Non solo si ammalano a causa dei pesticidi e spesso ne muoiono, ma per i padroni diventano presto vecchi da licenziare e poi non possono nemmeno ottenere la pensione! riportiamo questa denuncia del sindacato tunisino, ma purtroppo non è certo rivolgendosi alla Cgil che è possibile portare avanti una lotta conseguente che impedisca questi assassini di padroni senza scrupoli.
Tunisi: "Quindici
connazionali morti giovanissimi nelle serre di Ragusa"
La denuncia di Mustapha
Laouini, responsabile del patronato Inca di Tunisi, i casi registrati in tre
anni a causa del contatto con pesticidi
01 ottobre 2015
Tunisi: "Quindici
connazionali morti giovanissimi nelle serre di Ragusa". "Abbiamo
registrato 15 casi, negli ultimi tre anni, di lavoratori tunisini morti nelle
serre in provincia di Ragusa, dove stavano per più di otto ore al giorno a
contatto con i pesticidi chimici. Le loro vedove si sono rivolte ai nostri
sportelli del patronato Inca in Tunisia per riscuotere la reversibilità. Erano
tutti lavoratori giovani, tra i 26 e i 40 anni. E' un fenomeno in aumento.
Tantissimi braccianti agricoli tunisini si rivolgono ai nostri sportelli per
aver riconosciuto malattie professionali contratte durante il lavoro. E c'è un
altro dato di cui si lamentano: passati i 45 anni, faticano a trovare
occupazione. Appena il datore di lavoro scorge i primi capelli bianchi, non li
vuole più. Così stanno conoscendo molto presto la disoccupazione". Lo ha
denunciato, nella sede della Cgil di Palermo, il responsabile del Patronato
Inca di Tunisi Mustapha Laouini, a Palermo per una serie di incontri con associazioni
e istituti previdenziali. Anche Laouini ha presenziato alla firma dell'accordo
di partnership tra la Camera del lavoro di Palermo e la Camera del Lavoro di
Mahdia (Tunisia), alla presenza del segretario della Cgil Enzo Campo, del
responsabile Ugtt di Mahdia Abdallah Elechi e del console tunisino a Palermo,
Farhat Ben Soussi. L'accordo prevede l'assistenza reciproca a Palermo e Tunisi
per i lavoratori dei due Paesi. A accompagnare la delegazione tunisina il
coordinatore regionale dell'Inca Cgil Vito Ciulla, il coordinatore provinciale
Inca Cgil Giuseppe Guarcello e la responsabile dei migranti della Cgil di
Palermo Bijou Nzirirane.
Un altro dato che l'Inca
riporta è quello delle pensioni negate. "Ai lavoratori tunisini imbarcati
nei pescherecci di Mazara del Vallo, gli armatori non versano i contributi
previdenziali. Un numero significativo se ne accorge tornando a casa, in
Tunisia, e rivolgendosi all'Inps per riscuotere la pensione -
spiega il coordinatore provinciale Inca Giuseppe Guarcello - Solo lì scoprono di avere i contributi
versati solo in parte: invece delle 52 settimane annuali, risultano dichiarati
contributi per periodi di tempo limitati. E oggi questo non ha consentito a
centinaia di loro di raggiungere la pensione. E' un fenomeno vastissimo: su 150
lavoratori che di recente si è rivolto all'Inca a Tunisi, il 98 per cento è in
queste condizioni. Quando tornano in Tunisia non c'è più nulla da fare. Per
questo li stiamo invitando a rivolgersi al sindacato per chiedere tutele.
Questo è anche il senso dell'accordo di collaborazione reciproca siglato tra le
due Camere del Lavoro".
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2015/10/01/news/tunisi_quindici_connazonali_morti_giovanissimi_nelle_serre_di_ragusa_-124069466/
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