lunedì 18 aprile 2011
pc 18 aprile - red block e la guerra in libia
il movimento contro la guerra dei “senza se e senza ma” per come lo conoscevamo oggi non esiste più per differenti motivi.
Innanzitutto certi settori pacifisti che ieri non erano presenti al corteo si sono bevuti la tesi che la risoluzione onu “aiuta” gli insorti e che gli insorti hanno chiesto la no fly zone e quindi non si tratta di aggressione militare.
Secondariamente in questi anni i movimenti sociali, principalmente quelli studenteschi del 2008 e 2010 hanno prodotto nuovi sogetti auto organizzati e slegati dalla sinistra ufficiale sia nelle pratiche che nelle idee, che ieri sono scesi in piazza.
L’aspetto negativo è che nel complesso il movimento attuale contro la guerra è meno di massa e sta ai soggetti qui presenti lavorare per farlo crescere ed espandere.
L’aspetto positivo è che al di la dei numeri questo movimento anche nelle posizioni che esprime è meno generico e vago, parte con un’analisi che supera il mero pacifismo, ma si pone l’obiettivo di un’analisi concreta della vicenda per dare le risposte più appropriate e che servono realmente per combattere la guerra.
l’equazione imperialismo=USA è errata, l’imperialismo a nostro avviso non è mai stato unipolare come la teoria dell’impero di toni negri ad esempio hanno detto. I paesi imperialisti e le loro borghesie hanno interessi che a volte convergono e altre volte divergono tra di loro. Andando all’ultima aggressione militare in libia assistiamo all’interventismo di alcune potenze imperialiste innanzitutto francia, Gran Bretagna,Usa e Germania desiderose di accrescere i propri profitti in quell’area nonché accelerare la penetrazione in nord africa in contesto più ampiamente africano dove ultimamente il capitale cinese è sempre più preponderante, all’italia che è passata da un primo momento d’incertezza da un lato per garantire i profitti derivanti dai contratti italo-libici dall’altro per motivi ideologici riconducibili alla lega e alla paura “dell’invasione dei profughi”.
Altre potenze imperialiste come la russia si sono schierate contro l’intervento militare.
Sicuramente il mutamento della situazione geopolitica nell’area in primis in tunisia ed egitto hanno favorito oggettivamente l’intervento imperialista che noi però non definiremmo con tanta sicurezza “improvvisato” i capitali francesi, inglesi non vedevano l’ora che si verificasse una tale situazione “destabilizzata” in libia per poter penetrare militarmente e poi aprire la strada in un secondo momento alle proprie imprese. Così anche gli usa che pur non avendo un ruolo predominante nella coalizione degli aggressori non aspettava altro per poter attaccare un ex “stato canaglia”.
Pur condannando politicamente Gheddafi in quanto nemico del suo popolo e lacchè dell’imperialismo principalmente italiano rendendosi complice della morte di centinaia di migliaia di migranti africani e utilizzando gli stessi metodi che noi nel nostro paese conosciamo bene come i lager chiamati cie, sicuramente la libia intralciava i piani del capitale usa, francese e tedesco.
Queste condizioni di lungo periodo unitesi a quelle del passato recente ovvero alle rivolte scoppiate a dicembre dello scorso anno nel maghreb e nel mashrek hanno fatto riscaldare i motori delle macchine belliche dei paesi imperialisti in prima fila nell’aggressione.
Il ruolo dell’italia
Il ruolo dell’imperialismo italiano nell’aggressione militare in libia, nonostante il tentennamento iniziale, risulta essere in prima linea. Anche qui bisogna sfatare il mito dell’imperialismo italiano servile di quello usa, più chiaramente in questa guerra si evince che il polo imperialista ue e alcuni suoi stati membri agiscono sganciati e in piena autonomia da quello usa pur coprendosi dai vessilli di organizzazioni internazionali come onu e nato che per intenderci sono comunque sempre state al servizio dell’imperialismo in generale.
Il ruolo dell’imperialismo italiano in questa guerra così come precedentemente negli interventi in jugoslavia,Afghanistan, irak, libano, somalia ecc sfata ancora una volta il mito dell’imperialismo straccione diffuso ancora oggi in certi settori del movimento che appunto ragionano ancora nella logica dell’impero e dell’italia come mera provincia al servizio di esso.
Red block palermo
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