sabato 6 luglio 2024
pc 6 - report sulla campagna unitaria per georges ibrahim abdallah
pc 6 luglio - Lo Stato imperialista tedesco continua a reprimere la solidarietà con la Palestina
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
01/07/2024
Gli attivisti hanno parlato con Peoples Dispatch della repressione dei gruppi di solidarietà con la Palestina e di come i recenti divieti possano costituire un pericoloso precedente.
Nel maggio 2024, il Ministero degli Interni dello Stato tedesco della Renania Settentrionale-Vestfalia ha messo al bando l'organizzazione Palästina Solidarität Duisburg (PSDU). Il caso ha comportato un'ampia operazione di intelligence da parte delle autorità statali e infine incursioni nelle case di quattro attivisti. Le persone colpite hanno ora fondato il "Comitato contro il divieto di PSDU", al fine di combattere la repressione statale nei tribunali.
La messa al bando del PSDU è avvenuta appena un mese dopo che centinaia di poliziotti tedeschi hanno chiuso il "Palestine Congress" a Berlino il 12 aprile, arrestando diversi partecipanti e ordinando ai delegati di andarsene immediatamente. La polizia ha anche represso pesantemente le massicce
pc 6 luglio - Terribili testimonianze dalle prigioni di Israele - 1: Da un medico israeliano
Da Il manifesto
«Ho visto Sde Teiman, non è solo un carcere ma la nostra vendetta»
Parla un medico israeliano entrato nella base-prigione di Israele nel Neghev, in cui i palestinesi sono ammanettati al letto per mesi
di Michele Giorgio - 5.7.24
Torture, abusi e violenze di ogni genere a danno di centinaia di detenuti palestinesi di Gaza arrestati dopo il 7 ottobre, anche quelli gravemente feriti e ammalati. Di quanto accade nel centro di detenzione di Sde Teiman, la Abu Ghraib di Israele, nei pressi di Bersheeva nel Neghev, si parla da mesi. Solo qualche settimana fa, grazie alla denuncia dei media internazionali e alla petizione presentata alla Corte suprema dall’Associazione israeliana per i diritti umani, le autorità hanno deciso di trasferire gran parte dei palestinesi tenuti prigionieri a Sde Teiman. Ne rimangono altri duecento e le loro condizioni non sono migliorate. Abbiamo raccolto la testimonianza del dottor F.K. che ha visitato Sde Teiman. Ci ha chiesto di non rivelare la sua identità.
Quante volte sei stato a Sde Teiman?
Solo una. Sono un chirurgo e mi hanno chiamato a proposito di un detenuto palestinese in gravi condizioni che pochi giorni prima era stato ricoverato nell’ospedale pubblico in cui lavoro. Stava molto male e volevano un parere. Quella persona avrebbe dovuto rimanere ricoverato nella struttura ospedaliera e non essere rimandato subito a Sde Teiman. So di prigionieri (palestinesi) che dopo essere stati operati negli ospedali non sono stati tenuti in terapia intensiva o in osservazione, ma portati subito nei centri di detenzione e nelle prigioni in condizioni instabili.
Cos’è Sde Teiman?
Fondamentalmente è un’enorme base militare con un’area di detenzione divisa in due parti. Una è una sorta di ospedale da campo, dove sono stato io. Nell’altra ci sono le tende con i prigionieri di Gaza. Tutto appare molto precario. All’ingresso sono ammassati i materiali sanitari. Gli ammalati si trovano sotto una tensostruttura, uno scheletro di metallo coperto da un tendone. Quindi sono esposti alle condizioni esterne, con temperature che di notte scendono notevolmente... Ho trovato due file di pazienti, in totale una quindicina, forse venti. Ho notato subito che erano tutti legati, mano e gamba separatamente, ai bordi del letto. Erano bendati, quasi nudi e con il pannolone. Costretti a rimanere a letto, sempre sdraiati sulla schiena, non vanno in bagno o non vengono portati ai bagni.
Cosa ti hanno detto i medici che lavorano lì?
Quelli con cui ho interagito, anche nei giorni seguenti su Whatsapp, non sono chirurghi o da terapia
pc 6 luglio - Terribili testimonianze dalle prigioni di Israele - 2: Dall'avvocato Khaled Mahajneh
«La situazione lì è più orribile di qualsiasi cosa abbiamo sentito su Abu Ghraib e Guantanamo». È così che Khaled Mahajneh descrive il centro di detenzione di Sde Teiman in qualità di primo avvocato a visitare la struttura. Più di 4.000 palestinesi arrestati da Israele a Gaza sono stati detenuti presso la base militare nel Naqab/Negev dal 7 ottobre; alcuni di loro sono stati successivamente rilasciati, ma la maggior parte rimane in detenzione.
