La necessità di una
manifestazione a L'Aquila contro le condizioni di detenzione dei
detenuti politici, e in particolare di Nadia Lioce, l'Mfpr l'aveva
posta l'anno scorso e nella celebrazione del suo XX anniversario,
l'aveva ribadita e avviato un lavoro per realizzarla.
In questo ci siamo
collegati e dato il nostro appoggio alla campagna di 'Pagine contro
la tortura'.
L'Mfpr ha caratterizzato questa campagna con un
preciso obiettivo e parole d'ordine:
"Libertà per i
prigionieri politici, difendere le condizioni di vita dei prigionieri
politici rivoluzionari, solidarietà a Nadia Lioce"
Queste
parole d'ordini hanno permesso sia di portare la questione della
condizione dei detenuti politici rivoluzionarie in una campagna
generica contro il 41bis, sia di porre in termini concreti il fatto
che questa campagna non può essere solo di denuncia e solidarietà,
ma deve perseguire e ottenere degli obiettivi. Su questo, la
condizione della detenuta politica Nadia Lioce è chiaramente un
obiettivo fastidioso per la borghesia, perchè solleva in termini
chiari un nodo che lo Stato borghese vuole mettere nella "tomba":
la questione, appunto, dei detenuti politici della lotta armata, che
con NL si carica anche della condizione e dell'atteggiamento dello
Stato verso le donne che praticano e ritengono legittima la violenza
rivoluzionaria contro questo Stato doppiamente violento verso le
donne.
La manifestazione del 25 a L'Aquila, per l'Mfpr ha
significato anche dimostrare, pure in questo caso, che gli impegni
assunti li porta avanti, comunque.
Noi siamo poche ma la "marcia
in più" che caratterizza l'Mfpr è stata visibile anche questa
volta.
Abbiamo portato avanti un lavoro in una situazione
oggettiva difficile.
La compagna de L'Aquila ha costruito una non
facile manifestazione da sola, in una condizione lavorativa
difficile, superando e sciogliendo ostacoli (vedi Questura, questione
del campo antistante il carcere);
Le compagne delle altre città
hanno viaggiato a volte in condizioni difficili. Sono compagne, come
a Palermo, che fino a poche ore prima sono state impegnate in una
lotta di lavoratrici lunga, difficile, centrale a Palermo, ma non
solo, nello scontro tra interessi delle lavoratrici, delle masse e
interessi politici delle Istituzioni, con gli ultimi arrivati 5
stelle; anche da Taranto e Milano si tratta di compagne impegnate
ogni giorno in tante e più varie iniziative.
In questa
manifestazione è stato presente anche il Soccorso rosso proletario.
Esso è una necessità e una proposta organizzativa, politica,
pratica che permetterebbe di dare continuità, elevare ed estendere,
la lotta contro la repressione statale verso le avanguardie, i
proletari, le lotte e per la liberazione dei prigionieri politici
rivoluzionari.
Questa manifestazione a L'Aquila ha dimostrato che
è necessaria la costruzione di un fronte unito delle forze in lotta
contro la repressione.
La presenza di realtà
diverse ha permesso anche di scambiare/socializzare esperienze di
lotta contro la repressione. In particolare le compagne del Mfpr di
Palermo raccontando la lotta in corso delle lavoratrici precarie
hanno evidenziato come le masse quando lottano comprendono anzi più
facilmente come lottare contro chi reprime le lotte e il perchè la
borghesia criminalizza spargendo a livello di massa un humus
terroristico... le precarie stanno toccando con mano chi sono i
politici e stanno provando la nausea, il viscido della borghesia, e
di fronte alle compagne che spiegano loro la necessità ed
inevitabilità dell'odio di classe... queste lavoratrici dicono con
semplicità e naturalezza che andare fino in fondo è un atto
giusto.
Ora, noi siamo quelle e quelli che non mollano, che
alle parole fanno seguire fatti, piccoli ma grandi nella sostanza.
Come è stato in altre occasioni sul fronte dei prigionieri politici,
quello che diciamo lo continueremo a portare avanti con l'obiettivo
di strappare anche risultati concreti, possibili.
La
manifestazione è stata l'inizio (non la fine) di una battaglia che
deve proseguire e riprendere questo autunno in termini di massa.
Le forze messe in moto per
il 25, sia dal fronte rivoluzionario che da quello democratico,
devono essere alimentate: ognuno faccia il massimo che dal suo ruolo
può fare (compreso giornalisti, avvocati, ecc.), perchè, come
abbiamo visto in passato su questo terreno, la lotta contro la
repressione, per la difesa delle condizioni nelle carceri, per la
liberazione dei prigionieri politici ha bisogno di tutte le forze, e
di varie forze.