venerdì 5 agosto 2011
pc 5 agosto - RIVOLTA DEL CARA BARI: DIVIDERE PER MEGLIO REPRIMERE - braccianti in lotta - la nato assassina
RIVOLTA DEL CARA BARI: DIVIDERE PER MEGLIO REPRIMERE
Mentre in termini burocratici dal vice questore Bellomo vengono comunicati agli immigranti del Cara di Bari i punti delle micro decisioni prese dal vertice di mercoledì, in un clima che a piccole concessioni (la carotina) si uniscono maxi minacce (il bastone) ove gli immigrati osassero riprendere la loro ribellione, le Istituzioni nazionali e locali sono impegnate nella repressione e rappresaglia.
Sono cominciati gli interrogatori, ma la novità è la divisione degli immigrati tra il carcere di Trani, dove sono rinchiusi 15 e quello di Bari, 13. Questa divisione rispecchia più o meno esattamente la nuova manovra repressiva che gli immigrati devono fronteggiare, quella della divisione tra presunti organizzatori e altri immigrati che sarebbero stati costretti con la forza a partecipare alla rivolta. Gli “organizzatori” sarebbero quelli del Mali, Costa d'Avorio e Ghana, i “costretti”, indiani, pachistani, del Bangladesh.
Si tratta di una linea da respingere risolutamente, anche legalmente, e che trova una sponda anche nella illusione presente sia in qualche legale sia in alcuni antirazzisti che così si ridurrebbero i danni, quando in realtà essa aggraverebbe solo la posizione di alcuni, fermo restando la repressione degli altri arrestati e una nuova ondata di denunce e arresti prevedibili.
L'obiettivo su cui lavora la Magistratura è sempre quello: l'esistenza di un piano di rivolta programmato scientificamente per un processo di rappresaglia esemplare, a cui seguirebbe l'espulsione di centinaia di immigrati.
Gli immigrati hanno già spiegato con la pratica della loro rivolta, con testimonianze rese ai giornali di come la rivolta sia stata voluta da tutti, di come la resistenza, la divisione dei compiti in essa, sia nata sul campo a fronte dei lacrimogeni e dell'aggressione poliziesca.
La realtà comunque è che si vuole nascondere la prima verità: sono gli immigrati parte lesa, lo Stato, le istituzioni operanti in questo campo, i colpevoli di inosservanza del diritto all'asilo, al rapido esame delle loro domande (35 giorni), a fronte di masse di immigrati che hanno rischiato la vita per arrivare sulle nostre coste.
Come si fa a non vedere il nesso che esiste tra la risposta alla rivolta del Cara e la tragedia dei barconi che produce così tante vittime di una guerra che si combatte in Libia coi bombardamenti e che la Nato continua nel Mar Mediterraneo con la mancata assistenza ad uccidere?
Ora basta! Gli immigrati arrestati devono essere liberati!
Questo processo non sa da fare e se si terrà deve essere un processo ai veri responsabili della rivolta, lo Stato, il governo, il Ministero degli Interni, le presunte organizzazioni dedite alla difesa degli immigrati.
NARDO': AL SESTO GIORNO DI SCIOPERO
Intanto la lotta degli immigrati braccianti dei campi di pomodoro di Nardò arrivati al sesto giorno di sciopero invade Lecce. Centinaia di braccianti sfilano in corteo per raggiungere la Prefettura. La lotta non si ferma, non riescono a piegarla le condizioni di vita: come dicono i lavoratori immigrati: “non abbiamo un euro per mangiare”, tende e brandine sono totalmente insufficienti e un centinaio è costretto a dormire all'aperto.
La manifestazione a Lecce ha prodotto la convocazione di un Tavolo per lunedì. Ma non si vede ancora una consapevolezza di Istituzioni e padroni di venire incontro effettivamente alle richieste di salario contrattuale e di condizioni di lavoro decenti.
Ma al di là dei risultati, questa lotta ha già vinto la prima battaglia. Come giustamente scrive Nazareno Dinoi sul Corriere del Mezzogiorno: gli ultimi stanno dando una lezione di diritto del lavoro a tutto il mondo bracciantile con la pelle bianca che ha perso l'abitudine e la capacità di scioperare. Alla Masseria Boncuri lavoratori che mangiano polvere e cous cous hanno avuto il coraggio di incrociare le braccia per rivendicare il diritto ad un giusto salario”.
Dentro la Masseria un ruolo utile svolgono le associazioni di volontariato, Finis Terrae e Brigata di solidarietà attiva che hanno aperto una cassa di resistenza per appoggiare la lotta.
Gli immigrati uniscono a una capacità di lotta, anche di promuovere delle avanguardie, una sana diffidenza verso la stampa, ecc. La domanda che ci poniamo noi è dove era ed è l'Ispettorato del Lavoro, perchè finora nessun intervento a fronte di palesi violazioni di norme sul lavoro, sulla sicurezza, perchè finora nessuna voce si è levata a denunciare questo moderno schiavismo?
Anche qui il problema è uno, i braccianti hanno ragione e devono vincere, padroni e caporali devono fare un passo indietro.
SELEZIONE NAZISTA
Ormai sta diventando una morte quasi quotidiana che grida contro i veri responsabili, gli Stati, i governi imperialisti, le forze della Nato addestrati solo ad uccidere. Ormai si sta passando da una tragedia al mese di decine o centinaia di morti affogati nella traversata dalla Libia verso Lampedusa (aprile 250 morti, maggio centinaia, giugno 270), ad una a settimana: 1° agosto 25 morti nella stiva di un barcone a ieri, più di 100 morti per fame, sete, per annegamento.
Ma non si tratta di “tragedie”, ma ormai sempre più di assassini, massacri programmati! Non solo per le responsabilità generali degli Stati, della guerra imperialista, per le condizioni di vita dei popoli, per la linea e la pratica razzista imperialista dei respingimenti degli immigrati, ma per le responsabilità concrete e specifiche.
Per i più dei 100 morti di ieri: “... a 27 miglia dal barcone in avaria c'era una nave della Nato che sarebbe stata sollecitata dalle autorità italiane ad intervenire in soccorso dei migranti. L'Alleanza però avrebbe risposto picche e la carretta con centinaia di uomini,donne e bambini senza acqua e senza cibo da giorni avrebbe continuato il suo viaggio disperato...”.
Quindi, non siamo più di fronte ad una linea di non assistenza connaturata alla natura di Stati, dei governi delle forze d'intervento militari internazionali, siamo molto oltre! Siamo ad una selezione di fatto, voluta e perseguita, che ricorda la politica dei nazisti di eliminazione! Eliminare, attraverso la morte è la soluzione più rapida per risolvere il problema dell'emigrazione!
La Nato ieri poteva salvare, ma ha detto No! E come i nazisti quando mandavano nei forni crematoi, le forze della Nato non hanno guardato in faccia nessuno: la maggior parte dei morti di ieri sono donne e bambini che gridavano, alzavano le braccia disperati per essere salvati.
Nessuno può dire di non sapere, ogni giorno quel tratto di mediterraneo è attraversato dalle navi della Nato, degli Stati che vi si affacciano, così come ogni giorno salpano imbarcazioni di fortuna per sfuggire dalla guerra e dalla miseria.
Queste morti gridano vendetta! Gridano giustizia!
Deve levarsi forte la nostra indignazione!
proletari comunisti
5 agosto 2011
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