G8, “Negato il diritto alla propria difesa”: Colucci a processo riparte dall’appello
Francesco Colucci (a destra) e Spartaco Mortola (veramente a destra c'è il lungocrinito Mortola, n.d.r.)
La Cassazione deposita la motivazione con cui è stato annullato il processo E ora l’avvocato cita in giudizio lo Stato
I giudici della corte d’appello di Genova avrebbero violato i principi del giusto processo previsti dall’articolo 111 della Costituzione. In pratica avrebbero negato all’accusato il diritto alla difesa: per questo la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di condanna a due anni e otto mesi, per falsa testimonianza, nei confronti di Francesco Colucci, questore di Genova nei giorni del G8 .
In particolare sarebbe stato violato il principio del contraddittorio perché i giudici di secondo grado, dopo la discussione finale del processo, con due ordinanze hanno acquisito nuove prove, ritenute rilevanti ai fini della decisione. Tale circostanza era stata sollevata dall’avvocato Maurizio Mascia, il legale di Colucci, che aveva sottolineato come fosse stato impedito appunto alla difesa di esercitare il diritto alla controprova e alla discussione sulle nuove prove acquisite.
Il reato contestato all’ex dirigente di polizia è prescritto, anche se dovrà ora celebrarsi un nuovo processo d’appello. Anche per questo il legale dell’ex questore ha già fatto sapere che chiederà la condanna dello Stato italiano davanti alla corte europea dei diritti dell’uomo per l’ingiusta durata del processo.
Secondo l’accusa, Colucci avrebbe reso falsa testimonianza sulle modalità di irruzione alla scuola della polizia nella scuola Diaz durante il G8 del 2001 per alleggerire la posizione del dirigente della Digos genovese Spartaco Mortola e dell’ex capo della polizia Gianni De Gennaro, finito anch’egli sotto processo per istigazione alla falsa testimonianza, ma poi assolto in via definitiva “perché il fatto non sussiste”.
In particolare, secondo la procura l’ex questore aveva ritrattato la dichiarazione resa durante le indagini preliminari in cui sosteneva che Roberto Sgalla, nel 2001 responsabile delle relazioni con la stampa, fosse stato inviato alla Diaz da De Gennaro. Su questo punto, Colucci era stata assolto nella sentenza di primo grado, mentre la Corte d’appello aveva esteso la condanna anche a questa accusa. Inoltre Colucci aveva indicato come responsabile nell’operazione alla Diaz Lorenzo Murgolo, a cui, in realtà erano stati affidati soltanto ruoli di secondo piano.
Nessun commento:
Posta un commento