I PRECARI COOP SOCIALI SLAI COBAS S.C., IN LOTTA A PALERMO CONTRO LICENZIAMENTI IN CORSO E ULTRAPRECARIETA', HANNO DEDICATO LA MANIFESTAZIONE DI IERI POMERIGGIO PRESSO L'ASSESSORATO REGIONALE ALL'ISTRUZIONE E FORMAZIONE A TUTTI I MIGRANTI CONTRO OGNI ATTACCO RAZZISTA E REPRESSIVO
sabato 12 settembre 2015
pc 12 settembre - L'assemblea di operai ilva lavoratori e cittadini dei quartieri inquinati chiama: a Taranto il 20 ottobre!
APPELLO
PER UN PRESIDIO-MANIFESTAZIONE ALL'AVVIO IL 20 OTTOBRE DEL PROCESSO
ILVA DI TARANTO.
Il
20 ottobre comincia dopo una lunghissima e combattuta udienza
preliminare il vero e proprio processo alla famiglia di padron Riva e
a tutti i suoi complici che hanno reso tristemente famosa l'Ilva come
'fabbrica della morte' e Taranto come 'capitale del popolo
inquinato'.
Il
processo Ilva mostra esemplarmente il sistema del capitale ed è la
“madre” di tutti i processi di questo tipo. Gli imputati sono
tutte le espressioni del sistema economico, politico, istituzionale,
dai grandi capitalisti ai loro agenti, dai rappresentanti delle
Istituzioni, parlamentali, regionali e locali, ad esponenti della
Digos e delle Forze dell'Ordine, dai dirigenti degli Enti che
dovevano controllare, fino a preti vicino ai vertici della chiesa.
Mancano, ed è una grave lacuna del processo, i vertici e i rappresentanti in fabbrica dei sindacati confederali. E il quadro del sistema borghese sarebbe completo.
Mancano, ed è una grave lacuna del processo, i vertici e i rappresentanti in fabbrica dei sindacati confederali. E il quadro del sistema borghese sarebbe completo.
L'Ilva
è al centro oggi della contraddizione epocale tra gli interessi del
capitale e gli interessi degli operai e delle masse popolari, tra la
logica del profitto e la salute, la vita degli operai e delle masse
popolari.
Ma
il processo Ilva è oggi soprattutto espressione dell'azione dei
governi, e oggi in particolare del governo Renzi, che in nome di
salvare gli interessi dei padroni e gli interessi dell'economia
nazionale dei padroni legati alla produzione dell'Ilva, non hanno
esitato e non esitano ad agire contro il processo con decreti e
azioni ad hoc che ne vogliono impedire lo svolgimento, mettere al
riparo gli imputati e negare giustizia e risarcimento a operai e
masse popolari.
L'Ilva
mostra in maniera esemplare come lo Stato sia sempre e solo al
servizio del capitale. La gestione attuale di Stato e di governo
dell'Ilva mostra che l'intervento dello Stato borghese serve solo per
socializzare le perdite e in futuro, nuovamente, privatizzare i
profitti.
Per
questo il processo Ilva è una grande scadenza nazionale.
E'
a questa scadenza nazionale che chiamiamo come operai dell'Ilva,
lavoratori del cimitero luogo di massima concentrazione di
inquinamento ai Tamburi, proletari e famiglie dei quartieri Tamburi e
Paolo VI, costituitisi parte civile autorganizzati al processo con
l'appoggio dello Slai cobas per il sindacato di classe e la Rete
nazionale per la sicurezza e la salute sui posti di lavoro e
territori, a un
presidio-manifestazione
nazionale al Tribunale, alla fabbrica e al quartiere Tamburi per il
20 ottobre.
Chiamiamo
tutte le realtà collettive ed individuali, impegnate nella lotta
anticapitalista e contro le devastazioni ambientali e territoriali, a
mandare l'adesione, a propagandare la scadenza in tutte le forme e in
tutti i luoghi di lavoro, territori, scuole, università, ecc. e a
partecipare con delegazione all'iniziativa.
pc 12 settembre - A proposito di lavoratori e robot... i padroni vogliono pure la scuola... e il governo risponde con la riforma!
Nel piano generale
della riforma della scuola infatti il governo investe i soldi che servono per “educare”
i ragazzi soprattutto a lavorare in fabbrica. La Giannini, per dare un tono
accattivante al progetto, lo chiama “piano
per l’occupabilità” che consiste nello stanziare 45 milioni di euro (che si
aggiungono a quelli previsti dalla ex legge 440) e che arrivano così a circa 500
milioni che dovranno essere investiti soprattutto nella creazione di laboratori “per realizzare una nuova didattica
laboratoriale, con strutture aperte anche in orario extrascolastico, e pensate
per sperimentare progetti innovativi e mettere in campo attività di
orientamento al lavoro, alternanza, ma pure progetti contro la dispersione e
per il recupero dei “Neet” [Not (engaged) in Education,
Employment or Training – e cioè “non impegnati a scuola, al lavoro o nella formazione”,
insomma una bella sigla in inglese per indicare i giovani disoccupati!”]
come riporta il Sole24Ore dell’8 settembre scorso.
