domenica 24 ottobre 2010
pc quotidiano 24 ottobre: LA SAME CHIEDE ALLA FIOM PROVVEDIMENTI CONTRO I LAVORATORI IN LOTTA, PER FAR PASSARE UN ACCORDO TIPO POMIGLIANO.
"Continua il braccio di ferro tra la Same Deutz-Fahr e la Rsu Fiom, protagonista del lancio di uova marce contro la sede Cisl di Treviglio il 30 settembre scorso. Dopo avere sospeso le relazioni una settimana fa, la società della famiglia Carozza ha nuovamente scritto al sindacato chiedendo questa volta una «verifica interna finalizzata all'adozione di provvedimenti» contro i responsabili dell'accaduto. Paradossalmente la richiesta è indirizzata anche al segretario provinciale Eugenio Borella che, pur senza lanciare uova, aveva partecipato al corteo dei lavoratori Same.
Come per il documento di venerdì, anche la nuova strategia viene condivisa dalla Confindustria Bergamo, che non a caso firma il documento attraverso il proprio direttore generale Guido Venturini. In fabbrica la risposta è stata un nuovo sciopero di mezz'ora, questa volta articolato con modalità a scacchiera in modo da paralizzare l'attività produttiva.
Di certo la Same si sta prendendo un bel rischio, in termini di conflittualità interna. I suoi lavoratori sono talmente politicizzati e oltranzisti, che per lo stesso segretario provinciale della Cgil - non della Fiom - partecipare alle assemblee di fabbrica rappresenta un supplizio periodico. Quando viene indetto uno sciopero per esempio di due ore, tanto per non sbagliare alla Same ne fanno quattro. Ogni iniziativa di protesta trova sicura partecipazione, la solidarietà per i colleghi di altre
fabbriche in crisi viene sempre garantita e lo striscione della fabbrica di trattori campeggia in tutte le manifestazioni sindacali degne di tale nome.
Per nulla morbidi, i dipendenti che stanno con la Fiom rappresentano per di più la netta maggioranza anche in termini assoluti, con circa 600 tesserati su 1.250 addetti, il 67% delle preferenze nelle ultime elezioni Rsu e dodici delegati su 22 nel consiglio di fabbrica, la cui scadenza naturale sarà tra un anno, nel settembre del 2011. Tenere fuori dal confronto aziendale tutta questa gente, non sarà come succhiare una caramella e di sicuro i Carozza ci hanno pensato ben sopra.
Per dare forza alla propria posizione, cosa può fare la Same? Stipulare accordi con organizzazioni (Fim Cisl e Uilm Uil) che oggi rappresentano il 33% dei dipendenti? Andare in Serbia (India?) come ipotizzò la Fiat di Pomigliano? Sfidare anche la giustizia (articolo 28) in un ricorso per
comportamento antisindacale? Direttamente interpellata, ieri la società ha preferito non affrontare argomenti di questo tipo. Possiamo comunque affermare che la discussione in atto - fino al congelamento delle relazioni con la Fiom - non è così distante dalla piattaforma di Pomigliano, per
quanto meno estremizzata: anche la Same vorrebbe introdurre un «pacchetto assenteismo» e un monte ore di straordinari cui attingere senza necessità di contrattazione, 40 ore a Treviglio contro le 140 chieste da Marchionne. Se passerà la linea aziendale, dopo il terzo giorno di assenza e in base a un meccanismo progressivo, il premio di risultato potrà venire eroso fino al 75% in caso di malattia, infortunio, congedi parentali, eccetera. Come detto, l'azienda ha scelto la linea del silenzio, ma secondo fonti sindacali la penalità scatterebbe anche in caso dei cosiddetti congedi per articolo 104, relativi a famiglie con gravi disabilità a carico, secondo cui è ora l'Inps a farsi carico delle retribuzioni; e sarebbe in discussione anche il giorno di permesso che viene oggi assicurato ai donatori di sangue, appunto dopo il prelievo Avis. Per quanto riguarda gli straordinari, occorre invece rifarsi al pacchetto concordato prima della crisi che prevedeva sempre un monte di 40 ore, con una maggiorazione del salario pari al 75 per cento.
Invece alla Same oggi la crisi si sente. Gli impiegati, per esempio, rimangono a casa tutti i venerdì per un piano di ferie comandate, l'organico è sceso di 200 unità rispetto al 2009 e la produzione giornaliera calata da cento a 67 trattori. Nel bene - sempre secondo fonti sindacali - l'acquisizione di una commessa dal Nord Africa garantirebbe invece la piena attività per tutto il mese di ottobre, in cui non verrà quindi richiesta nuova cassa integrazione ordinaria. Nel 2009, dopo 5 anni consecutivi di crescita del fatturato, il gruppo ha chiuso il bilancio con un fatturato di 876,4 milioni (-28,1% annuo) e un ebit sceso da 54 milioni a 6,5 milioni di euro".
(Dal Giornale di Bergamo - 22 ottobre 2010)
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