da Controinformazione rossoperaia del 7/06
Nel mondo tutti gli occhi sono puntati sulla Palestina, sul genocidio inumano che ogni giorno si riempie di crimini del popolo palestinese. E sembra che questo genocidio non abbia mai fine, che nessuno è in grado di fermare l'azione genocida dello Stato sionista di tipo nazista israeliano, che nessuno è in grado di fermare i massacri di donne e bambini, di fermare la violazione aperta dei diritti umani, la realizzazione di crimini di guerra e di crimini contro l'umanità, di questioni che sarebbero vietate dalla Carta dell'ONU e, in generale, dalle costituzioni di tutti i paesi del mondo. Nessuno è in grado di fermarlo perché nessuno vuole fermarlo e non lo vogliono certo fermare l'imperialismo americano che da un lato dice di volere il cessate fuoco, che lavora per un accordo, dall'altro arma, arma, arma e copre i crimini quotidiani dello Stato di Israele, così come tutte le potenze imperialiste europee e tanti governi reazionari di tutto il mondo sono dalla parte di Israele e sono legati ad esso perché Israele è un perno del sistema mondiale imperialista fondato sull'appropriazione delle ricchezze, delle risorse del Terzo mondo e del Medio Oriente, fondato sull'espansione del modo di produzione del sistema imperialista in ogni angolo del mondo per allargare sempre di più la differenza tra le ricchezze delle classi dominanti imperialiste e le masse dei popoli. Questo legame indissolubile spiega perché anche quando si sollevano critiche ad Israele, tutti sanno bene che Israele è un gendarme mondiale, non solo contro il popolo palestinese ma contro ogni tipo di ribellione e di aspirazione nazionale e sociale in tutto il mondo arabo.
Continuare a scendere in piazza per la Palestina è entrare a far parte dell'opposizione generale a questo sistema mondiale che produce la guerra e genocidio.
Intanto noi sosteniamo tutto ciò che va in direzione del cessate il fuoco, tutto ciò che va nella direzione di fermare la quotidiana strage del popolo palestinese, tutto ciò che possa essere un freno in questa direzione e rendere possibile la continuità dell'autentica lotta di liberazione del popolo palestinese per uno Stato palestinese che è l'unico legittimo in quell'area. E questo Stato palestinese è l'unico in grado di garantire diritti uguali per tutti, indipendentemente dalla religione.
Questa lotta è però parte generale per fermare la marcia inarrestabile verso la guerra e le guerre imperialiste. In Ucraina sempre di più l'imperialismo americano, la NATO, hanno deciso di intervenire direttamente, di attaccare militarmente la Russia, sia per interposta persona - l'Ucraina e il suo regime reazionario corresponsabile di questa sciagurata guerra al servizio dell'imperialismo - sia per entrare direttamente in conflitto con la Russia, sapendo tutti che questa strada può portare inevitabilmente a una guerra globale, a una guerra imperialista mondiale. Siamo passati dal fatto che si voleva fermare l'invasione russa dell'Ucraina per ristabilire i diritti nazionali del popolo ucraino e siamo arrivati a considerare invece che bisogna cancellare la Russia, e in questo senso dare un segnale profondo all'altro antagonista degli Stati Uniti che è la Cina. Tutto questo sulla pelle dei popoli che vogliono trasformare in una gigantesca carne da macello, in una nuova carneficina mondiale.
Palestina, lotta contro la guerra, lotta all'interno di ciascun paese contro gli effetti della politica imperialista in economia - l'economia di guerra - e le condizioni di vita dei proletari dei popoli sono legati uno con l'altro.
Ci rendiamo ben conto che esiste una inadeguatezza della risposta che viene dalla gran parte dei proletari, dei popoli nel mondo e nel nostro paese contro una nuova guerra imperialista mondiale e per una soluzione per la Palestina che non sia una genocidio del popolo palestinese. Ma la gran parte dei popoli del mondo non è in grado oggi di far sentire forte e chiara la sua voce e di cambiare le cose, cambiarle su scala mondiale, così come cambiarle all'interno di ciascun paese.
Internazionalismo oggi è ricostruire il legame internazionale tra i proletari e i popoli del mondo attraverso le loro organizzazioni della lotta contro l'imperialismo, il capitalismo, i governi reazionari in tutto il mondo. Bisogna costruire l'unità di proletari e popoli del mondo attraverso l'unità delle organizzazioni che stanno lottando contro in ogni paese e chiaramente nel nostro paese noi dobbiamo rendere forte e chiaro la prospettiva di un'alternativa a questo governo, perché il miglior contributo che possiamo dare al popolo palestinese è fermare la guerra e fermare il nostro governo, rovesciare questo governo e ogni governo dei padroni che vada sulla stessa strada di questo governo. Questa è la visione dell'internazionalismo che i proletari coscienti, le parti avanzate, politiche e sociali, dei movimenti di opposizione, devono praticare, devono solidarizzare e stare dalla parte di tutti coloro che nel mondo lottano contro la guerra imperialista e contro i sistemi che ci portano a questa guerra.
E nello stesso tempo lottare contro il nostro imperialismo, il nostro governo, il nostro Stato che è imperialista e via via che questo viene in chiaro nella dinamica della guerra, mostra che imperialismo e fascismo, colonialismo, sono strettamente legati. E il governo Meloni è come un manifesto di questa logica.
Ecco perché dobbiamo solidarizzare con il popolo palestinese, solidarizzare con le lotte di tutti i popoli oppressi del mondo contro l'imperialismo e concentrare le nostre forze per dare un contributo a questa battaglia attraverso la lotta per rovesciare il nostro imperialismo e i governi che lo rappresentano.