Adesso finalmente grazie
a quella scienziata della Giannini che ha capito finalmente come risolvere il
problema del lavoro dei giovani, i ragazzi sapranno dove guardare: “Mettiamo in
mano agli studenti gli strumenti per orientarsi al lavoro e per crearlo loro
stessi con una didattica che guarda ai
settori strategici del made in Italy e legata alla vocazione produttiva,
sociale e culturale di ciascun territorio”. E naturalmente devono essere
educati “all’autoimprenditorialità”:
insomma che ogni ragazzo diventi capitalista di se stesso!
pc 12 settembre - OPERAI, NON ALZATE QUEL MURO!
"Bisogna «accelerare» la costruzione del muro anti-migranti al confine con la Serbia, dove servono più operai... Il 15 settembre è il termine annunciato per la fine dei lavori. Orban è stato tassativo: e alle maestranze ha chiesto che tutti siano pronti a lavorare molto duramente nelle prossime settimane".
Come nel nazismo, detenuti costretti a lavorare contro i loro fratelli |
pc 12 settembre - Pres. Assolombarda: "I giovani non devono temere i robot" - E' vero, devono temere il capitale... Un primo assaggio della prossima Formazione Operaia sul 13° cap. de Il Capitale su "macchine e grande industria"
I robot un’opportunità per i giovani
di Marco Morino Sole24ore
"Non dobbiamo avere paura dei robot. I giovani soprattutto non devono temere i robot. L'impatto dei robot sull'attività industriale più che una minaccia è un'opportunità. Lo è per i giovani, perché la rivoluzione robotica crea nuove professioni che possono permettere ai giovani stessi di esprimere il proprio talento: programmatori, meccatronici e tutte le tipologie di ingegneri. E lo è per le imprese, in particolare per le medium hi-tech italiane, che grazie ai robot possono avviare produzioni più piccole e flessibili e sfruttare al meglio la leva dell'innovazione".
È questa la visione di Gianfelice Rocca, presidente di Assolombarda, sugli effetti prodotti dalla robotizzazione su giovani e lavoro. L'occasione per parlare di un tema attualissimo e sempre affascinante, il confronto tra l'uomo e la macchina, è offerta dall'uscita del numero 68 della rivista Aspenia “Essere umani con i robot”.
«La mia tesi - dice Rocca - è che nell'industria manifatturiera la rivoluzione robotica accompagnerà l'uomo, senza sostituirlo. La mano dell'uomo, guidata dal cervello umano, resteranno al centro del processo produttivo». Per l'industria italiana la robotica può essere un formidabile alleato per migliorare la qualità delle sue produzioni. La sfida è formare i giovani, facendo in modo che possano governare e non subire questa rivoluzione tecnologica.
Siamo pronti a tutto ciò? Secondo Maximo Ibarra no, non lo siamo. Oggi i nostri ecosistemi educativi e formativi non riescono a far emergere nelle scuole e nelle università quei profili di cui abbiamo fortemente bisogno... il ragazzo/a di cui avremo sempre più bisogno nella nostra società, nella nostra economia e nelle nostre aziende, la persona che dovrà giocoforza maturare nell'ambito del nostro nuovo e rigenerato sistema educativo, dovrà essere permeato da un'educazione olistica, aperta, che sappia collegare i fatti, le scienze e le fonti del sapere umano senza pregiudizi e che alimenti costantemente la curiosità. Nuovi modi di lavorare e di collaborare dovranno essere sostenuti alla stessa stregua della flessibilità e duttilità affinché ci si possa adeguare velocemente al cambiamento esponenziale che ci aspetta».
Frammento sulle macchine
Nella traduzione di Renato Solmi
Karl Marx
Finché lo strumento di lavoro rimane, nel senso proprio della parola, strumento di lavoro, così come, storicamente e immediatamente, è accolto e inserito dal capitale nel suo processo di valorizzazione, esso subisce solo una mutazione formale per il fatto che, ora, non appare più solo – dal suo lato materiale – come mezzo di lavoro, ma anche – e nello stesso tempo – come un modo particolare di esistenza del capitale determinato dal processo complessivo di quest’ultimo: come capitale fisso.
Ma, una volta accolto nel processo produttivo del capitale, il mezzo di lavoro percorre diverse metamorfosi, di cui l’ultima è la macchina o, piuttosto, un sistema automatico di macchine (sistema di macchine; quello automatico è solo la forma più perfetta e adeguata del macchinario, che sola lo trasforma in un sistema), messo in moto da un automa, forza motrice che muove se stessa; questo automa consistente di numerosi organi meccanici e
di Marco Morino Sole24ore
"Non dobbiamo avere paura dei robot. I giovani soprattutto non devono temere i robot. L'impatto dei robot sull'attività industriale più che una minaccia è un'opportunità. Lo è per i giovani, perché la rivoluzione robotica crea nuove professioni che possono permettere ai giovani stessi di esprimere il proprio talento: programmatori, meccatronici e tutte le tipologie di ingegneri. E lo è per le imprese, in particolare per le medium hi-tech italiane, che grazie ai robot possono avviare produzioni più piccole e flessibili e sfruttare al meglio la leva dell'innovazione".
È questa la visione di Gianfelice Rocca, presidente di Assolombarda, sugli effetti prodotti dalla robotizzazione su giovani e lavoro. L'occasione per parlare di un tema attualissimo e sempre affascinante, il confronto tra l'uomo e la macchina, è offerta dall'uscita del numero 68 della rivista Aspenia “Essere umani con i robot”.
