martedì 14 ottobre 2014
pc 15 ottobre - ASSEMBLEA CON LE COMPAGNE CURDE ALL'UNIVERSITA' DI PALERMO
Anche a Palermo è passata la "carovana" delle compagne curde e in un'aula della facoltà di Scienze politiche si è tenuta l'assemblea dal titolo "La lotta per la libertà tra i monti del Kurdistan".
Riportiamo i due interventi principali delle compagne curde e quello del nostro compagno di proletari comunisti-PCm Italia
La compagna Havin Guneses ha aperto l'assemblea con un ampio intervento sulla situazione in Kurdistan e sugli sviluppi teorici del pensiero di Ocalan. alcuni stralci dell'intervento:
Ultimamente si è sviluppato un forte movimento di resistenza del PKK nelle prigioni, nell'ambito del più ampio movimento di resistenza ricordiamo Sakine Cansiz uccisa a Parigi nel 2003. Mi ricordo che una volta io e lei abbiamo visto il film su Bobby Sands e la compagna disse "la sua resistenza porta speranza, lui ha fatto questo e anche di più anche per noi". Subendo le torture in carcere questi corpi sono come luce per questo popolo. Il PKK è stata una forte componente di resistenza all'avanzata dell'ISIS fin dall'inizio. Bisogna comprendere il ruolo di Ocalan in quanto stratega e leader, tutto quello che ha fatto è stato contro il patriarcato nell'organizzazione. La nostra organizzazione era nata come marxista-leninista e in 4 stati diversi: questo rappresentava un mix esplosivo. Ocalan ha iniziato a criticare nei primi anni '80 il campo socialista e in particolare l'URSS. E questo non era facile in un contesto di guerra fredda dove l'URSS era contrapposta all'imperialismo americano. La nostra organizzazione ha resistito a tutti questi eventi per 40 anni, poi negli anni '80 abbiamo iniziato a cercare un'alternativa che si è concretizzato nel '93 in uno sforzo reale per trovare questa alternativa. E' stata fatta un'analisi del movimento di liberazione nazionale e del socialismo e Ocalan è arrivato a 3 pilastri fondamentali: 1) liberazione delle donne 2) violenza rivoluzionaria 3)approccio statale.
Questa analisi si trova nella sua opera "PKK e la questione curda nel XXI sec" che consiste sostanzialmente in un'autocritica. Ocalan ha scritto 60 libri di cui 11 in prigione.
Il Rojava è organizzato secondo due principi fondamentali: no al patriarcato no all'imperialismo.
Nella modernità i 3 pilastri sono: 1) il capitalismo, 2) l'industria, 3) lo stato nazione, a questi Ocalan contrappone 1) economia sociale basata sul valore reale 2)industria ecologica 3) nazione democratica.
Il marxismo-leninismo analizza la realtà da un punto di vista di classe. Anche il PKK lo ha fatto per tanto tempo in passato, invece sappiamo che il capitalismo si basa sulla nascita-sviluppo-caduta di stati. Ocalan invece si basa sulla centralità della donna descrivendola la prima classe sociale, la prima nazione... Il punto è come uccidere l'uomo predominante, nel senso di pensiero patriarcale. Sappiamo anche che vi è una differenza tra stato e nazione e il capitalismo sfrutta lo stato come mezzo.
I kurdi non sono soli nel mondo. Nella creazione di ogni stato ci sono etnie che vengono oppresse, ciò è successo nella creazione di alcuni stati come in Germania, in Italia ecc. In Medio Oriente questo non è successo perchè le popolazioni presenti erano radicate dall'antichità. La solidarietà tra i popoli è molto importante, che è cosa ben diversa dall'intervento di alcuni stati nella coalizione contro l'Isis. Lo stato è diverso dalla democrazia, perche all'interno di uno stato il fascismo può diventare ontologico.
Ocalan adesso parla di governo duale: non siamo contro gli stati di Turchia, Siria, Iran e Iraq ma spingiamo perchè questi stati diventino più democratici. Ocalan suggerisce quindi un'autonomia influenzato da Gramsci, Focault, Braudel...
Ocalan è per affiancare la democrazia rappresentativa con la democrazia autonoma e adesso nell'attuale situazione possiamo chiederla a gran voce grazie anche alle nostre unità di autodifesa, questa è la cosiddetta road map per i negoziati.
Per democrazia partecipativa intendiamo municipalità libertarie, il paradigma delle donne e anche dei giovani che sono soggetti all'assimilazione forzata al sistema, l'unione tra le classi rientra in questo concetto. Questo è quello che sta succedendo a Rojava e anche in Turchia nonostante la repressione del governo di Erdogan.
Nel 1989 Ocalan è stato approcciato da Israele ma si rifiutò di scendere a patti con lo stato sionista anche perchè pensò alle conseguenze negative che sarebbero accadute alla Siria come oggi sta avvenendo. Nello stesso anno Barzani e i talebani andarono a Washinghton a stringere accordi.
