mercoledì 6 luglio 2011
pc 6 luglio - arrestati compagni rivoluzionari in Canada ! mobilitazione immediata
il comunicato pervenutoci
ARRESTI POLITICI A MONTREAL
29 giugno, la sezione anticrimine della Divisione criminalità organizzata del Servizio di Polizia della Città di Montreal (SPVM) ha proceduto in forze all'arresto di quattro militanti e attiviste - tra cui Patrice Legendre, un operaio comunista e sostenitore del PCR- e a perquisizioni nelle loro case in relazione all'ultima manifestazione del primo maggio, organizzata dalla Convergenza delle lotte anticapitaliste di Montreal (CLAC). Quasi trenta poliziotti sono stati mobilitati in questa operazione condotto la mattina presto.
Secondo chi conduce l'indagine e guida tutta l'operazione, nove agenti di polizia sarebbero stati feriti, alcuni gravemente, nel corso di un alterco quel giorno, cosa che è sstata d'altronde riportata nel Numero 3 del giornale comunista Partisan e anche in alcuni mezzi di comunicazione. Le quattro persone arrestate sono state poi rilasciate in serata con la promessa di comparire il 13 luglio prossimo alle ore 9 presso il tribunale di Montreal. Le accuse vanno da "aggressione armata" a "vie di fatto su un agente di pace", "ostacolo al lavoro dei poliziotti" e "porto d'armi a scopo pericoloso".
Ricordiamo che durante la manifestazione del 1° maggio, che ha riunito circa 1.500 persone per le strade del centro di Montreal, alcuni poliziotti del SPVM sono intervenuto, in maniera del tutto subdola e provocatoria, per procedere, senza alcun motivo all'arresto di un noto militante conosciuto come fotografo del giornale Partisan. Cosa prevedibile in queste circostanze, decine di manifestanti, uomini e donne, avevano spontaneamente reagito avvicinandosi ai poliziotti dicendo loro di rilasciare gli attivisti che stavano cercando di arrestare.
Visibilmente mal preparati, i poliziotti avevano scelto di battere in ritirata.
L'operazione del 29 giugno chiaramente è stata condotta sulla base di prove ridicole. Il contenuto dell'interrogatorio e la presenza di un investigatore della squadra integrata sulla sicurezza nazionale
suggeriscono che altre ragioni si celano dietro questa operazione.
Possiamo supporre innanzi tutto che essa sia motivata da una tradizione poliziesca che consiste nel "vendicarsi" al verificarsi di una sconfitta quando succedono queste cose. È sconfitta è stata il 1° maggio dato che i poliziotti sono stati respinti nel loro tentativo di fare un arresto arbitrario e inspiegabile. A questo punto, bisognava trovare dei colpevoli. Ma in mancanza di prove o prove sufficienti, gli investigatori hanno ovviamente deciso di attaccare attiviste e attivisti, di cui alcuni ben noti che non nascondono le loro opinioni politiche. In tal modo, la polizia e i servizi segreti hanno usato questo pretesto per criminalizzare il loro coinvolgimento politico e in particolare, le idee comuniste e che essi ed esse difendono.
Ricordiamo che nelle ultime settimane, il PCR ha iniziato la pubblicazione di una giornale bilingue, Partisan, pubblicato e distribuito ogni due settimane nelle principali città dell'Ontario e del Quebec; e ha anche iniziato ad organizzare i lavoratori e gli operai nel MRO (movimento rivoluzionario operaio). La sua lotta contro il capitalismo e lo sfruttamento prende forme nuove e va avanti.
Gli inquisitori hanno anche detto di avere tenuto sotto sorveglianza la Maison Norman Bethune (una libreria gestita dall'Ufficio d'Informazione Politica del PCR) dal giorno dopo il 1° maggio. Molte attiviste e militanti frequentano questa biblioteca, partecipano alle sue attività, diffondono un giornale comunista e si impegnano per portare avanti la causa della rivoluzione.
I poliziotti sembrano aver voluto "tuffarsi" tra queste persone per trovare i colpevoli e quindi fare dimenticare il proprio comportamento frivolo e provocatorio durante la manifestazione del 1° maggio.
