Nel 2015. Era l'11 febbraio di quest'anno quando al largo delle coste di Lampedusa 29 profughi muoiono per ipotermia durante un viaggio della speranza attraverso il Canale di Sicilia. Al momento dei soccorsi, 7 di loro risultano già morti, gli altri non ce la fanno a causa del freddo e spirano durante il trasporto sulle motovedette della Guardia costiera. L'episodio a un centinaio di miglia dall'isola di Lampedusa. I migranti facevano parte del gruppo di 105 profughi messi in salvo la notte precedente.
Nel 2014. Era il 5 dicembre dello scorso anno quando 18 migranti, tra i quali una bambina di 6 anni, muoiono di freddo su un gommone a 110 miglia a sud di Lampedusa. Lanciato l'allarme, l'imbarcazione viene raggiunta da due motovedette della Guardia costiera e dal rimorchiatore civile 'Burbon Argos'. Le salme vengono portate a Porto Empedocle. In questo caso, non è stato un naufragio a provocare la tragedia: 16 delle vittime perdono la vita presumibilmente per ipotermia e disidratazione, un'altra viene stroncata da un edema polmonare subito dopo l'arrivo dei soccorritori. La diciottesima vittima è una giovane morta nel reparto di ginecologia ed ostetricia dell'ospedale di Agrigento, dove era stata portata in elisoccorso da Lampedusa per una grave ipotermia, per ustioni diffuse in quasi tutto il corpo e per un aborto in corso. Settantatré i superstiti, che vengono trasferiti prima sulla nave 'Orione' e successivamente sulla 'Etna'.
Ottobre 2013. Quella avvenuta il 3 ottobre di due anni fa viene subito definita "una strage senza precedenti" per numero di vittime. Un barcone carico di migranti naufraga a Lampedusa, all'altezza dell'Isola dei Conigli. Il bilancio finale arriverà a contare 366 vittime e 20 morti presunti. Tra i morti ci sono tante donne, alcune incinte e molti bambini. Il relitto viene ritrovato inabissato sui fondali: al suo interno, come una grande bara, le centinaia di cadaveri. I corpi recuperati dovranno essere trasportati in un hangar dell'aeroporto perché non si riuscirà a trovare più posto nella camera mortuaria.
Settembre 2013. Il 30 settembre 13 migranti muoiono in uno sbarco sulla spiaggia di Sampieri, a Scicli, nel tentativo di raggiungere la costa. Presi a cinghiate i migranti, tutti uomini, erano stati costretti dagli scafisti a buttarsi in mare. Gli immigrati, circa 200, avevano raggiunto la costa ragusana a bordo di un peschereccio che si è arenato a pochi metri dalla riva.
Agosto 2013. Il 10 agosto 6 migranti muoiono sulla spiaggia del lungomare della Plaia di Catania, nei pressi del 'Lido Verde', annegando, proprio nel tentativo di raggiungere la riva. Sull'imbarcazione arenatasi a circa 15 metri dalla riva, viaggiavano oltre 100 extracomunitari, soccorsi dalle forze dell'ordine e dalla guardia costiera e trasferiti nel porto di Catania per l'identificazione e i soccorsi.
Ottobre 2012. L'11 ottobre 34 migranti, tra cui sette bambini e undici donne, sono le vittime di un naufragio a 70 miglia da Lampedusa. Il barcone su cui viaggiano si capovolge mentre i migranti si muovono per farsi notare da un elicottero in ricognizione. Circa 206 migranti vengono invece portati in salvo dalla Marina Militare.
Agosto 2011. Il primo agosto 25 profughi, tutti uomini e non ancora trentenni, muoiono asfissiati nella stiva di un barcone partito dalle coste libiche verso Lampedusa. I cadaveri vengono scoperti dagli uomini della Guardia costiera una volta terminato il trasbordo degli extracomunitari.
Maggio 2011. Il 19 maggio tragedia sfiorata per oltre 400 profughi partiti dalla Libia. A bordo del barcone in legno, a circa 20 miglia dalla costa di Lampedusa, si sviluppa un principio di incendio, spento solo grazie all'intervento di 4 finanzieri saliti a bordo prima di effettuare il trasbordo dei migranti.
Maggio 2011. L'8 maggio 527 profughi vengono salvati in extremis a Lampedusa da un barcone incagliato sugli scogli che rischia di capovolgersi, ma tre di loro, tutti giovanissimi, non ce la fanno e muoiono a un passo dal traguardo. I cadaveri vengono recuperati incastrati sotto il barcone a Cala Francese: due immigrati muoiono per annegamento, uno per schiacciamento.
