giovedì 14 aprile 2011
pc 14 aprile - il nostro dolore non va in prescrizione- la protesta dei familiari delle vittime di Viareggio
La rabbia dei familiari delle vittimeNumerose associazioni e comitati che hanno manifestato in piazza Montecitorio. Slogan, striscioni, appelli. E tanti cartelli con i volti delle vittime de L'Aquila, della tragedia di Viareggio, della Moby Prince. Poi la richiesta: "Continuate la protesta con noi"
ROMA - Emanuela, Claudio, Luca. Stefania e Lorenzo, Nadia. Mouhamed, Davide, Andrea. Quando, durante il sit-in in piazza Montecitorio, i familiari delle vittime iniziano a leggere i nomi dei loro cari, non si muove più nulla. Quasi non si respira più. Tutti raccolti, tutti rapiti da quell'elenco di nomi che va avanti per più di 15 minuti. Vite interrotte dal terremoto de L'Aquila, dall'incidente ferroviario di Viareggio, dal rogo della Moby Prince. Vittime che a causa delle norme su processo e prescrizione breve, rischiano di restare senza giustizia. I cartelli, gli slogan, sono tanti. Il senso, sempre lo stesso: "Pur di approvare il salvacondotto giudiziario per Silvio Berlusconi, si passa sopra il dolore e la legittima richiesta di giustizia di molti".
"Il nostro dolore non va in prescrizione. Che paese è questo? Un paese i cui rappresentati sono in grado di approvare queste norme, non è un paese democratico". Domande che passano di bocca in bocca. E che danno vita a un coro di dissenso che punta il dito contro la maggioranza parlamentare. C'è chi indossa cartelli con i volti dei familiari che ha perso.
. "Non è possibile, non ce la facciamo più. Ci hanno riempito di bugie, hanno promesso che fare giustizia era una delle loro priorità. E invece sacrificano tutto sull'altare del sultano". Parole dure, condivise.
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