mercoledì 8 maggio 2024

pc 8 maggio - report/info a braccio dell'assemblea di Palermo del 3 maggio - con alcune considderazioni aggiuntive - da ore 12 Controinformazione Rossoperaia

 

a Palermo nella giornata di venerdì scorso dove abbiamo tenuto un'Assemblea di lavoratori, di precari, di organizzazioni sociali e politiche di Palermo, già in lotta e già impegnate. Un'Assemblea in cui il messaggio forte è stato: Rivoluzione. I n cui messaggio forte è stato: non abbiamo nessun partito che ci rappresenta. E quindi serve il partito dei lavoratori. Non abbiamo nessuna organizzazione che ci rappresenta: e quindi serve il sindacato di classe. Abbiamo detto: mettiamo il punto, intraprendiamo un'altra strada. Contro la guerra intesa come la guerra vera che si sta combattendo in Ucraina, che sta combattendo lo Stato sionista israeliano fino al genocidio nei confronti del popolo palestinese e che ci si appresta a combattere anche in altri scenari del mondo di fronte all'intenzione dei governi di tutti i paesi imperialisti di marciare, tambur battente, verso la guerra. Ma chiaramente una guerra che, come all'esterno, si conduce all'interno. Una guerra interna volta a cancellare il dissenso, le manifestazioni con le volgari cariche nei confronti delle lotte degli studenti, ad esempio, che stanno rialzando la testa, prendendo la questione delle questioni che attraversa il mondo, il genocidio palestinese per risvegliare se stessi e una nuova generazione. La guerra interna, però, è quotidiana. E’ la guerra di quel lavoratore che, intervenendo, ha detto: “non ho i soldi per mangiare perché ci avete tolto anche il reddito di cittadinanza”.

La guerra della catena di stragi sul lavoro.Alla guerra si risponde con la guerra, non ci sono altre soluzioni, non è un problema di essere estremisti. È un problema che quando le cose arrivano al punto in cui il lavoratore va a lavorare e non sa se tornerà a casa e questo non è un fatto solo di una situazione, è una situazione che si vive su tutti i posti di lavoro, dalle grandi fabbriche come l'Ilva alla Stellantis di Melfi, ai cantieri, alle cisterne assassine, ovunque si lavora c'è il rischio della vita, per la morte sul lavoro ma anche per le malattie professionali, per l'inquinamento, da sfruttamento, da stress.

Quando è in discussione la vita dei lavoratori e di conseguenza delle loro famiglie e delle intere masse popolari, la vita si difende nei confronti dei procacciatori di morte. Il sistema della morte, che non è fatto di cattivi, è fatto di un sistema, di un modo di produzione capitalista/imperialista fondato sullo sfruttamento e sul profitto. Più tu lavori e meno ti pago, più tu lavori in condizioni che non mi costi niente, neanche i costi della sicurezza, più io faccio profitti: questa è la legge-base del sistema capitalista. E quindi non ci dite che ci vogliono altre leggi. Non ci dite che bastino scioperi veri rispetto alla farsa degli scioperi confederali su questo tema. Non ce lo dite più e non ci autoinganniamo dicendolo ma riprendiamo il messaggio di quello che è stato detto nell'Assemblea di Palermo. Per puro caso, proprio lì dove è avvenuta la strage..... per puro caso a Palermo manca l'acqua..... “per puro caso”.

In questa Assemblea il ragionamento è partito proprio da questo, che bisogna mettere un punto, fare un salto di qualità noi per primi, non accontentiamoci della nostra tenace lotta sindacale, economica, non accontentiamoci delle nostre manifestazioni contro la guerra, contro la repressione. A Palermo c'è un compagno, Luigi, che è in carcere, trasferito ad Alessandria perché accusato di essere un terrorista, peraltro senza alcuna prova, perché una bottiglia incendiaria è esplosa all'interno della fabbrica delle fabbriche della guerra, la madre di tutte le fabbriche della guerra, la Leonardo.

Un ragazzo senza alcuna prova può stare in carcere, trasferito e trattato come un terrorista, il terrore quotidiano sui posti di lavoro da parte dei padroni, del governo, del sistema, quello invece non è terrorismo? Quella è la norma del modo di produzione capitalista nelle fasi della sua crisi estrema: questo è stato il messaggio dell'Assemblea di Palermo e tutti i compagni in questa Assemblea, con le loro parole grandi e piccoli, si sono uniti in un impegno di dare ad essa continuità, ma non per continuare come prima, ma per fare un salto di qualità nella lotta, nella trasformazione della lotta in guerra di classe. Nella costruzione dell'unità non come sigle, non come compagni. Bisogna essere uniti, ma uniti per far cosa? Indicando il che fare da subito. E certamente per i nostri compagni a Palermo questo “subito” è venuto in maniera scioccante, fin troppo rapidamente, in questo maledetto lunedì della morte nella cisterna di Palermo.

In questa Assemblea tutti i lavoratori e le lavoratrici - soprattutto le lavoratrici - hanno detto “noi ci siamo!”. E lo hanno detto non lavoratrici abituate ad essere attiviste nelle lotte sociali ma lavoratrici

8 maggio - la strage di Palermo - da ore 12 Controinformazione Rossoperaia del 7 maggio

Una tragedia annunciata, visto che i lavoratori erano senza maschera per di più affidati a una ditta di incerta fortuna, la ditta Quadrifoglio Group che aveva vinto l'appalto. Sarebbe interessante sapere che appalto hanno vinto, ancora una volta massimo ribasso? E come l'hanno vinto?

Padroni assassini! Comune assassino!

Chiunque abbia dato quest'appalto è responsabile di queste morti, chiunque abbia evitato di fare alcun tipo di controllo su questo lavoro è responsabile di queste morti. E' responsabile chiunque ne parla adesso con parole forti che sono le stesse da Mattarella all'ignobile fascistella che è al governo, ai sindacati confederali. La solita ipocrisia.

Ipocrisia che ha attraversato tutte le stragi di quest'anno che stanno diventando di una frequenza assoluta. Una guerra contro i lavoratori. Guerra non dichiarata ma condotta e che produce morti come in guerra. Una guerra basata sul profitto e lo sfruttamento, gli appalti selvaggi, la mancanza di controlli, basata sul capitalismo che uccide. Una guerra basata sulla passività operaia, dei loro sindacati confederali e non solo. Una guerra che grida vendetta, innanzitutto.

Nuove leggi, più ispettori per più controlli, controlli poi in realtà sui lavoratori perché le nuove normative del ministero del Lavoro affidata a una consulente dei padroni prevedono la consulenza, l'avviso, la minaccia di perdere punti, ma nessun intervento che possa realmente cambiare le cose.

Non si possono cambiare le cose in una situazione di crisi economica scaricata sui lavoratori, non si può cambiare coi contratti precari, non si può cambiare con il ricatto sul lavoro, non si può cambiare senza il sindacato. Non si possono cambiare senza un governo, uno Stato che sia dalla parte dei lavoratori.

Si strilla: “più leggi”, l' introduzione del reato di omicidio da lavoro, una proposta di legge già depositata in Parlamento e naturalmente è molto meno importante per questo governo e per questo Parlamento per cui sono importanti la gragnuola di decreti contro i rave party, contro le manifestazioni, contro i graffitari, contro i ragazzi ambientalisti, sono infinitamente meno importanti come leggi rispetto a quello di controllo della Rai, della magistratura, perfino delle organismi sportivi. Infinitamente meno importanti stanziare fondi contro le morti sul lavoro rispetto a stanziarli per la guerra, stanziarli per spese militari, per interventi militari. Una pioggia di miliardi. Un governo che quindi è corresponsabile con le sue leggi, con il suo agire.

