da Controinformazione rossoperaia del 3/04
Le
proteste a favore del popolo palestinese stanno dilagando in tutto il
mondo, dai giovani studenti in prima fila che in Italia stanno dando
dimostrazione di una straordinaria e incessante solidarietà al
popolo palestinese occupato, bombardato e massacrato, agli studenti in tutto il mondo e lo stanno
facendo nelle scuole, nelle università e nelle piazze sia con la
protesta sia con le azioni dirette contro i legami economici,
accademici, militari dei paesi imperialisti con lo stato nazisionista
israeliano e contro il genocidio in corso.
Proteste che sono
nate all’interno del “ventre della bestia” imperialista – come si dice – che arma, appoggia e sostiene Israele, dall’imperialismo
USA al governo Meloni in Italia. Proteste che polarizzano il
sostegno: i popoli con la Palestina e i governi imperialisti con
Israele.
Proteste che hanno
ricevuto non certo l’attenzione dei governi ma da questi solo la
brutale repressione con le cariche poliziesche come è successo in
Italia, una repressione che però non piega le proteste studentesche
ma che, anzi, le alimenta e fa divampare l’incendio che è arrivato
fino agli USA.
Le proteste in
questi giorni sono cominciate alla Columbia University di New York e
si sono estese ad altri atenei con gli studenti che hanno allestito
accampamenti all’interno dei campus universitari e tenuto
manifestazioni contro il genocidio israeliano a Gaza e in solidarietà
con gli studenti della Columbia, accampamenti che si sono diffusi nei
campus non solo degli Stati Uniti, ma anche in Australia, Francia e
in altri paesi ancora.
Oggi con la
Palestina come ieri con il Vietnam, un movimento mondiale che ha
appoggiato la resistenza e la guerra di popolo in Vietnam e ha
contribuito non solo alla sua vittoria ma anche ad alimentare
l’internazionalismo proletario e lo scontro di classe, antimperialista. Perchè la Palestina sia veramente il nuovo Vietnam
dobbiamo organizzare comitati e, parafrasando una canzone degli anni
‘70 di Della Mea, dal titolo “creare uno-due-tre molti Vietnam”, potremmo dire
“è nella tua
fabbrica la tua Palestina/nel tuo padrone
la tua Palestina/nella tua scuola
la tua Palestina/nella carica
della polizia la tua Palestina”.
La lotta solidale
con la Palestina preoccupa il governo imperialista USA che manda la
polizia a compiere un violento sgombero alla Columbia University. Ci
sono stati diversi arresti e feriti tra gli studenti solidali con
Gaza e, nell’irruzione, la polizia ha preso a calci gli studenti,
li ha immobilizzati a terra e gettati giù per le scale, ci sono
stati 300 arresti e le loro tende smantellate dai vigliacchi in
divisa.
Osservatori e
giornalisti non sono potuti entrare nella Hamilton Hall, ribattezzata
Hind’s Hall in onore di Hind Rajab, una bambina palestinese di 6
anni uccisa dall’esercito israeliano a Gaza, che è diventata
l’epicentro del movimento studentesco pro-Palestina negli USA.
Questa università
ha una lunga storia di lotte: nell'aprile del 1968 Hamilton Hall fu
il primo di cinque edifici ad essere occupato dagli studenti che
protestavano contro la guerra del Vietnam e nel 1985 è stata il
centro delle proteste contro l’apartheid in Sud Africa.
Ora il "normale
svolgimento delle attività universitarie" è la protesta continua, 24
ore su 24, 7 giorni su 7, gli studenti hanno organizzato un luogo
libero e liberato in cui anche il movimento più in generale può
partecipare direttamente, imparare e discutere le questioni del
giorno.
Ma prima di tutto
c’è la popolazione di Gaza: oltre all’ampia richiesta di un
cessate il fuoco e della fine dell’assalto genocida di Israele a
Gaza, queste proteste chiedono alle università di recidere qualsiasi
legame finanziario o accademico con Israele, rivelare i loro
collegamenti finanziari e ritirare accuse o azioni disciplinari
contro gli studenti.
Uno studente ha
detto: “non penso che le preoccupazioni sulla nostra
sicurezza personale siano in prima linea nelle nostre menti in questo
momento. Penso che in prima linea nelle nostre menti ci sia la
violenza che i palestinesi subiscono ogni giorno per mano dello Stato
israeliano in questi ultimi sei mesi e che dura, ancora una volta, da
quasi 80 anni. Quello che stiamo mettendo in gioco ha un rischio
davvero minimo rispetto a quello che stanno attraversando gli
abitanti di Gaza… Questo è il minimo che possiamo fare, come
giovani in una situazione privilegiata, per assumerci la
responsabilità della situazione”.
Una studentessa ha
affermato: “non posso e non potrei sopportare di essere complice
del continuo sostegno della nostra università alla campagna genocida
di Israele. Non sono rimaste università a Gaza, quindi abbiamo
scelto di rivendicare la nostra università per il popolo
palestinese”.
Il 22 aprile, il
presidente Biden ha calunniato e minacciato gli studenti,
dichiarando: “Condanno le proteste antisemite”. Il presidente
della Camera Mike Johnson e un gruppo di funzionari repubblicani
fascisti hanno tenuto una conferenza stampa a Low Steps nel cuore del
campus della Columbia. Johnson ha denunciato quella che ha definito
“la preoccupante ascesa dell’antisemitismo virulento nei campus
universitari americani” e ha avvertito che “agitatori e radicali
senza legge” stanno “prendendo il sopravvento”. Gli studenti
dell'accampamento di protesta dall'altra parte della piazza lo hanno
fischiato sonoramente quando ha finito.
Gli studenti in
tutto il mondo hanno chiaro cosa significa genocidio in Palestina e
la solidarietà al popolo e alla sua resistenza, mettono in gioco sé
stessi e speriamo siano l’incendio che divampi nei luoghi di lavoro
perché gli operai e i lavoratori sono ancora molto indietro e dove
manca l’organizzazione che forma le coscienze non sono ancora in
grado di essere indipendenti, autonomi, critici rispetto alla
propaganda di stampa e tv che sono nelle mani di chi li sfrutta, di
chi li ha trascinati in una guerra per i profitti e che oggi li vuole
complici del genocidio nazisionista.