...Quando Mahajneh è arrivato alla base il 19 giugno, gli è stato richiesto di lasciare l’auto lontano dal sito, dove una jeep dell’esercito era in attesa per trasportarlo all’interno. «Una cosa del genere non mi era mai capitata in nessuna visita che avevo fatto in precedenza a una prigione», dice a +972. Hanno guidato per circa 10 minuti attraverso la struttura, una vasta rete di roulotte, prima di arrivare a un grande magazzino, che conteneva una roulotte sorvegliata da soldati mascherati. «Hanno ripetuto che la visita sarebbe stata limitata a 45 minuti, e qualsiasi azione che potesse danneggiare la sicurezza dello stato, del campo o dei soldati avrebbe portato alla sua immediata cessazione. Ancora non capisco cosa intendessero», afferma Mahajneh.
I soldati hanno trascinato fuori il giornalista detenuto con le braccia e le gambe legate, mentre
pc 6 luglio - Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina - info
Jenin rimarrà una fortezza di fermezza e un cimitero per gli invasori.
Il
Fronte Popolare piange i martiri della Brigata Jenin e afferma che il
sangue dei martiri rimarrà combustibile per accendere la fiamma della
resistenza.
Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina
piange con orgoglio gli eroici martiri della Brigata Jenin che salirono
al potere affrontando eroicamente le forze sioniste speciali che hanno
invaso il campo di Jenin, e afferma che il sangue dei martiri rimarrà
carburante per accendere la fiamma della resistenza.
Il nemico
sionista continua a commettere questi crimini contro il nostro popolo,
illudendosi di poter spegnere la fiamma della resistenza e uccidere la
volontà di resistenza e lo spirito di fermezza. Jenin rimarrà sempre,
come l'abbiamo conosciuta, una fortezza di fermezza e un cimitero per i
nemici, una roccaforte di fronte alla quale tutti i piani e le
cospirazioni vengono infranti.
La resistenza nella Cisgiordania
occupata continuerà a crescere e svilupparsi, intensificando i suoi
dolorosi attacchi contro i soldati e i coloni occupanti, seguendo
l’esempio della coraggiosa resistenza nella coraggiosa Striscia di Gaza.
Rinnoviamo
la nostra promessa ai nostri eroici martiri che il loro sangue puro non
sarà mai vano, e continueremo il percorso di resistenza e lotta fino a
raggiungere gli obiettivi del nostro popolo nella liberazione, nel
ritorno e nella fondazione dello Stato di Palestina. l’intero territorio
nazionale con Al-Quds come capitale.
Gloria ai martiri, guarigione ai feriti, libertà ai nostri coraggiosi prigionieri e vittoria al nostro popolo.
Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina
Dipartimento centrale dei media
5-luglio-2024
pc 6 luglio - ENI /Israele interrompere i rapporti! Una denuncia
L’associazione ReCommon chiede a Eni di interrompere immediatamente l’accordo con Ithaca Energy, una società britannica controllata per l’89% dall’azienda energetica israeliana Delek Group. Quest’ultima compare nella lista nera Onu delle imprese complici nella violazione dei diritti umani dei palestinesi. L’appello di ReCommon è veicolato da una petizione online rivolta all’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi e al ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti. È già stata sottoscritta da diversi esponenti della società civile italiana fra cui Greenpeace e Fridays for Future.
Il gigante dell’energia italiano ha siglato ad aprile 2023
un accordo di fusione fra Eni Uk e Ithaca Energy, celebrato da Claudio
Descalzi come un’occasione per l’azienda italiana di essere «uno dei
principali attori del settore energetico del Regno unito». Delek Group
fornisce – secondo l’Onu – «servizi per supportare il mantenimento degli
insediamenti israeliani».
In seguito a un contratto firmato nel 2020, le
forze di difesa israeliane (Idf) si possono rifornire di carburante
alle centinaia stazioni di servizio possedute da Delek Israel.
pc 6 luglio - Larga parte del partito della Meloni a livello di base, di dirigenti e di suoi esponenti nel governo nelle istituzioni, nei posti di potere compreso rai e cultura sono fascisti
Lavarini accusa FdI: “Quanta ipocrisia. Le parole dei militanti sono la norma. E’ Donzelli che deve dimettersi”
di Matteo PucciarelliIl “barone nero”, noto esponente milanese, torna sull’inchiesta Fanpage che ha portato alla rimozione di Flaminia Pace, Elisa Segnini e Ilaria Partipilo accusate di razzismo e antisemitismo. “Pagano il prezzo al posto dei dirigenti. E Meloni sa che il 35% del partito è di fede missina”
dall'editoriale di proletari comunisti del 5 luglio
....Non hanno avuto il giusto risalto sulla stampa le gravissime dichiarazioni fatte in parlamento dal Ministro degli Interni Piantedosi, chiamato in causa dall'inchiesta Fanpage che ha messo in luce senza alcuna ambiguità il carattere fascista, nazista e antisemita della sedicente organizzazione dei giovani meloniani di Fratelli d'Italia. Una inchiesta fatta nello stile del miglior giornalismo, certo poco usuale per i giornali italiani, in particolare per la grande stampa sempre più legata al governo, alla classe dominante e, di conseguenza, oggi al governo reazionario, moderno fascista della Meloni.