“Il governo faccia di più”... ma fa già di più! Bisogna dire al governo di non fare più niente perché quello che fa peggiora la situazione.

La parola non può che passare a un'altra lotta dei lavoratori, ad altre organizzazioni sindacali che rappresentano gli interessi dei lavoratori.

Ve l’immaginate voi gli Sbarra, i Bombardieri e l'eterno parolaio Landini che producono un risultato qualsiasi sul fronte delle morti sul lavoro, come non ne hanno prodotti sul fronte del lavoro, della precarietà? Ancora una volta, rispetto a questo non c'è altra strada che la riorganizzazione delle file dei lavoratori, è la riorganizzazione su questa base della coscienza di lotta dei lavoratori.

Anche queste sono parole, certo. Noi auspichiamo però che le parole diventino pietre e che le pietre siano utilizzate per la rivolta dei lavoratori su questo terreno.





pc 8 maggio - i generali dell'imperialismo italiano si preparano alla guerra ...

 da Scenari di guerra disegnati dal generalissimo Maisello

 Ci riferiamo alle dichiarazioni rilasciate  dal capo di Stato maggiore dell’Esercito italiano, il generale di Corpo d’Armata Carmine Masiello, al Corriere della Sera.


Bisogna sbrigarsi“, ha dichiarato il generalissimo, “perché non sappiamo cosa accadrà. Mentre politica e diplomazia fanno il loro lavoro, noi dobbiamo impegnarci a farci trovare pronti, sperando di non dover mai entrare in azione: l’Italia deve diventare una nazione con una capacità di deterrenza reale e credibile“.

L’Esercito – ha sottolineato Masiello – deve essere rivisto sotto diversi profili. Sono cambiati gli scenari, le minacce e, quindi, le esigenze, anche degli altri Paesi Nato. Vanno rivisti soprattutto i principali sistemi d’arma, potenziati gli strumenti, adeguate le strutture e le procedure d’impiego“.

Scenari di guerra supportati anche dal governo, con il Ministro della difesa Crosetto che da tempo ha rimesso in discussione la sospensione del servizio di leva. “Sospensione” perché in Italia la leva militare obbligatoria non è mai stata “abolita“, ma resa inattiva dal 1º gennaio 2005, come stabilito dalla legge 23 agosto 2004, n. 226.

* SicraPress


pc 8 maggio - “Sì, a Gaza è in corso un genocidio” - - Amos Goldberg *

Amos Goldberg è professore di Storia dell’Olocausto presso l’Università Ebraica di Gerusalemme.

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Sì, è un genocidio. È così difficile e doloroso ammetterlo, ma nonostante tutto ciò, e nonostante tutti i nostri sforzi per pensare diversamente, dopo sei mesi di guerra brutale non possiamo più evitare questa conclusione. La storia ebraica sarà ormai macchiata dal marchio di Caino per il “più orribile dei crimini”, che non potrà essere cancellato dalla sua fronte. In quanto tale, questo è il modo in cui sarà visto nel giudizio della storia per le generazioni a venire.

Dal punto di vista giuridico non è ancora possibile sapere cosa deciderà la Corte internazionale di giustizia dell’Aia, anche se alla luce delle sentenze temporanee finora adottate e alla luce della crescente prevalenza di segnalazioni di giuristi, organizzazioni internazionali e giornalisti investigativi, la traiettoria del giudizio futuro sembra abbastanza chiara.

Già il 26 gennaio, la Corte Internazionale di Giustizia aveva stabilito con una maggioranza schiacciante (14-2) che Israele stava commettendo un genocidio a Gaza. Il 28 marzo, in seguito alla deliberata morte per fame della popolazione di Gaza da parte di Israele, la corte ha emesso ulteriori ordini (questa volta con un voto di 15 a 1, con l’unico dissenso del giudice israeliano Aharon Barak) invitando Israele a non negare ai palestinesi la loro libertà. diritti tutelati dalla Convenzione sul genocidio.

Il rapporto ben argomentato e ragionato del Relatore Speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati, Francesca Albanese, è giunto a una conclusione leggermente più determinata e costituisce un altro livello per stabilire la comprensione che Israele sta effettivamente commettendo un genocidio.

Il rapporto dettagliato e periodicamente aggiornato [Heb] dell’accademico israeliano Dr. Lee Mordechai, che raccoglie informazioni sul livello di violenza israeliana a Gaza, è giunto alla stessa conclusione.

Accademici di spicco come Jeffrey Sachs, professore di economia alla Columbia University (ed ebreo con un atteggiamento affettuoso nei confronti del sionismo tradizionale), con cui i capi di stato di tutto il mondo si consultano regolarmente su questioni internazionali, parla del genocidio israeliano come di qualcosa di preso per scontato.

Eccellenti rapporti investigativi come quelli [in ebraico] di Yuval Avraham in Local Call, e soprattutto la sua recente indagine sui sistemi di intelligenza artificiale utilizzati dai militari nella selezione degli obiettivi e nell’esecuzione degli omicidi, approfondiscono ulteriormente questa accusa.

Il fatto che i militari abbiano consentito, ad esempio, l’uccisione di 300 persone innocenti e la distruzione di un intero quartiere residenziale per eliminare un comandante di brigata di Hamas dimostra che gli obiettivi militari sono obiettivi quasi accessori per l’uccisione di civili e che ogni palestinese a Gaza è un bersaglio da uccidere. Questa è la logica del genocidio.

pc 8 maggio - Netanyahu - "L'obiettivo è l'uccisione dei palestinesi"... L'India di Modi copia Israele?

A Rafah Israele scatena la nuova tappa dei massacri. Gli aiuti non entrano più.

Ghassan Abu Sitta: «A Rafah nessun beneficio militare, l’obiettivo è il massacro»


Riportiamo gran parte di questa intervista apparsa ieri su Il Manifesto:

"Ghassan Abu Sitta è medico chirurgo, britannico-palestinese, e rappresentante degli studenti nel consiglio di amministrazione dell’Università di Glasgow. Ha condotto missioni mediche in Palestina dalla Prima Intifada e operato in diversi teatri di guerra, Siria, Yemen, Iraq e Libano. Dopo mesi passati a lavorare come volontario negli ospedali di Gaza, da sabato è persona non grata in Europa: bando di un anno in tutta l’area Schengen.

Vorrei partire dalla sua storia. Lei stesso è un rifugiato, nato in diaspora. La sua famiglia fu cacciata dal suo villaggio in Palestina durante la Nakba dall’unità paramilitare Haganah e si rifugiò a Khan Younis, a Gaza. Mentre parliamo, 100mila palestinesi a Rafah hanno ricevuto un ordine di evacuazione dell’esercito. Stiamo assistendo a una nuova Nakba?

Quello a cui assistiamo è un genocidio che da sette mesi i paesi europei e gli Stati uniti proteggono perché possa proseguire. Quello a cui assistiamo è il fatto che i governi europei e la Ue hanno

pc 8 maggio - ORDINE DI ESPULSIONE DEI PALESTINESI RIFUGIATI A RAFAH - Dai Giovani palestinesi d’Italia

Questa mattina l’esercito sionista ha ordinato l’evacuazione delle aree orientali di Rafah, l’ultima città nel Sud della Striscia di Gaza, la città più sovraffollata al mondo in questo momento, designata come “zona sicura” finora nonostante i bombardamenti continui. Circa 1,5 milioni di civili palestinesi sono rifugiati lì. L’esercito ha avvertito i residenti tramite volantini lanciati da aerei militari di spostarsi verso altre zone di Gaza. Si stima che circa 100.000 persone vivano nella parte orientale di Rafah.

