Nell'ultimo numero compare un disegno con la scritta "Terremoto all'italiana: penne al sugo di pomodoro, penne gratinate e lasagne". Ambasciata francese: "Non ci rappresenta". Grasso: "Fa schifo". Condanne da tutti gli schieramenti politici. Critiche sui social. Staino: "Basso livello"
di F. Q. | 2 settembre 2016
Morti come lasagne. Bufera su Charlie Hebdo, considerato baluardo della libertà di satira dopo la strage nella redazione a Parigi. La Francia prende le distanze. E il giornale risponde: italiani, non ve la prendere con noi, le vostre case le ha costruite la mafia...
Una disegno che ha suscitato più critiche che risate. Prima sui social, poi tra i politici italiani di tutti gli schieramenti. E ha spinto l’ambasciata francese a Roma a precisare: “Il disegno non rappresenta assolutamente la posizione della Francia”. Ma nel pomeriggio i vignettisti di Charlie hanno pubblicato su Facebook una vignetta di risposta. Vi compare una persona insanguinata sotto le macerie, come nel disegno contestato, che si rivolge al lettore: “Italiani… non è Charlie Hebdo che costruisce le vostre case, è la mafia!”.
La copertina dell’ultimo numero ha in copertina una vignetta sul burkini. Nell’ultima pagina compare
l’immagine del terremoto in Italia accompagnato da un breve commento: “Circa 300 morti in un terremoto in Italia. Ancora non si sa che il sisma abbia gridato ‘Allah akbar’ prima di tremare”...
Viste le reazioni, la Parigi ha deciso di prendere posizione con una nota ufficiale dell’ambasciata a Roma: “La Francia ha espresso le sue sincere condoglianze alle autorità e al popolo italiano e ha offerto il suo aiuto. Siamo vicini all’Italia in questa difficile prova”. “Trattandosi di caricature della stampa, le opinioni espresse dai giornalisti sono libere. Il disegno pubblicato da Charlie Hebdo non rappresenta assolutamente la posizione della Francia”, conclude la nota.
Ma la vignetta non è piaciuta neppure a un maestro della satira come Sergio Staino che, in un’intervista all’Ansa, ha commentato: “Penso che sia una vignetta in linea con la storia di Charlie Hebdo. Non è la prima volta che, per una scelta provocatoria, decidono di andare contro tutto e tutti in momenti di grande dolore”.
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