Inoltre, le informazioni raccolte dall'Ufficio di informazione politica tendono a dimostrare che i poliziotti hanno cercato con questa operazione di implicare il PCR, e in particolare il militante Patrice Legendre, in tre incidenti precedenti, uno dei quali si è verificato lo scorso anno a Trois-Rivières quando un ordigno esplosivo ha fatto andare in frantumi le porte del centro di reclutamento delle Forze Canadesi. Questo atto è stato rivendicato da un gruppo chiamato "Resistenza internazionalista" e, finora, la polizia non è riuscita a chiarire questo evento.
Curiosa coincidenza, il giorno dopo gli arresti di Montreal, la squadra integrata della sicurezza nazionale ha installato per tre giorni un posto di comando a Trois-Rivières, di fronte al centro di reclutamento, allo scopo, hanno detto, "di raccogliere nuove informazioni e convalidare piste qualificate "Molto serie"". Sappiamo che i poliziotti hanno poi presentato le foto di quattro persone arrestate il 29 giugno alla popolazione di Trois-Rivières sperando di trovare qualcuno da implicare in un modo o nell'altro.
L'operazione del 29 giugno non è stata fatta a caso.
Si iscrive in un contesto in cui lo Stato borghese del Canada è all'offensiva per criminalizzare la lotta politica e, in particolare, le militanti e i militanti che vi partecipano. Basta guardare al G20, nel giugno 2010 a Toronto, quando oltre mille persone sono state arrestate illegalmente. Negli ultimi anni, decine di attivisti e militanti, alcuni del PCR sono stati molestati nelle loro case e i loro luoghi di lavoro, da parte del famoso "gruppo integrato".
Il Partito Comunista Rivoluzionario condanna fermamente questa vile operazione condotta
principalmente per motivi politici e votata alla sconfitta che si ritorcerà inevitabilmente contro coloro che l'hanno pianificata. Il PCR prepara una campagna attiva per denunciare gli arresti e ottenere la liberazione totale e incondizionata delle persone arrestate. Esso ringrazia già i molti gruppi e individui che hanno mostrato indignazione e la solidarietà in conseguenza dell'operazione del 29 giugno.
DENUNCIAMO L'INTIMIDAZIONE POLITICA! DIFENDIAMO IL NOSTRO DIRITTO DI LOTTARE CONTRO LA BORGHESIA E IL SUO STATO! LA SOLIDARIETA E' LA NOSTRA ARMA!
Ufficio d'Informazione Politica del PCR
ARRESTATIONS POLITIQUES À MONTRÉAL
Le 29 juin dernier, la section
antigang de la Division du crime organisé du Service de police de la
Ville de Montréal (SPVM) a procédé en force à l'arrestation de quatre
militantes et militants - dont Patrice Legendre, un ouvrier communiste
et supporter du PCR - et à des perquisitions à leur domicile en rapport
avec la dernière manifestation du 1er Mai, organisée par la Convergence
des luttes anticapitalistes de Montréal (CLAC). Près d'une trentaine de
policiers ont été mobilisés dans cette opération menée tôt en journée.
Aux dires de l'enquêteur en charge de toute l'opération, neuf
policiers auraient été blessés, dont certains gravement, lors d'une
altercation survenue ce jour-là, qui a d'ailleurs été relatée dans le
numéro 3 du journal communiste _Partisan _ainsi que dans certains
médias. Les quatre personnes arrêtées ont été détenues puis relâchées en
soirée sous promesse de comparaître le 13 juillet prochain à 9h au
Palais de justice de Montréal. Les accusations vont d'«agression armée»,
à «voies de fait sur un agent de la paix», «entrave au travail des
policiers» et «port d'arme dans un dessein dangereux».
Rappelons que
lors de la manifestation du 1er Mai, qui a regroupé près de 1500
personnes dans les rues du centre-ville de Montréal, des policiers du
SPVM étaient intervenus, d'une manière totalement sournoise et
provocatrice, pour procéder sans raison aucune à l'arrestation d'un
militant connu comme photographe du journal _Partisan_. Chose prévisible
dans les circonstances, des douzaines de manifestantes et manifestants
avaient alors spontanément réagi en s'approchant des policiers et en
leur intimant de libérer le militant qu'ils tentaient d'arrêter.
Visiblement mal préparés, les policiers avaient choisi de battre en
retraite.
L'opération du 29 juin a manifestement été menée sur la base
d'éléments de preuve dérisoires. Le contenu des interrogatoires et la
présence d'un enquêteur de l'équipe intégrée sur la sécurité nationale
laissent croire que d'autres motifs se cachent derrière cette opération.
