Spagna. I
detenuti sono ancora 402 e la repressione non si ferma
Oggi sono ancora in 402 le persone detenute con l’accusa di
aver partecipato o collaborato con le azioni di Eta. Di queste, solamente 5
stanno compiendo la condanna in centri penitenziari ubicati in Euskal Herria,
nel Paese Basco; 87 si trovano in carcere in Francia; una in Portogallo; mentre
le altre 300 circa scontano la pena dentro i confini dello Stato spagnolo, ma in
località molto distanti da casa. In totale, i prigionieri politici baschi sono
distribuiti in 72 centri
penitenziari, il 90% di loro si trova a più di 400
chilometri di distanza da casa. In sostanza, come segnala uno studio
dell’organizzazione Exterat e del giornale basco Gara, “sebbene il numero dei
detenuti sia diminuito di circa il 40% dal 2011, quello delle carceri è
diminuito appena e la distanza media del luogo di detenzione da quello di
residenza dei prigionieri è aumentata, sia nello Stato spagnolo che in quello
francese”.
La questione della dispersione (la politica penitenziaria che
spedisce i prigionieri lontano da casa) è centrale per le organizzazioni basche
che sostengono i diritti dei detenuti politici. ... a gennaio del 2012 scesero in piazza
centodiecimila persone per chiedere un cambiamento radicale delle misure
carcerarie. ..Lo scorso sabato, per la prima volta, la manifestazione si è
svolta contemporaneamente a Bilbao e a Baiona: con la partecipazione complessiva
di più di settantamila persone.
Uno studio appena pubblicato dall’Università del Paese Basco
(Upv) afferma esplicitamente che il vigente regime penitenziario produce una
negazione permanente dei diritti dei prigionieri baschi. “Questa negazione di
diritti si utilizza con finalità politiche, non esiste nessuna base giuridica
che permetta ai poteri pubblici di agire in questo modo”. Significativo che i
richiami e le segnalazioni del Tribunale europeo dei diritti umani siano stati
completamente ignorati e disattesi dallo Stato spagnolo. Ad oggi, infatti, oltre
a non essere stata applicata la legge che consente ai detenuti di scontare la
condanna nelle vicinanze delle abituali residenze, Madrid ha completamente
ignorato la normativa dell’Unione europea sulla validità degli anni di carcere
scontati in altri Stati. Negli ultimi mesi, il sistema giudiziario iberico si è
rifiutato di riconoscere ai prigionieri politici baschi la parte di pena
scontata nelle carceri di altri stati dell’Unione europea.
Questo doppio
strappo alle norme giuridiche prodotte dal Tribunale Europeo – segnala ancora lo
studio — “viola i diritti fondamentali dei prigionieri e delle prigioniere
politiche basche, nello specifico il loro diritto alla vita privata e
familiare”, garantito dall’articolo 8 della Corte europea dei diritti umani, ma
anche nell’articolo 18 della Costituzione spagnola.
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