In vista dell’approssimarsi del 25 novembre, giornata internazionale contro la
violenza sulle donne, come donne lavoratrici, precarie, disoccupate ci siamo
incontrate in questi giorni per discutere e organizzarci.
Siamo partite dalla nostra esperienza diretta che ci vede impegnate
quotidianamente innanzi tutto nella lotta in difesa del lavoro, contro la
precarietà, la disoccupazione in una fase in cui governo e padroni ci
attaccano pesantemente. Siamo una goccia di un vasto mare che vede tantissime
donne colpite sul piano economico/lavorativo, ma ogni giorno che passa è
sempre più chiaro ed evidente come l’attacco alle nostre condizioni di vita sia
ben più ampio: governo, padroni, Stato, ben affiancati dalla chiesa, sono parte
integrante di un sistema sociale che vuole noi donne sempre più deboli e
subordinate.
Vogliono farci tornare indietro, ricacciarci a casa, rinchiuderci in famiglia
per scaricare su di noi tutto il peso del lavoro di cura a fronte del continuo
smantellamento dei servizi sociali pubblici, ma non solo! la famiglia deve
servire anche per controllare la nostra vita, soffocando ogni esigenza e
volontà di autodeterminazione delle donne. Questa famiglia che così tanto si
esalta e si sacralizza è quella in cui invece tante donne subiscono
oppressione e violenza fino ad essere uccise da parte di chi nei cosiddetti
romanzi rosa si chiamerebbe "il loro uomo", “il loro compagno di vita”, “ il
loro partner”…
Ogni giorno sentiamo, leggiamo, ancora un’altra violenza, ancora un'altra
uccisione! Non possiamo non sentirci tutte violentate, tutte offese! E basta
con la storia “dei singoli casi di raptus” o delle “mele marce da estirpare da
una società sana”! La violenza sessuale è il frutto più marcio della società
capitalista in cui viviamo che crea un clima da moderno medioevo contro le
donne attaccandole nelle condizioni generali della loro vita
e forte è la rabbia nel vedere come venga trattata dai mass media, semplici
fatti di cronaca quasi che sia normale che succedano! o addirittura l’altra
orrenda faccia della medaglia con i vergognosi show mediatici con cui si vuole
speculare e guadagnare a più non posso come sta accadendo in questi giorni
intorno alla drammatica vicenda dell'uccisione della giovane Sarah Scazzi a
Taranto
e ancora più forte è la rabbia contro l’ipocrisia del governo moderno
fascista Berlusconi che si guarda bene dal fare riferimento alle violenze che
avvengono quasi ogni giorno contro le donne dentro tante famiglie italiane ma
che non ha perso tempo a scagliarsi su alcuni casi di violenza commessi da
immigrati per gridare all’emergenza e imporre politiche razziste, xenofobe, di
più repressione che doppiamente ricadono sulle donne immigrate; un governo che
dall’ alto invece legittima la violenza sulle donne abusando vergognosamente
del potere politico per abusare del corpo delle donne, primo nella lista in
questo Berlusconi, diffondendo a livello di massa concezioni maschiliste e
sessiste contro le donne.
Contro tutto questo la nostra rabbia deve trasformarsi in ribellione e
lotta!
Giovedì 25 novembre saremo in presidio itinerante da Piazza Politema alla sede
del giornale “La Repubblica” dalle ore 16,00 Mostra, volantinaggio,
spikeraggio, informazione sulle iniziative organizzate nelle altre città, a
partire dalla mobilitazione delle compagne e donne lavoratrici e disoccupate
del Mfpr di Taranto per “Carmela, Sarah e tutte le giovani e donne violentate e
uccise”
Mfpr Palermo
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