Cari amici,
I poliziotti che hanno massacrato di botte e ucciso mio figlio 18enne Federico
Aldrovandi non andranno in carcere e sono ancora in servizio. Vi prego di unirvi a me
per chiedere una legge forte contro la tortura che faccia pagare le forze dell'ordine
per i reati commessi e prevenga omicidi come questo. Firma la petizione - la
consegnerò direttamente nelle mani del Ministro degli Interni non appena
raggiungeremo le 100.000 firme:
I poliziotti condannati per aver picchiato e ucciso mio figlio 18enne Federico
Aldrovandi non andranno in carcere e sono ancora in servizio. C'è un solo modo per
evitare ad altre madri quello che ho dovuto soffrire io: adottare in Italia una legge
contro la tortura.
La morte di mio figlio non è un'eccezione: diversi abusi e omicidi commessi dalle
forze dell'ordine rimangono impuniti. Ma finalmente possiamo fare qualcosa: alcuni
parlamentari si sono uniti al mio appello disperato e hanno chiesto di adottare
subito una legge contro la tortura che punirebbe i poliziotti che si macchiano di
questi crimini. Per portare a casa il risultato però hanno bisogno di tutti noi.
Oggi è il compleanno di mio figlio e vorrei onorare la sua memoria con il vostro
aiuto: insieme possiamo superare le vergognose resistenze ai vertici delle forze
dell'ordine e battere gli oppositori che faranno di tutto per affossare la proposta.
Ma dobbiamo farlo prima che il Parlamento vada in ferie! Vi chiedo di firmare la
petizione per una legge forte che spazzi via l'impunità di stato in Italia e di dirlo
a tutti - la consegnerò direttamente nelle mani del Ministro dell'Interno non appena
avremo raggiunto le 100.000 firme:
Federico era già ammanettato quando i poliziotti lo hanno picchiato così forte da
spaccare due manganelli e da mettere fine alla sua giovane vita. Dopo anni di vero e
proprio calvario, la Corte di Cassazione li ha condannati per eccesso colposo a tre
anni e mezzo, ma i poliziotti dovranno scontare solo 6 mesi senza farsi neanche un
giorno di carcere a causa dell'indulto e incredibilmente sono ancora in servizio.
L'impunità succede spesso in casi come questo, perché il governo non ha ancora
adottato un reato preciso e quelli esistenti cadono spesso in prescrizione.
La perdita di mio figlio mi ha quasi distrutto, ma sono determinata a cambiare il
sistema. I difensori dei diritti umani ritengono che una legge che adotti la
Convenzione Onu contro la tortura, che l'Italia ha ratificato nel 1989 e che non ha
mai rispettato, garantirebbe alle vittime italiane della tortura e della brutalità
dello stato un corso veloce della giustizia e sanzioni appropriate, da accompagnare
alla riforma per la riconoscibilità dei poliziotti. Ma ancora più importante,
metterebbe fine una volta per tutte all'impunità che garantisce che oggi i poliziotti
siano al di sopra della legge.
L'Italia non è il Sudan. Non c'è alcuna ragione per cui il nostro sistema giudiziario
provi a mettere sotto silenzio reati commessi dalle forze dell'ordine come violenze,
stupri e omicidi, dal massacro alla Diaz al G8 di Genova alle recenti uccisioni come
quella di Stefano Cucchi, Giuseppe Uva e Aldo Bianzino. Per favore UNITEVI a me e
insieme costruiamo un appello assordante per una legge forte per fermare la tortura e
per far espellere gli agenti responsabili di questi crimini odiosi dalle nostre forze
dell'ordine - firma sotto e dillo a tutti i tuoi amici:
http://www.avaaz.org/it/italy_against_torture_patrizia/?bHrIMbb&v=16106
Nessuno potrà restituirmi mio figlio, e oggi non potrò festeggiare il suo 25°
compleanno con lui. Ma insieme possiamo ripristinare la giustizia e aiutare a
prevenire la sofferenza che ho dovuto provare io per la perdita di un figlio portato
via dallo stato ad altre madri e ad altre famiglie.
Con speranza e determinazione,
Patrizia Moretti, madre di Federico.
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