mercoledì 8 giugno 2011
pc 8 giugno - comunicato del CC PCI maoista - india
Comunicato Stampa (4 giugno 2011)
Il dispiegamento dell’Esercito in nome delle scuole di addestramento mette in pericolo l'esistenza stessa degli aborigeni e degli abitanti del Bastar!
La foresta appartiene al popolo indigeno (Mulvasis) - Il governo non ha alcun diritto nemmeno su un centimetro di essa!
Esercito indiano TORNA INDIETRO - Non uccidere i tuoi stessi cittadini!
Mentre i contadini adivasi del Bastar si stanno preparando per l’arrivo dei monsoni dissodando le terre in modo che possano nutrire i loro bambini e le famiglie durante tutto l'anno – in modo a loro sconosciuto, in silenzio e furtivamente i governi centrali e statali hanno completato i preparativi per un altro tipo di monsoni. Questi 'monsoni' non scaricano pioggia fatta di goccioline d'acqua, ma proiettili e granate, razzi e palle di cannone e irrigherebbero le loro terre con il sangue di bambini, donne e uomini - giovani e vecchi. Questi 'monsoni' promettono una pace permanente e prosperità. E sarebbe la pace – quanto può esserla quella di un cimitero e lunga tutta una vita giunta al termine. Naturalmente, la prosperità ci sarebbe - per gli imperialisti, i loro lacchè - le classi dirigenti dell’India, gli avvoltoi delle aziende, gli squali delle multinazionali, la grande famiglia indiana allargata della borghesia burocratico-compradora, e cioè i primi ministri e i ministri, MLAs, parlamentari, IAS, IPS, IFS, [vari tipi di impieghi burocratici] burocrati ecc. che ora potrebbero mettere le mani avide sull’immensa ricchezza sepolta sotto questo cimitero.
Il ministero dell’interno dice che vuole “ripulire, mantenere e costruire” nelle “aree maoiste.” Nel nostro paese le parole hanno da tempo cessato di avere il loro significato originario, per il quale sono state create all’origine. Ecco il nuovo vocabolario “ripulire” significa massacri, rastrellamento o completa distruzione di tutto, “mantenere” significa una guerra di occupazione e “costruire” significa rapina assoluta di risorse popolari. Tutto questo in ultima analisi significa ridurre tutta l’esistenza del popolo a schiavo con la resa assoluta ai padroni di schiavi imperialisti e questo ha la sua propria parola - 'sviluppo'. E non sono solo parole, anche le istituzioni hanno cambiato i loro 'presunti doveri' nel nostro paese (all’interno dei loro 'compiti reali' per i quali sono stati creati, in effetti) - il governo non si occupa del benessere del popolo - si piega all'indietro e striscia sulle quattro zampe per proteggere gli interessi di coloro che li sfruttano; la magistratura non tutela i diritti del popolo - mostra mirabile destrezza nel trovare modi per negarglieli; la polizia pensa di essere la 'legge' e che 'dare ordini in giro' significa ripristinarli; e l'esercito indiano con acume impeccabile scova 'nemici' nelle capanne fatiscenti dei poveri adivasi, nei granai vuoti dei contadini in bancarotta o nei bastis dei lavoratori puzzolenti e, naturalmente, in ogni nascosto angolo del Kashmir e del Nord-Est.
Nella prima settimana di giugno, una colonna forte di un migliaio di uomini dai tacchi di ferro marciava a suo modo verso il Bastar – in tutta la sua fisicità. Perché l'esercito indiano è stato con il fiato sul collo del popolo del Bastar in molti modi indiretti da quasi un decennio. È stato parte integrante di tutte le operazioni controinsurrezionali formulate contro i maoisti ed ha addestrato i mercenari che fanno quel lavoro a centinaia. Nella sola Narayanpur il terreno da assegnare all’esercito (scuola di addestramento) ammonta a 750 km quadrati mentre si parla di tre scuole di formazione e in tre distretti (Narayanpur, Bastar e Bilaspur). E qui non si contano le precedenti assegnazioni all’esercito e alle forze aeree.
