mercoledì 10 agosto 2011
pc 11 agosto - dal Sud al Nord..."Siamo lavoratori non schiavi"
Gli operai delle cooperative di logistica del magazzino Kuenhe + Nagel di Brignano Bergamo esprimono la loro solidarietà agli operai agricoli di Nardò, che da giorni sono in lotta per un salario e un lavoro dignitoso.questo è uno degli striscioni che abbiamo esposto durante gli scioperi e che secondo noi sintetizza la lotta che vede protagonisti i lavoratori per la gran parte immigrati (arabi, rumeni, filippini, indiani, africani, turchi....) che, stanchi di subire lo schiavismo e lo sfruttamento del loro lavoro, dal nord al sud si ribellano ad un sistema di caporalato diffuso, che va dalle campagne alle cooperative della logistica ai cantieri ai mercati generali, che attraverso appalti al massimo ribasso ogni giorno nega diritti e dignità a migliaia di lavoratori.
Gli stessi lavoratori del magazzino K+N di Brignano sono stati costretti a mettere in atto una sorta di rivolta per poter ottenere l'applicazione del CCNL su paga oraria e livelli, la cessazione immediata di atteggiamenti persecutori dei capetti, l'assunzione dei lavoratori precari e, cosa più importante e maggiormente osteggiata sia dai padroni che dai sindacati confederali, il riconoscimento del cobas.
Una lotta dura, che ha visto questi lavoratori fronteggiare decine di agenti di polizia e carabinieri durante i picchetti fuori dai cancelli, messi in atto per impedire l'ingresso nel magazzino a camion e squadre di crumiri che i capi cercavano di far entrare nel tentativo di far fallire lo sciopero. Ma la determinazione di chi combatte per una causa giusta è stata più forte delle manganellate ed i lavoratori dopo tre giornate tesissime hanno vinto questa prima battaglia.
Denunciamo nuovamente la connivenza dei confederali, questi cosiddetti sindacati, che per anni sono stati complici degli sfruttatori e hanno taciuto pur sapendo che la maggioranza dei lavoratori, per portare a casa un salario appena decente, ma comunque inferiore a quanto previsto dal contratto, erano costretti a ritmi disumani, pagati pochi centesimi al collo e che al primo accenno di ribellione venivano trasferiti a decine o centinaia di km di distanza o licenziati.
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