domenica 17 luglio 2011
pc 17 luglio - Genova per noi
Il decennale del G8 non è né solo la commemorazione di Carlo Giuliani, né solo la celebrazione di una grande giornata internazionale e internazionalista di lotta contro la globalizzazione imperialista, ma chi non ricorda i propri caduti e non celebra le proprie battaglie e non ne valuta il valore storico e di lezione, è ideologicamente e politicamente un opportunista, un movimentista e politicamente un idiota.
Questa è stata di fatto la posizione di una parte rilevante del gruppi e organizzazioni comuniste rivoluzionarie e di settori del movimento antagonista in questa occasione. Occorreva invece, come abbiamo indicato da sempre e hanno sostenuto in un proprio appello i giovani di Red Block, costruire una tre giorni alternativa al ceto politico e ai notabili dell'ex-socialForum.
In questi tre giorni avremmo dovuto discutere di
- stato del movimento rivoluzionario a 10 anni dal G8, su scala nazionale e internazionale, per rivendicare le ragioni giuste di quella battaglia e rilanciarle oggi che sono più valide di prima alla luce della crisi della globalizzazione imperialista e dell'estendersi e amplificarsi delle rivolte proletarie e dei popoli oppressi di tutto il mondo.
- le “nuove Genova” che vi sono state, sia dal lato dello Stato di polizia che da quello delle giornate di ribellione, dal 14 dicembre a Val Susa, raccogliendo e dando voce alle espressioni più radicali e antagoniste dei movimenti.
- tutti i caduti della lotta rivoluzionaria, tutti i compagni nelle prigioni dell'imperialismo e rivendicato la giustezza storica e pratica della violenza rivoluzionaria delle masse che oggi vuol dire rivolta proletaria, giovanile e sociale contro il governo Berlusconi, lo Stato di polizia, il moderno fascismo, contro ogni governo dei padroni, per aprire la prospettiva della rivoluzione proletaria nel nostro paese e della/e organizzazione/i necessarie a questo obiettivo.
La tre giorni avrebbe dovuto avere come conclusione un corteo alternativo, il più di massa possibile, che imponesse allo Stato e a tutte le realtà riformiste il diritto di manifestare laddove Genova ha segnato le sue pagine più significative:
..Bolzaneto, scuola Diaz, via Tolemaide, p.zza Alimonda...
Per capire quanto sia stata arretrata la posizione dell'insieme del movimento antagonista e rivoluzionario basta il fatto che questa tre giorni e questo corteo alternativi non ci saranno.
Non ha senso accettare il programma ufficiale.
Proletari comunisti non aderisce al corteo ufficiale.
Non può bastare una pratica di focolai di ”disturbo” che pur speriamo che ci siano e a cui daremo il nostro sostegno.
Naturalmente non essendoci una tre giorni e corteo alternativi, puntiamo su una presenza ristretta ma rappresentativa dei compagni e delle compagne, proletari e giovani che nelle città in cui siamo presenti organizzano, sono alla testa e dirigono lotte e battaglie significative, da Taranto a Palermo, da Bergamo a Ravenna, a Torino...
Ci rivolgeremo a tutti i manifestanti con gli strumenti necessari per portare le parole d'ordini, i temi di discussione che avremmo voluto porre, con unità, confronto con tutto il movimento proletario, antagonista, rivoluzionario.
Anche se questa Genova 2011 non lo è, esiste la necessità che un appuntamento di questo tipo venga costruito, oltre queste giornate di Genova. Il lavoro per questo invece che finire a Genova 2011, comincia da qua.
Da Genova 2001 a Genova 2011. è giusto ribellarsi!
proletari comunisti-PCm-Italia
17 luglio 2011
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