'Oh, no, non ci fraintendete, tutto questo è solo per la scuola di addestramento, l'esercito non effettuerà operazioni contro i maoisti, è solo per guadagnare un vantaggio psicologico sui maoisti, per dire loro - 'guardate che c’è un leone seduto davanti alla vostra porta!' dice l'esercito. E per favore – possono gli umili cittadini chiedere a Sua Eccellenza il signor Manmohan a cosa serve questo “addestramento” dato che è lui che con grande intuizione ha scoperto che i maoisti sono la più grande minaccia alla sicurezza interna? Chi stai cercando di ingannare? Solo uno sciocco potrebbe credere che questo leone stia seduto a ruggire invece di saltarci addosso. Non dimenticate, questo è un mostro in agguato, che ha assaggiato il sangue umano in Kashmir e nel Nord-Est. Cerchiamo di essere molto chiari – questo addestramento non è altro che la formazione anti-insurrezionale 'per combattere la guerriglia al modo della guerriglia'. Incapace di contenere la resistenza armata dei popoli più svantaggiati dell'India centrale e orientale attraverso le loro forze di polizia e paramilitari, le classi dirigenti del nostro paese hanno ora trasformato l'esercito che essi hanno 'allevato' proprio per tali scopi (leggi per le guerre contro i popoli). Qual è la necessità di un'altra 'scuola di formazione' quando ce ne sono già tante? E ancora più importante, perché nell’India centrale?
E 'chiaro come il sole - è senza dubbio una scuola di addestramento, ma non si ferma con l’addestramento, non appena finisce un gruppo di addestramento sarà pronto con i suoi stivali e caschi, pistole e granate a essere spedito alla sua destinazione per combattere i maoisti, e non solo per il Chhattisgarh, ma anche per il Maharashtra, Bihar, Jharkhand, Madhya Pradesh, Western Ghats, West Bengala, Odisha e, ultimo ma non meno importante Andhra Pradesh. Questo spiega la posizione di esso.
Seguendo la politica di 'drenare l'acqua per catturare i pesci', i governi centrali e statali, con la stretta guida dei loro mentori – gli imperialisti USA – stanno applicando la strategia della 'Low Intensity Conflict' (LIC) [Guerra di bassa intensità], applicandolo in modo 'creativo' alle condizioni concrete dell’India. Questo può essere fatto in 'forme indigene' - in preparazione per il dispiegamento dell’esercito e il 'drenaggio dell'acqua' – adesso che gli adivasi Maad non riescono più a comprare il riso da nessuna parte vicino le loro abitazioni. Essi lo ottengono solo dalle città (e solo in quantità tali in modo che i maoisti non ottengano riso da loro) da negozi che sono in realtà campi di polizia. Anche le scuole omonime dei borghi vengono spostate dagli edifici di creta sulla strada e che esistono con quel nome che invece è ad almeno 6-10 km. La prossima mossa dell'esercito sarà quella di intervenire e 'ripulire' la foresta di tutti gli abitanti e spingerli fuori verso villaggi strategici che sono un eufemismo per campi di concentramento. Al livello superiore, i recenti esercizi di scambi tra classi dirigenti indiane e statunitensi per 'aiutarsi a vicenda' nella sicurezza interna sono stati fatti in preparazione della fase più crudele di questa guerra contro i popoli - la Fase Due dell’Operazione Green Hunt come viene chiamata.
Nessun popolo in questo mondo senza una terra da rivendicare come propria potrebbe dare battaglia contro i propri nemici. Le classi dirigenti sanno questa verità più di chiunque altro e questo è esattamente ciò che intendono fare. In nome delle scuole di formazione occupano migliaia di chilometri quadrati di terreno e in nome di villaggi strategici fanno diventare gli abitanti della foresta e gli adivasi dei senza tetto mentre tutti sanno che la foresta E’ la loro casa. Così, i rivoluzionari, i democratici, attivisti dei diritti civili e in particolare le organizzazioni adivasi devono scoprire l'intero complotto dietro la cortina fumogena delle scuole di addestramento dell'esercito. È la necessità del momento quella di affermare a voce alta che Jal, Jungle e Jameen [Acqua foresta e terra] appartengono al popolo indigeno (Mulvasis) del Bastar, che rappresentano alcuni tra i più antichi abitanti del mondo e ai Mulvasis dell'India centrale e orientale.