Il capitalismo sta vivendo una crisi sistemica da 15-20 anni, stanno cercando di ridisegnare il Medio Oriente prima con le aggressioni in Irak e Afghanistan poi hanno pensato di dichiarare nemico numero uno l'Islam infine non riuscendo neanche con questa via hanno creato partiti politici islamici "amici". In tutto ciò un importante ruolo è svolto dalla Turchia che ha mire di tornare allo splendore dell'impero ottomano. Ocalan ha provato ad avvertire in passato Gheddafi e Assad dicendo: "cambiate, diventate più democratici o vi faranno guerra!" e infine questo è successo.
Anche con la primavera araba questo è successo: i popoli volevano realmente più democrazia ecc ma non erano organizzati e non avevano la visione del futuro quindi l'imperialismo ha cavalcato l'onda di questi movimenti collocando dei regimi che sono peggiori di quelli precedenti.
Ma in Siria questo non può accadere grazie ai curdi. A Rojava si sta attuando una terza via, a questo la Turchia sta reagendo con la repressione utilizzando anche il GITEM ( una forza armata turca "segreta"), ci sono similitudini con quello che è successo ai Tamil in Sri Lanka. Il Daech e la Turchia hanno un ruolo in questo contesto. In questo senso Kobane è come Guernica. Ma la storia non si può ripetere. I curdi stanno combattendo per tutta l'umanità. Per questo vi chiedo di fare propria la loro voce.
Interviene la compagna Nilgun Bugur di cui riportiamo anche degli stralci:
manifestazioni e cortei in tutta Europa di solidarietà, i curdi chiedono aiuto umanitario non intervento militare esterno. Il Daech diventa sempre più forte. Non penso che il governo italiano abbia come priorità di aiutarci. Non basta dire tecnicamente no al capitalismo, ma praticare questa opposizione. Manca la pratica! I compagni italiani hanno i problemi col governo, e intanto lottano anche per la nostra causa. Se non pratichiamo la solidarietà internazionalista significa che non abbiamo capito nulla di comunismo, socialismo, anarchia. YPG fa questa resistenza perchè non ha nulla da perdere.
Abbiamo lanciato una campagna per una coalizione di popoli, al confine con Kobane per manifestare contro il governo turco e una campagna per aiutare nei campi profughi. In questo accettiamo proposte e suggerimenti dalle esperienze di altri popoli.
Si apre il dibattito, dopo un paio di domande interviene il nostro compagno:
Sono un compagno di proletari comunisti- PCm Italia, innanzitutto esprimiamo la solidarietà ai valorosi combattenti di Kobane in particolare le guerrigliere che respingono l'avanzata dei fascisti-islamici del Daech. Abbiamo ascoltato con interesse gli sviluppi teorici di Ocalan riportati dalla compagna e possiamo dire che siamo in disaccordo almeno per l'80% ma pensiamo anche che questo non è importante in questa assemblea, Non è questo il luogo per fare un dibattito teorico/ideologico.
L'utilità di questa assemblea e rappresentata dal cogliere l'occasione di praticare, come ricordava la compagna, la solidarietà internazionale. Noi sosteniamo la resistenza curda contro il daech senza se e senza ma, propio pochi giorni fa i nostri compagni turchi del TKP/ML che anche loro come noi hanno come ideologia guida il marxismo-leninismo-maoismo hanno redatto un comunicato di solidarietà con questo spirito. Sempre la compagna ricordava degli italiani e del nostro governo, noi crediamo che il nostro compito è innanzitutto denunciare il ruolo del nostro governo nella cosiddetta coalizione anti-ISIS ed intensificare la lotta contro di esso. Scendere in piazza al fianco del popolo curdo e su questo lo faremo senza discriminanti ideologiche ma dicendo forte e chiaro com'è stato detto precedentemente dalle compagne che il popolo curdo rifiuta l'intervento imperialista, imperialismo che prima ha creato l'isis e ora lo combatte per i propri interessi in funzione anti-siriana, denunciare il collaborazionismo dei peshmerga con l'imperialismo. Noi siamo pronti a scendere in piazza anche da soli al fianco del popolo curdo con queste parole d'ordini. Infine voglio portare un saluto da parte delle mie compagne del Movimento Femminista Rivoluzionario che hanno partecipato anche all'iniziativa alla Casa Internazionale della Donna a Roma lo scorso sabato.
La compagna Havin che aveva risposto alle domande poste dagli interventi precedenti dice che non ha nulla da aggiungere al nostro, invece la compagna Nilgun ha fatto partire un applauso.
Infine un compagno legato agli organizzatori chiede se non sarebbe meglio coordinare la resistenza con forze "anti-imperialiste" (virgolettato nostro n.d.r.) come il governo Assad e Hezbollah. la compagna Havin risponde "per noi il nemico del nostro nemico non è nostro amico! non faremo mai una tale vergognosa alleanza!"
Applausi generali.
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