venerdì 9 gennaio 2015
pc 9 gennaio - Samir Amin: «Un atto odioso, ma la colpa è di Francia e Stati uniti»
Abbiamo raggiunto al telefono a Parigi Samir Amin, filosofo ed economista, direttore del Forum del Terzo mondo, con sede a Dakar, per commentare l’attacco alla redazione di Charlie Hebdo.
Perché i terroristi hanno colpito così duro al cuore dell’Europa?
È una conseguenza diretta della politica occidentale in Libia. In particolare il Sud del paese è diventato una base di approvvigionamento gigantesca. Quella regione è stata strategica per la Francia, senza di essa l’esercito francese non sarebbe potuto intervenire in Sahel. Dirò di più. Credo anche che la tempistica degli attacchi abbia una relazione con l’avanzata dell’esercito francese dal Ciad dei giorni scorsi. I jihadisti hanno voluto riaffermare che il Sud della Libia deve rimanere la loro base e una terra di nessuno. Ovviamente tutto questo è poi conseguenza diretta degli attacchi della Nato contro il colonnello Muammar Gheddafi del 2011.
Chi è quindi il vero responsabile di queste azioni? È forse il caso di mettere in discussione la politica occidentale in Medio oriente?
Si tratta di un odioso atto di terrorismo di sedicenti islamisti che hanno una comprensione del tutto particolare dell’Islam e della religione. Ma la responsabilità di questi attentati è di Francia e Stati uniti. Le potenze occidentali continuano a sostenere Arabia Saudita, Qatar e paesi del Golfo. Consentono tutto a questi paesi, che danno un appoggio gigantesco al terrorismo. Per essere più chiari, le potenze occidentali considerano l’alleanza con i paesi del Golfo un fondamento della politica neo-liberale. Il secondo errore occidentale è di aver combattuto gli autocrati che hanno cercato di porre un freno all’Islam politico, da Saddam Hussein a Muammar Gheddafi. Per esempio in Iraq Saddam Hussein sebbene riuscisse ad assicurare la coesistenza tra sciiti e sunniti è stato brutalmente deposto. E Gheddafi aveva chiaramente contenuto le derive islamiste in Libia.
Ci sono delle responsabilità specifiche della Francia?
La Francia ha una responsabilità in più: aver sostenuto gli islamisti in Algeria, presentandoli come vittime della dittatura dell’esercito. Una parte di questi islamisti si è rifugiata in Arabia Saudita ma anche in Europa: in Gran Bretagna ancor più che in Francia.
Perché le potenze occidentali hanno interesse a continuare a fomentare il terrorismo internazionale?
Il solo obiettivo delle potenze occidentali è portare avanti la loro politica neo-liberale. Per questo, per loro, il mondo si divide in due: i paesi che appoggiano incondizionatamente il neo-liberismo sono i soli amici dell’Occidente, anche se si tratta di odiosi islamisti; i paesi recalcitranti sono invece nemici della dittatura del capitale internazionale. In altre parole, le potenze occidentali hanno un solo criterio: il liberismo assoluto. A chi lo sostiene gli si perdona tutto. E la democrazia non ha niente a che vedere con questo.
Alcuni degli attentatori avrebbero fatto riferimento ad Al Qaeda in Yemen durante gli attacchi.
Non mi stupisce, in Yemen per anni gli islamisti sono stati sostenuti dagli Stati uniti in funzione anti-comunista, insieme all’Arabia Saudita. In quel caso la battaglia era contro il “pericolo” nazional popolare dell’ex Yemen del Sud.
È plausibile poi che si tratti di jihadisti con passaporti europei, come spiega questo fenomeno?
Le potenze occidentali hanno tollerato che cittadini europei partissero per la Siria per combattere Bashar al-Assad. Questo meccanismo è stato sostenuto dalla Turchia e dagli altri governi occidentali. Ma bisogna stare attenti a non cadere nell’islamofobia. La maggioranza schiacciante degli immigrati che vivono in Francia, credenti e non, non sono per nulla fanatici dell’Islam reazionario. Invece non è da sottovalutare che siano coinvolti molti atei e convertiti in questi movimenti radicali. Gli attentatori, come al solito, sono ben preparati. Lo stesso avvenne con i Taliban in Afghanistan che erano stati addestrati dalla Cia in Pakistan. E così questi “jihadisti europei” non sono amatoriali, probabilmente si sono formati in Siria e in Iraq. Per questo sono stati estremamente efficaci.
Perché è stata scelta proprio la stampa come obiettivo?
Gli attentatori hanno scelto un obiettivo “intelligente”. Il loro scopo è di diffondere terrore nei media. L’obiettivo, in ultima analisi, è quello di costringere l’Occidente a rinunciare alla laicità e alla libertà di espressione.
da ilmanifesto.it
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