sabato 21 gennaio 2012
pc 21 gennaio - Napoli : Più flessibilità? Più precarietà? IO NON M' I(N)CHINO
Più flessibilità? Più precarietà? IO NON M' I(N)CHINO!
Venerdì 20 Gennaio 2012 17:08 cau .
Oggi, 20 gennaio 2012, presso la sede centrale dell'Università Federico II di Napoli si è svolto il convegno organizzato dalla Uil "E' tempo di riforme. Per il lavoro e per la crescita: il coraggio delle scelte", con ospite il giuslavorista senatore del PD Pietro Ichino, in città per la presentazione del suo ultimo libro "Inchiesta sul lavoro". Come studenti di varie facoltà napoletane abbiamo deciso di interrompere questa kermesse, irrompendo nella sala piena di giornalisti e sindacalisti, prendendo la parola per contestare la natura dell'iniziativa e dire la nostra sulla riforma del mondo del lavoro, sulla precarietà e sulla crisi economica.
La riforma del mercato del lavoro sostenuta da Ichino prevede il riordino della giungla delle forme contrattuali, una maggiore libertà di licenziamento, il bisogno di una maggiore "flessibilità". Il suo appoggio incondizionato al recente Piano Marchionne, un vero e proprio ricatto che mette la parola "fine" a molti dei diritti conquistati dai lavoratori negli anni, dimostra chiaramente da che parte si colloca il senatore. Ichino insomma è uno di quelli che ci chiede di fare ulteriori sacfrifici e stringere la cinghia ancora di più...
Un "pezzo da 90" del genere non poteva certo passare inosservato nelle nostre facoltà! Ovunque si riuniranno questi personaggi per sponsorizzare i loro scellerati piani di riforma, per richiederci ancora "lacrime e sangue", li troveranno la giusta opposizione di studenti, lavoratori e disoccupati.
Eat the rich! La crisi la paghino i padroni!
Collettivo Autorganizzato Universitario - Napoli
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Oggi pomeriggio presso la sede centrale dell’Università Federico II di Napoli in Corso Umberto I, il senatore Pietro Ichino, tra i promotori della riforma del mercato del lavoro, è stato contestato da un gruppo di 50 tra studenti dei collettivi dell’Università Federico II (tra cui il Laboratorio Palayana e il Movimento di Giurisprudenza) e precari della Rete Reclaim.
Il senatore stava presentando il suo libro “Il Coraggio delle scelte” invitato dall’associazione Elaborando. All’iniziativa erano presenti anche diversi esponenti del Pd cittadino e diversi docenti, oltre alla segretaria Uil Anna Rea.
Noi, studenti ed i precari, abbiamo fatto irruzione nell’aula Pessina dove si svolgeva la presentazione del libro di Ichino interrompendo i lavori ed esponendo uno striscione con la scritta “Diritti e precarietà non pagheranno la crisi” ed intonando slogan contro la precarietà.
Abbiamo letto anche un documento per dire al “teorico della flessibilità” quanto la nuova povertà incalzante e la precarietà diffusa, pesino sulla nostra pelle.
Noi che siamo la generazione dei non garantiti e veniamo già dopo la fine delle tutele, già dopo la contrattazione nazionale, già dopo la crisi del welfare familiare, dopo l’impoverimento. Noi che siamo la generazione che assiste alla perdita del lavoro dei propri genitori. Abbiamo voluto dire ad Ichino che non ci facciamo ingannare dall’esotismo di parole come FLEXICURITY ALLA DANESE, dietro alle quali fin troppo chiaramente si nasconde un ennesimo favore a quei datori di lavoro che già oggi ci sfruttano e ci sottopagano, ingrassando le fila dei working poor, lavoratori a cui è impedito di conseguire un livello di vita sostenibile.
Siamo convinti come il senatore democratico che vada eliminato lo spartiacque tra garantiti e non-garantiti, ma questo proposito di equità non può avvenire schiacciando, tutti, indistintamente, dalla parte dei non garantiti. Non viviamo quindi con soddisfazione l’aggressione all’articolo 18 perché non riteniamo che aumentare indiscriminatamente il numero di persone costrette a vivere la nostra condizione, il numero di persone che non sa come pagarsi le rate di un auto e figurarsi l’idea di poter vivere per conto proprio, sia una risposta al nostro disagio, una garanzia per il nostro futuro. La posizione assolutamente pionieristica della nostra generazione in termine di fine dei diritti non è qualcosa che ci auguriamo di veder proliferare proprio perché sulla nostra pella sappiamo già cosa significa.
Sappiamo bene che in tempi di crisi la piena occupazione non è né possibile, né auspicabile per nessun paese europeo, meno che mai per l’Italia. La risposta alla fine di questo mito lavorista non è né il modello Marchionne né il fantoccio di un sussidio di disoccupazione che non risolve la condizione di intermittenza e precarietà e inoccupazione che, soprattutto al sud, lacera il nostro tessuto sociale.
Non capiamo, e non per ingenuità, quale mai sia il nesso causale che lega aumento dello spread, crisi del debito e aggressione ai diritti. Non possiamo accettare che lo spauracchio di una crisi che non abbiamo provocato inneschi i noti dispositivi emergenziali che permettono di portare avanti disegni che in tempi di stabilità non sarebbero neanche proponibili. Lo scudo del governo tecnico non può ammantare di neutralità manovre odiose che hanno ricadute immediate nella nostra esistenza: aumento dell’iva, caro benzina e la riforma delle pensioni sono alcuni degli esempi che restituiscono in modo plastico la portata di quest’impoverimento.
Si è contestato ad Ichino anche di essere stato tra i firmatari di un’interrogazione in Senato che chiede l’aumento delle tasse universitarie adeguandole a quelle inglesi. Gli studenti hanno preso la parola leggendo un documento di contestazione alla proposta Ichino ed hanno poi abbandonato l’aula.
Con questa iniziativa, anticipiamo pure la nostra adesione alla mobilitazione del prossimo 11 febbraio quando la manifestazione nazionale della Fiom, proprio sul tema della riforma del mercato del lavoro, sarà generalizzata dai movimenti anche come la prima manifestazione nazionale contro il governo Monti.
” Reclaim ! ” – rete urbana contro la crisi Laboratorio Universitario “Palayana” Movimento di Giurisprudenza – Federico II
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