giovedì 3 febbraio 2011
pc quotidiano 3 febbraio - Milano - corteo di solidarietà con la rivolta in Egitto
ALCUNE NECESSARIE RIFLESSIONI SULLA “NON MOBILITAZIONE” DEGLI IMMIGRATI EGIZIANI IN QUEL DI MILANO
Viste le notizie che arrivavano dal Cairo, ovvero la teppaglia sbirresca, camuffata da sostenitori, scagliata dal despota Mubarak contro il popolo in rivolta, vista questa situazione era “prevedibile” che le centinaia di immigrati milanesi si
ritrovassero in via Porpora per protestare contro il Consolato egiziano. Era prevedibile ma non è stato così.
In un angolo di Piazzale Loreto una ventina di immigrati con alcune bandiere dell’Egitto e cartelli con su scritto “Mubarak assassino, Mubarak via via” e altri in arabo che, dopo la loro traduzione, dicevano “il popolo vuole che questo regime se ne vada” e via di questo passo. Ma le stranezze e il clima quasi surreale non finiscono qui. Appena arrivati si avvicina un ragazzo egiziano e vuole vedere che bandiera è, ma dice anche “è della Cub?”. Dopo aver mostrato che la bandiera era la stessa dei giorni precedenti e che per loro non c’erano problemi, abbiamo voluto approfondire, anche se davamo per scontate le risposte.
I fatti erano semplici: da un lato non c’era l’autorizzazione, “garantita” dalla Cub, mentre nei giorni precedenti la stessa aveva detto che avrebbe appoggiato una sorta di presidio permanente, ed ha fatto richiesta per un presidio per venerdì. Mubarak scatena le sue truppe assassine e loro scappano; la seconda è stata la conferma che c’erano state pressioni presso le varie anime della comunità egiziana, e, anche se non hanno fatto manifesti di “rivendicazione”, è facile prevedere da parte di chi. Erano lì i tanti digossini che appena arrivava qualche faccia indigena entravano in fibrillazione.
A conferma di questa ipotesi, mentre gli immigrati lanciavano gli slogan “Mubarak assassino” “per l’Egitto libertà” ecc. si materializzava, guarda caso arrivando da via Porpora dove ha sede il consolato, un tizio che iniziava a dire “che non c’era necessità di protestare, che Mubarak nella notte aveva detto che ci sarebbe stata la transizione”, suscitando la rabbiosa reazione di alcuni immigrati, che lo volevano letteralmente linciare. A fatica i più determinati sono stati convinti a non cadere nella provocazione, talmente palese che un digotto si avvicinava nella zona calda
chiedendo, facendo finta di cadere dalle nuvole, “cosa è successo” ricevendo la nostra risposta “tenete lontani i provocatori che conoscete bene”. Sciolti gli attimi di tensione ci siamo messi a lanciare i loro slogan sino al punto che ci invitavano a farlo noi.
Slogan semplici, prima in arabo (difficile farlo) poi in italiano che riflettevano i sentimenti e le aspirazioni del popolo egiziano: “per l’Egitto siamo qua, noi vogliamo libertà” “siamo quà tutti i giorni siamo qua” “Mubarak assassino”, ma anche slogan che mostravano la religiosità del popolo che altra cosa delle religioni come “siamo qua musulmani e cristiani, tutti e due egiziani”. Ma non solo gli slogan fatti insieme, ma richieste del tipo, “avete un asta in più per mettere la mia bandiera” “dove posso comprare la bandiera egiziana”, ma anche dargli una mano a scrivere cartelli e prestargli il nastro per sostenere una bandiera. Un clima fraterno che si è concretizzato con ringraziamenti, abbracci e baci, anche sulla testa come usano fare. Questo clima è stato un ulteriore segnale di fibrillazione per la Digos. Niente di nuovo, solo il loro “lavoro” di “individuare” temi utili a costruire i loro teoremi.
Circolo proletari comunisti Milano
03-02-011
Venerdì pomeriggio alle 14.30, da piazzale Loreto a piazza Duomo, nuova manifestazione del Comitato Emigrati Egiziani in Italia insieme alla Confederazione Unitaria di Base.
Una mobilitazione a sostegno della protesta che sta portando alla conclusione della reggenza del presidente-faraone Mubarak, dopo i massacri dei scorsi giorni ai danni della popolazione civile.
Un altro appuntamento di una lotta per il lavoro, la libertà e la dignità, compiuta dal Comitato Immigrati Egiziani in Italia insieme alla CUB, che persiste nella condanna delle violenze del governo egiziano e della complicità dei governi occidentali, con un appello a tutti i lavoratori, immigrati e italiani, a sostenere le mobilitazioni in Egitto e le manifestazioni in Italia.
Con concentramento in piazzale Loreto, il corteo proseguirà in corso Buenos Aires, porta Venezia, corso Venezia, via Palestro, piazza San Babila, corso Europa, piazza Fontana, via Arcivescovado fino in piazza Duomo, con conclusivo comizio finale.
Milano, 3 febbraio 2011.
Nessun commento:
Posta un commento