.....Confindustria
e banche esultano. Hanno ragione. Il governo Renzi regala alle imprese una nuova
riduzione della tassa sui profitti dal 27% al 24%, nuovi incentivi fiscali in
fatto di super ammortamenti, una messe di nuove regalie. Dopo aver già
beneficiato i padroni in questi anni con la liberalizzazione dei licenziamenti
arbitrari , la massiccia decontribuzione premio, la precarizzazione dilagante
dei voucher. . Banche ed assicurazioni non sono da meno. Incassano la nuova
torta dell'Ape , il prestito bancario assicurato che un lavoratore si impegna a
ripagare per 20 anni, con tanto di interessi, in cambio di un anticipo di uscita
pensionistica e di una pensione ancora più misera. Un nuovo derivato indiretto
della famigerata Legge Fornero che il governo si guarda bene dal cambiare.
Peraltro il governo Renzi lavora pancia a terra per tutelare le banche: già
beneficiate di nuovi e più rapidi poteri di esproprio di debitori insolventi, a
vantaggio dei valori dei propri crediti incagliati e altri titoli
spazzatura.
E'
vero, Renzi sfora gli impegni presi sul Patto di Stabilità in Europa. E cercherà
di presentare questa scelta come prova di difesa dell'”interesse nazionale”
contro le “burocrazie di Bruxelles”. Pascolando elettoralmente sul campo arato
dai mille sovranismi nazionalisti, che a destra come (a volte) a sinistra,
rivendicano il “riscatto italiano dal nemico tedesco”. Ma si tratta di uno
specchietto per le allodole. Renzi sfora il patto di stabilità ( in buona
compagnia oggi nella UE) non per allargare i cordoni della borsa verso i
lavoratori, ma per ridurre le tasse ai capitalisti. Ed anche per finanziare una
manciata di volgari regalie ( bonus per..”mamma domani” incluso) da usare a
vantaggio del SI al referendum.
Eppure
le burocrazie sindacali coprono la finanziaria di Renzi, o elogiandola ( CISL) o
criticandola sommessamente ( CGIL), in ogni caso senza contrasto e mobilitazione
vera. Ed anzi vantando il ritrovato canale di contatto negoziale con il governo.
Così facendo non solo privano i lavoratori di una reale tutela sindacale, a
partire dai milioni di lavoratori pubblici in attesa di contratto, per i quali
Renzi stanzia solo briciole umilianti. Ma aiutano di fatto l'operazione
elettorale del governo a vantaggio del suo progetto istituzionale reazionario.
Cosa serve un NO platonico della CGIL sul referendum, se di fatto si aiuta la
campagna del SI e le sue truffe populiste? .....
da.un testo del pcl
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