Alcuni estratti da articoli della stampa spiegano da dove viene e gli ampi intrecci con la politica: da Tognoli, a Formigoni, a Maroni, a Renzi... a dimostrazione che governo e istituzioni sono un vero e proprio comitato di affari dei padroni, che hanno le mani in pasta in tutti i settori: fabbriche, infrastrutture, petrolio, sanità, finanza, Expo… l’ottavo uomo più ricco d’Italia e il 195esimo al mondo grazie a un patrimonio stimato in 6,1 miliardi di dollari.
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Confindustria
lombarda spalanca le porte al re degli appalti Gianfelice Rocca Anche
il governatore Maroni applaude alla designazione del patron di
Techint e Tenaris alla guida di Assolombarda e predice una "fruttuosa
collaborazione" di
C.
Iotti e G. Scacciavillani | 10 maggio 2013 da il fatto quotidiano
“Con
Rocca
proseguirà la fruttuosa collaborazione che fin qui c’è stata tra
l’ente Regione e Assolombarda in vista anche dei prossimi
appuntamenti di straordinaria importanza che coinvolgeranno il nostro
territorio: primo fra tutti l’Expo 2015″. Mercoledì il
governatore della Lombardia, Roberto
Maroni,
ha salutato così la designazione del patron della Techint,
Gianfelice
Rocca,
alla guida della maggiore associazione territoriale della
Confindustria,
Assolombarda.
“La
storia imprenditoriale e l’esperienza di Gianfelice Rocca sono una
garanzia concreta che il ruolo di Assolombarda
potrà dare forza e strategia di sistema alle imprese lombarde in un
momento economicamente difficile ma anche ricco di opportunità di
sviluppo”, ha fatto eco a Maroni il presidente di Milano-Serravalle
e ad di Pedemontana,
Marzio Agnoloni.
“Il sistema delle
infrastrutture
è una delle priorità per rendere più competitivo il nostro
territorio e per dare alle imprese
maggiori opportunità di crescita – ha proseguito Agnoloni – e siamo soddisfatti di aver indicato Gianfelice Rocca a rappresentare le istanze e le strategie degli associati. Al neo presidente i miei più sinceri auguri e la proposta di organizzare a breve un momento di confronto sulle infrastrutture utile a fare sistema”.
maggiori opportunità di crescita – ha proseguito Agnoloni – e siamo soddisfatti di aver indicato Gianfelice Rocca a rappresentare le istanze e le strategie degli associati. Al neo presidente i miei più sinceri auguri e la proposta di organizzare a breve un momento di confronto sulle infrastrutture utile a fare sistema”.
L’incarico
è prestigioso e sicuramente piace anche all’amico Alberto
Bombassei,
il patron della Brembo già rivale di Squinzi nella partita per la
guida della Confindustria e oggi parlamentare sotto le insegne
di
Mario Monti.
Per non parlare del fatto che ha senza dubbio un potenziale
interessante anche per gli affari
di famiglia.
Che a livello nazionale negli anni scorsi hanno dovuto già fare i
conti con lo stop al nucleare che stava al centro del piano
industriale della loro Techint. Mentre a livello locale devono
concentrarsi soprattutto sugli equilibri della Lombardia, terra dove
la famiglia Rocca è protagonista non solo per le ex acciaierie
Dalmine oggi Tenaris,
ma anche e soprattutto per le infrastrutture targate
Techint
con appalti che nel solo settore pubblico negli ultimi anni hanno
spaziato dalla nuova sede della Regione
al Policlinico
di Milano
e all’ospedale di Legnano.
Senza
contare la sanità in senso stretto, dove l’Humanitas
dei Rocca alle porte di Milano, che nel 2011 ha effettuato oltre il
90% dei ricoveri a pazienti convenzionati con il Servizio Sanitario
Nazionale, è ormai il capofila di uno dei principali poli privati di
un settore in fermento e molto caro all’ex governatore Roberto
Formigoni.
Un’ottima ragione per prestare particolare attenzione alle
evoluzioni politiche di una Regione
che dopo l’ultima tornata elettorale ha visto crescere la Lega
che sembra intenzionata a passare al lentino tutte le scelte del
passato nel settore.
I
rischi per chi fa affari, insomma, sono sempre in agguato. Come
dimostra lo strappo, a ridosso delle regionali del 2010, poi
ricucito, sull’appalto da almeno 270 milioni per il nuovo
Policlinico di Milano che Techint si era aggiudicata nel 2007. Quando
cioè il presidente della fondazione che controlla l’ospedale
milanese era
Carlo Tognoli,
l’ex sindaco di Milano del Partito Socialista travolto da
Tangentopoli. Lo stesso scandalo che aveva visto l’attuale numero
uno dell’Eni, Paolo
Scaroni,
patteggiare 1 anno e 4 mesi per mazzette versate proprio al Psi
quando era vicepresidente della stessa Techint. Gruppo che sembra
tuttora affezionato al manager, visto il suo ruolo di consigliere di
Humanitas e i progetti in comune in Polonia, dove la controllata di
Eni Saipem e i Rocca nel 2010 si sono aggiudicati una commessa da
oltre 700 milioni per realizzare un rigassificatore.