«La mia tesi - dice Rocca - è che nell'industria manifatturiera la rivoluzione robotica accompagnerà l'uomo, senza sostituirlo. La mano dell'uomo, guidata dal cervello umano, resteranno al centro del processo produttivo». Per l'industria italiana la robotica può essere un formidabile alleato per migliorare la qualità delle sue produzioni. La sfida è formare i giovani, facendo in modo che possano governare e non subire questa rivoluzione tecnologica.
Siamo pronti a tutto ciò? Secondo Maximo Ibarra no, non lo siamo. Oggi i nostri ecosistemi educativi e formativi non riescono a far emergere nelle scuole e nelle università quei profili di cui abbiamo fortemente bisogno... il ragazzo/a di cui avremo sempre più bisogno nella nostra società, nella nostra economia e nelle nostre aziende, la persona che dovrà giocoforza maturare nell'ambito del nostro nuovo e rigenerato sistema educativo, dovrà essere permeato da un'educazione olistica, aperta, che sappia collegare i fatti, le scienze e le fonti del sapere umano senza pregiudizi e che alimenti costantemente la curiosità. Nuovi modi di lavorare e di collaborare dovranno essere sostenuti alla stessa stregua della flessibilità e duttilità affinché ci si possa adeguare velocemente al cambiamento esponenziale che ci aspetta».
Frammento sulle macchine
Nella traduzione di Renato Solmi
Karl Marx
Finché lo strumento di lavoro rimane, nel senso proprio della parola, strumento di lavoro, così come, storicamente e immediatamente, è accolto e inserito dal capitale nel suo processo di valorizzazione, esso subisce solo una mutazione formale per il fatto che, ora, non appare più solo – dal suo lato materiale – come mezzo di lavoro, ma anche – e nello stesso tempo – come un modo particolare di esistenza del capitale determinato dal processo complessivo di quest’ultimo: come capitale fisso.
Ma, una volta accolto nel processo produttivo del capitale, il mezzo di lavoro percorre diverse metamorfosi, di cui l’ultima è la macchina o, piuttosto, un sistema automatico di macchine (sistema di macchine; quello automatico è solo la forma più perfetta e adeguata del macchinario, che sola lo trasforma in un sistema), messo in moto da un automa, forza motrice che muove se stessa; questo automa consistente di numerosi organi meccanici e
pc 12 settembre - Milano: Repressione preventiva contro gli studenti. Solidarietà con chi lotta
Mentre si avvicina l'apertura dell'anno scolastico, le "solerti" forze del dis/ordine denunciano gli studenti che nel dicembre del 2014 si mobilitarono contro la "Buona scuola", il Jobs act, il governo. Una ragione in più per rilanciare la mobilitazione ORA.
da milanoinmovimento
da milanoinmovimento
17 denunce per la
manifestazione del 12 Dicembre 2014
L’Agosto milanese, oltre a una serie di sgomberi di
spazi sociali, ha portato cattive notizie anche dal punto di vista giudiziario.
Sono infatti 17 le denunce emesse della magistratura milanese contro
studenti e attivisti che animarono il corteo del 12 Dicembre 2014.
Il governo italiano, al di là della retorica e della
propaganda, si è mosso in perfetta adesione alle politiche d’austerità dettate
dalla Troika. In pochissimi mesi la maggioranza a trazione PD è riuscita in
quello che anni di governi di destra non erano riusciti: innalzamento dell’età
pensionabile, attacco ai diritti del mondo del lavoro, attacco al mondo
dell’istruzione e della sanità pubblica con politiche di ulteriore privatizzazione.
Guarda caso… le stesse “riforme” chieste alla Grecia
per evitarne il default in questo mese di Luglio…
Ma torniamo al 12 Dicembre 2014…
Quel giorno un nutrito corteo studentesco si affiancò
alla piazza sindacale sfilando, oltre che contro la legge che attaccava
duramente i diritti dei lavoratori anche contro la “Buona Scuola”, la
famigerata riforma della Ministra Giannini (contestata nel Maggio 2015 da un
riuscitissimo sciopero della scuola).
La manifestazione si concluse davanti alla Regione
Lombardia, responsabile
di tagli ai fondi destinati al diritto allo studio e della complicità con il
sistema di speculazioni, tangenti e malaffare legati al grande evento di Expo
2015.
In piazza Duca d’Aosta
svariati studenti, travestiti da Babbo Natale, portarono dentro la Regione dei
pacchi regalo e delle grandi forbici di carta simboleggianti i tagli “regalati”
dal Consiglio Regionale proprio quel mese. Di fronte alla scomposta reazione delle
Forze dell’Ordine fatta di manganellate e fitto lancio di lacrimogeni il corteo
reagì in modo compatto e unitario non disperdendosi, ma proseguendo verso il
nuovo palazzo della Regione.
Quella giornata andava ad inserirsi nel particolare Autunno
milanese fatto di
cariche e lacrimogeni nei quartieri contro chi lotta per il diritto alla casa e
nelle piazze studentesche per chi lotta per il diritto al sapere.
Solidarietà a tutti i denunciati!
pc 12 settembre - Crotone: ancora impunità dalla giustizia borghese per i padroni assassini dell'amianto!