Nei volantini, l’esercito ha indicato che sta preparando un’operazione militare contro la Resistenza nella zona. Questo ordine di evacuazione potrebbe essere la fase preparatoria per l’invasione della città, finora l’unica non invasa via terra, pianificata da settimane dal governo israeliano ma posticipata più volte a causa della pressione internazionale, causata dalla paura occidentale di perdere l’Egitto, contrario all’invasione delle zone vicine ai suoi confini, come partner strategico.

Le organizzazioni internazionali e gli alleati dei sionisti, inclusi gli Stati Uniti, si sono costantemente opposti all’invasione di Rafah a causa delle minacce dell’Egitto di ritirarsi dagli accordi siglati con l’entità sionista.

IL MONDO E’ COMPLICE. NON PERDONEREMO MAI.

Facciamo nostro questo grido d’allarme pieno di rabbia.

Non abbiamo mai dato particolare credito alla trattativa, resi sospettosi dal furbo battage propagandistico che si era orchestrato intorno ad essa (“Tutto dipende da Hamas”, “Se davvero Hamas ha a cuore le sorti della popolazione di Gaza”, “L’ala politica di Hamas è pronta all’accordo, ma Sinwar si oppone”, etc.), salvo poi “scoprire” che per la banda di Netanyahu l’assalto a Rafah, secondo atto del genocidio, non è mai stato in discussione. In sostanza, le forze della Resistenza avrebbero dovuto riconsegnare quasi tutti i prigionieri ancora vivi nelle loro mani per avere “in cambio”, con certezza,

pc 8 maggio - La rivolta nelle università USA - La repressione non ferma ma alimenta la ribellione! Video e informazioni dagli USA

info dirette in via di traduzione

  • After 108 people were arrested at the Columbia encampment on April 18, dozens more encampments were established around the country. Columbia students started a new encampment the same day as the arrests, and sustained it in the face of constant threats. The day after Columbia was “cleared” of protesters in an even more violent and militarized raid on April 30, the protesters held a mass press conference in the street outside its gate, 100 faculty and staff held a rally supporting the protesters, and the Columbia chapter of the American Association of University Professors (AAUP) called for a vote of no confidence in Columbia’s president, while the Barnard College (part of Columbia) AAUP unanimously voted no confidence in their president. 
  • Also a day after the April 30 Columbia raid—and a raid the same night on City College of New York (CCNY) with mass arrests of students there—students at Fordham University’s Manhattan college started an encampment there, saying things like, “Seeing what the Columbia students went through, it’s inspiring.” The NYPD immediately vamped on it that same night—this time adding drones to their weapons arsenal and arresting “multiple protesters,” and the university also suspended an undisclosed number. Protesters took to the streets shouting that being suspended was “nothing short of an honor”! 
  • In Portland, Oregon, Portland State University protesters had established an outdoor tent

pc 8 maggio - Taranto teatro delle manovre nel Mediterraneo insieme a Grottaglie, che è anche sede della Leonardo

L'attività di addestramento ha coinvolto alcune unità navali di base a Taranto e i velivoli della Marina Militare della stazione aerea di Grottaglie

«Taranto e Grottaglie sono posizioni strategiche nel Mediterraneo centrale...

TARANTO - La Nato mostra i muscoli in Mediterraneo con l’esercitazione «Neptune Strike 2024» che coinvolge più di cinquemila militari, navi e mezzi da 16 Paesi alleati e si estende dal Mediterraneo fino alle coste del Baltico.
Teste di serie dell’esercitazione tre portaerei europee, la spagnola Juan Carlos I, l’italiana Cavour e la francese Charles De Gaulle, che sino al 10 di maggio hanno ceduto i loro comandi, prima volta assoluta per la nave francese, al comando centrale Nato.

Ieri l’esercitazione ha toccato le coste della Puglia e, in particolare, Taranto. Le unità navali ormeggiate nella base della Marina Militare sullo Jonio e la stazione aerea di Grottaglie sono state protagoniste di una delle attività della «Neptune Strike». Obiettivo principale delle manovre, che includono anche sbarchi anfibi, è «affinare la capacità della Nato di difendere la libertà di navigazione, proteggere i passaggi marittimi strategici, condurre attività di deterrenza e vigilanza e aumentare l’interoperabilità

pc 8 maggio - La denuncia dei nostri compagni di Palermo dal luogo della strage degli operai a Casteldaccia

 

da Controinformazione rossoperaia del 7/05

Siamo qui stamattina (ieri) a Casteldaccia in provincia di Palermo dove sono morti i 5 operai che dovevano risolvere il problema di un guasto di acqua reflua in un tombino. I primi sono morti immediatamente appena lo hanno aperto e sono scesi a causa dell’idrogeno solforato che riempiva il locale.

5 operai più 2 ricoverati in gravi condizioni e 3 salvati miracolosamente perchè rimasti fuori. Mandati a morire perché erano senza l’attrezzatura adeguata per fare questo tipo di lavoro. “Se ci fossero state le protezioni” – dice uno dei vigili del fuoco – “questa tragedia non sarebbe successa”. Come sappiamo che non sarebbero successe tante altre tragedie se solo si utilizzassero gli strumenti di protezione.

Quindi l’ennesima strage voluta da chi comanda quando dà gli appalti, perchè questo è il sistema che produce più morti in assoluto: appalti, subappalti al massimo ribasso.

Per alcuni dei 5 operai stanno verificando se fossero stati messi in regola con un contratto, comunque sono edili e con salari assolutamente molto bassi.

Mentre ancora qui sono rimasti solo polizia, carabinieri e il grande camion che seguiva i lavori, in ospedale le famiglie disperate.

Degli operai più anziani uno aveva 71 anni, il più giovane quasi trent’anni.

Sono ormai situazioni insostenibili, impossibili da mandare giù.

Appalti, subappalti, precarietà, il ricatto del posto di lavoro, questo è il sistema (come qualcuno che si

martedì 7 maggio 2024

pc 7 maggio - Un primo maggio massiccio e combattivo in Colombia - immagini originali - tratti da maoistroad

Primero Mayo internacionalista, masivo y combativo

Primero Mayo internacionalista, masivo y combativo 1
Bloque Internacionalista y Revolucionario – Plaza de Bolívar (Bogotá)

La jornada del Primero de Mayo en Colombia estuvo mediada por algunos hechos que hicieron de la conmemoración algo especial y particular. Por una parte, la evidencia para todo el mundo de la crueldad y el encarnizamiento hacia el pueblo palestino por parte del Estado sionista de Israel y los imperialistas. Por otro lado, la utilización de las manifestaciones, por parte del gobierno reformista, para respaldar sus reformas y al propio Petro, como respuesta a la última marcha convocada por la mafia uribista y demás sectores cavernarios el pasado 21 de abril.

Estos hechos, hicieron que este Primero de Mayo tuviera la característica de ser una jornada de apoyo al pueblo palestino. Si bien, había bloques que especialmente destacaron la condena al genocidio, como los bloques Internacionalistas y Revolucionarios, en todas las manifestaciones se vieron banderas de Palestina y arengas de solidaridad con un pueblo que tal vez muchos no conocen, pero sí saben que está

pc 7 maggio - I media occidentali sono complici dei crimini di guerra israeliani

 

Immagine di copertina per il post

Un giornalista palestinese: i media occidentali “ipocriti e razzisti” consentono i crimini di guerra israeliani a Gaza

MEMO. I media occidentali hanno perso ogni parvenza di neutralità e sono diventati “parte del problema” quando si tratta dei crimini di guerra in corso di Israele contro i Palestinesi nella Striscia di Gaza, secondo un giornalista palestinese, riferisce l’Agenzia Anadolu.