Una inchiesta importante che inchioda senza alcun ombra di dubbio non solo il carattere fascista dell'organizzazione giovanile coinvolta, ma di una fetta largamente maggioritaria di FdI e ampiamente rappresentata nel governo, nelle Istituzioni e sempre di più anche nei mass media e settori "culturali" di questo partito.
Chi si ostina anche nel nostro campo a ridimensionare, sottovalutare e perfino ignorare il carattere fascista di questo governo copre e aiuta il governo che certo si intende combattere ma su posizioni o economiste o comunque che non ne analizzano la natura ideologica, politica e pratica.
Tornando al dibattito parlamentare. Le dichiarazioni di Piantedosi sono molto gravi sia sull'inchiesta Fanpage, ma ancor più su quello che dice in merito alle manifestazioni di solidarietà con la Palestina.
Innanzitutto, come segnalano anche articoli di stampa e interventi in parlamento, evita ogni riferimento al fascismo e neo fascismo; e questa è un'infamia politica e istituzionale con la quale il Ministro degli
venerdì 5 luglio 2024
pc 5 luglio - Azione in Tunisia di solidarietà con Sebastiano e contro la repressione dell'imperialismo italiano di attivisti solidali con la Palestina
https://www.facebook.com/jawaher.channa.92/videos/1010996384077962
Nel video la compagna Jawaher Channa spiega che si
trovano davanti al centro culturale italiano a Tunisi, perché in Italia
ci sono stati dei casi di repressione a dei militanti pro-Palestina, tra
cui un compagno e attivista sindacale e politico Sebastiano Lamera, a
cui gli è stato vietato di andare a Milano, quindi questa è un'azione di
solidarietà qui in Tunisia contro la politica dell'Italia fascista, una
solidarietà per Sebastiano Lamera.
Sui social i compagni tunisini scrivono esplicitamente di essere stati fermati e poi rilasciati dopo circa un'ora per aver fatto delle scritte sui muri del centro culturale italiano a Tunisi, in solidarietà a Sebastiano Lamera ed altri attivisti repressi dallo Stato italiano
URGENTE - Wael e Jawaher fermati alle 20:00 ore locali
Mentre stavano facendo delle tag e delle scritte sui muri del centro culturale italiano in solidarietà per Sebastiano. Al momento non si sa in quale posto di polizia sono stati portati. Seguiranno aggiornamenti.
I
compagni fanno parte del Coordinamento per l'Azione congiunta per la
Palestina (Tunisia) e di Resist- per l'Alternativa socialista.
pc 5 luglio - Editoriale - Le gravi dichiarazioni di Piantedosi
Non hanno avuto il giusto risalto sulla stampa le gravissime dichiarazioni fatte in parlamento dal Ministro degli Interni Piantedosi, chiamato in causa dall'inchiesta Fanpage che ha messo in luce senza alcuna ambiguità il carattere fascista, nazista e antisemita della sedicente organizzazione dei giovani meloniani di Fratelli d'Italia. Una inchiesta fatta nello stile del miglior giornalismo, certo poco usuale per i giornali italiani, in particolare per la grande stampa sempre più legata al governo, alla classe dominante e, di conseguenza, oggi al governo reazionario, moderno fascista della Meloni.
Una inchiesta importante che inchioda senza alcun ombra di dubbio non solo il carattere fascista dell'organizzazione giovanile coinvolta, ma di una fetta largamente maggioritaria di FdI e ampiamente rappresentata nel governo, nelle Istituzioni e sempre di più anche nei mass media e settori "culturali" di questo partito.
Chi si ostina anche nel nostro campo a ridimensionare, sottovalutare e perfino ignorare il carattere fascista di questo governo copre e aiuta il governo che certo si intende combattere ma su posizioni o economiste o comunque che non ne analizzano la natura ideologica, politica e pratica.
Tornando al dibattito parlamentare. Le dichiarazioni di Piantedosi sono molto gravi sia sull'inchiesta Fanpage, ma ancor più su quello che dice in merito alle manifestazioni di solidarietà con la Palestina.
Innanzitutto, come segnalano anche articoli di stampa e interventi in parlamento, evita ogni riferimento al fascismo e neo fascismo; e questa è un'infamia politica e istituzionale con la quale il Ministro degli
pc 5 luglio - SABATO 6 LUGLIO a Milano 38° CORTEO contro il genocidio del popolo Palestinese.
Concentramento ore 17,00 in san Babila organizzato dalle Associazioni e dalle Comunità Palestinesi.