Elezioni
regionali – BOICOTTARE IL VOTO!
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Non è
molto difficile quest'anno alle elezioni regionali invitare proletari
e masse popolari al boicottaggio elettorale, attraverso le diverse
forme con cui esso si esprime (astensionismo, voto nullo, scheda
bianca), dato il carattere di queste elezioni e dati i candidati che
in esse ci sono.
Tutti
coloro che vanno a votare o che seguono le elezioni non dovrebbero
avere nulla da dire se affermiamo che sul piano strettamente politico
amministrativo relativo alle Regioni in cui si vota, queste elezioni
sono sostanzialmente insignificanti.
Tutti
i candidati effettivi alle future presidenze sono o gli stessi delle
precedenti o sicuramente peggiori delle precedenti, quindi non
possono che garantire o lo status quo o amministrazioni sicuramente
più corrotte, più equivoche, più incapaci di amministrare negli
interessi delle popolazioni.
In
Liguria una grottesco servetto di Berlusconi, Toti, rappresenta Forza
Italia e Lega messi insieme; un candidato che non conosce neanche la
geografia della Regione in cui si presenta e che già per questo ha
creato ironie per le sue gaffes.
Il Pd
di Renzi presenta una signora eletta alle primarie anche con l'aiuto
dei fascisti tanto che ha generato, caduto l'altro candidato
Cofferati, un candidato alternativo, Pastorino, un egregio signore
della sinistra tradizionale che naturalmente è parte solo teatrino
della finta democrazia.
I
grillini nella città di Grillo non hanno mai dato grande prova di sé
in nessun campo.
Insomma
un panorama desolante.
Nelle
Marche l'assurdo è che il candidato più accreditato è un certo
Spacca, che prima era il Presidente per il PD e ora si presenta alla
Regione come Presidente per la coalizione avversa.
Che
dire in Puglia, dove al “virtuoso” in poetica decadenza, Vendola,
si appresta probabilmente a succedere un demagogo trasformista, ex
magistrato, Emiliano, che elogia tutti, da Salvini ai 'Comunisti
italiani', per insediarsi al potere per conto del Pd di Renzi.
Ad
esso si oppongono due politicanti di lungo corso del territorio
pugliese, Fitto e Poli Bortone espressione del disfacimento del
blocco berlusconiano.
In
Campania, al continuismo del camorrismo dal “volto umano”,
Caldoro, si oppone il trasformismo dal volto disumano del candidato
De Luca, che è riuscito a tirar dentro la sua coalizione più
fascisti e collusi della camorra dell'avversario.
In
Veneto, impazza il leghismo che cambia pelle per divenire aperto
fascio-leghismo alla Salvini intorno a Zaia; mentre il Pd presenta in
queste zone un'altra renziana di successo, Moretti cdel genere delle
Serracchiani, Boschi, ecc.
Le
Regioni non sono quasi mai state esempi di buone candidature e di
buone amministrazioni, anche dal punto di vista della degenerata
democrazia borghese.
Esse
sono un gigantesco spreco di denaro pubblico e di malaffare,
inventato dalla democrazia borghese e sancito da inchieste
giudiziarie che hanno praticamente inquisito tutti: dall'ignobile ras
dell'arrogante malaffare, Formigoni, all'ultimo consigliere regionale
che usava i fondi della Regione per comprarsi perfino i preservativi.
Eppure
queste elezioni stanno lì a dimostrarci che in democrazia borghese
al peggio non c'è mai fine.
La
natura dei candidati può essere così proprio perchè nulla di
sostanziale per gli interessi della classe dominante è in
discussione.
Più
interessante sarebbe invece la critica a muso duro da fare nelle file
della parte organizzata delle masse su come si possa pensare di
sostenere e votare in elezioni come queste, e come sia degradante che
forze e settori di sinistra possano ad esse presentarsi e indicare il
voto, scambiando queste fiere per politica.
Sul voto regionale,
quindi, un sano boicottaggio.
2
Ciò
non vuol dire però che queste elezioni sul piano politico generale
non contino davvero nulla. Sarebbe miope non guardare al contesto
generale in cui si muovono.
Partiamo
dal buono.
Nel
contesto di questa battaglia elettorale si è sviluppato un forte
movimento di proteste, dovunque è arrivato, contro il fascio
leghista razzista in carriera, Salvini.
Al di
là della partecipazione, in certi casi molto estesa in altri meno,
queste iniziative hanno rappresentato e rappresentano una trincea
molto importante della mobilitazione politica nel nostro paese, in
fasi in cui dell'immigrazione viene fatta un uso dispiegato per
cercare voti e per dare consenso alla politica imperialista che sta
producendo il mare di morti nel mediterraneo.
Certo
le manifestazioni sono tuttora una debole alternativa rispetto
all'odiosa funzione che svolgono le televisioni e i talk-show
televisivi che hanno permesso una sfrenata campagna elettorale per
Salvini, facendone l'ospite d'onore quotidiano.
Il
secondo elemento positivo è che queste elezioni possono comunque
essere una battuta d'arresto nella autopropaganda di Renzi che si
fonda sul fatto che egli avrebbe il 41 e oltre per cento del consenso
elettorale alla sua ascesa e alla sua politica di questi mesi. Si
tratta di una menzogna ben venduta. Renzi non è stato eletto se non
in un tempo lontano a sindaco di Firenze, il suo partito ha preso
alle elezioni europee, con un meccanismo elettorale molto diverso, un
20% di voti dell'elettorato e comunque le sue leggi sono venute solo
dopo la conquista con una congiura di Palazzo prima del Pd, poi del
governo - sulla base dell'imposizione pilotata di Confindustria,
banche e poteri forti e con l'alleanza con Berlusconi.
Le
sue leggi quindi non sono state mai sottoposte in maniera
programmatica al voto elettorale.
Queste
elezioni dimostreranno che il consenso di Renzi è assai al di sotto
di quello che pensa di avere. E questo dato politico può accentuare
le contraddizioni in seno alla classe dominante, ai partiti e al
sistema parlamentare che lo sostiene.
Bisogna
vedere anche l'altro lato della natura politica di queste elezioni.
E'
possibile che le liste di estrema destra esplicite, Salvini, o
mascherate, comprese i restanti grillini, possano comunque veder
crescere complessivamente il loro consenso e legittimarsi,
conquistare posti di potere nelle istituzioni, negli apparati dello
Stato- compreso polizia carabinieri, forze armate servizi segreti e
allargare la loro struttura militante di base (che poi significa,
intensificazione di azioni e campagne fasciste, razziste assassine,
progrom antimmigrati, ecc.).
Avremo
7 Regioni ancora più allineate con il governo Renzi e il suo
“partito per la nazione” che scaricheranno la crisi economica e
il saccheggio dei fondi statali sulle condizioni di vita e di lavoro
delle masse e su quelle voci della spesa sociale di competenza
regionale, sanità, politiche del lavoro, territori, ambiente, ecc.
Quindi un risultato
elettorale che sarà comunque negativo.
Bisogna
rafforzare tutto il movimento di opposizione nel perseguire l'unica
strada alternativa, quella della lotta proletaria,
dell'organizzazione e dello sviluppo della lotta sociale, la
costruzione degli strumenti necessari agli operai, ai precari, ai
disoccupati, alle masse popolari, per una politica alternativa che
deve essere una politica rivoluzionaria per rovesciare lo stato di
cose presenti.
Proletari comunisti –
PCm Italia
maggio 2015
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