“I media occidentali consentono a Israele di commettere questi crimini di guerra e massacri di Palestinesi perché si rifiutano di coprire ciò che sta realmente accadendo sul campo”, ha detto Ahmed Alnaouq, un giornalista palestinese con sede a Londra ad Anadolu.

“È molto forte e chiaro che i media occidentali ora sono ipocriti quando si tratta di questa guerra a Gaza”.

Più di 23 membri della famiglia di Alnaouq  sono stati uccisi nel continuo attacco israeliano contro Gaza, tra questi suo padre, i fratelli, le sorelle e 14 nipoti.

Per lui, i media occidentali sono “partner” nei crimini di Israele.

I media occidentali: complici dei crimini di guerra israeliani.

“I media occidentali hanno un lavoro. Il loro compito è riportare le notizie come avvengono e non stanno facendo il loro lavoro”, ha detto.

“Anche la comunità internazionale ha la responsabilità di impedire a Israele di commettere queste atrocità contro il popolo palestinese ma, sfortunatamente, non sta facendo il suo lavoro”.

Ha anche criticato i media occidentali per la loro apatia nei confronti dell’implacabile uccisione di

pc 7 maggio - No ai 62 licenziamenti Esselunga. No al supersfruttamento - info solidale

62 lavoratori del reparto carni di Esselunga sono stati licenziati / sospesi perché si sono opposti al supersfruttamento. Chiediamo a i clienti Esselunga che esprimano la loro solidarietà rifiutando l’acquisto della carne fino a che i 62 lavoratori non saranno riammessi al lavoro rispettando i loro diritti.
La carne venduta nei supermercati Esselunga è lavorata dai disossatori e mondatori dello stabilimento di Pioltello Limito.
Qui la cooperativa C.M. Services opera da parecchi anni con oltre 60 lavoratori, imponendo a questo lavoro di per sé faticoso ritmi pesanti che logorano l’organismo, di fatto un lavoro a cottimo. Due anni fa 14 lavoratori che rifiutarono questi ritmi per lavorare normalmente, sono stati licenziati. Il loro rappresentante sindacale SI Cobas era stato licenziato qualche mese prima con motivazioni pretestuose.
Il 30 aprile è scaduto un secondo appalto nello stesso reparto, gestito dalla EOS, con una trentina di lavoratori. Per 10 anni essi hanno lavorato, senza cottimo e senza problemi, ma Esselunga ha deciso di trasferirli alla C.M. Services.
Un accordo sindacale sottoscritto anche da Esselunga prevedeva l’applicazione della “clausola sociale”,

pc 7 maggio - Genova - Toti arrestato - C'è sicuramente materia per arrestare quasi tutti i presidenti delle Regioni - e a salire ... - Primo commento dal Clap

Toti arrestato. Genova in mano alle gang imprenditorial-mafiose

Stamattina, è arrivato l’arresto di un pilastro storico del berlusconismo, il governatore della Liguria Giovanni Toti, che si era addirittura inventato un movimento personale

L’accusa è corruzione. 

Con lui infatti finisce indagato anche l’ex presidente dell’Autorità portuale genovese nonché – ora – amministratore delegato di Iren, multiutility del settore energetico – per cui è scattata l’accusa di «corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio».

Ma l’epicentro dell’inchiesta è il nome di Aldo Spinelli, imprenditore portuale tra i più noti.

Gli affari sotto esame riguardano alcune concessioni di aree portuali, come quella del Terminal Rinfuse, pagamenti in nero di spazi pubblicitari (come il maxi cartellone luminoso sul grattacielo più alto di Genova e dove spesso è apparsa la scritta Esselunga, il cui consigliere d’amministrazione Francesco Moncada è stato temporaneamente interdetto dall’attività imprenditoriale).

La corruzione di Toti si sarebbe concretizzata in 74.000 euro in cambio della trasformazione della spiaggia di Punta dell’Olmo da pubblica in privata (un classico da “mani sulla città” quella delle variazione delle “destinazioni d’uso”). Su cui oltretutto incombeva un complesso immobiliare nell’interesse di Spinelli, che però incontrava qualche difficoltà per l’approvazione. E infine il rinnovo della concessione trentennale del Terminal Rinfuse (controllato di fatto sempre da Spinelli), egualmente “in stallo”.

L’attuale capo di gabinetto della Regione, Matteo Cozzani, è invece accusato di «corruzione elettorale», con l’aggravante del fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa Cosa Nostra, segnatamente il clan Cammarata del mandamento di Riesi con proiezione nella città di Genova.

Gli altri nomi sono quelli di Mauro Vianelli, presidente dell’Ente Bacini (considerato l'”uomo ombra” del porto e vicino al Pd), Roberto Spinelli, figlio dell’imprenditore Aldo, Venanzio Maurici (sindacalista della Cgil), Arturo Angelo Testa e Italo Maurizio Testa: gli ultimi tre sono il collegamento nell’ambito della criminalità organizzata.

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Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali

Porto di Genova 7 maggio 2024
Questo è il primo terremoto, sarebbe facile dire avevamo ragione su tutto, sarebbe facile dire che alcuni

pc 7 maggio - Il piano genocida dello stato sionista di tipo nazista d'Israele prosegue - Israele ha iniziato l’assalto a Rafah

 Migliaia di palestinesi di nuovo in fuga dalle bombe

I bombardamenti dell’artiglieria israeliana hanno colpito i quartieri di Al-Salam e Al-Jeneina, a est della città di Rafah, tra i colpi di arma da fuoco di veicoli militari israeliani nell’area dell’aeroporto di Gaza distrutto.

Il gabinetto di guerra israeliano ha approvato domenica all’unanimità l’avvio dell’operazione militare a Rafah già iniziata nella giornata di ieri con l’appello ai palestinesi ad evacuare la parte orientale della città, vicina al confine con Israele.

Khalil al-Hayya, vice capo del Movimento di Resistenza Palestinese Hamas nella Striscia di Gaza e membro del suo ufficio politico, in serata aveva affermato che il movimento ha accettato la proposta dei mediatori su un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Aveva inoltre sottolineato che la proposta raggiunge gli obiettivi desiderati dal popolo palestinese, spiegando che la palla era nel campo dell’occupazione israeliana.

Secondo l’agenzia israeliana YnetNews, sono due i fatti hanno indotto Israele a prendere la decisione che era stata rinviata per mesi nella speranza di arrivare a un accordo su tregua e rilascio degli ostaggi: l’intransigenza di Hamas e il mortale attacco di mortai sferrato domenica dalla resistenza palestinese al

pc 7 maggio - La Colombia rompe le relazioni diplomatiche con Israele

di José Emiliano Pérez *

“Questo governo è contro tutti i genocidi. Quanti applaudono il genocidio dei palestinesi hanno applaudito anche quello dei colombiani. Costruiscono politiche di morte, mentre l’umanità ha bisogno di politiche di vita”.

Il primo governo di sinistra della storia colombiana non dimentica il ruolo che Israele ha avuto nell’addestramento delle prime bande paramilitari di estrema destra che insanguinarono il Paese tra anni ’90 e 2000, generando decine di migliaia di morti civili.

