Eugenio Scognamiglio, delegato RSU FIOM della Maserati di Modena, licenziato
ingiustamente, reintegrato dal giudice, ma costretto dall'azienda a restare
fuori dalla fabbrica. La storia è sempre la stessa: per la FIAT la Costituzione
non esiste e la sentenza di un giudice vale meno che niente.
Eugenio sono mesi che combatte con questa pesantissima condizione. L'altro
ieri ha minacciato di buttarsi giù dal tetto della fabbrica.
Facciamolo sentire meno solo.
Per inviare messaggi di solidarietà: Fax Fiom Modena: 059/583350
Un abbraccio Eliana
Vi giro il comunicato con cui i suoi compagni spiegano la vicenda:
SOLIDARIETÀ AD EUGENIO SCOGNAMIGLIO
RSU FIOM MASERATI LICENZIATO POLITICO
Ieri mattina, Eugenio Scognamiglio, Rsu Fiom della Maserati di Modena nonché
licenziato politico ha compiuto un gesto dimostrativo estremo. Dato che,
nonostante il giudice gli abbia riconosciuto il diritto ad essere reintegrato
sul posto di lavoro, la Maserati gli nega tale diritto, Eugenio ha deciso di
salire sul tetto della Maserati, minacciando di buttarsi di sotto se non fosse
stato rimesso a lavorare. Dopo un'ora di tensioni e trattative Eugenio è sceso
ed è stato condotto da un operatore del 118 all'ospedale. È bene che si sappia
che Eugenio, esattamente come i delegati licenziati a Melfi, percepisce lo
stipendio ma non lavora e questa è l'umiliazione più grande. Essere colpiti
nella propria dignità di operaio. Questo è il vero volto della Fiat al di là di
ogni ipocrisia. Ridurre un operaio ad una disperazione tale da minacciare di
togliersi la vita perchè non gli vengono riconosciuti i propri diritti. La
Direzione Aziendale Maserati è la responsabile morale unica di questa
situazione! Si vuole colpire ed umiliare chiunque decida di alzare la testa,
esattamente come ha fatto Eugenio a dicembre del 2008 quando guidò uno sciopero
di 5 giorni in Maserati contro il licenziamento di 112 precari.
È ora che tutti i lavoratori alzino la testa, è ora di dire basta a questi
continui soprusi e vessazioni che padroni e governo stanno imponendo alla
classe operaia di questo paese. I compagni di Eugenio gli sono vicini.
Chiediamo a tutti i lavoratori di questo paese di fare altrettanto.
Mandate fax di solidarietà ai seguenti indirizzi:
Fax Maserati: 059/222867
Fax Fiom Modena: 059/583350
I compagni di Eugenio
sabato 23 ottobre 2010
pc quotidiano 23 ottobre - è morto Rosario D'alessandro un portavoce della lotta per il lavoro a napoli- un saluto militante
I MOVIMENTI AREA NORD ( scampia vela gialla---idea nord miano) HANNO APPRESO CON ESTREMO DOLORE LA PREMATURA SCOMPARSA DI ROSARIO D' ALESSANDRO , PORTAVOCE DEL MOVIMENTO CENTRO STORICO , COMPAGNO ESEMPLARE NELLA STRENUANTE LOTTA X IL LAVORO, MA SOPRATUTTO UOMO DI GRANDE UMILTA' . TUTTO IL NOSTRO CORDOGLIO VA ALLA FAMIGLIA DI ROSARIO, E' CON GRANDE CONVINZIONE CHE DICIAMO CHE IL NOME DI ROSARIO RESTERA' PER SEMPRE IMPRESSO NELLA STORIA DEI MOVIMENTI DI LOTTA NAPOLETANI MA SOPRATUTTO RESTERA' INDELEBILMENTE NEI NOSTRI CUORI E' NEI CUORI DI QUEI DISOCCUPATI CHE L' HANNO CONOSCIUTO....CIAO ROSARIO DOLCE COMPAGNO
da indymedianapoli
da indymedianapoli
pc quotidiano 23 ottobre - ancora cariche e scontri, ma la popolazione resiste a terzigno
pc quotidiano 23 ottobre - alla Fiat sata Melfi - la fiat di marchionne apre il fuoco sugli operai
La Fiat disdice l'accordo e chiede di ridurre la durata delle pause a Melfi
Dal primo febbraio 2011 si passerà da due interruzioni da 20 minuti ciascuno a tre
pause da 10 minuti
MILANO - La Fiat ha comunicato la disdetta, con decorrenza dal 31 gennaio 2011, per
lo stabilimento Sata di Melfi degli accordi sulla metrica del lavoro, cioè
sull'organizzazione ed i tempi del lavoro, indicando che l'attuale metodo Tmc2 verrà
sostituito con il nuovo sistema ergonomico Ergo-Uas, lo stesso modello che entrerà in
vigore a Pomigliano. L'azienda ha inoltre convocato i sindacati per il 9 novembre per
un tavolo specifico al Giambattista Vico.
IL NUOVO SISTEMA - Tale sistema ergonomico, considerato migliorativo dall'azienda,
permette di ridurre le pause: dalle attuali due pause di 20 minuti ciascuna si
passerà ad un regime di tre pause di 10 minuti ciascuna, nell'arco del turno di
lavoro. La prestazione lavorativa viene quindi aumentata di 10 minuti.
Redazione online
licenziamenti repressivi, intensificazione dello sfruttamento, neo schiavismo operaio
arrivano alla fgrande alla fiat sata e rendono chiaro perchè si è attaccato frontalmente lo sciopero contro l'aumento dei ritmi e perchè si vuole decapitare gli operai dei loro delegati e stroncare con la forza il dissenso di massa- attualmente organizzato nella Fiom
tutto questo avviene con un ruolo attivo e ben orchestrato di fim-uilm-fismic-ugl
arriva allla sata un nuovo scontro tipo Pomigliano e la sfida di marchionne va raccolta
sin dai primi di novembre
proletari comunisti
24-10-2010
Dal primo febbraio 2011 si passerà da due interruzioni da 20 minuti ciascuno a tre
pause da 10 minuti
MILANO - La Fiat ha comunicato la disdetta, con decorrenza dal 31 gennaio 2011, per
lo stabilimento Sata di Melfi degli accordi sulla metrica del lavoro, cioè
sull'organizzazione ed i tempi del lavoro, indicando che l'attuale metodo Tmc2 verrà
sostituito con il nuovo sistema ergonomico Ergo-Uas, lo stesso modello che entrerà in
vigore a Pomigliano. L'azienda ha inoltre convocato i sindacati per il 9 novembre per
un tavolo specifico al Giambattista Vico.
IL NUOVO SISTEMA - Tale sistema ergonomico, considerato migliorativo dall'azienda,
permette di ridurre le pause: dalle attuali due pause di 20 minuti ciascuna si
passerà ad un regime di tre pause di 10 minuti ciascuna, nell'arco del turno di
lavoro. La prestazione lavorativa viene quindi aumentata di 10 minuti.
Redazione online
licenziamenti repressivi, intensificazione dello sfruttamento, neo schiavismo operaio
arrivano alla fgrande alla fiat sata e rendono chiaro perchè si è attaccato frontalmente lo sciopero contro l'aumento dei ritmi e perchè si vuole decapitare gli operai dei loro delegati e stroncare con la forza il dissenso di massa- attualmente organizzato nella Fiom
tutto questo avviene con un ruolo attivo e ben orchestrato di fim-uilm-fismic-ugl
arriva allla sata un nuovo scontro tipo Pomigliano e la sfida di marchionne va raccolta
sin dai primi di novembre
proletari comunisti
24-10-2010
venerdì 22 ottobre 2010
uno speciale di proletari comunisti in uscita all'inizio della prossima settimana
Alcuni importanti temi della lotta di classe in corso non sono stati adeguatamente trattati dal blog, perchè prepariamo per il prossimo week end uno speciale:
- Roma e dopo Roma
- Fiat, a che punto sono le due colline? Quella dei padroni e quella degli operai?
- la rivolta di Terzigno
- Francia uno sciopero prolungato combinato con la ripresa della rivolta giovanile
Preparatevi a leggerlo e diffonderlo nelle diverse forme.
Proletari comunisti
22 ottobre 2010
- Roma e dopo Roma
- Fiat, a che punto sono le due colline? Quella dei padroni e quella degli operai?
- la rivolta di Terzigno
- Francia uno sciopero prolungato combinato con la ripresa della rivolta giovanile
Preparatevi a leggerlo e diffonderlo nelle diverse forme.
Proletari comunisti
22 ottobre 2010
pc quotidiano 22 ottobre -nuova retata contro i giovani indipendentisti baschi -solidarietà
La Policía española detiene a 14 jóvenes independentistas en una operación desarrollada en Euskal Herria y Catalunya. Se les acusa de recomponer SEGI.
La Policía española ha detenido a más de catorce jóvenes independentistas, a los que acusa de recomponer Segi, en una operación iniciada a las tres de la madrugada y desarrollada en Euskal Herria y Catalunya. Anuncian que en la macrorredada se incomunicará a una veintena de personas.
GARA
BILBO-. Desde el comienzo de la operación ordenada por el juez Fernando Grande Marlaska se están produciendo registros de domicilios y lonjas relacionados con los más de catorce jóvenes arrestados, que se encuentran incomunicados, según ha indicado el movimiento pro amnistía.
Las detenciones se han producido en Barcelona, Bizkaia, Araba, Nafarroa y Gipuzkoa, aunque aún no ha trancendido ni el número ni la identidad de los arrestados en este último herrialde,
En Bizkaia se ha detenido a Xabat Morán Ruiz, Ikoitz Arrese Otegi, Ruben Villa Esnaola, Xabier Vidaurre Sanz, Imanol Beristain Gutiérrez, Irati Tobar Eguskitza, y Endika Pérez Gómez. En Araba han arrestado a Ilazki de Robles y Emiio Yus y en Barcelona, donde estudia, a la arabarra Marina Sagastizabel.
La Policía ha cargado contra las personas que daban apoyo a Morán y han golpeado, al menos, a una de ellas con las porras.
En Nafarroa, los arrestados son Ibon Esteban, en Errotxapea; Egoi Irisarri (Donibane), e Imanol Salinas y Xabier Arina, detenidos ambos en Burlata, según ha indicado el movimiento pro amnistía.
Irisarri y Arina son dos de los jóvenes incluidos en las "listas negras", relación que recoge nombres de jóvenes que han sido inculpados en declaraciones realizadas en régimen de incomunicación en dependencias policiales, presentadas hace dos años en Nafarroa. Ambos se mostraron dispuestos a comparecer ante el juez.
Salinas fue juzgado hace tres semanas en la Audiencia Nacionaal española y se encuentra a la espera de la sentencia.
Marlaska ordenó en noviembre del pasado año otra gran redada contra los jóvenes de la izquierda abertzale.
Al igual que en aquella ocasión, el juez ha autorizado la entrada en domicilios y locales de distinto tipo, desde bajeras hasta gaztetxes. Ha transcendido que los policías han entrado ya en viviendas de Bolueta, Galdakao y Portugalete, así como en una lonja y la herriko de Deustu.
Preocupación por el estado de los detenidos
Tras mostrar su preocupación por el estado en el que puedan encontrarse los detenidos, el movimiento pro amnistía subraya que el Ejecutivo español se mantiene en su "ciega apuesta por la represión".
"Ante los pasos políticos que se están dando en Euskal Herria, las detenciones, torturas, cárcel, dispersión y prohibición constituyen la respuesta de Madrid", constata, antes de subrayar que se quiere debilitar al movimiento independentista por medio de la represión
pc quotidiano 22 ottobre - Napoli...Inaccettabile la distinzione tra "buoni" e "cattivi"...
studenti e disoccupati: un'unica lotta!
Giovedì 21 Ottobre 2010 14:10 cau .In merito alle dichiarazioni lette su alcuni giornali
Ieri è stata una bella giornata di lotta, migliaia di studenti sono scesi in piazza, in maniera autorganizzata, dimostrando che la repressione non li ha spaventati, ma piuttosto rafforzati nella loro convinzione che sia giusto e necessario battersi per decidere del proprio futuro.
Riteniamo inaccettabile e pericolosa la distinzione tra buoni (studenti) e cattivi (disoccupati) fatta oggi sui giornali a proposito della giornata di ieri, la criminalizzazione delle lotte è una pratica inaccettabile da qualsiasi parte provenga.
Esprimiamo massima solidarietà ai compagni dei movimenti dei disoccupati colpiti dalla repressione ancora una volta per il solo crimine di aver preteso lavoro e giustizia sociale.
Giovedì 21 Ottobre 2010 14:10 cau .In merito alle dichiarazioni lette su alcuni giornali
Ieri è stata una bella giornata di lotta, migliaia di studenti sono scesi in piazza, in maniera autorganizzata, dimostrando che la repressione non li ha spaventati, ma piuttosto rafforzati nella loro convinzione che sia giusto e necessario battersi per decidere del proprio futuro.
Riteniamo inaccettabile e pericolosa la distinzione tra buoni (studenti) e cattivi (disoccupati) fatta oggi sui giornali a proposito della giornata di ieri, la criminalizzazione delle lotte è una pratica inaccettabile da qualsiasi parte provenga.
