verso le regionali
Milano, Gori
ospite del Meeting di Cl. Dialogo a distanza con Formigoni
Il sindaco di Bergamo rilancia
l’attacco dell’ex governatore alla Lega di Maroni
Ci sarà anche Giorgio Gori quest’anno al Meeting di
Rimini: il candidato in pectore del centrosinistra per la corsa alla Regione
sarà ospite della kermesse ciellina martedì 22 insieme con altri sindaci
italiani per un confronto sul tema della «polis al centro della politica». Col
sindaco di Bergamo dialogheranno Luigi Brugnaro (Venezia), Dario Nardella
(Firenze) e Matteo Ricci (Pesaro). Poche ore più tardi dal palco del meeting
s’affaccerà invece Roberto Maroni, chiamato al confronto con altri governatori
italiani, dall’emiliano Stefano Bonaccini al ligure Giovanni Toti. Il
presidente leghista (anche quest’anno la Lombardia ha finanziato la
manifestazione romagnola con uno stanziamento di 130 mila euro) e il suo
probabile sfidante insieme alla festa di Cl; e se il governatore in carica può
dirsi a tutti gli effetti un habitué (è alla nona partecipazione) del Meeting,
per Gori si conta solo un precedente lontanissimo nel tempo: era il 1991 quando
l’allora direttore di Canale 5 si presentò a Rimini per parlare di tv privata. La
comparsata al Meeting arriverà peraltro dopo un’estate di polemiche nate a
sinistra intorno ad alcune dichiarazioni del possibile candidato. Una parziale
riabilitazione di certi aspetti del formigonismo ha scatenato la reazione dei
colonnelli locali di Mdp, che in nome della discontinuità dalla «stagione
ciellina» sono tornati a chiedere a gran voce le primarie per la scelta del
candidato. «Alcune di quelle idee mantengono una loro attualità. E se vogliamo
vincere le elezioni dobbiamo convincere almeno un parte di chi non ci ha votato
in passato», i concetti ribaditi da Gori in un’intervista al Corriere .
Il
rapporto proficuo tra il sindaco e una parte della galassia ciellina non
sarebbe certamente un fatto inedito. Alle comunali bergamasche l’ex manager
Mediaset incassò per esempio il sostegno dei Popolari di Mario Mauro, già
ministro della Difesa e legato a Cl. Come se non bastasse ecco un ultimo
indizio. Il convitato di pietra di questo dibattito agostano, Roberto Formigoni
appunto, ha rilasciato una lunga intervista a Libero per raccontare di come
l’autonomia lombarda sia stata bloccata dalla Lega al governo con Berlusconi
quasi dieci anni fa. l’intervista del «Celeste» ieri è stata immediatamente
ritwittata dallo stesso Gori. Intanto nella coalizione le acque rimangono
agitate. Mdp reclama le primarie, come s’è detto: gli scissionisti del Pd
sarebbero pronti a schierare l’ex Cgil Antonio Panzeri oppure, meglio ancora,
intenzionati a convergere su Pippo Civati se solo l’ex leopoldino decidesse di
accettare la sfida. Ma a invocare i gazebo è ora anche un esponente di
primissimo piano del Pd come Fabio Pizzul. «Le primarie farebbero moto bene
anche a Gori», ha scritto ieri il consigliere regionale: «Chi deve interrogarsi
è il mio partito. L’assemblea regionale si è già espressa contro, rispetto la
decisione e non posso che adeguarmi alla stessa, ma rimane una domanda: se si
verificherà la necessità delle primarie, per potervi partecipare bisogna non
essere più del Pd?».
13 agosto
2017 | 07:59
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