
Quando ha
trovato il tempo di compatirci per essere cresciute senza i genitori vicini,
come ha potuto ignorare i 150 bambini di Attappady che ogni anno nascono
morti?
Endosulfan,
Plachimada, Arippa, Kathikudam e molte altre proteste per la terra hanno reso il
Kerala terra di movimento di massa.
In queste
terre nascono anche bambini, perché non si preoccupa di loro?
La metà dei
bambini tribali censiti che si iscrivono alle elementari non riescono a
completare il ciclo successivo. Quasi tre quarti di loro non raggiungono la
scuola superiore. Come può tirarsi fuori da questi fallimenti? A causa della
privatizzazione dell'istruzione, decine di migliaia sono ora nella morsa dei
prestiti educativi, e si ha notizia persino di suicidi.
Perché ha
deciso di continuare a ignorarlo?
Nella sua
lettera, dice che non è di distruzione, ma di costruzione che abbiamo bisogno. È
il caso di notare che lo scorso dicembre mi è capitato di leggere una lettera
che mio padre le ha scritto La esorta a riconoscere la difficile situazione dei
tribali senza terra. Le parla di come i bassi prezzi dei loro prodotti siano
come dei chiodi per le loro bare. In quella lettera ho letto del popolo tribale
e dei contadini poveri schiacciati delle politiche anti-popolari del suo
governo. Ma lei non hai mai preso un'iniziativa per affrontare il problema.
Può
definire i nostri genitori dei criminali. Per lei e i suoi predecessori sono
certamente dei criminali. Bhagat Singh, Subhash Chandra Bose e molti altri che
si opponevano al colonialismo furono allora chiamati criminali. Furono tutti
trattati con leggi antidemocratiche e rinchiusi in oscure segrete. Oggi voi
trattate allo stesso modo i miei genitori. Ma la maggioranza del nostro popolo,
che soffre la povertà, non vede i miei genitori come dei criminali. Stimano più
la loro lotta che lei. I miei genitori non sono andati via per avere un futuro
sicuro o per proprio tornaconto. Andarono via per rendere migliore la vita dei
poveri del Kerala e di questo paese. È per loro che combattono.
(per
gentile concessione di The News Minute)
Nessun commento:
Posta un commento