Amianto, a Crotone prescrizione cancella
processo Montedison: tutti assolti
Come per il caso Eternit, un altro
procedimento per disastro ambientale finisce nel nulla per l'estinzione del
reato. Imputati otto ex dirigenti del gruppo chimico. Il pm parla di lacune
nelle indagini. Il movimento "No Eni": I nostri morti non meritano
questo
di Lucio Musolino | 11 settembre 2015
Accompagnata dalle assoluzioni per i reati
di omicidio colposo, la prescrizione sta diventando una costante dei processi
per disastro ambientale. Come è stato per l’inchiesta
“Eternit”, conclusa l’anno scorso con la Cassazione che ha
annullato senza rinvio le condanne della Corte d’Appello di Torino, anche
il Tribunale di Crotone ieri ha assolto gli otto imputati del processo a carico
dei dirigenti dell’ex
venerdì 11 settembre 2015
pc 11 settembre - SULLA "MARCIA DEI PIEDI SCALZI"
Partita l'iniziativa da Venezia, oggi in varie
città italiane vi è stata la "Marcia delle donne e uomini scalzi" in solidarietà con i migranti.
Certamente ogni azione di sostegno ai migranti, che rivendichi "corridoi
umanitari, diritto di accoglienza dignitosa per tutti, chiusura dei
luoghi di detenzione dei migranti, sistema unico di asilo in Europa", è
utile come parte della battaglia secondo noi più generale per la libera
circolazione di tutti i migranti, senza differenze tra chi viene
scappando dalla guerra e violenze e chi dalla miseria, per il diritto di
cittadinanza. Come è utile per alimentare il clima di solidarietà e contrastare le forze razziste e fasciste.
Ma una cosa è l'attivismo, il "metterci la faccia" collettivamente di democratici, solidali, intellettuali, esponenti del mondo della cultura, singoli antirazzisti, antimperialisti; altra cosa è la "faccia ipocrita" e di "coscienza lavata" di associazioni, partiti, giornalisti conosciuti, sindaci, esponenti istituzionali, ecc. e soprattutto dei sindacati confederali.
chi stava in prima fila nella marcia di Palermo |
Molte delle forze politiche e sindacali che marciano sono le stesse che hanno appoggiato o non hanno detto e fatto nulla contro le missioni di guerra dell'Italia e dell'Europa, passate per “missioni umanitarie, di
pace”, causa della situazione di guerra, conflitti, da cui scappano i migranti; come hanno coperto i veri interessi economici dell'imperialismo, l'azione di affamamento, miseria dei popoli in questi paesi.
Questi partiti, sindacati, esponenti dei mass media si sono poi ben guardati, prima e ora, dall'appoggiare, dal dare voce, visibilità, ai migranti quando protestano, quando loro prendono la scena. Sono con i migranti, quando questi chiedono "aiuto", quando "rispettano le regole e vogliono integrarsi"; si dimenticano o peggio sono critici-critici quando i migranti rompono le "belle regole democratico-borghesi".
Una "Marcia" che da parte delle forze politiche, sindacali, esponenti istituzionali di fatto vuole accompagnare l'azione del governo e dello Stato italiano.
Una "Marcia" che da parte delle forze politiche, sindacali, esponenti istituzionali di fatto vuole accompagnare l'azione del governo e dello Stato italiano.
*****
Un esempio è Taranto, dove anche c'è stata una versione locale della Marcia dei piedi scalzi. Riportiamo dal blog tarantocontro:
Una questione non può non saltare immediatamente agli occhi.
Proprio in questi giorni a Taranto i migranti concreti, oltre un centinaio stanno lottando con sacrificio, coraggio, dignità per ottenere i documenti di identità e più in generale il loro diritto a rimanere in Italia.
Hanno manifestato davanti alla Prefettura, al Comune, hanno fatto presidi, cortei, hanno fatto anche una tenda in piazza Castello.
Ma questi migranti che non stanno solo ad elemosinare sostegno, ma a portare avanti in prima persona i loro diritti, sembrano e sono fantasmi per gran parte delle persone, degli organismi che oggi fanno la Marcia "per loro".
"Come - dicono i migranti - scendete in piazza, manifestate per noi... e quando noi ci siamo concretamente voi non ci siete, non sostenete la nostra lotta? Noi vorremmo più gente che invece di lottare PER noi, lottasse INSIEME a noi!
Nelle settimane, giorni scorsi, a parte il sostegno importante di alcune associazioni e di singoli, troppo pochi, antirazzisti, democratici, compagni di Taranto, tutti gli altri, organizzazioni, partiti, ecc. che oggi marciano, hanno lasciato e continuano a lasciare soli i migranti che lottano.
E' poi letteralmente imbarazzante, per non dire parole più pesanti, sapere che i sindacati, Cgil, Cisl, Fiom, partecipano alla marcia, quando loro soprattutto dovevano difendere concretamente i diritti dei migranti e non lo fanno; nè hanno fatto alcuna dichiarazione a fronte della negazione di questi diritti "Umani".
Ora non ci si può mettere a posto la coscienza, marciando per una volta per qualche metro di strada...".
pc 11 settembre - Askapena a processo: "L'internazionalismo è una necessità vitale"
In questa intervista avremo la possibilità di parlare con Aritz Gamboa, storico militante di Askapena nonché uno dei 5 imputati insieme a Walter Wendelin, Gabi Basañez, David Soto, Unai Vázquez, nel processo, avviato dall'Audiencia Nacional spagnola (tribunale speciale ereditato dal franchismo) contro l'organizzazione internazionalista basca. Un processo che colpisce l'iternazionalismo e mira ad illegalizzare e dissolvere Askapena, il collettivo Askapeña, protagonista delle feste popolari a Bilbao, Elkar Truke, un'organizzazione concentrata sulla gestione di un commercio solidale “meno ingiusto” e l'organismo solidale Herriak Aske.