Aprile 2011. Il 6 aprile un barcone partito dalla Libia con 300 persone a bordo si ribalta nel canale di Sicilia a causa delle cattive condizioni del mare. A più di 12 ore dalla tragedia sono 51 le persone tratte in salvo mentre i dispersi da quanto emerge dal racconto dei superstiti sono oltre duecento.
Aprile 2011. Il 3 aprile i corpi di 70 migranti morti probabilmente durante una traversata per raggiungere, forse, le coste italiane vengono recuperati al largo della Libia, all'altezza di Tripoli.
Marzo 2011. Nella notte tra il 29 e il 30 marzo un barcone con a bordo 17 immigrati partiti dalla Libia affonda a largo di Lampedusa. A raccontarlo sono i sei superstiti, secondo cui sarebbero annegati 11 loro compagni durante la navigazione.
Marzo 2011. Il 14 marzo nel canale di Sicilia affonda un barcone con a bordo una quarantina di tunisini. Solo cinque di loro riescono a salvarsi, gli unici che sapevano nuotare, salendo su un altro barcone diretto a Lampedusa. A raccontare i particolari del naufragio sono gli stessi superstiti appena sbarcati a Lampedusa. Tre dei naufraghi vengono trasferiti nella Guardia medica. Il natante si sarebbe ribaltato subito dopo la partenza da Zarzis, in Tunisia.
Marzo 2011. Il 4 marzo un barcone che trasporta 30 immigrati nordafricani naufraga nel Canale di Sicilia, a circa 40 miglia dalla coste del trapanese tra Marsala e l'isola di Marettimo. I migranti sono soccorsi dal motopesca mazarese Alcapa, ma durante le operazioni di trasbordo quattro di loro finiscono in mare, a causa del maltempo. Due vengono subito recuperati dai marinai del peschereccio mazarese, altri due invece scompaiono tra le onde del mare in tempesta.
Febbraio 2011. Il 16 febbraio nel canale di Sicilia scompare un barcone di circa 45 metri con a bordo forse oltre 200 immigrati.
Giugno 2008. Il 16 giugno un 'barcone della speranza' affonda al largo delle coste libiche. A bordo ci sono 150 migranti egiziani: soltanto uno riuscirà a salvarsi. Gli altri muoiono in fondo al mare.
Maggio 2008. Il 12 maggio 66 immigrati clandestini tentano di raggiungere l'Italia su un barcone che va alla deriva per giorni. A bordo, 47 persone muoiono di fame e freddo. Vengono gettate in mare dai compagni. Altri tre sono ritrovate cadaveri nella barca, affondata nei pressi di Monastir.
Agosto 2006. Il 19 agosto la Corvetta 'Minerva' della Marina Militare soccorre un barcone con 120 clandestini a bordo. Il barcone si rovescia per il peso degli immigrati, accalcati su una fiancata in attesa di essere salvati. Dieci cadaveri sono recuperati e 40 persone risultano disperse.
Ottobre 2004. Il 4 ottobre un'imbarcazione che trasporta in Italia 75 immigrati clandestini (70 marocchini e cinque tunisini) si inabissa durante la notte davanti alle coste della Tunisia: 17 persone muoiono annegate. Altri 47 sono disperse e 11 vengono salvate dalla guardia costiera tunisina. Il naufragio avviene al largo della città di Chott Meriem, 170 chilometri a sudest di Tunisi, proprio poche ore dopo che l'imbarcazione ha lasciato la costa, diretta verso l'Italia.
Ottobre 2003. Il 20 ottobre gli immigrati che viaggiavano su un barcone della speranza, disperso nel canale di Sicilia e soccorso dalla guardia costiera, raccontano che almeno 70 persone sono morte durante la traversata e sono state gettate in mare.
Giugno 2003. Il 20 giugno una barca con a bordo 250 immigrati clandestini naufraga in acque internazionali, al largo della Tunisia. Il bilancio ufficiale è di una cinquantina di cadaveri restituiti dal mare. I dispersi sono 160, in 41 sopravvivono.
Dicembre 1996. Avviene nella notte di Natale uno tra gli incidenti più gravi, quello di Portopalo rimasto a lungo nel mistero. Quasi 300 clandestini muoiono annegati nel mare tra Malta e la Sicilia. A causare il naufragio, lo scontro tra il cargo libanese 'Friendship' e la motonave Yohan.
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