Tel Aviv ha dato per decenni ai governi conservatori colombiani un grande contributo militare per la “guerra al terrorismo”, nel momento in cui le élite colombiane decisero di affrontare il conflitto armato interno oscurando la sua origine sociale e politica, presentandolo come semplice problematica di “sicurezza” da risolvere militarmente.

La Colombia passa dall’essere il principale alleato sionista nella regione al secondo Paese, dopo la Bolivia, che recide completamente le proprie relazioni con Israele. Ancora una volta il Latino America

lunedì 6 maggio 2024

pc 6 maggio - La truffa del G7

I ministri dei Paesi più industrializzati e inquinanti al mondo annunciano false promesse per fronteggiare la questione climatica.

Riflessioni e valutazioni conclusive di una settimana di mobilitazione, scritte a più mani tra chi ha partecipato al percorso di costruzione della contestazione.

È evidente che gli incontri dei Ministri del G7 sono soltanto sontuose messinscene mediatiche, in cui si finge che i “governi dei migliori” assumano impegni diversi da quelli reali, già presi altrove dai grandi burattinai della finanza e dell’industria. Nel contempo si fa propaganda per convincere le masse ad accettare scelte che convengono a quegli stessi soggetti. Per esempio il nostro Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica continua a spingere sull’energia atomica per uscire dal fossile, partendo dal presupposto – falso – che il nucleare di quarta generazione sia energia pulita e sicura. Non trova accordo (la Germania, in particolare, è scettica in quanto ha già abbandonato quella strada), e ciò nonostante Pichetto Fratin continua a ripetere il mantra del nucleare pulito, come da copione, non avendo certamente le competenze tecniche (è un commercialista) per valutare a fondo i numerosi e controversi aspetti di un argomento così complesso.

A conclusione dei lavori è stato annunciato un accordo politico per dire addio al carbone entro il 2035. Secondo le dichiarazioni, l’Italia dovrebbe fare da apripista e spegnere tutte le centrali a carbone entro il 2025, tranne quella di Fiume Santo in Sardegna, che resterebbe attiva fino al 2027. A ciò si aggiunge l’ambizione di uno stop all’inquinamento da plastica entro il 2040. È indicativo che manchi un accordo tecnico, ossia che non si abbiano piani sul come fare, ma le promesse, già in drammatico ritardo, si sprecano.

Questo ci fa capire che la classe politica non ha alcuna competenza in merito a questi temi: nel

pc 6 maggio - A Palermo è di nuovo strage di lavoratori - Massima denuncia e mobilitazione generale e autonoma

Sono almeno cinque i lavoratori uccisi per intossicazione dopo essere rimasti intrappolati nelle fognature di un’azienda vinicola, un sesto si trova in gravi condizioni. Erano dipendenti di una ditta esterna ad Amap.

pc 6 maggio - Mille modi per denunciare il genocidio contro il popolo palestinese - Roma

Finti cartelli turistici intorno alla sede diplomatica di Israele

“Ambasciata del genocidio”. Comparsi finti cartelli turistici intorno alla sede diplomatica di Israele

Sono comparsi questa mattina nei dintorni di Villa Borghese, a Roma, alcuni finti cartelli turistici a segnalare la direzione per l’"Ambasciata del Genocidio". Una serie di cartelli applicati su muri e cassonetti vicino la sede dell’ambasciata di Israele di via Michele Mercati, nella zona nord della Capitale.

pc 6 maggio - Al via l’esercitazione Mare Aperto 2024 - info

Impegnati circa 9.500 militari di 22 nazioni

Ha inizio oggi la Mare Aperto 2024, la più imponente esercitazione pianificata e condotta dal Comando in Capo della Squadra Navale della Marina Militare, che vedrà impegnati circa 9.500 militari di 22 nazioni (di cui 11 appartenenti alla NATO). Circa quattro settimane di intenso addestramento, con oltre 100 tra navi, aeromobili, sommergibili e veicoli non pilotati. Vi sarà poi una consistente presenza di reparti anfibi, sia della Brigata Marina San Marco sia delle marine di Spagna e Francia nonché del corpo dei Marines statunitensi, tutti con relativi mezzi ruotati e cingolati. Coinvolti anche gli incursori e i subacquei del COMSUBIN.

In ambito interforze e interagenzia, la Mare Aperto 2024 vedrà la presenza di unità di Esercito, Aeronautica, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza, oltre a mezzi aeronavali della Guardia Costiera. A questi si aggiunge il personale civile proveniente da diversi istituti universitari, centri di ricerca e organizzazioni del comparto marittimo, della Difesa e di altri dicasteri.

Quest'anno, l'esercitazione coinvolgerà anche il gruppo navale permanente di contromisure mine della NATO dispiegato nel Mediterraneo (SNMCMG2), gli assetti navali operanti nell'ambito dell'iniziativa EUROMARFOR, la forza da sbarco spagnola e il gruppo portaerei francese Charles de Gaulle.

“Lo Strumento marittimo potrà mettere alla prova tutte le sue capacità, agendo nel contesto multidominio e restando interconnesso attraverso le infrastrutture degli innovativi domini cyber e spazio". Così si è espresso l'ammiraglio di squadra Aurelio De Carolis, Comandante in Capo della Squadra Navale, che ha poi sottolineato come "gli impegni della Marina Militare non sono mai stati così numerosi e sfidanti, con ruoli di comando assolti in tutta l'area del Mediterraneo Allargato, a

pc 6 maggio - Francia - Giochi Olimpici/repressione e videosorveglianza - Un contributo

Contro l’impero della videosorveglianza algoritmica

La “sperimentazione” della videosorveglianza algoritmica nel quadro stabilito dalla legge sui Giochi Olimpici è solo una manovra ipocrita intesa a legalizzare a piccoli passi un dispositivo di polizia già massicciamente dispiegato in Francia.

di La Quadrature Du Net da Mediapart

La “sperimentazione” della videosorveglianza algoritmica nel quadro stabilito dalla legge sui Giochi Olimpici è solo una manovra ipocrita intesa a legalizzare a piccoli passi un dispositivo di polizia già massicciamente dispiegato in Francia. Per contrastare questa strategia, La Quadrature du Net lancia oggi una campagna volta ad alimentare l’opposizione popolare alla VSA, una tecnologia basata su tecniche di “Intelligenza Artificiale” che equivale al controllo costante e automatizzato degli spazi pubblici e che segna una svolta storica nella sorveglianza dello Stato.

È stato presentato anche un reclamo alla CNIL (l’autorità della Privacy in Francia) per denunciare l’ipocrisia dei promotori della VSA e denunciare la negligenza del Garante per la protezione dei dati personali.

 Il pretesto dei Giochi Olimpici

Negli ultimi giorni i servizi di polizia del Paese e i servizi di sicurezza delle compagnie di trasporto fanno legalmente uso della VSA[1]. A fine aprile, citando i grandi afflussi di persone legate a partite di calcio o concerti, la Questura di Parigi ha autorizzato la SNCF e la RATP a utilizzare le tecnologie della startup Wintics per incrociare le riprese di centinaia di telecamere installate su alcuni treni parigini e stazioni della metropolitana[2]. Queste “sperimentazioni” continueranno fino a marzo 2025, nel quadro giuridico stabilito dalla legge relativa ai Giochi Olimpici adottata lo scorso anno[3]. Non importa l’efficienza ridicola di questi sistemi di sorveglianza automatizzata degli spazi pubblici. Per il Ministero dell’Interno, i produttori e i loro rappresentanti politici, queste sperimentazioni servono soprattutto a distogliere l’attenzione, mentre allo stesso tempo centinaia di sistemi VSA vengono utilizzati illegalmente da anni dallo Stato, dagli enti locali o dalle autorità dei trasporti. Si tratta anche di farci dimenticare che all’incrocio tra interessi economici, elettorali e autoritari, i promotori della Tecnopolizia lavorano da anni per imporre la VSA ovunque sul territorio.