Esprimiamo massima solidarietà ai compagni dei movimenti dei disoccupati colpiti dalla repressione ancora una volta per il solo crimine di aver preteso lavoro e giustizia sociale.
pc quotidiano 22 ottobre - Napoli 5000 in piazza - 20 Ottobre: 5000 in piazza. Abbiamo iniziato per non fermarci!
20 Ottobre LA NOSTRA RISPOSTA ALLA LORO VIOLENZA!
5 mila studenti medi ed universitari insieme ai movimenti sociali e politici della città, hanno sfilato da P.zza del Gesù fino al Palazzo della Regione a Santa Lucia dove stati ricevuti in delegazione dal capo staf dell'Assesore all'Istruzione.
Dietro lo striscione "I DIRITTI NON SI ARRESTANO....ARRESTIAMO LA RIFORMA!" gli studenti sono tornati in piazza per manifestare, ancora una volta, contro la Riforma di scuole ed università e contro i tagli al diritto allo studio.
Un corteo contro la Riforma, ma anche una risposta forte ed unitaria alla gestione dell'ordine pubblico (mai come in questo caso "disordine pubblico") messa in atto dalla Questura di Napoli durante il corteo di studenti medi, universitari e precari della scuola dello scorso 15 ottobre.
Come ormai noto in città, la DIGOS quel giorno ha scatenato una vera e propria caccia all'uomo nelle strade adiacenti alla Questura, tra l'indignazione di passanti e commercianti, colpendo ripetutamente gli studenti con calci, pugni e manganelli, sequestrando per mezz'ora due studenti nel portone di un palazzo e arrivando a procedere all'arresto di un giovane precario della ricerca.
Una vicenda che doveva concludersi con una "sentenza esemplare", come anticipato sulle pagine di un noto quotidiano della città dal nuovo Questore Giuffrè, e che invece si è risolta con un nulla di fatto in Tribunale: “Carenza di prove”, “assoluta contraddittorietà da parte della pubblica accusa”, “dichiarazioni degli ispettori della DIGOS non riscontrabili nei fatti”, questa la pronuncia del giudice sulle accuse di lesioni, resistenza ed oltraggio a pubblico ufficiale rivolte a Salvatore.
A chi vuole studenti e lavoratori ridotti al silenzio e chiusi in casa, abbiamo risposto riempiendo di nuovo le strade della città, ribandendo che vogliamo il blocco di questa Riforma e la riapertura dei finanziamenti ai servizi che garantiscono il diritto allo studio per tutti (mense, borse universitarie, residenze, libri e trasporti gratuiti per gli studenti).
Ora lo sa anche l'Assessorato regionale all'Istruzione, gli studenti riscalderanno ancora l'autunno insieme a lavoratori, lavoratori precari, disoccupati e sfruttati della nostra città.
THE FUTURE IS UNWRITTEN! IL FUTURO E' TUTTO DA SCRIVERE!
STUDENTI MEDI ED UNIVERSITARI NAPOLETANI
5 mila studenti medi ed universitari insieme ai movimenti sociali e politici della città, hanno sfilato da P.zza del Gesù fino al Palazzo della Regione a Santa Lucia dove stati ricevuti in delegazione dal capo staf dell'Assesore all'Istruzione.
Dietro lo striscione "I DIRITTI NON SI ARRESTANO....ARRESTIAMO LA RIFORMA!" gli studenti sono tornati in piazza per manifestare, ancora una volta, contro la Riforma di scuole ed università e contro i tagli al diritto allo studio.
Un corteo contro la Riforma, ma anche una risposta forte ed unitaria alla gestione dell'ordine pubblico (mai come in questo caso "disordine pubblico") messa in atto dalla Questura di Napoli durante il corteo di studenti medi, universitari e precari della scuola dello scorso 15 ottobre.
Come ormai noto in città, la DIGOS quel giorno ha scatenato una vera e propria caccia all'uomo nelle strade adiacenti alla Questura, tra l'indignazione di passanti e commercianti, colpendo ripetutamente gli studenti con calci, pugni e manganelli, sequestrando per mezz'ora due studenti nel portone di un palazzo e arrivando a procedere all'arresto di un giovane precario della ricerca.
Una vicenda che doveva concludersi con una "sentenza esemplare", come anticipato sulle pagine di un noto quotidiano della città dal nuovo Questore Giuffrè, e che invece si è risolta con un nulla di fatto in Tribunale: “Carenza di prove”, “assoluta contraddittorietà da parte della pubblica accusa”, “dichiarazioni degli ispettori della DIGOS non riscontrabili nei fatti”, questa la pronuncia del giudice sulle accuse di lesioni, resistenza ed oltraggio a pubblico ufficiale rivolte a Salvatore.
A chi vuole studenti e lavoratori ridotti al silenzio e chiusi in casa, abbiamo risposto riempiendo di nuovo le strade della città, ribandendo che vogliamo il blocco di questa Riforma e la riapertura dei finanziamenti ai servizi che garantiscono il diritto allo studio per tutti (mense, borse universitarie, residenze, libri e trasporti gratuiti per gli studenti).
Ora lo sa anche l'Assessorato regionale all'Istruzione, gli studenti riscalderanno ancora l'autunno insieme a lavoratori, lavoratori precari, disoccupati e sfruttati della nostra città.
THE FUTURE IS UNWRITTEN! IL FUTURO E' TUTTO DA SCRIVERE!
STUDENTI MEDI ED UNIVERSITARI NAPOLETANI
pc quotidiano 22 ottobre - Make School Not War, Si alla Scuola No alla Guerra
soldi per la scuola si devono trovare tagliando la scuola militare.
In queste settimane le mobilitazioni contro i programmi che introducono nella scuola forme di addestramento militare (in particolare Mini-naja e Allenati per la vita) sono state molto importanti, diffuse sul territorio e partecipate da decine di migliaia di studenti nei cortei dell'8 ottobre. In particolare a Milano hanno anche costretto alcuni dei protagonisti a fare marcia indietro (come nel caso dell'Unione Nazionale Ufficiali in Congedo), prefiguranso il fatto che si può vincere questa battaglia.
Per questo lanciamo un appello per una mobilitazione che inizi dal mondo della scuola ma coinvolga tutti coloro che sono contro la guerra che sempre più diviene globale e permanente, attraversa le nostre vite e distrugge interi paesi. Costruiamo una mobilitazione di tutti coloro che vogliono un futuro di solidarietà e antirazzismo, atraverso la cultura e la globalizzazione dei diritti, non attraverso la militarizzazione in casa e le bombe nel resto del mondo. Una mobilitazione che sarà portata avanti in forme molteplici, da collettivi studenteschi e organizzazioni dei lavoratori di scuola e università, associazioni e reti contro la guerra o che operano concretamente per la pace in Italia o nei paesi in cui si combatte, mezzi di informazione libera che non vogliono sottoporsi alla censura che sempre accompagna gli eserciti e le armi.
Facciamo del 4 novembre, all'interno di questa campagna, una giornata in cui scendere in piazza, mentre si celebrano le forze armate, per dire che ciò di cui abbiamo bisogno non è la guerra ma l'istruzione, non è il futuro di potenza nucleare (civile e militare), ma il ritiro delle truppe in Afghanistan.
28 ottobre ore 19.00 @ Cantiere presentazione della campagna Make School Not War
4 novembre in piazza Cairoli (MI) ore 9.30 corteo.
A seguire molte altre mobilitazioni.
In queste settimane le mobilitazioni contro i programmi che introducono nella scuola forme di addestramento militare (in particolare Mini-naja e Allenati per la vita) sono state molto importanti, diffuse sul territorio e partecipate da decine di migliaia di studenti nei cortei dell'8 ottobre. In particolare a Milano hanno anche costretto alcuni dei protagonisti a fare marcia indietro (come nel caso dell'Unione Nazionale Ufficiali in Congedo), prefiguranso il fatto che si può vincere questa battaglia.
Per questo lanciamo un appello per una mobilitazione che inizi dal mondo della scuola ma coinvolga tutti coloro che sono contro la guerra che sempre più diviene globale e permanente, attraversa le nostre vite e distrugge interi paesi. Costruiamo una mobilitazione di tutti coloro che vogliono un futuro di solidarietà e antirazzismo, atraverso la cultura e la globalizzazione dei diritti, non attraverso la militarizzazione in casa e le bombe nel resto del mondo. Una mobilitazione che sarà portata avanti in forme molteplici, da collettivi studenteschi e organizzazioni dei lavoratori di scuola e università, associazioni e reti contro la guerra o che operano concretamente per la pace in Italia o nei paesi in cui si combatte, mezzi di informazione libera che non vogliono sottoporsi alla censura che sempre accompagna gli eserciti e le armi.
Facciamo del 4 novembre, all'interno di questa campagna, una giornata in cui scendere in piazza, mentre si celebrano le forze armate, per dire che ciò di cui abbiamo bisogno non è la guerra ma l'istruzione, non è il futuro di potenza nucleare (civile e militare), ma il ritiro delle truppe in Afghanistan.
28 ottobre ore 19.00 @ Cantiere presentazione della campagna Make School Not War
4 novembre in piazza Cairoli (MI) ore 9.30 corteo.
A seguire molte altre mobilitazioni.
pc quotidiano 22 ottobre - contro le popolazioni in rivolta a terzigno solo la repressione
ULTIM’ORA; MANTOVANO RISOLVE IL PROBLEMA DELLE PROTESTE A TERZIGNO:
EVERSIONE!
http://www.pugliantagonista.it/openarea/terzigno.htm
22 ottobre le agenzie di stampa riportano le dichiarazioni di Mantovano su
Terzigno:
LE PROTESTE? Fatte a fini eversivi!I Manifestanti antidiscarica? Appartenenti
al filone dell’area antagonista e anarco-insurrezionalista!!!
…Si mormora che tra le anarco-insurrezionaliste di Boscoreale che questa
mattina portavano grandi immagini della Madonna della neve incitandola a
salvarli dal percolato, alcuni solerti uomini dei servizi di sicurezza giurano
di aver intravisto tra esse il fantasma di Maria Soledad Rosas.
COSA CI ASPETTIAMO DA QUESTA SVOLTA ???
Coniata la parola magica “Eversione” ora si attende il coro di solidarietà dei
partiti del centro-sinistra nei confronti dell’operato del Ministero dell’
interno e delle forze dell’ordine e si chiederà immediatamente che i
manifestanti siano perseguibili per i reati di devastazione e saccheggio a fini
eversivi dell’ordine pubblico, degli ordinamenti costituzionali dello Stato
attraverso atti ad impedire le funzioni del governo e delle istituzioni
locali, attentato alla salute pubblica e attentato delle libertà economiche e
del diritto di impresa, in particolare dei proprietari delle cisterne piene di
liquidi sconosciuti che si recavano a sversare sotto la scorta delle forze dell’
ordine il loro contenuto.
Sono imputazioni che insieme al reato di banda armata e quello di porto di
materiale esplodente e da guerra . benzina, tric-trac, fumogeni, fuochi d’
artificio, costeranno a coloro che saranno imputati diversi ergastoli e decenni
di processi.
Nel frattempo, a fronte dell’allarme eversione, l’Esercito sarà messo
sotto pressione con la richiesta di invio di uomini e mezzi particolarmente
attrezzato per le scorte ai convogli Una partita di VTLM Freccia che il
generalissimo La Russa aveva destinata all’Afghanistan sarà approntata in
fretta in furia per essere ripitturata in bianco con grandi scritte “mondezza-
escort”.
Molto probabilmente si chiederà di istituire un tribunale speciale a
Poggioreale che giudichi gli eversivi.
Tutti i partiti “dell’arco parlamentare” si dichiareranno pronti a fronte al
pericolo eversione con l’accettare che si creino strutture simili in tutte le
regioni dove fenomeni eversivi come quelli di Terzino potrebbero accadere ed
in particolare le regioni del Sud , Puglia in testa, candidate ad ospitare
centrali nucleari, discariche incontrollate, rigassificatori, centrali a
carbone, a biomasse , inceneritori, impianti fotovoltaici selvaggi. Ecc e che
molto probabilmente saranno oggetto dell’attenzione di eversivi e inarco-
insurrezionalisti pronti anche a plastiche e interventi di cambio di sesso per
travestirsi da casalinghe, nonne antidiscariche , padri disperati…
La redazione di Pugliantagonista.it
22 ottobre 2010
__________ Informazione NOD32 5553 (20101021) __________
Questo messaggio � stato controllato dal Sistema Antivirus NOD32
http://www.nod32.it
EVERSIONE!
http://www.pugliantagonista.it/openarea/terzigno.htm
22 ottobre le agenzie di stampa riportano le dichiarazioni di Mantovano su
Terzigno:
LE PROTESTE? Fatte a fini eversivi!I Manifestanti antidiscarica? Appartenenti
al filone dell’area antagonista e anarco-insurrezionalista!!!
…Si mormora che tra le anarco-insurrezionaliste di Boscoreale che questa
mattina portavano grandi immagini della Madonna della neve incitandola a
salvarli dal percolato, alcuni solerti uomini dei servizi di sicurezza giurano
di aver intravisto tra esse il fantasma di Maria Soledad Rosas.