In Euskal Herria, cosí come in tutta Europa e in America Latina, si è già messa in moto la macchina della solidarietá popolare ed internazionalista con dimostrazioni di supporto e numerosi “processi popolari”. Processi nei quali é arrivata unanimemente la condanna nei confronti dello stato spagnolo per il suo carattere imperialista e repressivo. Una risposta che anche qua in Italia, grazie ai comitati di solidarietá EHL, non si é fatta attendere tramite vari interventi pubblici e la realizzazione di un processo popolare tenutosi a Brescia il 26 agosto.
Approfondiremo
alcuni aspetti del processo e della situazione politica in Euskal
Herria con Aritz, qui in Italia per illustrare le strategie di difesa
internazionalista che Askapena vuole mettere in campo.
1. Ci
puoi spiegare brevemente quando nasce Askapena e il ruolo che ha
svolto, e ci auguriamo continuerà a svolgere, all'interno del percorso
di lotta per la liberazione di Euskal Herria?
Askapena
nasce verso la fine degli anni ’80 in un contesto mondiale
internazionale e nazionale caratterizzato da due aspetti fondamentali:
il primo il confronto in termini politici, ideologici e anche militari
tra il riferimento del capitalismo con “el imperio yanqui” (la
superpotenza statunitense) con la rappresentazione di quello che era il
blocco sovietico in contrapposizione al modello di imposizione
capitalista. Il secondo aspetto è rappresentato dall’evoluzione di un
evento storico importante in Centroamerica, ovvero la rivoluzione
sandinista in Nicaragua, che si consolida come riferimento politico di
tutta la sinistra a livello mondiale e che inizia a capitalizzare molti
aiuti internazionali, considerato il valore strategico connaturato in
questa lotta rivoluzionaria. Di riflesso in Euskal Herria si è assistito
al generarsi della necessità urgente di sostenere quel richiamo
inequivocabile che è stata la rivoluzione sandinista e, così, si sono
creati i comitati di solidarietà internazionale con il Nicaragua.
pc 11 settembre - In fumo l'accordo con la Metec: ancora una grande beffa per gli operai ex Fiat Termini Imerese da parte del governo e dei sindacati confederali
Le ultime nubi su una veloce ripresa dell’economia siciliana
si materializzano nel cielo di Termini Imerese. Sarebbe venuto meno, definitivamente,
l’impegno di Blutec, la newco partorita dal gruppo metalmeccanico Metec che fa
capo a Roberto Ginatta e che – in un accordo di dicembre con il governo e le
parti sociali – si era impegnata a rilevare l’ex stabilimento e a far ripartire
la produzione entro fine anno, utilizzando i 290 milioni messi a disposizione
da Stato e Regione. Sono fonti
qualificate del ministero dello Sviluppo economico a confermarlo. È stata annullata la riunione prevista al
Mise per il 14 settembre, nella quale si sarebbe dovuto fare il punto su
Termini. A quest’appuntamento aveva rinviato a inizio agosto il sottosegretario
alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti, parlando con una delegazione
sindacale che era andata a manifestare la propria preoccupazione al Nazareno,
nel corso della direzione del Pd sull’emergenza Sud. Già nelle settimane scorse
era trapelata la notizia che il governo stava cercando un partner per
affiancare e sostenere Metec-Blutec, alle prese con difficoltà finanziarie. L’azienda
non aveva versato 18 milioni di capitale, sui 24 deliberati, e non aveva dato
luogo a un’ulteriore ricapitalizzazione fino a 100 milioni che doveva avvenire
entro giugno. Ma non ci sarà, con ogni probabilità, un affiancamento, bensì la
sostituzione di Blutec con un’altra società.
Della vicenda si sta occupando il ministro Federica Guidi,
che sarebbe a buon punto nella ricerca dell’alternativa al gruppo Ginatta, in
una vicenda – quella di Termini – costellata da numerose manifestazioni di
interesse per lo stabilimento e da altrettante cospicue rinunce, ultime quelle
di Di Risio (Dr Motors) e Grifa. E a settembre scade la cassa integrazione per
700 ex dipendenti, concessa dal governo proprio sulla base dell’accordo con
Blutec… e in attesa sono ancora anche gli operai dell’indotto…
tratto da La Repubblica Palermo
pc 11 settembre - Solidarietà da Firenze a i compagni arrestati a Torino
Solidarietà ai compagni e le compagne arrestati a Torino, le lotte non si
arrestano
Fra giovedì e sabato, fra Torino e la ValSusa, magistratura e questura torinese hanno portato agli arresti 14 compagn* attivi nelle lotte sociali e politiche negli spazi autogestiti della città. Nella prima operazione, la repressione ha stretto le sue manette a 8 compagni accusati di aver resistito alle cariche della celere durante la presenza di Salvini in città, nel marzo scorso, quando la questura locale, dopo aver blindato il centro cittadino per permettere il comizio leghista, caricò violentemente il corteo antirazzista sin dalla partenza per poi tentare di disperderlo con l'uso sconsiderato di lacrimogeni. Francesca e Donato, sono da giovedì nel carcere torinese delle Vallette, mentre altri 6 compagni sono al momento agli arresti
Fra giovedì e sabato, fra Torino e la ValSusa, magistratura e questura torinese hanno portato agli arresti 14 compagn* attivi nelle lotte sociali e politiche negli spazi autogestiti della città. Nella prima operazione, la repressione ha stretto le sue manette a 8 compagni accusati di aver resistito alle cariche della celere durante la presenza di Salvini in città, nel marzo scorso, quando la questura locale, dopo aver blindato il centro cittadino per permettere il comizio leghista, caricò violentemente il corteo antirazzista sin dalla partenza per poi tentare di disperderlo con l'uso sconsiderato di lacrimogeni. Francesca e Donato, sono da giovedì nel carcere torinese delle Vallette, mentre altri 6 compagni sono al momento agli arresti
pc 11 settembre - Palermo: Manifestazione di solidarietà con gli immigrati e contro l'imperialismo
Solidarizziamo attivamente con i migranti
Organizziamo la lotta contro il razzismo e l’imperialismo
vera causa di questa
immane tragedia
Trasformiamo
l’“emergenza” migranti in lotta con i
lavoratori in prima fila
per l’accoglienza, la libertà di circolazione, il diritto
d'asilo, diritto di cittadinanza
per la chiusura dei “centri
di detenzione” cara, cie…
Palermo martedì 15
settembre ore 16,30
Presidio di solidarietà
Porto di Palermo
Entrata principale
pc 11 settembre - Bene ha fatto il sindaco di Castano Primo a revocare la struttura a CasaPound. Ma se il Prefetto e organi di polizia permetteranno qualsiasi manifestazione pubblica...