Il peggio deve ancora venire

Di fatto, i progetti di legge miranti a perennizzare la VSA ricorrendo alle applicazioni più sensibili –

pc 6 maggio - Sardegna: manovre Nato, coinvolti 13 atenei italiani

 

Nell’imponente esercitazione sono impegnati 9.500 militari di 22 nazioni. E 65 studenti. Si stanno testando capacità operative nel Mediterraneo, dalla Provenza alla Sicilia

di Costantino Cossu da il manifesto

Una prova muscolare in un quadrante, il Mediterraneo, che la guerra in Palestina e le tensioni in Medio Oriente hanno reso cruciale. Con la partecipazione delle università italiane e il coinvolgimento degli studenti. È iniziata l’altro ieri «Mare aperto 2024», un’imponente esercitazione internazionale coordinata dalla Marina italiana che vedrà impegnati 9.500 militari di 22 nazioni, di cui 11 appartenenti alla Nato. Si andrà avanti sino al 27 maggio.

Circa quattro settimane di intenso addestramento, con oltre cento tra navi, caccia, sommergibili e droni. Il teatro dell’esercitazione avrà come centro la Sardegna, in particolare il poligono di Capo Teulada, ma avrà un’estensione amplissima: dal Mar Ionio alle coste della Provenza, inglobando Sicilia e Corsica. I marines americani opereranno insieme con i reparti anfibi della Brigata San Marco e con le truppe da sbarco di Spagna e Francia. I francesi schiereranno la loro ammiraglia, la portaerei Charles De Gaulle. È la più grande esercitazione militare internazionale mai coordinata nel Mediterraneo dalla Marina italiana.

COINVOLTI anche 13 atenei italiani: Bari, Alma Mater Studiorum Bologna, Genova, Trieste, Statale Milano, Cattolica Milano, Politecnico Milano, Iulm Milano, Federico II Napoli, Sant’Anna Pisa, La Sapienza Roma, Luiss Roma, Università della Tuscia. «A bordo delle nostre navi – annuncia il ministero della Difesa – ci saranno, tra studenti e docenti, 65 universitari, che si integreranno con gli staff imbarcati in funzione del loro percorso di studi.

La presenza degli studenti e dei docenti, in un rinsaldato rapporto ormai pluriennale, evidenzia il

pc 6 maggio - Matteo Falcinelli torturato dalla polizia di Miami, il governo italiano sapeva

di Sergio Scorza

Martteo Falcinelli, uno studente italiano di 25 anni, iscritto all’Università della Florida è stato incaprettato in cella dalla polizia di Miami, rimanendo così per 13 minuti, immobilizzato con la stessa tecnica che uccise George Floyd.

Aveva osato chiedere il numero di matricola a un agente che stava per arrestarlo fuori da un locale. “Non ho diritti?”, urla, e a quel punto scatta l’arresto, col volto a terra, ammanettato e un ginocchio sulla nuca.

Nella stazione di polizia Falcinelli si trova poi contro quattro agenti

pc 5 maggio - 206 anni fa nasceva Karl Marx che dedicò tutta la sua vita alla emancipazione del proletariato, fornendo la scienza per la rivoluzione proletaria verso il comunismo

Marx: "Renderò onore agli operai che non hanno nulla, che sono considerati una classe pericolosa e parteciperò attivamente alla loro organizzazione, perchè essi sono il motore collettivo della Storia dell'emancipazione, i principali costruttori di una società egualitaria".

pc 5 maggio - SITUAZIONE LAVORO DELLE DONNE IN ECUADOR - Riceviamo e pubblichiamo questo articolo del 1° Maggio da organización Luna Roja

Dal blog femminismorivoluzionario 

La crisi che sta attraversando il sistema capitalista imperialista ha generato un graduale deterioramento delle condizioni di vita delle classi popolari. Nell'Ecuador ci sono più 350.000 persone senza lavoro, dove le donne occupano un posto importante in questo numero di disoccupazione. Le promesse dei governatori di turno di creare maggiori opportunità di lavoro sono solo offerte che si diluiscono quando i politici raggiungono il potere.
Quito rimane ancora la città dove c'è maggiore disoccupazione, motivo per cui non sorprende che il lavoro informale o ambulante si posizionino con maggiore forza, in questo contesto le donne sono in cima alla percentuale di lavoratori ambulanti, perché molte di loro affrontano da sole la mantenimento dei vostri figli o sono capifamiglia. Situazione che diventa allarmante data la criminalizzazione del lavoro ambulante da parte del sindaco di Quito e della polizia metropolitana, che si sono incaricati di eseguire un continuo di molestie e repressione contro le donne del paese, hanno persino usato armi cortopunzzanti per sottrarre loro la merce.
Un altro dei settori più vulnerabili sono le donne lavoratrici retribuite a casa, che sono per lo più donne indigene e afroecuadoriane, dove il 62,8% di loro ha lavorato senza affiliazione all'IESS nel 2022 e 9 su 10 sono state discriminate e sottoposte a violenza di genere. Le lavoratrici retribuite a casa oltre a svolgere compiti di pulizia, si occupano di nutrimento e assistenza della famiglia per cui lavorano, alcune di loro vivono in un regime "porte in casa", iniziano la loro

sabato 4 maggio 2024

pc 4 maggio - Un operaio muore d’infarto alla Stellantis Europe di Atessa - Ad aprile gli operai e le operaie avevano lottato proprio sulle condizioni di sicurezza e salute

Massimo Di Florio, 56 anni, si è improvvisamente accasciato su un carrello colpito da un infarto alle 23,30 di ieri

04 Maggio 2024 alle 12:40

Un uomo di Lanciano è morto la notte scorsa al reparto montaggio dello stabilimento Stellantis Europe di Atessa (Chieti), ex Sevel: erano passate le 23.30 di ieri sera, al terzo turno notturno, quando Massimo Di Florio, 56 anni, si è improvvisamente accasciato su un carrello colpito da un infarto. A seguito dell'accaduto il restante turno di lavoro è stato annullato in comune accordo tra l'azienda e la Rsa di Fim, Uilm e Fismic nei reparti Montaggi e Logistica.


Ad aprile vi era stato uno sciopero e sit in Atessa Stellantis organizzato da Slai cobas e Usb, proprio per rivendicare migliori condizioni di lavoro nello stabilimento Stellantis di Atessa. 

Nel loro comunicato avevano scritto: "Il percorso di rivendicazione ci ha portato nella mattina di venerdì 12 aprile 2024 a promuovere un sit-in di protesta sotto gli uffici dello SPSAL di Chieti (ente di prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro).

Una delegazione USB/Slai cobas ha avuto un'incontro con dirigenti dello Spsal per esplicitate le ragioni di tale iniziativa e consegnare un esposto contenente le richieste delle due organizzazioni: controlli su alcune specifiche postazioni di lavoro, l’attivazione di controlli periodici su postazioni a campione in tutte le officine e verifica della correttezza dei DVR (documenti valutazione rischi), verifica delle modalità di gestione della sorveglianza sanitaria e l’istituzione di un tavolo tecnico permanente.