Del
resto i Rocca sono per tradizione di famiglia abili diplomatici
capaci di volgere a proprio favore le situazioni avverse nella più
totale discrezione. Come accaduto anni fa in Venezuela dove un
tentativo di esproprio da parte di
Hugo Chavez
si trasformò in un affare. Forse anche per l’intervento del
presidente argentino Kirchner,
sceso in campo a favore di una delle più potenti industrie del suo
Paese nonostante il forte debito con i venezuelani. Ma non è un
mistero che le scelte economiche di Buenos Aires negli anni abbiano
avuto ricadute positive sulle attività della famiglia italiana,
prosperata in Argentina negli anni della dittatura dei generali, non
è un mistero. Come non sono un mistero né una novità gli incontri
periodici tra l’inquilina della casa Rosada e Paolo Rocca, che ha
raccolto il testimone delle attività di nonno Agostino in sud
America. Un rapporto, quello con la Kirchner che si è decisamente
raffreddato solo quando la presidentessa ha avanzato pretese di
controllo del sul cda di una delle società del gruppo.
Diplomazie
sempre al lavoro, quindi, al di là e al di qua dell’oceano dove
gli intrecci sono tanti. A cominciare dalle amicizie importanti come
quella con l’ex numero uno di Assolombarda, Diana
Bracco,
tra le prime fila dei chimici come Squinzi, ma allo stesso
consigliere di amministrazione di Humanitas. O ancora quella con
Fedele
Confalonieri
che ha spesso definito Rocca “un uomo di valore”. Un valore che è
sparso per il mondo: è infatti difficile tracciare con esattezza i
confini dell’impero dei Rocca, eredi di una multinazionale che ha
fatto della discrezione e dei paradisi fiscali due punti di
riferimento. Visti i tempi che corrono, un curriculum non male per il
futuro presidente di Assolombarda.
ROCCA
E I SUOI FARDELLI: TUTTI I GUAI DEL NUMERO UNO DI ASSOLOMBARDA ROCCA.
CHE VUOLE SALIRE IN CONFINDUSTRIA...
Luca Piana e Gloria Riva per ‘L'Espresso' 11 APR 2014
Concertazione o non concertazione? A Milano, negli uffici della multinazionale Techint, il dibattito scatenato dal premier Matteo Renzi sulla necessità di dire addio alle trattative governo-sindacati-Confindustria sulle scelte economiche, è stato vissuto come una questione caldissima. In dicembre, infatti, il numero uno della Techint, Gianfelice Rocca, aveva presentato un piano lacrime e sangue per rimettere in sesto l'azienda, specializzata nella progettazione e costruzione di impianti industriali e infrastrutture civili.
Luca Piana e Gloria Riva per ‘L'Espresso' 11 APR 2014
Concertazione o non concertazione? A Milano, negli uffici della multinazionale Techint, il dibattito scatenato dal premier Matteo Renzi sulla necessità di dire addio alle trattative governo-sindacati-Confindustria sulle scelte economiche, è stato vissuto come una questione caldissima. In dicembre, infatti, il numero uno della Techint, Gianfelice Rocca, aveva presentato un piano lacrime e sangue per rimettere in sesto l'azienda, specializzata nella progettazione e costruzione di impianti industriali e infrastrutture civili.
Erano
previste misure choc, con 124 esuberi su 432 dipendenti nella sede di
via Monte Rosa, dove c'è il quartier generale di un gruppo che opera
in tutto il mondo. Niente concertazione, dunque: una posizione
coerente con quella espressa di recente da Rocca - che è anche
presidente dell'Assolombarda, la Confindustria milanese - dopo
l'uscita di Renzi: «I titoli di testa del governo sono giusti. In
questo momento dobbiamo sostenere chi cerca di cambiare il Paese»,
ha detto l'imprenditore, da molti ritenuto il possibile successore di
Giorgio Squinzi alla guida della Confindustria.
…..gruppo solido come quello
dei Rocca. Fondata nel 1946 in Argentina dal nonno Agostino, uno dei
manager che aveva guidato lo sviluppo della siderurgia pubblica in
epoca fascista, la Techint si è via via ingrandita, allargandosi
prima in America Latina, poi in Europa, negli Stati Uniti, in Medio
Oriente e in Asia. I dipendenti nel mondo sono circa 60 mila, a
fronte di un giro d'affari che in base al bilancio consolidato della
holding San Faustin - da poco trasferita dalle Antille olandesi al
Lussemburgo - è quantificabile nell'esercizio annuale al 30 giugno
2013 in 25,8 miliardi di dollari.
…...Gianfelice
conserva diverse cariche di grande importanza all'interno della
catena di controllo del gruppo. A cominciare dalla presidenza della
holding di settore, la Techint Industrial Corporation, nonchè della
San Faustin, la capogruppo che, come rivelato dal "Corriere
della Sera", conta fra i propri azionisti diverse ricche
famiglie della borghesia italiana, la cui partecipazione è celata
dal più stretto riserbo...........in un anno dove i rovesci non sono
mancati, ha potuto comunque distribuire ai suoi azionisti un
dividendo di 234 milioni di dollari.
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