mercoledì 28 marzo 2012
pc 28 marzo - Dossier NOTAV sulle violenze poliziesche - Caselli si arrampica sugli specchi
Dossier No Tav sugli scontri
"Violenze delle forze dell'ordine"Il movimento sui fatti del 3 luglio a Chiomonte: "Abbiamo reagito alle brutalità, contro di noi indagini a senso unico". Caselli replica: "Nessuna parzialità"
Il movimento No Tav ha diffuso, nel corso di una conferenza stampa tenutasi in mattinata, un dossier "sulla brutalità delle forze dell'ordine" durante la manifestazione di protesta avvenuta a Chiomonte il 3 luglio 2011. Il documento presenta una serie di accuse nei confronti di appartenenti alle forze dell'ordine ed è corredato da numerose fotografie: sarà presentato in tutte le Procure d'Italia, dicono gli autori, "perché in quella di Torino nessuno ci dà ascolto".
Lele Rizzo, esponente No Tav che ha presentato il dossier, ha chiesto di "smetterla con la giustizia a senso unico". Il leader dei No Tav, Alberto Perino, ha parlato di "premeditazione nel comportamento delle forze dell'ordine": "Analizzando l'ordinanza di custodia cautelare - ha spiegato - vediamo che le accuse rivolte ai No Tav partono tutte dopo le 13,30. Dal materiale che abbiamo raccolto però risulta che le forze dell'ordine sono uscite alle 12,30 dall'area archeologica e sono andate a prelevare i dimostranti nel bosco". Per questa ragione, spiega Perino, quella dei manifestanti è stata "una reazione a questi gravi fatti" e "non è vero che poliziotti si sono mossi per contrastare i No Tav".
Perino, che denuncia "indagini a senso unico" e "accuse decontestualizzate", ha chiesto che i comportamenti descritti nel dossier "siano perseguiti con almeno altrettanta fermezza di quella con cui sono stati perseguiti i presunti reati commessi dai No
Tav". "Sono i rappresentanti delle forze dell'ordine, molto più di noi - ha concluso - a poter reiterare il reato, il movimento è stato criminalizzato ingiustamente".
"I No Tav sbagliano - ha subito replicato il procuratore capo Giancarlo Caselli - la magistratura lo ha detto ripetutamente e lo ribadisce: indaga su tutto". Anche sulle denunce presentate da alcuni manifestanti No Tav che sostengono di essere stati picchiati - anche dopo essere stati fermati - dalle forze dell'ordine durante gli scontri. "Certo è - aggiunge Caselli - che molte volte vengono convocati denuncianti o presunte vittime che non si presentano. Questo non facilita le indagini".
(27 marzo 2012) © Riproduzione riservata
Nessun commento:
Posta un commento