Nelle quasi due ore di colloquio - informò la delegazione - il direttore dello SPSAL ci ha confermato,

pc 4 maggio - Stellantis, "cresce il malcontento degli operai" - Verso uno sciopero in tutti gli stabilimenti? Lo Slai cobas lo ha proposto

Da Il fatto quotidiano 

Timori per la fuga e il governo silente: la Uilm ‘chiama’ lo sciopero nazionale del settore auto

di Andrea Tundo | 2 Maggio 2024

Torino ha tracciato la strada: uno sciopero nazionale dell’auto non è più un tabù. La ritrovata unità sindacale attorno ai tagli di Stellantis e alle balbuzie del governo Meloni nel fronteggiare i segnali di disimpegno del duo Elkann-Tavares potrebbero presto trovare una forma, replicando su larga scala l’astensione dal lavoro del comparto piemontese, lo scorso 12 aprile, per chiedere un rilancio di Mirafiori.

Le mosse dell’ex Fiat nelle settimane successive sono state un segnale che ha surriscaldato il clima: cassa integrazione prolungata, contratto di solidarietà fino ad agosto, produzione ferma per tutto il mese di maggio, hanno fatto crescere il malcontento e i timori in tutti gli stabilimenti, da Pomigliano a Melfi passando per Cassino.

La Uilm: Trascorsi ormai tre mesi dalla richiesta avanzata con Fiom e Fim alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni affinché convochi l’ad di Stellantis Carlos Tavares, il coordinamento nazionale del sindacato dentro Stellantis ha reiterato l’appello alla premier: “Bisogna dare un seguito concreto al tavolo automotive aperto al ministero delle Imprese e del Made in Italy che finora non ha dato nessuna risposta e i vertici aziendali devono fare completa chiarezza sui programmi produttivi per il nostro Paese, indicando investimenti e tempistiche”. Senza una risposta urgente, ecco la proposta: “Proporremo lo sciopero nazionale del settore automotive alle organizzazioni sindacali con cui ci siamo già mobilitati unitariamente”.

Al di là della crisi di Mirafiori dettata dagli ordinativi ai minimi della 500 elettrica, Stellantis non ha ancora fornito dettagli sui cinque modelli elettrici annunciati a Melfi mentre Cassino regge le proprie fortune sulla produzione di Stelvio e Giulia, mentre si assemblano – spiegano fonti sindacali – appena sei Grecale elettrica al giorno. I timori riguardano anche l’indotto, strettamente connesso alle commesse di Stellantis, in particolare a Melfi.

“Anche l’arrivo di un eventuale secondo produttore – evidenziano i metalmeccanici della Uil – potrebbe essere positivo solo qualora si aggiungesse a un consolidamento e a un rilancio di Stellantis e non certo se arrivasse in sua sostituzione totale o parziale, come sembra adombrare lo stesso governo”.

VOLANTINO DELLO SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE diffuso a

pc 4 maggio - Il governo Meloni-Crosetto è tutto impegnato per la guerra, per i profitti dei padroni e dei mercanti di morte

da Controinformazione rossoperaia del 3/04

Vogliamo sottoporre all’attenzione dei lavoratori, dei compagni, le notizie dei giornali dei padroni che riguardano la guerra imperialista. Vediamo che la stampa borghese non usa i nostri termini per definire questa fase bellica in atto, perché chiamarla “imperialista” oppure “inter-imperialista” significa rilevare l’unica verità che c’è dietro le guerre di quest’epoca che Lenin analizzò come “imperialista”: la spartizione del mondo delle potenze a capitalismo avanzato, i profitti che i padroni realizzano sulla pelle dei popoli e dei proletari e la via necessaria per impedire l’ennesimo macello mondiale che è il rovesciamento del proprio imperialismo e dello Stato che ne rappresenta gli interessi.

Sono i passaggi concreti dell’imperialismo italiano che ci devono interessare, sono le azioni del governo attuale, il governo Meloni, la sua composizione e la sua natura contro cui bisogna lottare se si vogliono effettivamente contrastare i piani di guerra, il protagonismo bellico, la corsa agli armamenti, l’economia di guerra, il fascismo e la reazione, scaricati tutti sui lavoratori, sui proletari e sulle masse. 

Precisiamo sempre che il governo Meloni è l’ennesimo governo dei padroni, è in continuità con il governo precedente di Draghi che gli ha aperto la strada, ma è un governo della parte più reazionaria,

pc 4 maggio-La repressione nelle università USA accende la ribellione e il contagio della solidarietà al popolo palestinese

 da Controinformazione rossoperaia del 3/04


Le proteste a favore del popolo palestinese stanno dilagando in tutto il mondo, dai giovani studenti in prima fila che in Italia stanno dando dimostrazione di una straordinaria e incessante solidarietà al popolo palestinese occupato, bombardato e massacrato, agli studenti in tutto il mondo e lo stanno facendo nelle scuole, nelle università e nelle piazze sia con la protesta sia con le azioni dirette contro i legami economici, accademici, militari dei paesi imperialisti con lo stato nazisionista israeliano e contro il genocidio in corso.

Proteste che sono nate all’interno del “ventre della bestia” imperialista – come si dice – che arma, appoggia e sostiene Israele, dall’imperialismo USA al governo Meloni in Italia. Proteste che polarizzano il sostegno: i popoli con la Palestina e i governi imperialisti con Israele.

Proteste che hanno ricevuto non certo l’attenzione dei governi ma da questi solo la brutale repressione con le cariche poliziesche come è successo in Italia, una repressione che però non piega le proteste studentesche ma che, anzi, le alimenta e fa divampare l’incendio che è arrivato fino agli USA.

Le proteste in questi giorni sono cominciate alla Columbia University di New York e si sono estese ad altri atenei con gli studenti che hanno allestito accampamenti all’interno dei campus universitari e tenuto manifestazioni contro il genocidio israeliano a Gaza e in solidarietà con gli studenti della Columbia, accampamenti che si sono diffusi nei campus non solo degli Stati Uniti, ma anche in Australia, Francia e in altri paesi ancora.

Oggi con la Palestina come ieri con il Vietnam, un movimento mondiale che ha appoggiato la resistenza e la guerra di popolo in Vietnam e ha contribuito non solo alla sua vittoria ma anche ad alimentare l’internazionalismo proletario e lo scontro di classe, antimperialista. Perchè la Palestina sia veramente il nuovo Vietnam dobbiamo organizzare comitati e, parafrasando una canzone degli anni ‘70 di Della Mea, dal titolo “creare uno-due-tre molti Vietnam”, potremmo dire

è nella tua fabbrica la tua Palestina/nel tuo padrone la tua Palestina/nella tua scuola la tua Palestina/nella carica della polizia la tua Palestina”.

La lotta solidale con la Palestina preoccupa il governo imperialista USA che manda la polizia a compiere un violento sgombero alla Columbia University. Ci sono stati diversi arresti e feriti tra gli studenti solidali con Gaza e, nell’irruzione, la polizia ha preso a calci gli studenti, li ha immobilizzati a terra e gettati giù per le scale, ci sono stati 300 arresti e le loro tende smantellate dai vigliacchi in divisa.

Osservatori e giornalisti non sono potuti entrare nella Hamilton Hall, ribattezzata Hind’s Hall in onore di Hind Rajab, una bambina palestinese di 6 anni uccisa dall’esercito israeliano a Gaza, che è diventata l’epicentro del movimento studentesco pro-Palestina negli USA.

Questa università ha una lunga storia di lotte: nell'aprile del 1968 Hamilton Hall fu il primo di cinque edifici ad essere occupato dagli studenti che protestavano contro la guerra del Vietnam e nel 1985 è stata il centro delle proteste contro l’apartheid in Sud Africa.

