venerdì 11 marzo 2011
pc quotidiano 11 marzo - LA CGIL (E LA FIOM?) CONTRO LO SCIOPERO DELLE DONNE
Alla Fiat Sata di Melfi l'8 marzo vi è stato un riuscito presidio delle lavoratrici, disoccupate di Taranto del Mfpr, con volantinaggio, megafono, raccolta firme, con importanti discussioni con le operaie - alcune hanno portato anche all'interno i moduli per firmare l'appello per uno sciopero delle donne. Una iniziativa assolutamente nuova, in netta contrapposizione al silenzio o alle ipocrite mimose, e importante soprattutto in questa fase di attacco pesante ai diritti e alle dignità delle operaie da parte del piano Marchionne, che si prepara in questo mese a ridurre le pause e aumentare i ritmi, e da parte del governo del magnaccia Berlusconi. Ma importante anche per affermare il punto di vista, il protagonismo delle donne, la ricchezza della lotta delle donne contro e all'interno della sottovalutazione operaista, economicista e di fatto maschilista presente anche nel movimento sindacale e operaio.
Ma l'8 è avvenuto anche altro. Nei giorni precedenti alcune operaie della Fiom avevano chiesto alla segreteria di organizzare insieme alle lavoratrici del Mfpr il presidio dell'8 marzo. La risposta è stata: NO. Con motivazioni insussistenti: “tra le operaie c'è paura per il clima alla Fiat, c'è sfiducia” (diventando di fatto, la stessa Fiom, un fattore di cristallizzazione della paura, e non di contrasto del ricatto seminato da azienda, capi e sindacati padronali); “parlare di sciopero non è opportuno” (benchè fosse chiaro che non di sciopero l'8 marzo o il giorno dopo si trattava); fino a dire che “le operaie si disinteressano delle questioni legate alla loro doppia condizione di operaie/donne” (fatto assolutamente non vero, bastava sentire quello che hanno raccontato e denunciato le operaie).
Poi a fronte del fatto che il presidio del MFPR si faceva comunque, la Cgil è intervenuta direttamente, per fare un'azione preventiva di contrapposizione, di dissuasione tra le operaie, dando un suo volantino, e mandando una funzionaria che in maniera burocratica ha detto alle lavoratrici del Mfpr che era contrarissima allo sciopero delle donne perchè divideva le forze degli operai... e la mobilitazione generale (!?). Ma di quale divisione parlasse ce lo hanno spiegato alcune operaie: il problema era l'unità dei sindacati, non l'unità tra lavoratrici e tra lavoratori (vale a dire l'unità con cisl, uil, fismic, discorso che sempre sposta a destra le posizioni della Fiom).
Una manovra preventiva, però, non riuscita, visto che mentre tutte le operaie si conservavano il volantino sullo “sciopero delle donne”, molte hanno lasciato a terra quello della Cgil, e decine di operaie sono venute a firmare l'appello per lo sciopero delle donne.
Lo stesso volantino della Cgil - all'insegna dello spirito nazional/patriottico (“nell'anno in cui si celebra il 150esimo anniversario dell'unità d'Italia....” ) era di fatto una vergognosa contrapposizione al protagonismo di lotta delle lavoratrici per affermare una ennesima delega/richiesta alle Istituzioni di alcune rivendicazioni su occupazione femminile (= incentivi alle imprese), maternità, conciliazione famiglia-lavoro; rivendicazioni che, così come sono presentate dalla Cgil, le istituzioni e lo stesso governo non hanno grandi difficoltà a mettere in cantiere (vedi l'accordo comune firmato al Ministero del lavoro e sottoscritto anche dalla Cgil), mentre contemporaneamente padroni, governo, Stato peggiorano la condizione generale di doppio sfruttamento e oppressione delle donne.
Stesso atteggiamento ha avuto la Cgil a Palermo, dove al mattino vi è stata una combattiva manifestazione di precarie, lavoratrici della scuola, disoccupate, delle compagne del Mfpr, che ha trovato un larghissimo sostegno tra le donne dei quartieri popolari attraversati, proprio sulla questione della ribellione e lotta delle donne e della necessità di uno sciopero totale delle donne .
Qui donne della Cgil, insieme ad altri collettivi femministi hanno fatto una iniziativa serale all'insegna, invece, di una sorta di parola d'ordine: manifestare “per” e non “contro”; “battere le mani, non lottare contro Berlusconi, maschilismo, ecc.”. Con una esaltazione esistenziale assolutamente fuori luogo. Riportiamo dal volantino distribuito, perchè dice più di tante nostre parole : “... ogni manifestazione riempie i partecipanti di un’energia che solo tutti uniti si può provare. Quest’energia è straordinariamente potente, in grado di distruggere come di creare: noi vorremmo inondare noi stessi e tutti quanti di un’emozione che ormai si prova raramente, quella di riconoscere di essere vivi e vitali. Ognuno di noi sa che battere le mani insieme ad altri procura un senso di esaltazione che si accresce via via: batterle per strada, senza gridare nulla, in nome della Pace, senza distinzioni sessiste, susciterà un’immensa emozione, un’onda di bellezza contagiosa.
Non vogliamo contaminare la nostra energia gridando slogan contro Berlusconi, né contro il maschilismo o qualunque altra cosa ci imprigioni. L’idea è quella di proporre una visione pulita, nuova, aperta al cambiamento, alle immense potenzialità che in ognuno sono sul punto di tracimare..” - No comment!
Che bisogno c'è di uno sciopero delle donne? Nessuno! Basta per le donne della Cgil e qualche femminista “inondare di emozioni”...
Ma per concludere in bellezza, l'8 marzo non poteva mancare la segretaria della Cgil, Camusso, che in sintonia con i suoi compagni Fassino, parlamentari del PD, e in perfetta sintonia con il Presidente della Repubblica, chiede “alla politica il 50% della rappresentanza per le donne”, mostrando ancora una volta dove vuole far andare a parare anche la grande mobilitazione delle donne del 13 febbraio, con le manifestazioni dell'8 marzo, per non parlare delle lotte delle operaie Fiat, delle lavoratrici, dall'Omsa alla Tacconi Sud (per citare quelle più recenti), delle proteste delle tante lavoratrici precarie, delle disoccupate del sud, delle donne dei quartieri a rischio, ecc., delle insegnanti, delle studentesse, ecc.:
una bella rappresentanza delle donne alle elezioni per dare qualche posto di potere, in imprese, parlamento, istituzioni, ad alcune, pochissime donne in questo sistema sociale, mentre la maggioranza delle donne continua come e peggio di prima.
Per questo le donne stanno lottando?!
E' chiaro che per questa prospettiva, non solo non serve uno sciopero delle donne, ma va contrastato, perchè rischia di mobilitare le donne più sfruttate e oppresse che per la doppie catene e la doppia determinazione che hanno, si sa quando cominciano ma non si sa come continuano...
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