sabato 8 ottobre, corteo
La Lotta per la Casa torna in piazza sabato 8 ottobre, per rilanciare con forza la battaglia per le case popolari e la diminuzione del costo degli affitti. L’emergenza casa si potrebbe risolvere in un attimo se volessero…
1. Contro la giunta degli sgomberi e degli sfratti a sorpresa.
Firenze vede quasi ogni mese eserciti di polizia mobilitati per eseguire sgomberi e sfratti a sorpresa. Il sindaco Nardella festeggia e si rivendica ogni sgombero. Da mesi il Comitato degli Inqulini chiede
all’Assessore una netta presa di posizione contro la pratica degli “sfratti a sorpresa” messi in campo dal Tribunale di Firenze. Ma l’Assessore continua a girare le spalle. Un silenzio che è complicità con un meccanismo che sta calpestando tutti i diritti degli inquilini per favorire, ancora una volta, gli interessi dei proprietari.
2. I soldi ci sono! Più soldi per il diritto alla casa.
Il Comune ha fatto avanzare 40milioni di euro, non spesi durante l’anno 2015 (vedi pag.6). Il Patto per Firenze lanciato pochi gironi fa da Renzi prevede finanziamenti da miliardi di euro per le grandi opere inutili come l’aeroporto.
Chi dice che non ci sono soldi dice balle. Quei soldi sono nostri, dei cittadini. E’ il momento che questi soldi vengano utilizzati per l’emergenza abitativa e la giustizia sociale.
3. Basta al magna-magna strutture di accoglienza: affitti sociali e case popolari.
I soldi che oggi vengono regalati alle cooperative “amiche” per la gestione delle strutture vanno usati per garantire case vere a prezzo sociale alle famiglie in emergenza e alloggi “volano” per quelle in attesa di assegnazione di casa popolare. Dopo la denuncia del Movimento rispetto al vergognoso costo (medio) di 685€ a persona per un posto letto in una struttura, l’Assessore Funaro aveva detto dichiarato che il Comune stava già pensando a nuove soluzioni. “Il Movimento arriva in ritardo”, aveva dichiarato l’Assessore. In realtà sono passati tre mesi e nulla è cambiato.
4. Graduatorie di emergenza e Morosità Incolpevole: stanchi di essere esclusi.
Non è accettabile che in una città con 4 sfratti al giorno e migliaia di famiglie in precarietà abitativa (tra cui occupanti per necessità e ospiti delle strutture) si contino sulle dita di una mano le famiglie entrate nelle Graduatorie di Emergenza per la casa popolare. L’esclusione è sistematica: la grande maggioranza delle famiglie sotto sfratto, infatti, si vede rifiutare il riconoscimento della Morosità Incolpevole nonostante sia evidente il legame tra le difficoltà economiche e la morosità. Allo stesso tempo, gli assistenti sociali, che avrebbero il compito di segnalare le famiglie in emergenza che sono in possesso dei requisiti per la casa popolare all’Ufficio Casa, non lo fanno. E’ evidente che qualcosa non va, e che c’è una decisione politica da parte dell’Assessorato di non riconoscere il diritto alla casa a chi è in emergenza abitativa (se non per quanto riguarda l’accoglienza nelle strutture).
5. Affitti insostenibili e case vuote. Ora basta!
Da venti anni gli affitti costano troppo, il “libero mercato” ha fatto arricchire a dismisura i grandi proprietari. In un momento di crisi come questo, l’affitto è diventato semplicemente insostenibile. E’ il momento di imporre ai proprietari un abbassamento dei prezzi. Il Comune di Firenze, dovrebbe assumersi la responsabilità di rivedere gli Accordi Territoriali stipulati con le associazioni di proprietari. Ma non solo. Le migliaia di case sfitte in città sono un’offesa. Il Comune non fa niente?
6. Art.5 e residenza: diritto a partecipare al bando ERP per tutti gli occupanti!
Il nuovo bando ERP richiede come requisito 5 anni di residenza continuativi in Toscana. A causa dell’infame art.5 del Piano Casa di Renzi molti abitanti delle case occupate hanno perso la residenza in città. Nonostante questo hanno continuato ad essere sul territorio. Solo poche settimane fa il Comune di Firenze ha istituito delle “residenze virtuali”, una soluzione tampone insufficiente che – oltretutto – arriva decisamente in ritardo. Il Comune deve riconoscere la presenza continuativa di fatto dei nuclei familiari che hanno subito gli effetti dell’art.5. Nessuna domanda deve essere rifiutata utilizzando la discontinuità
Movimento di Lotta per la casa
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