È vero, il governo deve rispondere circa l'acquisizione di terreni, mentre getta al vento tutte le leggi e i regolamenti che ha promulgato per le zone adivasi (5° censimento, PESA, Legge sulle foreste ecc.). Pur ponendo una domanda diretta circa il fatto che non seguono nemmeno le proprie leggi, si deve stare attenti a non dare legittimità all’occupazione della foresta anche 'se segue le sue regole'. In realtà, c’è una cospirazione in atto in nome della legge sull’acquisizione della terra per consegnare la terra dei contadini in modo “legale” alle imprese. Non sarebbe un trasferimento pacifico della terra da una mano all'altra, ma resterebbe una mera legge sul furto della terra che non si potrebbe mai realizzare senza lo spargimento del sangue dei contadini e senza distruggere i loro mezzi di sostentamento. La prima cosa più importante da fare è dichiarare che la foresta appartiene ai Mulvasis e che essi non hanno nessun 'fratello maggiore’ chiamato “governo”con cui dovrebbe dividerlo!
Come il nostro partito ha sempre detto e come anche tutti i veri democratici stanno denunciando - tutte queste operazioni caccia verde e politiche di ripulisci-mantieni-costruisci hanno lo scopo di saccheggiare l’immensa ricchezza di minerali e di altre risorse naturali nell'India centrale ed orientale. E per questo a loro non importa se una intera comunità o una civiltà viene spazzata via; sarebbe solo un 'danno collaterale', come insegnava il loro ex capo 'Bush' o il loro padrone attuale 'Obama'.
Il Comitato centrale del PCI (Maoista) invita il popolo del Bastar e Chhattisgarh a combattere l'esercito indiano, come hanno combattuto le forze di polizia, bande paramilitari e vigilantes del Salwa Judum per proteggere le loro vite e i loro mezzi di sostentamento, per assicurare il futuro dei loro figli e per salvare la loro madre forsta e una delle più antiche culture di questo mondo di cui sono gli eredi orgogliosi.
Lasciate che gli slogan – la Foresta appartiene ai Mulvasis - Non un centimetro di essa ai Sonia-Manmohan-Chidambaram e Raman Singhs, non ai succhiatori di sangue e ladri di terra mascherati da primi ministri e ministri, non alle multinazionali, no agli squali delle aziende indiane, non alle mafie delle miniere - risuonino in ogni angolo dell'India centrale e orientale. Mobilitarsi fino all'ultimo membro della famiglia - bambini ed anziani, giovani e vecchi, uomini e donne con lo slogan – Esercito indiano torna indietro, non uccidere i tuoi stessi cittadini.
Abbiamo visto molte offensive, ma questa nuova offensiva con l'esercito mette in grave pericolo l'esistenza stessa degli aborigeni e abitanti delle foreste dell'India centrale e orientale. È una questione di vita o di morte. Se li lasciamo prevalere, le conseguenze sarebbero terribili e possono portare a molti decenni di anni bui. Sacrifici e atti di coraggio non sono nuove per noi. Si tratta di una caratteristica specifica della nostra storia di lotta contro il dominio coloniale che la più coerente, continua, militante lotta armata contro i colonialisti inglesi è stata condotta dagli adivasi di questo paese. E alcuni dei capitoli più gloriosi di essa appartengono agli adivasi di Santhals e Bastar durante le ribellioni di Santhal e Mahan Bhumkal del 1910 rispettivamente. È questa eredità di lotta dei nostri padri e madri che adesso dobbiamo evocare se dobbiamo salvare tutto ciò che è prezioso per noi, tutto ciò che è caro al nostro cuore - tutto ciò che ci fa respirare liberamente. Cerchiamo quindi di combattere i nemici del popolo fino alla fine. Cerchiamo di combattere tutto ciò che tenta di ridurre noi ad una vita di schiavitù in nome dello 'sviluppo'.
Facciamo appello a tutte le organizzazioni rivoluzionarie, democratiche e patriottiche, e in particolare alle organizzazioni Adivasi in India e all'estero, ad alzare la voce contro l'impiego dell'esercito nell’India centrale e orientale, e fare tutto quanto possibile per smascherare, combattere e fermare questa guerra del governo indiano contro i propri cittadini.
(Abhay)
Portavoce,
Comitato Centrale,
PCI (Maoista)
Nessun commento:
Posta un commento