COSA CI ASPETTIAMO DA QUESTA SVOLTA ???
Coniata la parola magica “Eversione” ora si attende il coro di solidarietà dei
partiti del centro-sinistra nei confronti dell’operato del Ministero dell’
interno e delle forze dell’ordine e si chiederà immediatamente che i
manifestanti siano perseguibili per i reati di devastazione e saccheggio a fini
eversivi dell’ordine pubblico, degli ordinamenti costituzionali dello Stato
attraverso atti ad impedire le funzioni del governo e delle istituzioni
locali, attentato alla salute pubblica e attentato delle libertà economiche e
del diritto di impresa, in particolare dei proprietari delle cisterne piene di
liquidi sconosciuti che si recavano a sversare sotto la scorta delle forze dell’
ordine il loro contenuto.
Sono imputazioni che insieme al reato di banda armata e quello di porto di
materiale esplodente e da guerra . benzina, tric-trac, fumogeni, fuochi d’
artificio, costeranno a coloro che saranno imputati diversi ergastoli e decenni
di processi.
Nel frattempo, a fronte dell’allarme eversione, l’Esercito sarà messo
sotto pressione con la richiesta di invio di uomini e mezzi particolarmente
attrezzato per le scorte ai convogli Una partita di VTLM Freccia che il
generalissimo La Russa aveva destinata all’Afghanistan sarà approntata in
fretta in furia per essere ripitturata in bianco con grandi scritte “mondezza-
escort”.
Molto probabilmente si chiederà di istituire un tribunale speciale a
Poggioreale che giudichi gli eversivi.
Tutti i partiti “dell’arco parlamentare” si dichiareranno pronti a fronte al
pericolo eversione con l’accettare che si creino strutture simili in tutte le
regioni dove fenomeni eversivi come quelli di Terzino potrebbero accadere ed
in particolare le regioni del Sud , Puglia in testa, candidate ad ospitare
centrali nucleari, discariche incontrollate, rigassificatori, centrali a
carbone, a biomasse , inceneritori, impianti fotovoltaici selvaggi. Ecc e che
molto probabilmente saranno oggetto dell’attenzione di eversivi e inarco-
insurrezionalisti pronti anche a plastiche e interventi di cambio di sesso per
travestirsi da casalinghe, nonne antidiscariche , padri disperati…
La redazione di Pugliantagonista.it
22 ottobre 2010
__________ Informazione NOD32 5553 (20101021) __________
Questo messaggio � stato controllato dal Sistema Antivirus NOD32
http://www.nod32.it
pc quotidiano 22ottobre - gli squali del profitto delle coop "rosse":
Dopo la partecipazione al bando per l'autostrada da 3 miliardi di dollari in Libia (riservato alle imprese italiane sulla base del "trattato d'amicizia" del 2008 tra Berlusconi e Gheddafi), dopo l'interesse al nucleare, all'Alta Velocità e al ponte sullo Stretto di Messina, la CMC (Legacoop) si è aggiudicata l'appalto per realizzare a Sigonella un megacomplesso per le attività di manutenzione dei Global Hawk, un'opera d'«importanza strategica» per gli interessi USA in Europa, Africa e Medio oriente.
Riportiamo un articolo
*Marchio Legacoop sui Global Hawk delle forze armate USA*
* *
di /Antonio Mazzeo/
/ /
/ /
Codice etico zero ma milioni e milioni di euro fatturati con le Grandi Opere dal devastante impatto ambientale (Ponte sullo Stretto, TAV, Quadrilatero Marche-Umbria, ecc.) e finanche con la nuova base dell'esercito USA al Dal Molin di Vicenza. Ma l'appetito vien mangiando e con l'autunno è giunta una commessa che fa tramontare irrimediabilmente l'immagine "sociale" della CMC - Cooperativa Muratori Cementisti di Ravenna, l'azienda leader del settore costruzioni della Lega delle Cooperative. Il 24 settembre 2010, il Comando d'ingegneria navale del Dipartimento della Marina militare degli Stati Uniti d'America ha assegnato alla società ravennate i lavori per realizzare a Sigonella un megacomplesso per le attività di manutenzione dei Global Hawk, i sofisticati aerei di spionaggio telecomandati delle forze armate USA e NATO, buona parte dei quali destinati ad operare dalla base siciliana. La CMC avrà tempo 820 giorni per completare quella che è stata definita dal Pentagono come un'opera d'«importanza strategica» per gli interessi USA in Europa, Africa e Medio oriente. Il Dipartimento della difesa ha dovuto sostenere un faticoso braccio di ferro con il Congresso per ottenere l'autorizzazione a realizzare il cosiddetto /Global Hawk ACFT Maint Facility Sigonella Sicily/. La richiesta è stata accolta solo a fine 2009: 31 milioni e 300mila i dollari posti in budget ma la CMC, contractor di fiducia del Pentagono, ha ritenuto conti alla mano di poter fare tutto e bene con metà dei fondi a disposizione. Il contratto firmato è di "soli" 16 milioni e 487mila dollari.
Secondo il bando di gara pubblicato dal Comando d'ingegneria navale per l'Europa, l'Africa e l'Asia sud-orientale (NAVFAC EURAFSWA), il nuovo complesso per i famigerati Global Hawk sarà composto da «un hangar con una superficie di 5.700 metri quadri e quattro compartimenti per le attività di manutenzione, riparazione ed ispezione dei velivoli senza pilota». «L'hangar -- si legge nella scheda tecnica predisposta dall'US Air Force - sarà composto da una struttura di acciaio, costruzioni in muratura, tetto con giunture metalliche, pavimenti in cemento, infrastrutture varie, pavimentazioni e reti per la comunicazione.
Saranno necessarie la demolizione dell'esistente vano test motori così come le operazioni di bonifica ambientale. È inoltre prevista l'installazione di generatori elettrici, sistemi idrici, anti-incendio e di controllo anti-intrusione ed anti-terrorismo».
Ancora più dettagliata la descrizione delle finalità operative dell'infrastruttura. «Il velivolo Global Hawk richiede uno spazio coperto per gli interventi del personale specializzato, utilizzabile in qualsiasi momento, che garantisca le ispezioni standard, una migliore manutenzione dei sistemi di approvvigionamento carburanti, il riparo delle componenti aeree, le operazioni pre-volo così come quelle di miglioramento e modificazione di ordine tecnico. L'hangar assicurerà un'area per i depositi di macchinari e per supportare la manutenzione delle infrastrutture, ricevere componenti aeree, eseguire le operazioni di carico e stoccaggio ed ospitare gli spazi per gli uffici e i centri amministrativi». Il Complesso di Sigonella sarà in grado di intervenire simultaneamente su quattro Global Hawk.
Il primo dei velivoli senza pilota in dotazione all'Air Force è giunto in Sicilia una ventina di giorni fa; altri due dovrebbero atterrare entro la fine di quest'anno. Stando alle previsioni dei general manager della Northrop Grumman, l'azienda produttrice, entro il 2013-2014 Sigonella ospiterà sino ad una ventina di aerei-spia. Oltre all'US Air Force, anche l'US Navy è intenzionata a installare nella base i Global Hawk ordinati nell'ambito del nuovo programma di sorveglianza aereo-marittima BAMS, mentre la NATO prevede di trasferire in Sicilia 8 Global Hawk nella versione "Block 40" per il nuovo sistema di sorveglianza terrestre alleato AGS (Alliance Ground Surveillance), i cui centri di Comando e controllo saranno installati proprio a Sigonella.
Nella grande base militare siciliana la CMC è ormai di casa ininterrottamente dall'ottobre 1996, quando ottenne dal Dipartimento della Difesa i lavori del cosiddetto piano "Mega II" consistenti nella «demolizione e ricostruzione di 4 edifici a NAS 1, e d'infrastrutture aeroportuali e nuovi edifici amministrativi a NAS 2», per un valore complessivo di 88,5 miliardi di vecchie lire. In quell'occasione i vertici d'Impregilo - altro grande colosso delle costruzioni ed odierno partner della coop nei lavori per il Ponte di Messina - denunciarono che la CMC si era aggiudicata la gara con un'offerta di 2 miliardi e mezzo di lire superiore alla propria. «La Marina militare USA che ha commissionato l'opera, ha scelto noi premiando la qualità del progetto che prevede un costo superiore a quello proposto da altre imprese concorrenti. Gli americani, insomma, hanno avuto fiducia nella nostra affidabilità», fu la risposta dell'allora ed odierno presidente della società ravennate Massimo Matteucci, neoeletto presidente del consiglio di sorveglianza del Consorzio Cooperative Costruzioni CCC di Bologna, il socio CMC nei lavori per la nuova base di Vicenza.
Da allora il flusso di denaro USA nelle casse della CMC è stato inarrestabile. Stando alle stime del Pentagono, nel solo periodo compreso tra il 2000 e il 2007, alla CMC sono stati assegnati lavori per
193 milioni e 144mila dollari, tutti a Sigonella. All'interno della stazione NAS1 ad esclusivo uso statunitense, la coop "rossa" ha realizzato nel 2002 il Centro commerciale /Commissary and Navy Exchange/ (importo 20,7 milioni di euro, designer l'/Ing. A Bortolazzi Consulting Srl/ di Ferrara): 45.000 metri quadri di superficie, un parcheggio per
374 posti auto, decine di negozi con differenti offerte di merci (fiori, libri, prodotti di bellezza, gioiellerie, materiali fotografici, elettrodomestici, ecc.), un'ampia area di ristorazione, centro computer, uffici amministrativi, ecc..
A partire del 2005 alla CMC sono stati assegnati invece i lavori per il piano "Mega III", importo 76,3 milioni di euro, consistenti nella «realizzazione a NAS1 e NAS2 di strade, parcheggi, piazze, aree attrezzate a verde, sei edifici polifunzionali, un complesso sportivo e ricreativo, una cappella per le funzioni religiose, una nuova centrale telefonica, gli uffici di sicurezza della Marina USA, un'infrastruttura adibita a ristorante e club, una scuola materna ed un asilo nido, un centro amministrativo e due /Community Building/ dotati di clinica veterinaria, ufficio postale, centro giovanile, agenzia turistica e biblioteca». Nel gennaio 2008 la CMC di Ravenna ha pure concluso i lavori del cosiddetto "Mega IV" (/Multiple Buildings Naval Air Station/), realizzando una scuola all'interno di NAS1 e altri 7 edifici con varie destinazioni d'uso, prevalentemente uffici ed officine, nell'area aeroportuale di NAS2. L'ammontare delle opere è stato di 59,5 milioni di euro.
La CMC di Ravenna ha pure tentato d'inserirsi, sino ad ora con poca fortuna, nel grande business dei complessi turistico-immobiliari e dei villaggi destinati al personale USA di stanza a Sigonella. Nel sito web della /Koyné Progetti Srl/ di Ravenna, si accenna alla stesura nel 2005
- per conto della coop di costruzioni - del «layout preliminare del "Residence Saia di Roccadia"». Nove palazzine-alloggio circondate dal verde e campi sportivi nel territorio dei comuni di Lentini e Carlentini perché i militari d'oltreoceano possano vivere con il massimo confort le licenze dai teatri di guerra africani e mediorientali.
prolcomra
pc quotidiano 22 ottobre - Ravenna: lo stato sociale lo pagano i soci delle coop sociali! E' ora dello sciopero!
I lavoratori delle coop sociali di Ravenna sono a rischio stipendio per il "buco" di 9 milioni e 543 mila euro del Consorzio dei servizi sociali.
Questa situazione non è certo inattesa ma evidenzia il marciume di tutto un sistema di gestione dello stato sociale in questa provincia di cui, ancora una volta, a pagare i costi sono i lavoratori delle coop.
Questo sistema è ben oliato da anni: il comune di "sinistra" vanta come "fiori all'occhiello" i servizi sociali erogati; le coop, i cui dirigenti spesso sono dello stessa componente politica di chi amministra il comune, sono la forma di questa gestione del privato sociale per conto delle amministrazioni e, nonostante la cronicità dei ritardi sui pagamenti delle convenzioni, fanno lavorare i propri soci-lavoratori senza alcuna garanzia. E, fino ad oggi, non hanno mai alzato la voce per pretendere il rispetto dei termini dei pagamenti.
Che l'opposizione di destra oggi alza la voce su questo non deve illudere i lavoratori: le elezioni locali sono alle porte e per questo all'improvviso rompono il silenzio complice!
Ieri le cooperative hanno mandato avanti i propri soci a seguire il dibattito in consiglio comunale,
perchè ormai il "re è nudo" e di fronte alla voragine del bilancio comunale oggi cominciano a
preoccuparsi. Ma fino a ieri sono stati al gioco, accettando che le banche pagassero gli stipendi
mancanti per i ritardi degli enti e i lavoratori-soci si pagassero gli interessi passivi alle banche. Che, con un salario da fame come quello del contratto delle coop sociali (voluto dalle centrali e accettato dai confederali), è un'ulteriore batosta.
Ma la musica può cambiare.
Ora è necessario che si faccia sentire la voce dei lavoratori, indipendente da coop, politici, confederali.
E' necessario uno sciopero nei servizi gestiti dall'ex consorzio. Per farlo è necessario che i lavoratori comincino ad autorganizzarsi con lo Slai Cobas per il sindacato di classe.
