IN QUESTA IMPORTANTE
LOTTA, INIZIATA IL 22 GENNAIO, A DIFFERENZA DI QUELLO CHE SUCCEDE NORMALMENTE, I
LAVORATORI NON ACCETTANO DI ESSERE BUTTATI FUORI IN CAMBIO DELL'ELEMOSINA DEI
COSIDDETTI AMMORTIZZATORI SOCIALI.
MA RIVENDICANO FINO IN
FONDO IL LAVORO CHE C'E' E CONTINUA AD ESSERCI NELLA PIATTAFORMA LOGISTICA DI
LDD A TREZZO DOVE, L'ACCORPAMENTO DELLE ATTIVITA' CHE SI SVOLGEVANO NEI
MAGAZZINI DI CAPRIATE E VIGNATE, E' STATO SOLO IL PRETESTO PER LICENZIARE 160
LAVORATORI, SOSTITUITI CON NUOVI LAVORATORI DI ALTRE
COOPERATIVE.
Denunciamo con forza le
gravissime responsabilità di sindacati confederali e Prefettura di Milano che
nelle varie fasi di questa vicenda (come in tante altre simili) sono stati
complici e conniventi con chi ha architettato questo licenziamento di
massa.
I confederali, ed in particolare la Cgil,
che al tavolo della trattativa, aperto all'inizio di marzo grazie alle nostre
mobilitazioni, hanno escogitato continui intoppi perchè non si giungesse ad un
accordo, ed anziché chiedere la revoca della mobilità, come fatto dallo Slai
Cobas sc, hanno avallato la procedura di licenziamento collettivo incontrando
separatamente la cooperativa in Regione il 29
aprile.
Altrettanto gravi le responsabilità del
Prefetto di Milano che, pur avendone facoltà, non imponeva alcun vincolo, né
tantomeno una clausola a salvaguardia dei posti di lavoro, alla committente LDD.
Lasciando così, coscientemente, che 160 persone venissero buttate sulla strada
senza motivo, in totale spregio allo Statuto dei
Lavoratori.
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