On peut d'abord supposer qu'elle est motivée par une tradition
policière qui consiste à «se venger» d'une défaite lorsque surviennent
de tels événements. Et défaite il y a eu le 1er Mai puisque les
policiers ont été repoussés dans leur tentative de procéder à une
arrestation arbitraire et inexplicable. À ce prix, il fallait trouver
des coupables. Or, faute de preuves ou d'éléments suffisants, les
enquêteurs ont à l'évidence décidé de s'en prendre à des militantes et
militants dont certains bien connus et qui ne cachent pas leurs opinions
politiques. Ce faisant, la police et les services de renseignement ont
profité de ce prétexte pour criminaliser leur implication politique et
plus précisément, les idées communistes qu'ils et elles défendent.
Rappelons que ces dernières semaines, le PCR a commencé à publier un
journal bilingue, _Partisan_, publié chaque deux semaines et diffusé
dans les principales villes de l'Ontario et du Québec; il a également
commencé à organiser les employéEs et ouvriers-ères dans le MRO (le
Mouvement révolutionnaire ouvrier). Son combat contre le capitalisme et
l'exploitation prend de nouvelles formes et va de l'avant.
Les
enquêteurs ont également révélé avoir surveillé la Maison Norman Bethune
(une librairie animée par le Bureau d'information politique du PCR) dès
le lendemain du 1er Mai. Beaucoup de militantes et militants fréquentent
cette librairie, participent à ses activités, diffusent un journal
communiste et s'impliquent pour faire avancer la cause de la révolution.
Les policiers semblent avoir voulu «piger» parmi ces gens pour trouver
des coupables et ainsi faire oublier leur propre comportement frivole et
provocateur lors de la manifestation du 1er Mai.
Par ailleurs, les
informations recueillies par le Bureau d'information politique tendent à
montrer que les policiers ont cherché avec cette opération à impliquer
le PCR, et en particulier le militant Patrice Legendre, dans trois
incidents antérieurs dont l'un survenu l'an dernier à Trois-Rivières
alors qu'un engin explosif a fait voler en éclats les portes du centre
de recrutement des Forces canadiennes. Cet acte avait été revendiqué par
un groupe appelé «Résistance internationaliste» et jusqu'à présent, la
police n'a pas réussi à élucider cet événement.
Curieuse coïncidence,
le lendemain des arrestations de Montréal, l'équipe intégrée sur la
sécurité nationale installait pour trois jours un poste de commandement
à Trois-Rivières, face au centre de recrutement, afin, ont-ils dit, _«de
récolter de nouvelles informations et valider des pistes qualifiées de
"très sérieuses"»_. Nous savons que les policiers ont alors présenté des
photos des quatre personnes arrêtées le 29 juin à la population de
Trois-Rivières en espérant trouver quelqu'un qui les impliquerait d'une
manière ou d'une autre.
L'opération du 29 juin ne tient pas du hasard.
Elle s'inscrit dans un contexte où l'État bourgeois canadien est à
l'offensive pour criminaliser la lutte politique et en particulier, les
militantes et les militants qui y participent. On n'a qu'à penser au
sommet du G20 en juin 2010 à Toronto, où plus d'un millier de personnes
ont été arrêtées illégalement. Au cours des dernières années, des
douzaines de militantes et de militants, dont certains du PCR, ont été
l'objet de harcèlement à leur domicile et sur leur lieu de travail, de
la part de cette fameuse «équipe intégrée».
Le Parti communiste
révolutionnaire condamne vigoureusement cette lâche opération menée
essentiellement pour des raisons politiques et vouée à l'échec, qui se
retournera inévitablement contre ceux qui l'ont planifiée. Le PCR compte
mener une campagne active pour dénoncer ces arrestations et obtenir la
libération totale et inconditionnelle des personnes arrêtées. Il
remercie déjà les nombreux groupes et individus qui ont manifesté leur
indignation et leur solidarité à la suite de l'opération du 29 juin.
DÉNONÇONS L'INTIMIDATION POLITIQUE! DÉFENDONS NOTRE DROIT DE LUTTER
CONTRE LA BOURGEOISIE ET SON ÉTAT! LA SOLIDARITÉ EST NOTRE ARME!
Le
Bureau d'information politique du PCR
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