SLAI Cobas per il sindacato di classe
Sede provinciale: Ravenna Tel: 339/8911853
e mail: cobasravenna@libero.it
giovedì 21 ottobre 2010
pc quotidiano 21 ottobre - fiat sata - il lurido verme della FISMIC in tribunale
notizia stampa
MELFI - Il segretario nazionale della Fismic, Roberto Di Maulo, ha
testimoniato nel corso della seconda udienza sul ricorso presentato dalla
Fiat contro il reintegro dei tre operai (di cui due delegati della Fiom)
licenziati nello scorso mese di luglio.
La testimonianza di Di Maulo era stata richiesta dai legali della Fiat dopo
che il rappresentante della Fismic aveva rilasciato un'intervista al
settimanale «Panorama» in cui aveva detto che «nello stabilimento di Melfi
la Fiom aveva creato un clima di intimidazione». Entrando in Tribunale, Di
Maulo ha detto che racconterà «come sempre la verità che mi è stata
riportata dalle mie persone di fiducia. Non ho mai parlato e mai mi
permetterei di parlare di sabotaggio. È una frase che mi è stata attribuita.
Credo che quella notte ci siano stati comportamenti volti a fare avere allo
sciopero un valore più grande di quello che avrebbe avuto con la normale
astensione dal lavoro». Secondo quanto si è appreso, oggi il Giudice del
lavoro, Amerigo Palma, ascolterà anche delegati della Uilm, della Fim, dell'Ugl
e della stessa Fismic, «che - ha spiegato Di Maulo - avevano firmato un
documento di solidarietà, insieme agli altri delegati, ma solo per Marco
Pignatelli, l'unico privo di tutele sindacali e quindi più esposto; quel
documento - ha concluso Di Maulo - non era teso a scagionare nessuno».
la fismic e il suo segretario e la sua struttura sono spie al servizio del
padrone e questo sindacato nel quadro della divisione dei compiti del
sindacalismo di marchionne neocorporativo assolve appunto al ruolo di
polizia interna e spie
è quindi giusto e legittimo isolare, denunciare e colpire questo sindacato,
espellerlo dalle fabbriche e chiudere le sue sedi
si tratta di difendere a livello di massa e con le masse le libertà
sindacali e il posto di lavoro di chi lotta in fabbrica
slai cobas per il sindacato di classe
puglia basilicata
21 ottobre 2010
MELFI - Il segretario nazionale della Fismic, Roberto Di Maulo, ha
testimoniato nel corso della seconda udienza sul ricorso presentato dalla
Fiat contro il reintegro dei tre operai (di cui due delegati della Fiom)
licenziati nello scorso mese di luglio.
La testimonianza di Di Maulo era stata richiesta dai legali della Fiat dopo
che il rappresentante della Fismic aveva rilasciato un'intervista al
settimanale «Panorama» in cui aveva detto che «nello stabilimento di Melfi
la Fiom aveva creato un clima di intimidazione». Entrando in Tribunale, Di
Maulo ha detto che racconterà «come sempre la verità che mi è stata
riportata dalle mie persone di fiducia. Non ho mai parlato e mai mi
permetterei di parlare di sabotaggio. È una frase che mi è stata attribuita.
Credo che quella notte ci siano stati comportamenti volti a fare avere allo
sciopero un valore più grande di quello che avrebbe avuto con la normale
astensione dal lavoro». Secondo quanto si è appreso, oggi il Giudice del
lavoro, Amerigo Palma, ascolterà anche delegati della Uilm, della Fim, dell'Ugl
e della stessa Fismic, «che - ha spiegato Di Maulo - avevano firmato un
documento di solidarietà, insieme agli altri delegati, ma solo per Marco
Pignatelli, l'unico privo di tutele sindacali e quindi più esposto; quel
documento - ha concluso Di Maulo - non era teso a scagionare nessuno».
la fismic e il suo segretario e la sua struttura sono spie al servizio del
padrone e questo sindacato nel quadro della divisione dei compiti del
sindacalismo di marchionne neocorporativo assolve appunto al ruolo di
polizia interna e spie
è quindi giusto e legittimo isolare, denunciare e colpire questo sindacato,
espellerlo dalle fabbriche e chiudere le sue sedi
si tratta di difendere a livello di massa e con le masse le libertà
sindacali e il posto di lavoro di chi lotta in fabbrica
slai cobas per il sindacato di classe
puglia basilicata
21 ottobre 2010
pc quotidiano 21 ottobre - subito in piazza in solidarietà con le popolazioni di terzigno in lotta contro il governo e lo stato delle discariche
proletari comunisti invita tutti i compagni, le sedi di proletari comunisti, tutte le forze proletarie comuniste e rivoluzionarie a solidarizzare attivamente con le popolazioni in lotta attaccate con polizia e blindati
solidarizziamo con la resistenza popolare ovunque e in tutte le manifestazioni già organizzate, organizziamo presidi e ogni forma di lotta anche davanti a questure e prefetture
via il governo dello stato di polizia !
proletari comunisti
ro.red@libero.it
21 ottobre 2010
solidarizziamo con la resistenza popolare ovunque e in tutte le manifestazioni già organizzate, organizziamo presidi e ogni forma di lotta anche davanti a questure e prefetture
via il governo dello stato di polizia !
proletari comunisti
ro.red@libero.it
21 ottobre 2010
pc quotidiano 21 ottobre - firenze ..A fianco dei 13 manifestanti contro la guerra condannati a 7 anni
A fianco dei 13 manifestanti contro la guerra condannati a 7 anni
Il 5 di novembre 2010 si terrà a Firenze il Processo di Appello a carico dei 13 manifestanti condannati in primo grado il 29 gennaio del 2008 per resistenza aggravata a 7 anni di carcere per aver partecipato nel lontano 1999 alle manifestazioni contro la guerra in Jugoslavia.
Il 13 maggio del 1999, in occasione dello sciopero generale dei sindacati di base, in tutta Italia vi furono manifestazioni regionali per protestare contro la guerra in Jugoslavia, voluta dagli Usa di
Clinton e dalla Nato ed appoggiata dal governo D’Alema, che con una circolare del ministero degli interni invitò polizia e carabinieri a reprimere le manifestazioni vicino alle sedi consolari Usa.
A Firenze il corteo regionale di oltre 3.000 persone si concluse sotto il consolato degli Stati Uniti e qui fu violentemente caricato dalle forze dell’ordine, come documentato da testimonianze ed immagini video: le cariche causarono numerosi feriti ed una ragazza fu operata ad un occhio. La giornata finì con l’occupazione simbolica della sede dei DS, allora partito del Presidente del Consiglio D’Alema in un clima di rabbia ed indignazione per le violenze subite.
Il giorno dopo le veline della Questura, con accuse di guerriglia e violenze preorganizzate, cercarono immediatamente di criminalizzare i manifestanti per giustificare gli attacchi polizieschi criticati persino da Striscia la Notizia.
Dopo quasi dieci anni è arrivata l’incredibile sentenza di 7 anni per tutti e 13 gli imputati con la sola accusa di resistenza aggravata.
Episodi come questo, non a caso parallelo alla prima guerra umanitaria combattuta e rivendicata dall’Italia, hanno evidenziato nel tempo un cambiamento significativo nelle strategie di repressione dei movimenti e di controllo sociale. Da allora una lunga serie di interventi militari umanitari si sono susseguiti, fino ad arrivare alle odierne guerre in Iraq ed Afghanistan: come tanti sono stati gli episodi ed i momenti in cui la repressione ha svolto un importante ruolo politico, dalle piazze del Global Forum di Napoli a Genova 2001, alle decine di inchieste politiche e per reati associativi a carico di comunisti, anarchici, lavoratori e studenti, fino all'uso dei provvedimenti extragiudiziari, come multe, avvisi orali o fogli di via.
Numerosa, purtroppo, sarebbe la lista delle inchieste, dei processi politici, degli arresti, delle perquisizioni, dei teoremi che hanno segnato questi lunghi 10 anni, a fianco di un progressivo attacco ai diritti di lavoratori e immigrati, alla stessa libertà di critica, quando si trasforma una contestazione o un fumogeno in un atto terroristico!
Inoltre in questi 10 anni abbiamo visto sia un pesante revisionismo contro la Resistenza che il finanziamento e la sovraesposizione dei gruppuscoli neofascisti, come Forza Nuova o Casa Pound, con il ruolo unicamente di provocazione e di repressione come le tante inchieste contro gli antifascisti dimostrano anche qui in Toscana, con la montatura di Pistoia o i fatti di Via della Scala a Firenze.
Tutto questo è avvenuto anche con il consenso del centrosinistra, che, se da un lato denuncia il pericolo autoritario della destra di governo, dall'altro appoggia guerre umanitarie e repressione politica. Di fronte ad un sistema economico e ideologico in grave crisi, che porta con se la perdita dei legami sociali ed una pericolosa spinta reazionaria, secondo tutte le forze “democratiche”gli oppositori vanno repressi, chi esprime una critica radicale va zittito, chi cerca la costruzione di altri rapporti sociali va isolato.
Ma nonostante processi, arresti, intimidazioni, noi siamo ancora qui, cerchiamo ancora di costruire rapporti sociali solidali, non determinati dal profitto, rappresentare ancora la possibilità di
cambiare, di non accettare questa situazione, economica e sociale.
E proprio per questo siamo ancora al fianco dei 13 compagni condannati e di chi subisce ogni giorno la repressione
SABATO 23 OTTOBRE al CPA Firenze Sud
GIORNATA DI SOLIDARIETA'
Il 5 di novembre 2010 si terrà a Firenze il Processo di Appello a carico dei 13 manifestanti condannati in primo grado il 29 gennaio del 2008 per resistenza aggravata a 7 anni di carcere per aver partecipato nel lontano 1999 alle manifestazioni contro la guerra in Jugoslavia.
Il 13 maggio del 1999, in occasione dello sciopero generale dei sindacati di base, in tutta Italia vi furono manifestazioni regionali per protestare contro la guerra in Jugoslavia, voluta dagli Usa di
Clinton e dalla Nato ed appoggiata dal governo D’Alema, che con una circolare del ministero degli interni invitò polizia e carabinieri a reprimere le manifestazioni vicino alle sedi consolari Usa.
A Firenze il corteo regionale di oltre 3.000 persone si concluse sotto il consolato degli Stati Uniti e qui fu violentemente caricato dalle forze dell’ordine, come documentato da testimonianze ed immagini video: le cariche causarono numerosi feriti ed una ragazza fu operata ad un occhio. La giornata finì con l’occupazione simbolica della sede dei DS, allora partito del Presidente del Consiglio D’Alema in un clima di rabbia ed indignazione per le violenze subite.
Il giorno dopo le veline della Questura, con accuse di guerriglia e violenze preorganizzate, cercarono immediatamente di criminalizzare i manifestanti per giustificare gli attacchi polizieschi criticati persino da Striscia la Notizia.
Dopo quasi dieci anni è arrivata l’incredibile sentenza di 7 anni per tutti e 13 gli imputati con la sola accusa di resistenza aggravata.
Episodi come questo, non a caso parallelo alla prima guerra umanitaria combattuta e rivendicata dall’Italia, hanno evidenziato nel tempo un cambiamento significativo nelle strategie di repressione dei movimenti e di controllo sociale. Da allora una lunga serie di interventi militari umanitari si sono susseguiti, fino ad arrivare alle odierne guerre in Iraq ed Afghanistan: come tanti sono stati gli episodi ed i momenti in cui la repressione ha svolto un importante ruolo politico, dalle piazze del Global Forum di Napoli a Genova 2001, alle decine di inchieste politiche e per reati associativi a carico di comunisti, anarchici, lavoratori e studenti, fino all'uso dei provvedimenti extragiudiziari, come multe, avvisi orali o fogli di via.
Numerosa, purtroppo, sarebbe la lista delle inchieste, dei processi politici, degli arresti, delle perquisizioni, dei teoremi che hanno segnato questi lunghi 10 anni, a fianco di un progressivo attacco ai diritti di lavoratori e immigrati, alla stessa libertà di critica, quando si trasforma una contestazione o un fumogeno in un atto terroristico!
Inoltre in questi 10 anni abbiamo visto sia un pesante revisionismo contro la Resistenza che il finanziamento e la sovraesposizione dei gruppuscoli neofascisti, come Forza Nuova o Casa Pound, con il ruolo unicamente di provocazione e di repressione come le tante inchieste contro gli antifascisti dimostrano anche qui in Toscana, con la montatura di Pistoia o i fatti di Via della Scala a Firenze.
Tutto questo è avvenuto anche con il consenso del centrosinistra, che, se da un lato denuncia il pericolo autoritario della destra di governo, dall'altro appoggia guerre umanitarie e repressione politica. Di fronte ad un sistema economico e ideologico in grave crisi, che porta con se la perdita dei legami sociali ed una pericolosa spinta reazionaria, secondo tutte le forze “democratiche”gli oppositori vanno repressi, chi esprime una critica radicale va zittito, chi cerca la costruzione di altri rapporti sociali va isolato.
