mercoledì 5 dicembre 2012
pc 5 dicembre - GIRANO “GUERRIERI” –“SENZA MACCHIA?”- PER MILANO…..un commento da milano a proposito di diffamatori anonimi in servizio permanente effettivo.
anzi di più vestono, la “tuta” che odora di “fabbrica”, e sono “armati”!? Sono “organizzati” e non daranno “tregua” al “nemico”.
Non stiamo parlando della trama di un film di fantascienza alla Blade Runner, ma degli -o
egregio- signori di Operai Contro, che in un articolo del 2 dicembre scorso, del loro giornale telematico, dal titolo: L’ARTE DELLA GUERRA ALL’ILVA DI TARANTO, danno il meglio di se in termini di Strategia e
Tattica.
Si potrebbe obiettare: visto che si tratta di materia virtuale e poco attinente alla materialità, e al Materialismo
Dialettico sottolineiamo noi, della Fabbrica e di tutto il sistema capitalistico, a chi può interessare? A nessuno, ma siccome dietro questo articolo si cela una concezione e una prassi che, ogni tanto in
città come Milano, si “materializzano” pubblicamente e accolgono consensi e simpatie, allora il discorso cambia.
Cambia perché: 1) si dicono dalla parte operaia, ma spesso ne auspicano la sua rovina;
2) si dicono contro il padrone e l’intero sistema, ma spesso ne sono il miglior servitore sciocco;
3) perché sono d’ostacolo all’emancipazione e organizzazione operaia, sono nocivi e la Classe Operaia combatte le nocività.
Ma in concreto cosa scrivono quelli di Operai Contro (basta invertire l’ordine degli addendi ed è svelato l’arcano!) domenica 2 dicembre.
Iniziano, parlando del DL del governo, dicendo “operai il governo è sceso al fianco del padrone Riva”. Bella scoperta, tutti a Taranto aspettavano questi taumaturghi per comprendere questa verità! Ma il
problema non è questo, in tanti lo dicono da mesi, ma ancor di più lo dicono, da anni, lo Slai COBAS per il sindacato di classe e cosa che conoscono bene gli Operai dell’Ilva e le genti del rione dei Tamburi.
Anni in cui per molti, tra loro Operai Contro, questo fatto non era un caso nazionale. Così come per anni i “molti” simil Operai Contro, non denunciavano e combattevano il fatto che l’Ilva era la fabbrica –“simbolo”- delle morti sul lavoro e della devastazione ambientale. Tutti tranne Slai Cobas sdc che ha lavorato e promosso con tanti altri compagni e realtà del nostro paese, spesso distanti sindacalmente e politicamente dallo slai cobas sc una Rete Nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro, animato denunce e manifestazioni e ha reso la questione ilva una questione nazionale...
Continuando nell’articolo OP il “cronista” afferma che: noi operai siamo un esercito invincibile, ma siamo ancora divisi.” –di seguito la spiegazione- “sono ancora molti gli agenti del padrone tra le nostre fila: Fim-Uilm per primi, la Fiom e lo Slai Cobas (ndr hanno la brutta abitudine di omettere -per il sindacato di classe -)”. Noi qui a Milano abbiamo qualcosa da replicare Siamo quelli dello Slai Cobas per il sindacato di classe dell’Istituto tumori e delle Rete sicurezza. Siamo lavoratori in carne e ossa e non anonimi, questa
estate era “operaio incazzato” oggi semplice “operaio Ilva”, tastieristi virtuali . Siamo gli stessi che vi hanno sostenuto nella lotta all’INNSE, come è giusto che sia: SI STA DA UNA PARTE SOLA!. Ma siamo anche quelli che pubblicamente hanno criticato il vostro essere più realisti del re col vostro “filo aziendalismo” (basta andarsi a rileggere i vostri comunicati di quei -10- giorni per vedere ciò). Non siamo contro i
metalmeccanici iscritti alla Fiom. Siamo contro i dirigenti Fiom, che in maniera “alternativa”, non sono diversi da Fim e Uilm, dall’Ilva alla Fiat e ovunque. Siamo per il sindacato di classe perché senza questo strumento l’esercito operaio non ce la può fare, mentre voi vi tenete stretto il “cadreghino” (per i non milanesi si legge Sedia) del vostro tesserino e non contribuite a questo necessario passo. Ma siamo anche quelli che hanno contribuito, promosso, la Rete sicurezza a Milano. Per organizzare, contribuire, -nei fatti- in questa guerra, del profitto, quotidiana che miete la vita di 4 lavoratori al giorno. Dove siete voi tastieristi da strapazzo, che scrivete “che non si può produrre con la morte sulle spalle” e che “non bisogna dare tregua agli
agenti del padrone”. Andate a dirlo ai familiari dei 4 operai morti bruciati, ai loro compagni feriti, ai tanti che sostengono la loro lotta per ottenere GIUSTIZIA, dell’Eureco di Paderno Dugnano (vi ricordiamo che l’Eureco si trova in provincia di Milano, sono non più di 15 Km). Loro, e non solo, conoscono le nostre facce, i nostri nomi, il nostro lavoro/solidale senza nessun interesse personale se non
quello di porre fine a questa barbarie. E già che ci siete portate anche il 5° gruista dell’INNSE, Roberto Giudice –dirigente Fiom-, che l’estate scorsa mentre eravamo andati a diffondere l’appello, per il
presidio davanti il Tribunale di Milano in occasione della prima udienza preliminare (indetto da noi e dal Comitato di sostegno alle vittime e operai Eureco), all’assemblea dei delegati Fiom tenutasi al
Carroponte di Sesto, ha avuto il coraggio di dire che il nostro appello non si poteva distribuire.
Gaglio Giuseppe
Slain COBAS “INT” Milano per il
sindacato di classe cobasint@tiscli.it
Rete sicurezza sul lavoro
Nodo/Milano
retesicurezzamilano@gmail.com
Nessun commento:
Posta un commento