- La seconda è la
sconfitta dei candidati del Pd nelle città più importanti (Venezia,
Arezzo, Nuoro, Matera). Hanno perso sia i renziani snza se e senza ma
sia i rari esponenti della "sinistra Pd", come l'ex magistrato Felice
Casson nella sua Venezia. Segno che da quella parte l'elettorato -
quella parte minoritaria che ancora va ai seggi - non si aspetta
più nulla di positivo.
A Venezia Luigi Brugnaro, sostenuto dal centrodestra, ha battuto il
senatore ed ex magistrato Felice Casson col 53,21% dei voti. Ma ci ha
tenuto a far capire che lui non vuol essere un problma per nessuno: "Da
ora si lavora per la città; io sono per dare una mano a Zaia come a
Renzi" Anche a Rovigo il Pd è stato letteralmente travolto, lasciando
campo libero al leghista Massimo Bergamin, che si è imposto con circa il
60% delle preferenze.
Ancora peggio è andata a Nuoro, dove il canddato renziano si è
fermato a 31%, meno della metà dei voti andati allo sfidante Andrea
Soddu (68,4%), appoggiato da quattro liste civiche con il Partito sardo
d'azione. Idem a Matera, dove l'uscente Salvatore Adduce è stato battuto
da Raffaello De Ruggieri (54,5%), sostenuto da liste civiche del
centrosinistra e del centrodestra.
Più combattuta ad Arezzo, dove Matteo Bracciali (Pd, renziano di
ferro) ha perso per un soffio contro Alessandro Ghinelli (50,8%). Anche
le Marche sembrano aver voltato le spalle al guitto di Pontassieve, con Fermo che dàl'ex assessore del centrodestra, Paolo Calcinaro, il 69,9%.
Le poche vittorie del Pd sono avvenute in città minori, come Trani,
Macerata. E in Lombardia, dove il Pd mantiene Mantova e Lecco.
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