Ma nonostante processi, arresti, intimidazioni, noi siamo ancora qui, cerchiamo ancora di costruire rapporti sociali solidali, non determinati dal profitto, rappresentare ancora la possibilità di
cambiare, di non accettare questa situazione, economica e sociale.
E proprio per questo siamo ancora al fianco dei 13 compagni condannati e di chi subisce ogni giorno la repressione
SABATO 23 OTTOBRE al CPA Firenze Sud
GIORNATA DI SOLIDARIETA'
pc quotidiano 21 ottobre - TERZIGNO: L'UMANITA' CONTRO LA BESTIALITA'
LETTERA ALLE DONNE DI TERZIGNO
Le lavoratrici, le disoccupate, le compagne di Taranto esprimono tutta il loro sostegno alla giusta battaglia degli abitanti di Terzigno e dei Comuni della zona, e, per quanto lontane, vi vogliamo incoraggiare a continuare la battaglia contro la discarica fino alla vittoria delle vostre sacrosanti
ragioni.
Mandiamo la nostra solidarietà soprattutto alle donne che con i bambini da giorni e notti stanno lottando in prima fila, combattive nei blocchi contro le cariche selvagge della polizia che è arrivata ad usare anche pallottole di gomma e spara lacrimogeni ad "altezza d'uomo".
A Terzigno è la lotta dell'umanità contro la bestialità; da un lato c'è chi lotta per la vita, per una vera civiltà, dall'altro si sta portando avanti una barbarie da medioevo da imporre con la violenza dello Stato, di fatto con una moderna dittatura; è una lotta che ha da un lato la difesa delle condizioni di vita, dei diritti essenziali, in primis quello alla salute della gente e dall'altro invece la difesa del profitto delle grandi imprese - queste sì infiltrate o spesso dirette dalla camorra - che fanno miliardi sui rifiuti, come la difesa dei partiti, delle istituzioni che hanno distrutto il territorio, l'aria, e per questo hanno goduto e continuano a godere di potere, soldi.
Il Presidente della Regione Campania l'altra sera in televisione diceva tranquillamente che: certo l'alternativa a nuove discariche sarebbe fare la raccolta differenziata, ma questa non c'è e quindi... beccatevi malattie, tumori, morte; dice praticamente che è possibile non distruggere le vite delle persone, dei bambini, ma non lo vogliono fare, perchè romperebbe il giro perverso dei profitti.
Contro questi “mostri” è giusto ribellarci!
Da Taranto ci sentiamo particolarmente vicino a voi, perchè anche qui da tempo come disoccupate, stiamo portando avanti una lotta, a volte dura, con blocchi del ponte, occupazioni di sedi istituzionali, con donne caricate dalla polizia, per fare la raccolta differenziata, per unire ambiente e
lavoro, in una città in cui già per i padroni dell'Ilva, dell'Eni vi è il record di morti per tumore; ma ci troviamo contro un muro, anche da parte di un Comune di "sinistra".
Ma non possiamo mollare perchè abbiamo mille RAGIONI!
LA RIVOLTA E' GIUSTA!
Un abbraccio da noi a tutte voi.
Le lavoratrici, le disoccupate del
Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario
TARANTO - 3475301704
Le lavoratrici, le disoccupate, le compagne di Taranto esprimono tutta il loro sostegno alla giusta battaglia degli abitanti di Terzigno e dei Comuni della zona, e, per quanto lontane, vi vogliamo incoraggiare a continuare la battaglia contro la discarica fino alla vittoria delle vostre sacrosanti
ragioni.
Mandiamo la nostra solidarietà soprattutto alle donne che con i bambini da giorni e notti stanno lottando in prima fila, combattive nei blocchi contro le cariche selvagge della polizia che è arrivata ad usare anche pallottole di gomma e spara lacrimogeni ad "altezza d'uomo".
A Terzigno è la lotta dell'umanità contro la bestialità; da un lato c'è chi lotta per la vita, per una vera civiltà, dall'altro si sta portando avanti una barbarie da medioevo da imporre con la violenza dello Stato, di fatto con una moderna dittatura; è una lotta che ha da un lato la difesa delle condizioni di vita, dei diritti essenziali, in primis quello alla salute della gente e dall'altro invece la difesa del profitto delle grandi imprese - queste sì infiltrate o spesso dirette dalla camorra - che fanno miliardi sui rifiuti, come la difesa dei partiti, delle istituzioni che hanno distrutto il territorio, l'aria, e per questo hanno goduto e continuano a godere di potere, soldi.
Il Presidente della Regione Campania l'altra sera in televisione diceva tranquillamente che: certo l'alternativa a nuove discariche sarebbe fare la raccolta differenziata, ma questa non c'è e quindi... beccatevi malattie, tumori, morte; dice praticamente che è possibile non distruggere le vite delle persone, dei bambini, ma non lo vogliono fare, perchè romperebbe il giro perverso dei profitti.
Contro questi “mostri” è giusto ribellarci!
Da Taranto ci sentiamo particolarmente vicino a voi, perchè anche qui da tempo come disoccupate, stiamo portando avanti una lotta, a volte dura, con blocchi del ponte, occupazioni di sedi istituzionali, con donne caricate dalla polizia, per fare la raccolta differenziata, per unire ambiente e
lavoro, in una città in cui già per i padroni dell'Ilva, dell'Eni vi è il record di morti per tumore; ma ci troviamo contro un muro, anche da parte di un Comune di "sinistra".
Ma non possiamo mollare perchè abbiamo mille RAGIONI!
LA RIVOLTA E' GIUSTA!
Un abbraccio da noi a tutte voi.
Le lavoratrici, le disoccupate del
Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario
TARANTO - 3475301704
pc quotidiano 21 ottobre - nella Cina del capitalismo selvaggio e del neo imperialismo lo stato contro gli operai
Non bastavano i tanti morti nelle miniere, quelli per incidenti sul lavoro, il
cui numero rimane sempre un mistero, o che muoiono in seguito a malattie
contratte per gli strumenti e i materiali spesso altamente cancerogeni usati
durante la produzione, anche i padroni delle fabbriche fanno direttamente la
loro parte come riporta un articolo di Asia News del 14 ottobre che apre con
questo titolo: “Cina: I padroni picchiano a morte due lavoratori in Sichuan,
3.000 scendono in strada per protestare”. E continua: “Pechino - Le proteste
sono scoppiate nella città di Dujiangyan (Sichuan), nel sud-ovest della Cina,
dopo che i padroni hanno picchiato a morte due lavoratori migranti.
“Domenica scorsa, più di 3.000 lavoratori sono scesi in piazza, hanno bloccato
una uscita autostradale e si sono scontrati con circa un migliaio di agenti di
polizia, distruggendo le loro auto. Circa una dozzina di manifestanti sono
stati arrestati. La manifestazione si è sciolta dopo l'arresto di due delle
persone coinvolte nell’uccisione, altri però sono ancora in libertà.”
Continua l’articolo: “Tutto è cominciato nel pomeriggio di Sabato, quando otto
lavoratori migranti hanno chiesto ai padroni della loro società di costruzioni,
Jiaxun, le paghe arretrate. Invece, sono stati maltrattati.
“L'agenzia di stampa Xinhua ha riferito che un lavoratore, Lei Yong, è morto a
causa delle percosse, e un altro, Liao Xinglong, è stato mandato in ospedale.
Radio Free Asia ha riportato invece la morte di due persone.
“Lunedì, centinaia di lavoratori migranti hanno inscenato una protesta in una
uscita dell’autostrada che porta a Dujiangyan. Hanno bloccato il traffico che è
ripreso alle 11:30; dopodichè Kunxue Li, capo della Public Security Bureau
Chengdu, ha promesso ai manifestanti che giustizia sarà fatta.”
Sempre più spesso quindi gli operai rispondono ai soprusi dei padroni con
manifestazioni e scontri con la polizia chiedendo che venga fatta giustizia e
che migliorino le condizioni di lavoro.
Sono più di 300.000 le vertenze di lavoro aperte, mentre i salari continuano a
rimanere tra i più bassi del mondo e i contratti di lavoro sono spesso un
miraggio.
Ribellarsi è giusto! La parola d’ordine nata in Cina sta tornando
prepotentemente di moda.
In Cina e in tutto il mondo la classe operaia ha bisogno di costruire il
proprio sindacato di classe e il proprio partito.
__________
cui numero rimane sempre un mistero, o che muoiono in seguito a malattie
contratte per gli strumenti e i materiali spesso altamente cancerogeni usati
durante la produzione, anche i padroni delle fabbriche fanno direttamente la
loro parte come riporta un articolo di Asia News del 14 ottobre che apre con
questo titolo: “Cina: I padroni picchiano a morte due lavoratori in Sichuan,
3.000 scendono in strada per protestare”. E continua: “Pechino - Le proteste
sono scoppiate nella città di Dujiangyan (Sichuan), nel sud-ovest della Cina,
dopo che i padroni hanno picchiato a morte due lavoratori migranti.
“Domenica scorsa, più di 3.000 lavoratori sono scesi in piazza, hanno bloccato
una uscita autostradale e si sono scontrati con circa un migliaio di agenti di
polizia, distruggendo le loro auto. Circa una dozzina di manifestanti sono
stati arrestati. La manifestazione si è sciolta dopo l'arresto di due delle
persone coinvolte nell’uccisione, altri però sono ancora in libertà.”
Continua l’articolo: “Tutto è cominciato nel pomeriggio di Sabato, quando otto
lavoratori migranti hanno chiesto ai padroni della loro società di costruzioni,
Jiaxun, le paghe arretrate. Invece, sono stati maltrattati.
“L'agenzia di stampa Xinhua ha riferito che un lavoratore, Lei Yong, è morto a
causa delle percosse, e un altro, Liao Xinglong, è stato mandato in ospedale.
Radio Free Asia ha riportato invece la morte di due persone.
“Lunedì, centinaia di lavoratori migranti hanno inscenato una protesta in una
uscita dell’autostrada che porta a Dujiangyan. Hanno bloccato il traffico che è
ripreso alle 11:30; dopodichè Kunxue Li, capo della Public Security Bureau
Chengdu, ha promesso ai manifestanti che giustizia sarà fatta.”
Sempre più spesso quindi gli operai rispondono ai soprusi dei padroni con
manifestazioni e scontri con la polizia chiedendo che venga fatta giustizia e
che migliorino le condizioni di lavoro.
Sono più di 300.000 le vertenze di lavoro aperte, mentre i salari continuano a
rimanere tra i più bassi del mondo e i contratti di lavoro sono spesso un
miraggio.
Ribellarsi è giusto! La parola d’ordine nata in Cina sta tornando
prepotentemente di moda.
In Cina e in tutto il mondo la classe operaia ha bisogno di costruire il
proprio sindacato di classe e il proprio partito.
__________
mercoledì 20 ottobre 2010
pc quotidiano 19-20 ottobre - Napoli- Salvatore è libero! Ora torniamo in piazza.
Salvatore è libero! Ora torniamo in piazza.
Sabato 16 Ottobre più di 200 in presidio sotto il Palazzo di Giustizia
“Carenza di prove”, “assoluta contraddittorietà da parte della pubblica accusa”, “dichiarazioni degli ispettori della DIGOS non riscontrabili nei fatti”, così oggi si è pronunciato il giudice, facendo cadere le accuse montate ad arte dalla Polizia contro Salvatore, il precario della ricerca fermato al termine del corteo di ieri.
Un corteo partecipato, pacifico ma determinato che ha portato in piazza migliaia di studenti medi e universitari, precari Cobas-scuola e disoccupati contro la Riforma Gelmini, i tagli al mondo della formazione e la sospensione delle tariffe agevolate di UNICO Campania per studenti e fasce deboli della società.
L’operato della polizia nella giornata di ieri è stato un chiaro monito per tutti coloro che in tante città italiane stanno animando la protesta studentesca: da Napoli a Palermo, da Roma a Torino chi lotta deve sapere che può essere fermato durante un corteo senza motivo, picchiato a sangue, persino trascinato in Questura, trattenuto di notte e processato per direttissima con accuse che spesso neanche reggono di fronte ad un magistrato. Tentativo fallito.
Oggi 16 ottobre, più di 200 tra studenti, precari e lavoratori si sono ritrovati sotto il Palazzo di Giustizia di Napoli per chiedere la liberazione di Salvatore.
Ora che l’abbiamo ottenuta, lanciamo un appello a tutti coloro che vogliono rilanciare nella nostra città la lotta contro Riforma di scuola e Università per la costruzione di una mobilitazione che riporti in piazza studenti e lavoratori mercoledì 20 ottobre.
I diritti non si arrestano!
The future is unwritten, il futuro è ancora da scrivere…
dal collettivo autorganizzato universitario - orientale napoli
pc quotidiano 19-20 ottobre - Marlane.. ammessa la costituzione di parte civile dello Slai Cobas
Paola
«Entra nel vivo la fase preliminare del processo Marlane Marzotto, avviato stancamente nell'aula del Tribunale di Paola, avente per oggetto le innumerevoli vittime delle sostanze tossiche utilizzate in fabbrica»: così, per lo Slai Cobas, il coordinatore provinciale Alberto Cunto, commenta quanto accaduto all'ultima udienza del processo.