....sono da rimuovere e denunciare per attentato alla Costituzione nata dalla Resistenza
Raduno Casapound: dopo Milano,
no da Castano Primo: "Ingannati". E un gruppo di militanti minaccia
il sindaco
I 'fascisti
del terzo millennio' spostano la festa nazionale dopo le polemiche, ma arriva
la revoca dell'autorizzazione dal comune della provincia:
"Raggirati". Il leader attacca l'amministrazione Pisapia:
"Talebani"
di PAOLO
BERIZZI
10 settembre
2015
CasaPound, la sfida dei
militanti: «L’evento nazionale si farà»
Vertice sulla sicurezza in
prefettura. Bussolati: giusto respingere chi ha valori contrari alla
Costituzione
di Elisabetta Andreis e Francesco Sanfilippo
Neanche il tempo di annunciarla, e subito è sfumata. O
forse no. È giallo sulla festa nazionale di CasaPound che stasera dovrebbe
aprire in una struttura del Comune di Castano Primo, a 50 chilometri da Milano.
Il condizionale è d’obbligo perché giovedì pomeriggio l’associazione di estrema
destra si è vista revocare l’autorizzazione dal sindaco Giuseppe Pignatiello.
In teoria restava quindi col cerino in mano, senza un luogo dove accogliere gli «oltre 3 mila
In teoria restava quindi col cerino in mano, senza un luogo dove accogliere gli «oltre 3 mila
pc 11 settembre - La "buona scuola" è al servizio dei padroni. Decidono didattica; utilizzano gli studenti a costo zero...
....Occorre che gli studenti prendano la testa delle mobilitazioni contro il duo Renzi/Giannini, per cacciare questo governo
Scuola, a Bologna il tempo
pieno lo finanzia Unindustria. Proteste docenti e famiglie: “Privati decidono
didattica”
L'unione degli industriali di Bologna lancia il
progetto da 500mila di euro. Coprirà tredici ore a settimana in cinque classi
della provincia durante le quali saranno attivati: lezioni di inglese,
laboratori tecnici, supporto allo studio ed educazione alla cittadinanza. Tante
le polemiche: "Piano mai sottoposto agli insegnanti"
Per gli insegnanti è un esempio di come sarà la scuola
secondo i comandamenti della riforma Renzi–Giannini: “I privati ci mettono i
soldi, e gli istituti perdono la facoltà di decidere della formazione degli
studenti”. Il progetto in questione, che già a maggio, quand’era stato
presentato, aveva sollevato più di una perplessità tra professori e genitori, è
quello di Unindustria: in cinque classi prime di quattro Comuni della
provincia di Bologna,
pc 11 Settembre - TUNISIA "LEGGE DI RICONCILIAZIONE ECONOMICA": MANIFESTAZIONI IN DIVERSE CITTA' DEL PAESE DURANTE LA SETTIMANA NONOSTANTE I DIVIETI. DOMANI PREVISTA GRANDE MANIFESTAZIONE A TUNISI ANCH' ESSA VIETATA DAL MINISTERO DELL'INTERNO
TUNISI, Martedì 8 Settembre: Nonostante i divieti fascisti a manifestare imposti dallo "stato di emergenza", i giovani tunisini e i lavoratori sono scesi in piazza a Tunisi come in altre città per contestare l'infame "legge di riconciliazione economica" a favore di affaristi e mafiosi legati all'ex regime di Ben Ali. Il governo sperava di approvare la legge in assenza di contestazioni di piazza, invece il popolo si sta riprendendo le strade, come in questo video in cui i manifestanti si sono riuniti nella principale Avenue Bourguiba conquistando infine la scalinata del Teatro Municipale dove solitamente si svolgono sit-in e manifestazioni, inutilmente presidiata da poliziotti costretti poi ad andarsene
Traduzione dal sito SecoursRouge.org, articolo pubblicato Martedì 8 Settembre:Tunisia, Manifestazione brutalmente repressa a Sfax.
