Il 1/10/2012 alle ore 6.00 circa del mattino venivano compiute dalla d.i.g.o.s. di Roma 5 perquisizioni nei confronti di altrettanti compagni e familiari dei medesimi. Nel corso dell’operazione poliziesca, ordinata dai giudici D’Amelio e Tescaroli, venivano sequestrate le solite agendine telefoniche, i soliti computer, le riviste di movimento, con particolare interesse verso quelle che esprimevano solidarietà ai compagni detenuti. Dopo di che veniva notificato un avviso di garanzia per una lunga serie di reati puniti con l’ergastolo. Nello specifico l’art.302 cospirazione, l’art. 283 attentato alla costituzione, il solito 270bis adatto a tutte le occasioni e dulcis in fundo l’art.284 che poi sarebbe insurrezione armata contro lo stato! Tutto ciò sostanziato dall’ipotesi d’aver affisso un manifesto che ricordava un militante comunista , lasciato morire in carcere per mancanza di cure mediche; il compagno Luigi Fallico 59 anni; artigiano corniciaio, proletario di casal bruciato. Il manifesto e la sua affissione (così recita l’ordinanza) fanno parte di un disegno strategico diretto dai “terroristi” detenuti. La verità è che la borghesia, i padroni, il governo delle banche e dei grandi gruppi finanziari, oramai ha paura persino dei morti; di quelli cioè, che Mao-Tze-Tung definiva pesanti come montagne. E in questi anni, sui posti di lavoro, nelle carceri ne hanno prodotti veramente tanti;troppi! Essi sono direttamente proporzionali all’intensificazione dello sfruttamento operaio, ed all’aumento della repressione necessaria a mantenere l’attuale ordine basato sul profitto di pochi parassiti. LA VERITA’ E’ CHE I TERRORISTI SONO LORO. La verità è che dietro il grigio governo Monti, voluto da tutti i partiti politici, si nasconde la volontà di annichilire qualsiasi istanza di classe, qualsiasi lotta sui posti di lavoro. Gli agenti della repressioni stanno pesantemente affondando il piede sul pedale dell’acceleratore. I raid repressivi che hanno colpito i compagni anarchici dalla primavera di questo anno a oggi, le pesanti ed esemplari condanne per il g8 di Genova e per il corteo del 15 ottobre a Roma sono gli indicatori che il clima si stia facendo davvero pesante. E questa condizione la subiscono coloro che non intendono chinare la testa di fronte allo stato dei padroni. Il quartetto delle barbarie ( Merkel-F.M.I.-B.C.E.-U.E.) sta preparando per noi piatti a basa di pane e acqua e non ha nessuna intenzione di ritrovarsi l’unione europea “impestata” di conflitti sociali. Per questo danno indicazioni ai loro governi-fantoccio di estirpare alla radice qualsiasi graminaceo, la tendenza e’ arginare il virus zombiesco,di Romeriana memoria, al fino di circoscriverlo alla sola Grecia. E così, dopo le parole “solidali” con i lavoratori dell’alcoa, del “nostro” presidente della repubblica arrivano le manganellate, e così dopo le accorate parole dei vari cardinali e prelati tarantini; le alternative degli operai ilva rimangono sempre 3: scannarsi tra poveri-rimanere disoccupati-continuare a lavorare e morire di tumore. La spada di Damocle di un eventuale processo penale che minaccia condanne più che pesanti, dovrebbe nelle intenzioni di lor signori indurci a non pensare, a non lottare, a non dare la nostra solidarietà ed il nostro impegno militante per la classe a cui apparteniamo: il Proletariato! NOI NON ABBIAMO PAURA. Ma il punto non e’ questo! Chiediamo con forza a tutte le situazioni di lotta, al sindacalismo di base, alle radio, di pronunciarsi aderendo a questo comunicato, respingendo questo attacco, arrogante e scomposto, non a tizio e Caio, ma a tutto il corpo di classe. Nessun sincero compagno può far finta di non vedere, che questa deriva potrebbe cadere adosso come un macigno su tutte le istanze di liberazione dallo sfruttamento da parte dei
A CHI TOCCHERA’DOMANI SE NON LI FERMIAMO ORA?Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
ed io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c'era rimasto nessuno a protestare.
Alcuni compagni di Roma