«Decisione sofferta quella del giudice Carpino, chiamato ad esprimersi sull'ammissibilità delle innumerevoli parti civili e tra queste anche dello Slai Cobas, la cui costituzione è stata regolarmente accettata. La decisione del Gup, scaturita al termine di lunghe ore in camera di consiglio, non è stata affatto indolore, perchè il "crivello" del giudice ha determinato l'inammissibilità a vario titolo di una percentuale di ricorrenti stimabile tra il 10 ed il 20 % ; percentuale alta per alcuni e bassa per altri, e tra le esclusioni eccellenti degne di nota quella del Forum ambientalista e di Medicina democratica, motivandola per quest'ultima con la lacunosa rappresentatività ed il carente radicamento sul territorio. Ovviamente la decisione non esclude l'appellabilità e su questo dovrà confrontarsi lo stuolo di avvocati dei ricorrenti presenti in aula.
«Assenti ancora una volta gli avvocati Ghedini e Giarda, protagonisti della giornata sono stati gli agguerriti sostituti - prosegue la nota del sindacalista - i quali hanno sottolineato con enfasi per questa causa l'incompatibilità territoriale del Tribunale paolano. Se tale ipotesi venisse malauguratamente presa in considerazione, l'intero impalcato accusatorio messo in piedi in tredici anni di lavoro transiterebbe al tribunale vicentino, con esiti affatto imprevedibili come già avvenuto in passato per gl'innumerevoli cassintegrati vittime della stessa azienda uscitene soccombenti. Lo Slai Cobas non demorde e condurrà la lotta anche da solo, come ha sempre fatto, con coerenza e senza fare sconti a nessuno, fosse anche a Vicenza. La prossima udienza è fissata per sabato 23 ottobre, alla quale come preannunciato Ghedini ancora una volta non parteciperà. Lo Slai Cobas sarà in aula con la struttura territoriale e coi propri patrocinatori. Ora tocca agli avvocati di parte civile il compito di ribaltare le decisioni per ripescare alcuni esclusi, ma dovranno farlo in questi pochi giorni dando fondo a tutto lo scibile giurisprudenziale».
Per la cronaca, brevemente, è uscito dopo quasi ore il giudice per le udienze preliminari Salvatore Carpino dal suo ufficio. Doveva decidere sulle eccezioni presentate dalla difesa degli imputati in merito alle richieste di costituzione di parte civile. Il Gup ha ammesso tutte le parti civili presentate, tranne il Forum ambientalista e Medicina democratica. Ammessi anche tutti i sindacati - Sli Cobas, Slai Cobas e Cgil - le associazioni ambientaliste, il Wwf e Legambiente. Carpino ha invece escluso sei famiglie rispetto ad alcuni imputati. Un'udienza di sostanza, quella di ieri, del processo che avrebbe dovuto stabilire solo l'ammissibilità o meno della costituzione di parte civile, ma che è andata oltre, stabilendo il principio generale con il quale si è detto "sì" alle associazioni ambientaliste e ai sindacati. Poi il colpo di scena: la difesa degli imputati ha presentato un'istanza di incompetenza territoriale. Insomma, vogliono che il processo venga trasferito a Vicenza, perché Valdagno è la sede della Lanerossi prima e della Marzotto poi. La competenza, secondo la Difesa, non è di Paola ma del Tribunale di Vicenza. A Valdagno si sono decise le strategie aziendali di Praia a Mare.
articolo Gazzetta del Sud
«Entra nel vivo la fase preliminare del processo Marlane Marzotto, avviato stancamente nell'aula del Tribunale di Paola, avente per oggetto le innumerevoli vittime delle sostanze tossiche utilizzate in fabbrica»: così, per lo Slai Cobas, il coordinatore provinciale Alberto Cunto, commenta quanto accaduto all'ultima udienza del processo.
«Decisione sofferta quella del giudice Carpino, chiamato ad esprimersi sull'ammissibilità delle innumerevoli parti civili e tra queste anche dello Slai Cobas, la cui costituzione è stata regolarmente accettata. La decisione del Gup, scaturita al termine di lunghe ore in camera di consiglio, non è stata affatto indolore, perchè il "crivello" del giudice ha determinato l'inammissibilità a vario titolo di una percentuale di ricorrenti stimabile tra il 10 ed il 20 % ; percentuale alta per alcuni e bassa per altri, e tra le esclusioni eccellenti degne di nota quella del Forum ambientalista e di Medicina democratica, motivandola per quest'ultima con la lacunosa rappresentatività ed il carente radicamento sul territorio. Ovviamente la decisione non esclude l'appellabilità e su questo dovrà confrontarsi lo stuolo di avvocati dei ricorrenti presenti in aula.
«Assenti ancora una volta gli avvocati Ghedini e Giarda, protagonisti della giornata sono stati gli agguerriti sostituti - prosegue la nota del sindacalista - i quali hanno sottolineato con enfasi per questa causa l'incompatibilità territoriale del Tribunale paolano. Se tale ipotesi venisse malauguratamente presa in considerazione, l'intero impalcato accusatorio messo in piedi in tredici anni di lavoro transiterebbe al tribunale vicentino, con esiti affatto imprevedibili come già avvenuto in passato per gl'innumerevoli cassintegrati vittime della stessa azienda uscitene soccombenti. Lo Slai Cobas non demorde e condurrà la lotta anche da solo, come ha sempre fatto, con coerenza e senza fare sconti a nessuno, fosse anche a Vicenza. La prossima udienza è fissata per sabato 23 ottobre, alla quale come preannunciato Ghedini ancora una volta non parteciperà. Lo Slai Cobas sarà in aula con la struttura territoriale e coi propri patrocinatori. Ora tocca agli avvocati di parte civile il compito di ribaltare le decisioni per ripescare alcuni esclusi, ma dovranno farlo in questi pochi giorni dando fondo a tutto lo scibile giurisprudenziale».
Per la cronaca, brevemente, è uscito dopo quasi ore il giudice per le udienze preliminari Salvatore Carpino dal suo ufficio. Doveva decidere sulle eccezioni presentate dalla difesa degli imputati in merito alle richieste di costituzione di parte civile. Il Gup ha ammesso tutte le parti civili presentate, tranne il Forum ambientalista e Medicina democratica. Ammessi anche tutti i sindacati - Sli Cobas, Slai Cobas e Cgil - le associazioni ambientaliste, il Wwf e Legambiente. Carpino ha invece escluso sei famiglie rispetto ad alcuni imputati. Un'udienza di sostanza, quella di ieri, del processo che avrebbe dovuto stabilire solo l'ammissibilità o meno della costituzione di parte civile, ma che è andata oltre, stabilendo il principio generale con il quale si è detto "sì" alle associazioni ambientaliste e ai sindacati. Poi il colpo di scena: la difesa degli imputati ha presentato un'istanza di incompetenza territoriale. Insomma, vogliono che il processo venga trasferito a Vicenza, perché Valdagno è la sede della Lanerossi prima e della Marzotto poi. La competenza, secondo la Difesa, non è di Paola ma del Tribunale di Vicenza. A Valdagno si sono decise le strategie aziendali di Praia a Mare.
articolo Gazzetta del Sud
pc quotidiano 19-20 ottobre - per l'unità dei comunisti
il partito da costruire insieme è un partito comunista
marxista-leninista-maoista, certo capace di lavorare e unire tutti i
comunisti di altro orientamento in una politica di fronte e
collegamento su punti significativi della lotta di classe, ma non certo di
unirli in una unica organizzazione eclettica ideologicamente, senza storia e
senza principi, senza la discriminante antirevisionista antica moderna e
attuale- questa strada si che è stata tentata e percorsa mille volte e ha
dato risultati esattamente opposti alle intenzioni
proletari comunisti
ottobre 2010
appello
10 punti per l'unità dei comunisti per il Partito
Il partito comunista che è necessario costruire deve essere
1.basato sul marxismo-leninismo-maoismo;
2.basato sulla strategia della guerra popolare sfociante nel l'insurrezione
adatta alle condizioni specifiche del nostro paese oggi;
3.fondato sulla centralità operaia e che sia reparto d'avanguardia
organizzato della classe operaia;
4.costruito nel fuoco della lotta di classe in stretto legame con le masse;
5.un partito di tipo nuovo che attui una completa rottura nel campo dell'ideologia,
della teoria, della organizzazione, della pratica con il revisionismo
vecchio e nuovo;
6.saldamente interno al movimento comunista internazionale e in particolare
a quello di orientamento marxista-leninista-maoista, con un forte legame con
i partiti comunisti impegnati nelle guerre popolari;
7.che combatta attivamente l'economicismo e l'eclettismo teorico-politico
nel movimento comunista italiano;
8.alternativo alle due varianti, basate sull'elettoralismo e il militarismo,
presenti nel nostro campo;
9.che sappia far vivere al suo interno la lotta ideologica attiva e la lotta
tra le due linee e attuare il centralismo democratico, alla luce delle
esperienze negative che nel nostro campo ci sono state
10. consapevole che, nel grande lavoro per unire i comunisti nel nostro
paese, è'necessario sviluppare sulla base dei principi la lotta al
settarismo come una delle deviazioni ancora presenti nel movimento comunista
proletari comunisti
20 ottobre 2010
per
commenti,adesioni,interventi
ro.red@libero.it
marxista-leninista-maoista, certo capace di lavorare e unire tutti i
comunisti di altro orientamento in una politica di fronte e
collegamento su punti significativi della lotta di classe, ma non certo di
unirli in una unica organizzazione eclettica ideologicamente, senza storia e
senza principi, senza la discriminante antirevisionista antica moderna e
attuale- questa strada si che è stata tentata e percorsa mille volte e ha
dato risultati esattamente opposti alle intenzioni
proletari comunisti
ottobre 2010
appello
10 punti per l'unità dei comunisti per il Partito
Il partito comunista che è necessario costruire deve essere
1.basato sul marxismo-leninismo-maoismo;
2.basato sulla strategia della guerra popolare sfociante nel l'insurrezione
adatta alle condizioni specifiche del nostro paese oggi;
3.fondato sulla centralità operaia e che sia reparto d'avanguardia
organizzato della classe operaia;
4.costruito nel fuoco della lotta di classe in stretto legame con le masse;
5.un partito di tipo nuovo che attui una completa rottura nel campo dell'ideologia,
della teoria, della organizzazione, della pratica con il revisionismo
vecchio e nuovo;
6.saldamente interno al movimento comunista internazionale e in particolare
a quello di orientamento marxista-leninista-maoista, con un forte legame con
i partiti comunisti impegnati nelle guerre popolari;
7.che combatta attivamente l'economicismo e l'eclettismo teorico-politico
nel movimento comunista italiano;
8.alternativo alle due varianti, basate sull'elettoralismo e il militarismo,
presenti nel nostro campo;
9.che sappia far vivere al suo interno la lotta ideologica attiva e la lotta
tra le due linee e attuare il centralismo democratico, alla luce delle
esperienze negative che nel nostro campo ci sono state
10. consapevole che, nel grande lavoro per unire i comunisti nel nostro
paese, è'necessario sviluppare sulla base dei principi la lotta al
settarismo come una delle deviazioni ancora presenti nel movimento comunista
proletari comunisti
20 ottobre 2010
per
commenti,adesioni,interventi
ro.red@libero.it
pc quotidiano 19-20 ottobre - arbitrato... parlamento contro i lavoratori
Il Parlamento Italiano è conosciuto per l’alto assenteismo dei suoi deputati e
senatori ma quando lo ritiene necessario lavora intensamente soprattutto per
approvare leggi contro i lavoratori e il ministro Sacconi è il felice
portabandiera di questa truppa d’assalto ai diritti delle masse popolari!
L’approvazione della legge sull’arbitrato e sull’apprendistato lo vede
letteralmente trionfante: “è quello che voleva Biagi”, dice, che non viene
richiamato in vita solo per confermare con l’“autorevolezza” necessaria (che
brutto uso dei morti!) per avvalorare questa legge, ma perché Sacconi ha un
sincero affetto per tutti coloro che come lui sono pronti a scardinare tutte le
leggi che sono state conquistate dai lavoratori e dalle masse popolari negli
anni dell’intensa lotta di classe!
Assaporato quindi il gusto della vittoria sul ddl lavoro, che nemmeno
Napoletano con il suo rinvio alle camere è riuscito a contrastare, passa
immediatamente a minacciare l’altro suo sogno, quello dell’approvazione dello
Statuto dei Lavori per sostituire definitivamente lo statuto dei lavoratori.
Con questo ddl, approvato con 310 sì, 204 no e due astensioni. Hanno votato
contro Pd e Idv; a favore del testo, con la maggioranza, ha votato l'Udc, si
prevede:
per l’arbitrato:
la certificazione in deroga ai contratti collettivi nazionali
vincoli al ruolo del giudice del lavoro
clausola compromissoria da firmare all’atto dell’assunzione per impedire la
possibilità di ricorrere a un giudice in caso di controversie
l’arbitro che sostituirà il giudice emetterà sentenza ‘secondo equità’ anche
in deroga alle leggi e ai contratti nazionali.
