i compagni brasiliani imprigionati ci salutano dal carcere
"Da nord a sud assistiamo e siamo protagonisti di lotte di varia natura (no tav, contro la militarizzazione e le guerre imperialiste a vicenza, niscemi e sardegna, antifasciste, antirazziste, contro l’attacco ai diritti dei lavoratori, dei disoccupati per il diritto al lavoro, studentesche, senza casa e posti occupati ecc ecc.) che hanno di fronte lo stesso nemico: il sistema capitalista e lo stato imperialista con i suoi apparati repressivi, primo ostacolo che si para davanti ad ogni lotta portata avanti coerentemente.
"Da nord a sud assistiamo e siamo protagonisti di lotte di varia natura (no tav, contro la militarizzazione e le guerre imperialiste a vicenza, niscemi e sardegna, antifasciste, antirazziste, contro l’attacco ai diritti dei lavoratori, dei disoccupati per il diritto al lavoro, studentesche, senza casa e posti occupati ecc ecc.) che hanno di fronte lo stesso nemico: il sistema capitalista e lo stato imperialista con i suoi apparati repressivi, primo ostacolo che si para davanti ad ogni lotta portata avanti coerentemente.
Infatti
qualsiasi vincolo alla protesta imposto dalle questure e dal
ministero degli interni, a cui vorrebbero farci abituare, ha
l’obiettivo di rendere inefficaci le lotte che al contrario, in
particolare nelle ultime settimane, tendono a scavalcare
coerentemente il recinto imposto dal nemico e a confrontarsi con le
sue forze repressive.
Ciò
diventa palese in occasioni di grandi giornate nazionali di lotta
solo per citare quelle degli ultimi anni dal 14 Dicembre degli
studenti al 15 Ottobre al 19 Ottobre al 12 Aprile, in queste
occasioni spesso le forze del movimento riescono ad attaccare il
nemico sul campo, ma siamo carenti nel difenderci dall’offensiva
repressiva che avviene subito dopo... Da un lato lo stato imperialista
con il suo apparato poliziesco e giudiziario organizzato, dall’altro
il movimento di opposizione che necessita di una soglia minima di
organizzazione comune, di un fronte che sia in grado di respingere
colpo su colpo gli attacchi del nemico.
Da
Genova 2001 siamo in una fase in cui vi è una tendenza in questo
paese di “moderno fascismo che avanza tramite lo stato di polizia”.
Il moderno fascismo non è un “nuovo fascismo” bensì il fascismo
di fine xx secolo inizio xxi, partorito dalla borghesia imperialista,
è un fenomeno a 360 gradi sistematicamente presente nel campo
economico, politico, culturale. Il moderno fascismo fa si che partiti
riformisti e propri esponenti cambino di natura e diventino fascisti, basti pensare all’attuale PD e alle dichiarazioni del governo sul
diritto di sciopero tanto per citarne una...
Questa
avanzata reazionaria qualitativa prevede l’utilizzo sistematico
dello stato di polizia. Questo clima fa si che gli sbirri assassini
rimangano impuniti e che aumentino gli assassinii da parte dei
poliziotti contro giovani e proletari in particolare.
È necessario rispondere a tutto ciò colpo su colpo in maniera organizzata. Ciò non significa mettere in piedi una “semplice” campagna contro la repressione
Dobbiamo
e possiamo osare qualcosa di più... questo cauto ottimismo ha una base
materiale e concreta proveniente dalle lotte degli ultimi mesi:
ultimamente le masse in lotte più o meno organizzate hanno assunto
un carattere maggiormente offensivo: vedi le lotte per la casa, quelle degli
operai della logistica, degli studenti e degli antifascisti...
Questo
governo e questo stato sono sempre più delegittimati agli occhi
delle masse, noi dobbiamo denunciare a gran voce un tribunale che
assolve un assassino in divisa e che contemporaneamente mette in
galera chi lotta per dei diritti spesso sbandierati dalla loro stessa
costituzione
Noi
dobbiamo rivendicare il fatto che i palazzi del potere e
istituzionali compresi i tribunali della loro (in)giustizia, gli
esponenti del governo e di questo sistema sono obiettivi legittimi da
parte delle masse costrette a subire le angherie e lo sfruttamento
della classe dominante.
Dire e praticare questo significa lottare e rispondere alla repressione con la consapevolezza che il nemico che abbiamo davanti sotto la millantata democrazia nasconde il volto della dittatura Anche grazie a questa condotta offensiva anche nei tribunali abbiamo accolto la notizia che i giovani compagni no tav non sono stati condannati per terrorismo ma in ogni caso stanno scontando 3 anni e mezzo solo per il fatto di lottare per una causa giusta, stesso discorso per Davide, Mauro e tutti gli altri prigionieri politici.
Dobbiamo costruire un fronte unito con il compito di solidarizzare concretamente con tutti i prigionieri politici in carcere, lottare contro tutte le montature giudiziarie e poliziesche contro compagni e organizzazioni proletarie e di movimento. Questo lavoro unitario per forza di cose deve allo stesso tempo smascherare i “falsi amici” che ostacolano le lotte e che provano a dividere il movimento in buoni e cattivi, violenti e non violenti e così via.
Dire e praticare questo significa lottare e rispondere alla repressione con la consapevolezza che il nemico che abbiamo davanti sotto la millantata democrazia nasconde il volto della dittatura Anche grazie a questa condotta offensiva anche nei tribunali abbiamo accolto la notizia che i giovani compagni no tav non sono stati condannati per terrorismo ma in ogni caso stanno scontando 3 anni e mezzo solo per il fatto di lottare per una causa giusta, stesso discorso per Davide, Mauro e tutti gli altri prigionieri politici.
Dobbiamo costruire un fronte unito con il compito di solidarizzare concretamente con tutti i prigionieri politici in carcere, lottare contro tutte le montature giudiziarie e poliziesche contro compagni e organizzazioni proletarie e di movimento. Questo lavoro unitario per forza di cose deve allo stesso tempo smascherare i “falsi amici” che ostacolano le lotte e che provano a dividere il movimento in buoni e cattivi, violenti e non violenti e così via.
Noi
invece dobbiamo affermare che contro lo sfruttamento, il fascismo e
il razzismo va usato ogni mezzo necessario e che se la repressione
tocca uno toccano tutti indipendentemente dalle appartenenze
politiche, nella lotta contro la repressione
L’altro
compito indispensabile e parallelo al primo è lottare coerentemente
nel solco degli episodi che ho citato poc’anzi e che
sostanzialmente sono mossi dal principio che la “migliore difesa e
l’attacco”, il movimento no tav nel nostro paese ce lo mostra in
maniera organica, e che la “repressione alimenta la ribellione” e non ci intimidisce, anzi se così possiamo dire ci dà uno stimolo in
più alla lotta contro il sistema che la partorisce che questa lotta
contro di essa, avanzata, ci fa avanzare qualitativamente contro il
sistema che la produce, in un certo senso ci aiuta a combattere
meglio contro l’obiettivo, ci pone potenzialmente su un terreno di
unità contro il nemico comune e questa assemblea potrebbe
rappresentare un piccolo passo in avanti in questo."
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