Sotto lo slogan "Manech Msamheen" (noi non perdoniamo), una manifestazione è stata organizzata dai giovani di Sfax e molti componenti della società civile davanti la sede della Banca Centrale a Sfax per protestare contro la legge sulla "riconciliazione economica". Questa legge prevede l'amnistia per gli uomini d'affari fraudolenti che verseranno un'indennità allo stato. Le forze dell'ordine sono intervenute brutalmente per disperdee un sit-in non autorizzato. Alcuni dei 16 feriti sono stati trasferiti in ospedale per delle cure. Molti giovani sono stati feriti e arrestati e in seguito rilasciati poco dopo. Alcuni responsabili politici e associazioni hanno denunciato il trattamento securitario repressivo contro questa manifestazione con il pretesto che il paese è in stato d'emergenza.
pc 11 settembre - Bergamo - Mai con Salvini: mobilitazione dei lavoratori contro razzismo e sfruttamento
in marcia contro razzismo e sfruttamento nel ventre della bestia leghista…...
Continua la mobilitazione per contrastare sul campo il razzismo e le iniziative della Lega, che proprio nei giorni scorsi ha fatto un presidio di 2 giorni alla Prefettura contro l'arrivo dei profughi a Bergamo (un falso problema agitato demagogicamente visto che sono circa 1000 le persone da ospitare nella provincia con 242 comuni), per attaccare il governo ma da destra.
Siamo partiti simbolicamente da Bolgare il comune leghista che per primo ha fatto partire la lotta dei lavoratori immigrati con il comitato 500euro, contro l'innalzamento razzista dell'idoneità alloggiativa a 500 euro, dove c'è un sindaco che per seguire stupidamente la linea di Salvini che usa strumentalmente che il governo non si interessa dei 4 milioni di disoccupati, ha fatto di recente una cena per i disoccupati del paese dove hanno partecipato 20 lavoratori, mentre se ne frega degli oltre 200 posti di lavoro persi alla natura.com di Bolgare forse perché stranieri…..
Per rimettere al centro l'intreccio tra razzismo e lavoro, infatti anche attraverso la campagna reazionaria antiprofughi e la "soluzione" europea di dividersi quote etniche di migranti è funzionale all'attacco che si vuol fare ai lavoratori che da anni in italia sono stati usurati dal lavoro che se ne devono andare, per essere ricambiati con altri immigrati, nuove braccia da sfruttare nei campi e nelle fabbriche del Nord……..
Nell'assemblea che ha visto la partecipazione di delegazioni operaie delle fabbriche e della logistica, dove sono in atto vertenze contro i licenziamenti ( e contro le condizioni di lavoro bestiali (in cui esiste una componente di razzismo sui posti di lavoro, dove gli immigrati hanno le condizioni peggiori), si è deciso di dare il via ad una marcia per il lavoro contro il razzismo che toccherà vari comuni della provincia (Telgate, Calcinate, Seriate, Villongo…..), dove sono in azione le ordinanze razzista dei sindaci della Lega (proprio di recente la mobilitazione unita al ricorso in tribunale ha vinto la battaglia contro l'innalzamento discriminatorio del costo del documento di idoneità alloggiativa portato a diverse centinaia di euro) e dove esistono i centri dello sfruttamento schiavistico dei lavoratori nei magazzini della logistica, con l'obbiettivo di unire i lavoratori da un punto di vista di classe contro il razzismo del governo Renzi e della Lega e di solidarietà internazionalista verso i migranti che arrivano nel nostro paese, frutto dello stesso sfruttamento capitalistico, fatto di furto delle materie prime e guerre per spartirsi nuovi mercati per il profitto degli stessi padroni italiani (vedi ad esempio la scoperta in Egitto di giacimenti di gas fatta dall'ENI.)
L'obbiettivo è quello di costruire le condizioni per arrivare ad una manifestazione a Bergamo: per il lavoro, contro il razzismo, contro il governo Renzi e ogni governo dei padroni, contro i fascio-razzisti della Lega e le istituzioni e media che alimentano un clima di guerra tra poveri, mentre stanno passando politiche e provvedimenti contro i lavoratori.
Continua la mobilitazione per contrastare sul campo il razzismo e le iniziative della Lega, che proprio nei giorni scorsi ha fatto un presidio di 2 giorni alla Prefettura contro l'arrivo dei profughi a Bergamo (un falso problema agitato demagogicamente visto che sono circa 1000 le persone da ospitare nella provincia con 242 comuni), per attaccare il governo ma da destra.
Siamo partiti simbolicamente da Bolgare il comune leghista che per primo ha fatto partire la lotta dei lavoratori immigrati con il comitato 500euro, contro l'innalzamento razzista dell'idoneità alloggiativa a 500 euro, dove c'è un sindaco che per seguire stupidamente la linea di Salvini che usa strumentalmente che il governo non si interessa dei 4 milioni di disoccupati, ha fatto di recente una cena per i disoccupati del paese dove hanno partecipato 20 lavoratori, mentre se ne frega degli oltre 200 posti di lavoro persi alla natura.com di Bolgare forse perché stranieri…..
Per rimettere al centro l'intreccio tra razzismo e lavoro, infatti anche attraverso la campagna reazionaria antiprofughi e la "soluzione" europea di dividersi quote etniche di migranti è funzionale all'attacco che si vuol fare ai lavoratori che da anni in italia sono stati usurati dal lavoro che se ne devono andare, per essere ricambiati con altri immigrati, nuove braccia da sfruttare nei campi e nelle fabbriche del Nord……..