Ora il "normale svolgimento delle attività universitarie" è la protesta continua, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, gli studenti hanno organizzato un luogo libero e liberato in cui anche il movimento più in generale può partecipare direttamente, imparare e discutere le questioni del giorno.

Ma prima di tutto c’è la popolazione di Gaza: oltre all’ampia richiesta di un cessate il fuoco e della fine dell’assalto genocida di Israele a Gaza, queste proteste chiedono alle università di recidere qualsiasi legame finanziario o accademico con Israele, rivelare i loro collegamenti finanziari e ritirare accuse o azioni disciplinari contro gli studenti.

Uno studente ha detto: “non penso che le preoccupazioni sulla nostra sicurezza personale siano in prima linea nelle nostre menti in questo momento. Penso che in prima linea nelle nostre menti ci sia la violenza che i palestinesi subiscono ogni giorno per mano dello Stato israeliano in questi ultimi sei mesi e che dura, ancora una volta, da quasi 80 anni. Quello che stiamo mettendo in gioco ha un rischio davvero minimo rispetto a quello che stanno attraversando gli abitanti di Gaza… Questo è il minimo che possiamo fare, come giovani in una situazione privilegiata, per assumerci la responsabilità della situazione”.

Una studentessa ha affermato: “non posso e non potrei sopportare di essere complice del continuo sostegno della nostra università alla campagna genocida di Israele. Non sono rimaste università a Gaza, quindi abbiamo scelto di rivendicare la nostra università per il popolo palestinese”.

Il 22 aprile, il presidente Biden ha calunniato e minacciato gli studenti, dichiarando: “Condanno le proteste antisemite”. Il presidente della Camera Mike Johnson e un gruppo di funzionari repubblicani fascisti hanno tenuto una conferenza stampa a Low Steps nel cuore del campus della Columbia. Johnson ha denunciato quella che ha definito “la preoccupante ascesa dell’antisemitismo virulento nei campus universitari americani” e ha avvertito che “agitatori e radicali senza legge” stanno “prendendo il sopravvento”. Gli studenti dell'accampamento di protesta dall'altra parte della piazza lo hanno fischiato sonoramente quando ha finito.

Gli studenti in tutto il mondo hanno chiaro cosa significa genocidio in Palestina e la solidarietà al popolo e alla sua resistenza, mettono in gioco sé stessi e speriamo siano l’incendio che divampi nei luoghi di lavoro perché gli operai e i lavoratori sono ancora molto indietro e dove manca l’organizzazione che forma le coscienze non sono ancora in grado di essere indipendenti, autonomi, critici rispetto alla propaganda di stampa e tv che sono nelle mani di chi li sfrutta, di chi li ha trascinati in una guerra per i profitti e che oggi li vuole complici del genocidio nazisionista.

pc 4 maggio - MESSAGGIO AGLI STUDENTI UNIVERSITARI DI TUTTO IL MONDO DI SAMAH JABR: La solidarietà in azione - guarire la nostra umanità ferita attraverso una mobilitazione globale

 

di Samah Jabr

A tutte e tutti i coraggiosi manifestanti, offro queste parole di lode e di incoraggiamento: Sappiate che il popolo della Palestina vi guarda, legge i vostri striscioni e ascolta i vostri slogan!

Commossi dalla vostra solidarietà, troviamo conforto e forza nel vostro sostegno. Le vostre azioni contribuiscono a rigenerare i nostri legami di comune umanità ferita dai regimi egemonici che perpetuano l’ingiustizia sulla Terra.

Come psichiatra palestinese, testimone della recente ondata di militanza studentesca nelle università degli Stati Uniti in solidarietà con la Palestina e osservando allo stesso tempo la reazione locale dei palestinesi, sono colpita dal profondo potenziale terapeutico insito in questi movimenti.

Mentre il popolo palestinese continua a sopportare le brutali realtà dell’occupazione, dell’apartheid e della violenza inflitta dallo Stato israeliano, il sostegno inflessibile dei giovani militanti del mondo intero è un soffio di vita che allevia il nostro strangolamento sotto un’oppressione israeliana senza precedenti.

La censura delle critiche contro il sionismo e lo Stato israeliano gestita come misura di sicurezza all’interno delle università americane è una manifestazione inquietante del silenziamento sistemico delle voci pro-giustizia e pro-palestinesi.

Di fronte a questa repressione, le azioni coraggiose degli studenti e delle studentesse della Columbia che hanno eretto delle tende nel campus e chiesto il disinvestimento dalle imprese che beneficiano delle attività israeliane sono degli atti audaci di sfida. Malgrado gli arresti e le misure di repressione prese dagli amministratori dell’università, la loro resilienza ha innescato manifestazioni simili in tutto il Paese e all’estero, dove i governi si allineano alle politiche israeliane.

In questo contesto, la solidarietà degli studenti degli Stati Uniti verso i palestinesi non è soltanto una posizione politica, ma un imperativo morale, etico.

Si tratta di un rifiuto importante della complicità storica dei governi e dei media americani nel loro sostegno all’occupazione israeliana e alla sua violenza contro il popolo palestinese.

L’ingenuità, la passività, l’apatia e l’insensibilità dei comuni cittadini hanno da sempre contribuito alla nostra tragedia nazionale allo stesso modo della malvagità e perversità dei leader dei regimi colonialisti.

Ma solidarizzando con i palestinesi questi studenti e queste studentesse sfidano la narrazione dell’oppressore e propongono una contro-narrazione fatta di empatia, di giustizia e di umanità.

Grazie alle loro energie, il loro idealismo, la loro empatia e la loro sete di giustizia, questi studenti e studentesse, i giovani in generale, hanno il potenziale per costituire una bussola morale per qualsiasi nazione.

Il loro attivismo per la Palestina riflette un impegno per i valori universali dei diritti dell’uomo, della dignità e dell’uguaglianza. Inoltre, la loro volontà di sfidare le strutture di potere esistenti testimonia una profonda comprensione dell’interconnessione delle lotte globali contro l’ingiustizia.

Non si insisterà mai abbastanza sugli effetti terapeutici della solidarietà internazionale per i palestinesi. Per un popolo che ha sopportato decenni di sfollamento forzato, espropriazione e violenza, la consapevolezza di non essere solo nella sua lotta è fonte di conforto e di incoraggiamento.

Questo riafferma la nostra umanità di fronte alla disumanizzazione e offre un barlume di speranza per un futuro libero dall’oppressione.

Come psichiatra, io credo nel potere curativo della solidarietà. I suoi benefici sono reciproci, arricchendo sia chi dà sia chi riceve.

Solidarizzando con i palestinesi gli studenti e le studentesse universitari e gli attivisti non soltanto difendono la giustizia, ma si impegnano allo stesso tempo in una guarigione collettiva dal senso di colpa e dall’impotenza legate al trauma vicario [inteso come esposizione indiretta a un evento traumatico che colpisce altri].

Le loro azioni incarnano i principi di empatia, di compassione e di riconoscimento che sono essenziali per la costruzione di un mondo più giusto e pacifico.

Spero che la loro solidarietà continui a svilupparsi, al di là delle frontiere e delle barriere, fino al giorno in cui la Palestina sarà libera e la giustizia sarà realizzata per tutti.

 * 30 aprile 2024, pubblicato su www.chroniquepalestine.com in inglese e in francese.   Trad. it. dal fr. di Maria Rita Prette (Sensibili alle foglie).