pc 3 agosto - La lotta degli operai della logistica non si ferma - DIELLE: 150 operai in picchetto bloccano l'azienda!
Dalle 6 di mattina, all'improvviso, i 60 operai della
Dielle, (per i quali è stata aperta una procedura di licenziamento collettivo da
parte della cooperativa Fast Service) iniziano a presidiare i cancelli della
fabbrica, presto raggiunti da folte delegazioni operaie del SI.Cobas provenianti
da Carpiano, Lodi, Brescia, Piacenza, Pavia, Parma e Bologna, oltre ad una
ventina di solidali dell'hinterland milanese, che hanno portato il numero dei
partecipanti oltre le 150 unità
Le attività aziendali sono così state
completamente bloccate; un pizzico di buona sorte, inoltre, ha voluto che a
rimanere intrappolati nel blocco ci fossero una squadra di tecnici sopraggiunti
dalla >Germania per attivare una nuova macchina produttiva e, soprattutto,
che oggi fosse il primo giorno di lavoro per la nuova cooperativa che ha
sostituito la dimissionaria Ecoservizi (quella del presidente morto in un
misterioso incidente in moto mentre si recava ad un incontro col SI.Cobas per
definire concretamente i termini operative dell'accorod raggiunto in prefettura
il 27 giugno)
E così, la nuova cooperativa (facente parte di un consorzio
bresciano) non ha potuto espletare il suo compito e, pive nel sacco, ha
abbandonato la fabbrica con tutti gli operai chiamati inutilmente a lavorare,
dichiarando a voce di non volerne sapere di questo appalto. Vedremo! Intanto la
lotta prosegue, sempre viva e determinata.
Dopo il ripristino del presidio
permanente, avvenuto venerdì scorso, la tattica di lotta è necessariamente
cambiata. La permanenza 24 ore su 24 di tutti gli operai
davanti ai
cancelli, che aveva caratterizzato i primi due mesi di sciopero, aveva anche
prodotto una efficace contromossa dell'avversario: quella di andare a colpo
sicuro ogni qualvolta i blindati decidevano di muoversi per colpire lo
sciopero
per questo gli operai hanno deciso di ridurre il presidio ad una
presenza simbolica ma capace, in qualsiasi momento, come nel caso di oggi, di
trasformarsi in un picchetto.
Durante i comizi, le assemblee e le (in
verità scarne) trattative con la Digos, gli operai in lotta hanno potuto
esprimere i termini molto semplici della proposta: Rispettare l'accordo in
prefettura, assumere immediatamente 30 operai e collocare i restanti in cassa
integrazione col criterio della rotazione
Se qualcuno pensava che lo sgombero
del presidio e le blindature delle istitutzioni, a sostegno della logica degli
appalti e dei suoi cambi truffaldini, gettasse glioperai in uno stato di
rassegnazione....ha avuto ancora una volta il ben servito
Ma quel che più
conta è che fra i 150 manifestanti si è creata una connessione che punta a
raffrozare il percorso di mutuo sostegno, nella speranza che la strategia
imperniata sulla cassa di resistenza riesca a breve a fare significativi passi
in avanti
Il 15/07/2014 10.53, fabio z ha scritto:
SGOMBERATO A TRADIMENTO IL PRESIDIO
DEGLI OPERAI DELLA DIELLE
Un incredibile sequenza concentrata di
episodi porta, in quattro giorni, allo sgombero degli operai in sciopero a
Cassina de' Pecchi.
Ripercorriamo per dovere minimo di cronaca.
- Giovedì
10 luglio nell'incontro in prefettura il Cobas e l'azienda ribadiscono la
soluzione individuata il 27 giugno (nessun esubero, CIG a rotazione, aumento a 7€ della paga base). La prefettura sollecitava
quindi tutti ad incontrare la nuova cooperativa (Ecoservizi) che nel.frattempo
decideva di rilevare la vecchia (fast service)
- Venerdì 11 luglio: Stefano
Merafina, il presidente della Ecoservizi, chiede un incontro urgente col
SI.cobas per raggiungere l'accordo ma muore durante il tragitto in circostanze
ancora poco chiare
- Sabato 12 luglio: Il cugino della vittima (probabile
"erede" della Ecoservizi) chiede il rispetto del lutto, lo slittamento della
trattativa al 22 luglio e la sospensione del blocco del crumiraggio (perpetrato
dai suoi operai)
- Domenica 13 luglio: Il Si.cobas e i delegati sindacali
della Dielle rispondono alla richiesta della Ecoservizi accettando
sostanzialmente la tregua richiesta, chiedendo garanzia che la vecchia Fast
Service mantenesse l'appalto (al fine di garantire l'applicazione dell'accordo
siglato in prefettura il 27 giugno)
- Lunedì 14 luglio: alle 7 di mattina
circa 150 uomini in antisommossa spaziano via il presidio costringendo gli
operai a levarsi di torno sotto pesanti minacce. La prefettura, o chi per lei,
sembra così aver scelto di rimangiarsi il pre-accordo dando corda all'immediata
dichiarazione della Dielle che fa subito marcia indietro e, offrendo il suo
plauso alle forze dell'ordine, decreta il licenziamento nei fatti dei 60 operai
in sciopero
Un accelerazione reazionaria niente male! In barba a
qualunque prassi democratica, o forse, per meglio dire, a suggello della sua
irriformabile natura borghese, quindi violenta e truffaldina.
Ma, come tutte
le cose che riguardano la vita sociale, anche questa forma di potere economico e
politico non è eterna ed è comunque destinata ad alimentare conflitti di classe
sempre più radicali ed estesi, anche se costretti a marciare sui carboni ardenti
delle proprie parziali e momentanee battute di arresto
La battaglia di
Cassina de' Pecchi non fa eccezione e continuerà a far sentire la sua voce e il
suo anelito alla libertà per tutti gli operai e l'umanità
tutta.
SI.Cobas
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