Per l’apprendistato:
apprendistato a 15 anni, che di fatto abbassa l’obbligo scolastico e la
soglia del lavoro minorile
tutte le iniziative andranno bene per ostacolare e alla fine far ritirare
questa legge ma appunto perché anche la Cgil la definisce "sbagliata,
pericolosa e palesemente incostituzionale". è necessario fondamentalmente lo
sciopero generale ora!
senatori ma quando lo ritiene necessario lavora intensamente soprattutto per
approvare leggi contro i lavoratori e il ministro Sacconi è il felice
portabandiera di questa truppa d’assalto ai diritti delle masse popolari!
L’approvazione della legge sull’arbitrato e sull’apprendistato lo vede
letteralmente trionfante: “è quello che voleva Biagi”, dice, che non viene
richiamato in vita solo per confermare con l’“autorevolezza” necessaria (che
brutto uso dei morti!) per avvalorare questa legge, ma perché Sacconi ha un
sincero affetto per tutti coloro che come lui sono pronti a scardinare tutte le
leggi che sono state conquistate dai lavoratori e dalle masse popolari negli
anni dell’intensa lotta di classe!
Assaporato quindi il gusto della vittoria sul ddl lavoro, che nemmeno
Napoletano con il suo rinvio alle camere è riuscito a contrastare, passa
immediatamente a minacciare l’altro suo sogno, quello dell’approvazione dello
Statuto dei Lavori per sostituire definitivamente lo statuto dei lavoratori.
Con questo ddl, approvato con 310 sì, 204 no e due astensioni. Hanno votato
contro Pd e Idv; a favore del testo, con la maggioranza, ha votato l'Udc, si
prevede:
per l’arbitrato:
la certificazione in deroga ai contratti collettivi nazionali
vincoli al ruolo del giudice del lavoro
clausola compromissoria da firmare all’atto dell’assunzione per impedire la
possibilità di ricorrere a un giudice in caso di controversie
l’arbitro che sostituirà il giudice emetterà sentenza ‘secondo equità’ anche
in deroga alle leggi e ai contratti nazionali.
Per l’apprendistato:
apprendistato a 15 anni, che di fatto abbassa l’obbligo scolastico e la
soglia del lavoro minorile
tutte le iniziative andranno bene per ostacolare e alla fine far ritirare
questa legge ma appunto perché anche la Cgil la definisce "sbagliata,
pericolosa e palesemente incostituzionale". è necessario fondamentalmente lo
sciopero generale ora!
pc quotidiano 19-20 ottobre - la guerra dei pastori sardi
La rivolta delle campagne che diventa guerriglia urbana: cariche delle forze
dell'ordine, lacrimogeni e lancio di pietre e bottiglie davanti al Consiglio
regionale della Sardegna. Tanti contusi e cinque persone arrestate durante i
disordini. E' finita così la manifestazione dei pastori sardi in lotta per il prezzo
del latte e per il generale stato di crisi del settore cominciata questa mattina
davanti alla fiera campionaria. Era in qualche modo il replay della protesta con la
quale, poco più di un mese fa, erano state chieste al governatore Ugo Cappellacci
precise garanzie e interventi immediati per il futuro della pastorizia. Ma non c'é
stato l'happy end della volta scorsa con il festoso ritorno a casa a bordo delle
decine di pullman arrivate nel capoluogo. Questa volta è terminata con via Roma, la
strada davanti al porto, devastata e sotto choc, con le serrande di bar, negozi e
uffici che si chiudevano in anticipo per paura del finimondo. Una mezz'ora da incubo.
Lo scontro tra i pastori del Movimento di Felice Floris e le forze dell'ordine in
tenuta antisommossa è cominciato intorno alle 18 sotto i portici del palazzo
regionale, sul lato che si affaccia in via Lepanto. Improvvisamente molti
manifestanti si sono riversati contro uno degli ingressi laterali della Regione. E
sono cominciate a volare bottiglie e lattine lanciate verso le forze dell'ordine
schierate in difesa dell'entrata. Forse la paura di poter essere sopraffatti ha
provocato la reazione con i primi lanci di lacrimogeni. A quel punto si è scatenata
una vera e propria guerriglia urbana tra via Lepanto e via Roma, sino al porto. Un
gruppo di manifestanti ha svuotato un cassonetto carico di bottiglie e ha iniziato a
lanciare il vetro contro polizia e carabinieri e addosso alle finestre del Consiglio.
La reazione non si è fatta attendere. Cariche, lancio di lacrimogeni e una decina di
cellulari che hanno invaso via Roma per impedire che venisse rioccupata dai pastori.
In mezzo diversi contusi sia tra i manifestanti, sia tra le forze dell'ordine. Anche
un fotografo é dovuto ricorrere alle cure dei medici per una contusione al capo. La
situazione è faticosamente ritornata alla normalità e intorno alle 20.30 i
manifestanti rimasti a dare manforte a dodici rappresentanti del Movimento pastori
che nel frattempo avevano occupato una sala del Consiglio regionale erano poche
decine. Solo una tregua. Domani i pastori saranno di nuovo davanti al Palazzo di via
Roma messo a ferro e fuoco: a rischio la seduta dell'Assemblea in programma nel
pomeriggio. Condanna bipartisan sull'uso della violenza. "Protestare è sacrosanto -
ha detto il ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan - Ma gli scontri di
oggi a Cagliari alla fine servono solo ad impedire la possibilità di superare gli
ostacoli e di avviare così verso obiettivi effettivamente raggiungibili le parti
coinvolte in una vicenda assai complicata". "Le ragioni legittime di una protesta -
ha sottolineato il governatore sardo Ugo Cappellacci - non possono mai giustificare
degenerazioni come quelle viste davanti al Consiglio regionale".
UN MANIFESTANTE HA PERSO UN OCCHIO - Si aggrava il bilancio dei feriti negli scontri
avvenuti tra manifestanti e forze di polizia davanti al palazzo del Consiglio
regionale durante la manifestazione del Movimento dei pastori sardi. Un manifestante,
secondo quanto si è appreso, ha perso un occhio dopo essere stato colpito in pieno
volto da un candelotto lacrimogeno. la notizia è stata confermata da fonti della
Questura. Il ferito, del quale non è stato reso noto il nome, è stato ricoverato in
clinica oculistica dove i medici lo stanno sottoponendo ad un intervento nel
tentativo di salvare il bulbo oculare.
stefano ambu
dell'ordine, lacrimogeni e lancio di pietre e bottiglie davanti al Consiglio
regionale della Sardegna. Tanti contusi e cinque persone arrestate durante i
disordini. E' finita così la manifestazione dei pastori sardi in lotta per il prezzo
del latte e per il generale stato di crisi del settore cominciata questa mattina
davanti alla fiera campionaria. Era in qualche modo il replay della protesta con la
quale, poco più di un mese fa, erano state chieste al governatore Ugo Cappellacci
precise garanzie e interventi immediati per il futuro della pastorizia. Ma non c'é
stato l'happy end della volta scorsa con il festoso ritorno a casa a bordo delle
decine di pullman arrivate nel capoluogo. Questa volta è terminata con via Roma, la
strada davanti al porto, devastata e sotto choc, con le serrande di bar, negozi e
uffici che si chiudevano in anticipo per paura del finimondo. Una mezz'ora da incubo.
Lo scontro tra i pastori del Movimento di Felice Floris e le forze dell'ordine in
tenuta antisommossa è cominciato intorno alle 18 sotto i portici del palazzo
regionale, sul lato che si affaccia in via Lepanto. Improvvisamente molti
manifestanti si sono riversati contro uno degli ingressi laterali della Regione. E
sono cominciate a volare bottiglie e lattine lanciate verso le forze dell'ordine
schierate in difesa dell'entrata. Forse la paura di poter essere sopraffatti ha
provocato la reazione con i primi lanci di lacrimogeni. A quel punto si è scatenata
una vera e propria guerriglia urbana tra via Lepanto e via Roma, sino al porto. Un
gruppo di manifestanti ha svuotato un cassonetto carico di bottiglie e ha iniziato a
lanciare il vetro contro polizia e carabinieri e addosso alle finestre del Consiglio.
La reazione non si è fatta attendere. Cariche, lancio di lacrimogeni e una decina di
cellulari che hanno invaso via Roma per impedire che venisse rioccupata dai pastori.
In mezzo diversi contusi sia tra i manifestanti, sia tra le forze dell'ordine. Anche
un fotografo é dovuto ricorrere alle cure dei medici per una contusione al capo. La
situazione è faticosamente ritornata alla normalità e intorno alle 20.30 i
manifestanti rimasti a dare manforte a dodici rappresentanti del Movimento pastori
che nel frattempo avevano occupato una sala del Consiglio regionale erano poche
decine. Solo una tregua. Domani i pastori saranno di nuovo davanti al Palazzo di via
Roma messo a ferro e fuoco: a rischio la seduta dell'Assemblea in programma nel
pomeriggio. Condanna bipartisan sull'uso della violenza. "Protestare è sacrosanto -
ha detto il ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan - Ma gli scontri di
oggi a Cagliari alla fine servono solo ad impedire la possibilità di superare gli
ostacoli e di avviare così verso obiettivi effettivamente raggiungibili le parti
coinvolte in una vicenda assai complicata". "Le ragioni legittime di una protesta -
ha sottolineato il governatore sardo Ugo Cappellacci - non possono mai giustificare
degenerazioni come quelle viste davanti al Consiglio regionale".
UN MANIFESTANTE HA PERSO UN OCCHIO - Si aggrava il bilancio dei feriti negli scontri
avvenuti tra manifestanti e forze di polizia davanti al palazzo del Consiglio
regionale durante la manifestazione del Movimento dei pastori sardi. Un manifestante,
secondo quanto si è appreso, ha perso un occhio dopo essere stato colpito in pieno
volto da un candelotto lacrimogeno. la notizia è stata confermata da fonti della
Questura. Il ferito, del quale non è stato reso noto il nome, è stato ricoverato in
clinica oculistica dove i medici lo stanno sottoponendo ad un intervento nel
tentativo di salvare il bulbo oculare.
stefano ambu
martedì 19 ottobre 2010
pc quotidiano 19-20 ottobre - Polizia a Terzigno come a Cagliari - serve ora lo sciopero generale !
cariche poliziesche e a arresti a Terzigno, come a Cagliari
alle esigenze dei proletari e delle masse popolari
si risponde con la polizia e la repressione e nei giorni precedenti lo
stesso verso studenti e manifestanti sui vari temi
ma la lotta proletaria e di massa non si ferma !
1 milione in piazza a roma, richiesto a gran voce dagli operai lo sciopero
generale, contestato da noi Epifani proprio per questo, ma la sua risposta
è un ni, che vale un no, un dopo, che vale un mai o quando è tardi e inutile
invece lo sciopero generale serve ora e serve uno sciopero di tutti i
settori in lotta e su tutti i temi della lotta - come è stato in Grecia come è in Francia ora
ora si tratta di richiederlo insieme, ovunque e con tutti i mezzi
perchè i padroni devono essere fermati e il governo Berlusconi se ne deve
andare, come ogni governo dei padroni
proletari comunisti
19 ottobre
alle esigenze dei proletari e delle masse popolari
si risponde con la polizia e la repressione e nei giorni precedenti lo
stesso verso studenti e manifestanti sui vari temi
ma la lotta proletaria e di massa non si ferma !
1 milione in piazza a roma, richiesto a gran voce dagli operai lo sciopero
generale, contestato da noi Epifani proprio per questo, ma la sua risposta
è un ni, che vale un no, un dopo, che vale un mai o quando è tardi e inutile
invece lo sciopero generale serve ora e serve uno sciopero di tutti i
settori in lotta e su tutti i temi della lotta - come è stato in Grecia come è in Francia ora
ora si tratta di richiederlo insieme, ovunque e con tutti i mezzi
perchè i padroni devono essere fermati e il governo Berlusconi se ne deve
andare, come ogni governo dei padroni
proletari comunisti
19 ottobre
pc quotidiano 19-20 ottobre - LA CRISI MONDIALE RICOMINCIA
Sulla situazione economica mondiale un giorno sì e uno no i padroni alternano euforia a depressione, almeno nei titoli dei loro giornali, (non certo per le loro tasche che continuano invece a gonfiarsi di soldi).
E sull’inserto di Repubblica di questa settimana “Affari & Finanza” troviamo appunto un interessante articolo abbastanza deciso e chiaro sulla “seconda ondata” della crisi.
Non sono quindi bastate le misure d’urgenza, i miliardi investiti nel salvataggio delle grandi banche e di alcune grandi industrie messe in circolazione dai governi di mezzo mondo per salvare il sistema capitalistico dalla bancarotta; non è bastata l’intensificazione delle operazioni di guerra e la crescente spesa per le armi di ogni ordine e tipo: la crisi c’è e si ripropone!
Il giornalista Giannini, nel descrivere la catastrofica situazione, da provinciale scribacchino si trasforma in illuminato castigatore e bacchetta “la piccola Italia” provinciale, cloroformizzata dal berlusconismo, che non capirebbe dove sta andando, offrendo a politici, sindacalisti e ministri vari
argomenti perché questi continuino a lanciare accorati appelli all’unità, affinché padroni e operai, borghesia e proletariato, capiscano che devono “fare squadra”, stare insieme, per “salvare il paese”… “autoconsapevolezza” la chiama il giornalista dal suo punto di vista borghese.