Nell'assemblea che ha visto la partecipazione di delegazioni operaie delle fabbriche e della logistica, dove sono in atto vertenze contro i licenziamenti ( e contro le condizioni di lavoro bestiali (in cui esiste una componente di razzismo sui posti di lavoro, dove gli immigrati hanno le condizioni peggiori), si è deciso di dare il via ad una marcia per il lavoro contro il razzismo che toccherà vari comuni della provincia (Telgate, Calcinate, Seriate, Villongo…..), dove sono in azione le ordinanze razzista dei sindaci della Lega (proprio di recente la mobilitazione unita al ricorso in tribunale ha vinto la battaglia contro l'innalzamento discriminatorio del costo del documento di idoneità alloggiativa portato a diverse centinaia di euro) e dove esistono i centri dello sfruttamento schiavistico dei lavoratori nei magazzini della logistica, con l'obbiettivo di unire i lavoratori da un punto di vista di classe contro il razzismo del governo Renzi e della Lega e di solidarietà internazionalista verso i migranti che arrivano nel nostro paese, frutto dello stesso sfruttamento capitalistico, fatto di furto delle materie prime e guerre per spartirsi nuovi mercati per il profitto degli stessi padroni italiani (vedi ad esempio la scoperta in Egitto di giacimenti di gas fatta dall'ENI.)
L'obbiettivo è quello di costruire le condizioni per arrivare ad una manifestazione a Bergamo: per il lavoro, contro il razzismo, contro il governo Renzi e ogni governo dei padroni, contro i fascio-razzisti della Lega e le istituzioni e media che alimentano un clima di guerra tra poveri, mentre stanno passando politiche e provvedimenti contro i lavoratori.
pc 11 settembre - Parte da Taranto la campagna per l'iniziativa nazionale del 20 ottobre
11 settembre ore 16 assemblea biblioteca comunale p.le Bestat di operai ilva- lavoratori cimiteriali -
cittadini Tamburi/Paolo VI, aperta a tutti gli interessati
parte la campagna per l’inizio del processo ilva 20 ottobre
Faremo il punto sulle prospettive del processo, sulle documentazioni necessarie per rafforzare le
costituzioni delle parti civili;
raccoglieremo le nuove costituzioni di operai, lavoratori e cittadini che
si possono aggiungere all’udienza del 20 ottobre.
Ma sarà l’occasione anche per fare il punto sulla situazione all’Ilva e nelle ditte dell’appalto, per costruire la piattaforma di lotta e per riorganizzare i lavoratori e i cittadini
Ma sarà l’occasione anche per fare il punto sulla situazione all’Ilva e nelle ditte dell’appalto, per costruire la piattaforma di lotta e per riorganizzare i lavoratori e i cittadini
Faremo il punto sulla lotta per il lavoro e le bonifiche dei quartieri
inquinati
Infine presenteremo l’appello per la partecipazione nazionale da altre città al processo del 20 ottobre con le conseguenti iniziative previste.
Infine presenteremo l’appello per la partecipazione nazionale da altre città al processo del 20 ottobre con le conseguenti iniziative previste.
Slai cobas per il sindacato di classe Taranto
info 347-5301704
via rintone 22 taranto
giovedì 10 settembre 2015
pc 10 settembre - Contrastare i raduni nazifascisti e razzisti a Cantu' e Milano!
All'ombra del governo Renzi. vengono concesse con estrema facilità sedi per manifestazioni di neonaziste, fasciste e razziste, particolarmente attivi nel manifestare contro i migranti ospitati nelle varie città e strutture, per fomentare e diffondere a piene mani sempre più odio razziale . Non si contano più le aggressioni contro gay, contro giovani antifascisti, immigrati
I mass-media amplificano la loro reale consistenza, danno
loro spazio e visibilità mediatica- dall’altro vengono “scortati” dalle forze
dell’ordine, quando contrastati dagli antifascisti e, comunque, si permette
loro agibilità e visibilità.
Positivo è che l'Anpi stessa riconosca la necessità di
manifestare e chiedan esplicitamente ai sindaci di non permettere questi
sfregi.
A Cantù per la terza volta il sindaco concede che Forza
Nuova possa tenere un meeting internazionale invece che rispettare/far
rispettare il dettato costituzionale che impedisce l’apologia di fascismo, mentre
ad essere denunciati e repressi sono gli antifascisti, mentre a Milano è
prevista una nuova festa nazionale di Casa pound .
Serve contro questi eventi una mobilitazione antifascista
sempre più larga insieme alla solidarietà e sostegno con gli immigrati,. Questa
mobilitazione è dentro la lotta mai con Salvini, mai con Renzi e deve vedere la partecipazione di tutti i
settori già in lotta contro la politica moderno fascista di Renzi, operai,
lavoratori della scuola, movimenti sul territorio, NoTAV ecc.”.
Antifascismo militante contro i raduni di Cantù e Milano
LOTTARE CONTRO IL MODERNO FASCISMO di Stato, di Governo e di
piazza
Solidarietà
e sostegno ai migranti per LIBERA CIRCOLAZIONE E ACCOGLIENZA
diritto
di asilo e diritto di cittadinanza
proletari
comunisti, Milano – PCm Italia