Coscienza di classe è per noi, invece, quella che coglie l’occasione di questa crisi per fare ulteriori passi avanti nella costruzione del proprio partito!
Riportiamo l’articolo:
***
"L'America non sogna più", recita l'ultimo numero di Time, dando voci e volti alla "double dip" statunitense. Dopo la "tempesta perfetta" di due anni fa la ripresa non c'è, ma c'è semmai la "seconda ondata" della crisi. La piccola Italia, cloroformizzata dal berlusconismo e dal provincialismo, fatica a capirlo. Ma basta leggere le cifre dell'ultimo studio di RealtyTrac: tra luglio e settembre le case pignorate sono state ben 288.345, oltre 18 mila in più rispetto al trimestre precedente. Siamo ai livelli più elevati dal 2005. E di questo passo, ci informano gli esperti, alla fine di quest'anno i pignoramenti totali raggiungeranno la cifra monstre di 1 milione e 200 mila unità.
Gli effetti di questo nuovo disastro sono facili da immaginare. Oltre un milione di famiglie americane non ce la farà a pagare il mutuo, e si ritroverà senza casa entro Natale. Dal mercato delle compravendite scompariranno altrettanti immobili, che non potranno essere negoziati perché pignorati. Dai conti delle banche evaporeranno altrettanti mutui. E dunque, ricapitolando: la "middle class" già tartassata dalla recessione diventerà ancora più povera, i prezzi delle case scenderanno ancora di più, gli istituti di credito perderanno altri soldi e subiranno l'inevitabile contraccolpo in Borsa. Se consideriamo il torbido sfondo politico-economico in cui tutto questo avviene, c'è da stare preoccupati.
E non si vede come possano aiutare le elezioni di midterm del 2 novembre, che addebiteranno a Obama il conto di questa crisi infinita. L'unica cosa da fare, nell'establishment europeo e (per quel che vale) italiano, è prendere atto della situazione. Dire la verità ai popoli, finirla con la propaganda e tentare di correre ai ripari. Siamo al "Punto Omega", per usare il concetto chiave dell'ultimo capolavoro di Don De Lillo, straordinaria metafora del potere cieco e irresponsabile. "I governi mentono sempre", è l'assunto del grande scrittore americano. Ma mai come oggi, questo è il momento della verità e dell'"autoconsapevolezza".
(18 ottobre 2010)
E sull’inserto di Repubblica di questa settimana “Affari & Finanza” troviamo appunto un interessante articolo abbastanza deciso e chiaro sulla “seconda ondata” della crisi.
Non sono quindi bastate le misure d’urgenza, i miliardi investiti nel salvataggio delle grandi banche e di alcune grandi industrie messe in circolazione dai governi di mezzo mondo per salvare il sistema capitalistico dalla bancarotta; non è bastata l’intensificazione delle operazioni di guerra e la crescente spesa per le armi di ogni ordine e tipo: la crisi c’è e si ripropone!
Il giornalista Giannini, nel descrivere la catastrofica situazione, da provinciale scribacchino si trasforma in illuminato castigatore e bacchetta “la piccola Italia” provinciale, cloroformizzata dal berlusconismo, che non capirebbe dove sta andando, offrendo a politici, sindacalisti e ministri vari
argomenti perché questi continuino a lanciare accorati appelli all’unità, affinché padroni e operai, borghesia e proletariato, capiscano che devono “fare squadra”, stare insieme, per “salvare il paese”… “autoconsapevolezza” la chiama il giornalista dal suo punto di vista borghese.
Coscienza di classe è per noi, invece, quella che coglie l’occasione di questa crisi per fare ulteriori passi avanti nella costruzione del proprio partito!
Riportiamo l’articolo:
***
"L'America non sogna più", recita l'ultimo numero di Time, dando voci e volti alla "double dip" statunitense. Dopo la "tempesta perfetta" di due anni fa la ripresa non c'è, ma c'è semmai la "seconda ondata" della crisi. La piccola Italia, cloroformizzata dal berlusconismo e dal provincialismo, fatica a capirlo. Ma basta leggere le cifre dell'ultimo studio di RealtyTrac: tra luglio e settembre le case pignorate sono state ben 288.345, oltre 18 mila in più rispetto al trimestre precedente. Siamo ai livelli più elevati dal 2005. E di questo passo, ci informano gli esperti, alla fine di quest'anno i pignoramenti totali raggiungeranno la cifra monstre di 1 milione e 200 mila unità.
Gli effetti di questo nuovo disastro sono facili da immaginare. Oltre un milione di famiglie americane non ce la farà a pagare il mutuo, e si ritroverà senza casa entro Natale. Dal mercato delle compravendite scompariranno altrettanti immobili, che non potranno essere negoziati perché pignorati. Dai conti delle banche evaporeranno altrettanti mutui. E dunque, ricapitolando: la "middle class" già tartassata dalla recessione diventerà ancora più povera, i prezzi delle case scenderanno ancora di più, gli istituti di credito perderanno altri soldi e subiranno l'inevitabile contraccolpo in Borsa. Se consideriamo il torbido sfondo politico-economico in cui tutto questo avviene, c'è da stare preoccupati.
E non si vede come possano aiutare le elezioni di midterm del 2 novembre, che addebiteranno a Obama il conto di questa crisi infinita. L'unica cosa da fare, nell'establishment europeo e (per quel che vale) italiano, è prendere atto della situazione. Dire la verità ai popoli, finirla con la propaganda e tentare di correre ai ripari. Siamo al "Punto Omega", per usare il concetto chiave dell'ultimo capolavoro di Don De Lillo, straordinaria metafora del potere cieco e irresponsabile. "I governi mentono sempre", è l'assunto del grande scrittore americano. Ma mai come oggi, questo è il momento della verità e dell'"autoconsapevolezza".
(18 ottobre 2010)
lunedì 18 ottobre 2010
pc quotidiano 11-17-18 ottobre - la contestazione a epifani
La visibile contestazione del comizio di Epifani, da noi voluta e
organizzata con le nostre bandiere, si è dimostrata una azione positiva, come
e elemento di una differenziazione politica e sociale che era importante segnare in una gigantesca manifestazione come quella di ieri.
purtroppo molte forze che volevano partecipare alla contestazione, tranne un gruppo di giovani, operai e studenti, che innalzava lo striscione dello sciopero non c'erano- invece era giusto e necessario dare una indicazione ai
lavoratori visibile, come noi invece abbiamo cercato di fare ai due
concentramenti con striscioni, volantini e locandine, nel pezzo di corteo da
Ostiense e nei punti di arrivo dei due grandi cortei, da via Merulana e da
via E. Filiberto.
Questa presenza alla manifestazione e alla contestazione ha trovato un qualche spazio nei mass media Oggi tutta la grande stampa scopre Red Block e Proletari comunisti. .
Sole 24ore, pag. 6 nel titolo occhiello: "fischi dei Red Block a p.zza S.
Giovanni" - nell'articolo "anche se durante il comizio finale un nutrito
gruppo antagonista dei Red Block ha occupato l'area sotto il palco
riservando fischi all'intervento di Epifani... tanto da spingere il leader
della Rete 28 aprile Giorgio Cremaschi su posizioni tradizionalmente vicine
alla sinistra radicale, a fare più volte cenno di smetterla con le
contestazioni...".
La Repubblica, pag. 6: "...ma in realtà le due parole urlate più forte e più
volte sono state: 'Sciopero generale', ritmato a pugno chiuso sotto le
bandiere di Red Block...".
Corriere della Sera, pag. 2: "Epifani... quando sale sul palco ha a destra
Cremaschi, a sinistra Landini e a pochi metri davanti a sè un gruppuscolo di
fischiatori che svendola bandiere di Proletari comunisti e di Red Block".
La Stampa, pag. 2: "Guglielmo Epifani al suo ultimo comizio a segretario
generale della Cgil si prende qualche fischio da un gruppetto di militanti
con bandiere Red Block e Proletari comunisti".
L'Unità, pag. 6: "la Fiom ha chiesto lo sciopero generale... alla piazza
piace, applaude, in tanti avevano scandito la richiesta durante il corteo.
Ma non sono metalmeccanici quelli che continuano a scandirla durante tutto
il comizio di Epifani. Qualche decina di persone, a poca distanza dal palco,
con le bandiere Red Block, Slai cobas, Proletari Comunisti".
8si intende qui slai cobas per il sindacato di classe taranto, presente con una delegazione dei sidsoccupati organizzati che avevano aderito alla manifestazione)
Infine, i due giornali - uno di fasla sinistra che non ha gradito..
Il Manifesto, che è costretto a citare ma deve avviare subito operare per isolamento, denigrazione e criminalizzazione della nostra presenza. Il pezzo nel suo piccolo è significativo. "non è
semplice per Epifani iniziare a parlare. la piazza invoca: sciopero,
sciopero! La segreteria della Fiom al completo gli si mette al fianco
intorno al microfono. E' regola antica in Cgil, il segretario generale si
rispetta. La folla che è rimasta capisce fa silenzio, tranne una
cinquantina di persone che svendolano un paio di bandiere di un ignoto Red
Block, e fischiano per un pò".
Libero, fa il commento più di destra. Mette un titolo: "Epifani contestato,
minaccia lo sciopero". Ma non mette la cronaca della contestazione. E' in un
altra pagina, 4, che scrive: "... non c'erano i tanto temuti Black Block, ma
i più pacifici Red Block, naturalmente di rosso vestiti...".
Se ci sono diversi altri giornali, oltre ai sette citati, che hanno rilevato la
nostra presenza, Sono scorse molte immagini nelle televisioni e
nei tanti video,
un manifesto viene realizzato da oggi e affisso nelle fabbriche e nelle città dove siamo presenti con la foto dello striscione di roma e questo testo
"UN MILIONE IN
PIAZZA A ROMA. IL NO DELLA CLASSE OPERAIA CONTRO PADRONI E GOVERNO. SI' ALLO
SCIOPERO GENERALE. RED BLOCK, PROLETARI COMUNISTI CONTESTANO EPIFANI".
Nelle scuole, nella gioventù proletaria, nel movimento va valorizzata la presenza e la novità rappresentata dai giovani maoisti di Red Block, che dopo l'antifascismo a palermo ha avuto modo di cominciare a farsi vedere alla grande manifestazione di roma - non è facile oggi realizzare una presenza tra i giovani di una organizzazione giovanile comunista,rivoluzionaria e maoista autentica impegnata nella lotta e organizzazione su tutti i temi: movimento studentesco, antifascismo e repressione, internazionalismo e saldamente a fianco delle lotte operaie e proletarie
Proletari comunisti
17.10.10
pc quotidiano 16-17-18 ottobre - roma ..la nostra presenza
La nostra partecipazione alla manifestazione è stata positiva
La linea che ci eravamo data di coprire tutti e due i cortei con due
raggruppamenti diversi è stata giusta ha permesso di raggiungere parte significativa degli operai di tutta la regione, con buona visibilità in piccolo naturalmente.
La presenza con lo striscione principale ai due concentramenti finali è stata positiva e visibile: molto buona per il raggruppamento intorno a PA; con qualche difficoltà all'altro raggruppamento intorno a taranto che erano
numerosi ma per alcuni proletari era la prima volta in manifestazioni di questo genere Riuscita dall'inizio alla fine la presenza dei giovani maoisti di Red Block.
La compattezza e la visibilità all'atto della contestazione di Epifani ha
dato valore e anche significato politico generale alla nostra presenza.
Diffuse diverse decine dello speciale Fiat - anticipo del nuovo numero della rivista marxista-leninista-maoista 'la nuova bandiera' Fiat in una situazione in cui era
abbastanza difficile diffondere; diffusi fogli mfpr fatti ad hoc per le operaie e donne proletarie presenti;
presi e ripresi numerosi contatti tutti di maprticolare calore e rilievo primo fra Ttutti in questa fase con i tre licenziati fiat sata
Verificata l'attenzione e interesse per
il nostro lavoro e la crescente e perfino inaspettata lettura del nostro blog.
Possiamo fare di più e meglio, se cresciamo innanzitutto politicamente,
organizzativamente e anche ideologicamente. Ma un passo in avanti è stato
fatto.
Proletari comunisti
17.10.10
pc quotidiano 16-17-18 ottobre - roma 16 ottobre
1milione in piazza in una grande manifestazione della classe operaia e di
tanti settori in lotta
imponente no ai padroni e al governo - forte richiesta dello sciopero
generale
red block- proletari comunisti e altri operai e giovani contestano Epifani,
dando un chiaro segnale a tutti gli operai e masse in lotta
chi con motivazioni di 'destra' o di 'sinistra' non c'era ha dimostrato
tutta la inadeguatezza politico-sindacale
a comprendere lo scontro di classe attuale
ciò vale essenzialmente per i gruppi dirigenti del sindacalismo di base - tranne qualche lodevole eccezione
chi non ha puntato - o chi non ha partecipato - alla contestazione Epifani
come questione chiave politico sindacale della manifestazione dal punto di
vista dell'unità-lotta-trasformazione necessaria oggi, dimostra i limiti e
errori di linea , di progetto e di pratica nel modo di stare e agire nella
fase. - ciò vale con le forze alla coda del gruppo dirigente della fiom ..carc/npci ad es.
proletari comunisti
ro.red@libero.it