I temi di cui molto brevemente ci occupiamo oggi - 15 dicembre - sono i temi di cui
ci siamo sempre occupati: la politica economica di questo governo che
attacca gli operai, i lavoratori, i precari, i disoccupati,
dall’attacco ai salari, alla non soluzione dei problemi del lavoro,
dalla privatizzazione che avanza - oggi è in prima pagina quella
delle poste, che segue quella della sanità - alla gestione della
scuola, alla gestione del sistema sociale con fondi ai padroni e
niente per i proletari e masse popolari.
1 - Tutto
questo è legato a una dimensione che, mentre si attaccano le
condizioni di vita e di lavoro, ci si attrezza per reprimere le
lotte. Proprio oggi siamo di fronte all'ennesimo attacco al
diritto di sciopero condotto, per conto del governo e dei suoi
apparati statali giudiziari, da Salvini, con le precettazioni, la
riduzione dei legittimi scioperi nel settore dei trasporti. Oggi
tocca al sindacalismo di base che raccoglie la fetta più combattiva
dei lavoratori di questi settori, vittima ancora una volta, di un
sopruso antidemocratico, di una violazione della Costituzione.
Ma per difendere
il diritto di sciopero si risponde scioperando. Quindi siamo
totalmente a fianco di tutti i lavoratori che hanno scioperato e
invitiamo tutti a solidarizzare con loro perché l'attacco al diritto
di sciopero è stato sempre il simbolo dell'attacco a tutti i diritti
dei lavoratori e a tutte le libertà, non solo dei lavoratori, ma
dell’intero sistema sociale, della società.
2 - Il
secondo punto è la questione dell'immigrazione, le leggi anti
immigrati, la persecuzione razzista, il susseguirsi di fronte alla
tragedia dei morti nel mare - come è stata l'immane tragedia,
seppellita dal silenzio, di Cutro, dove i bambini sono morti sulla
spiaggia e non hanno avuto alcun onore, rispetto, anzi si è fatta
leva su Cutro per andare in tutt'altra direzione, con decreti
“sicurezza” che sono vere e proprie leggi che vogliono
uccidere i migranti, respingerli o, una quota di essi, utilizzarli
meglio all'interno dello stesso nostro paese come schiavi e come
massa che possa essere usata per il consenso reazionario e razzista
alle elezioni o come massa di pressione sulle condizioni dei
lavoratori, per abbassarne i salari.
L’ignobile
accordo razzista con l'Albania per la
deportazione dei migranti che elude non solo la Costituzione
italiana, ma le norme internazionali e si appoggia su un governo
miserabile come l'attuale governo albanese, ha trovato un ostacolo
dalla Corte di giustizia europea e perfino nella stessa Albania,
perché è chiaro che il regime reazionario di Rama, corrotto, legato
alla grande malavita, presta di fatto un servizio "da scafista,
schiavista".
Dobbiamo
respingere l'odiosa campagna razzista anti immigrati. Gli
immigrati sono una risorsa economica e sociale per questo paese, ma
soprattutto sono una risorsa della lotta sociale dei proletari
che in questo paese hanno bisogno di un grande contingente
combattivo, rappresentativo, per lottare contro tutto il
sistema-mondo di sfruttamento, repressione, schiavismo, in nome dei
profitti del grande Capitale, della grande borghesia e
dell'imperialismo.
D'altra parte i
migranti, laddove sono operai della logistica, laddove sono operai di
fabbrica, dimostrano di essere un settore combattivo della difesa dei
diritti, della lotta dei lavoratori, un settore che può contribuire
e già contribuisce a un cambiamento, a un rafforzamento della lotta
della classe operaia ed è un punto di riferimento della
nuova unità della classe operaia che si potrebbe realizzare nel
nostro paese per invertire il cammino disastroso a cui i partiti
parlamentari, le organizzazioni sindacali, hanno portato.
3 - Oggi
su tutti i giornali, si dice, i salari in Italia sono fermi a
trent'anni fa. In questi trent'anni vi è stato un travaso di
ricchezza dagli operai e da tutti i lavoratori ai padroni, grazie
alle leggi di tutti i governi vi è stato un taglio dei salari come
dei diritti, dell'occupazione, che ha portato la classe operaia
trent'anni indietro.
Ma i governi dei
padroni sono solo il principale responsabile. Questo non sarebbe
stato possibile se in questi trent'anni non avesse agito un
sindacalismo collaborazionista che invece di difendere i
lavoratori ha difeso la cosiddetta economia nazionale, che poi è
stata l'economia dei padroni, che si è tradotta in profitti per i
padroni e perdita dei salari dei lavoratori. Su questo evidentemente
si gioca una partita decisiva per la ripresa, non solo dei
lavoratori, ma della stessa prospettiva di un cambiamento sociale a
favore di operai e lavoratori in questo paese.
La lotta per
il salario resta il centro dell'autentica lotta sindacale di classe.
4 - Ma non
esiste solo la normale dialettica dello scontro sindacale e neanche
soltanto la dialettica politica - sicuramente non rappresentata da un
Parlamento, dove per leggi elettorali-truffe, che vogliono
consolidare col cosiddetto Premierato, governa un governo di stampo
fascio razzista, di stampo imperialista, militarista oltre che
organicamente antioperaio, antiproletario, antipopolare, che mette
nel mirino i giovani e in particolare mette nel mirino le donne che
sono scese nella più grande manifestazione che ha caratterizzato
l'anno, la grande manifestazione del 25 novembre che è stata una
delle punte alte - per fortuna - del movimento generale che mette in
discussione lo stato di cosa esistente.
Ebbene, questo
governo mette le mani sulle istituzioni, sulla magistratura, su tutti
gli anelli del sistema economico e politico e istituzionale, mette le
mani per trasformarle in apparati sempre più
al
servizio della politica dei padroni. E una mano particolare la
mette nei meccanismi dei mass media, nel controllo dei giornali che
diventano sempre più uguali, soprattutto sulle grandi questioni: la
guerra, la Palestina, e che vengono occupati militarmente da
esponenti di Fratelli d'Italia, della Lega, che li usano in forme
intimidatorie, discriminatorie, repressive - basti pensare a ciò che
sono diventate le trasmissioni televisive e i miserabili conduttori
di esse che, tranne qualche rara eccezione, non fanno che parlare di
Meloni, dando tutti gli spazi possibili. Neanche ai tempi della
democrazia cristiana, dei governi reazionari e perfino ai tempi di
Berlusconi si era visto un tale livello di controllo e occupazione
della stampa e della televisione.
I mass media sono
usati come un'arma quasi militare nei confronti del dissenso. Viene
sviluppata una informazione pilotata che vuole intossicare, oltre che
disinformare, le masse.
Quindi il fronte
della televisione, della grande stampa, non può essere lasciato in
pace. Dobbiamo mettere in campo il prossimo anno iniziative che
contestino, occupino le redazioni dei giornali, i palazzi delle TV,
perché occorre far vedere una reale opposizione, dire chiaramente
"non il nostro nome".
5 - Questo
legame tra imperialismo/capitalismo, sfruttamento, guerra, si
manifesta in forme evidenti di fronte alla drammatica situazione in
Palestina. Il popolo palestinese viene aggredito, bombardato
in forme inumane, come nel nazismo. L'intervento genocida dei
sionisti israeliani, dello Stato d'Israele, la caccia all'uomo,
l'uccisione di donne e bambini, bambini trovati putrefatti
all'interno delle strutture sanitarie, tanti, tanti bambini, è una
guerra contro i bambini, i giovani, che costituiscono comunque una
larghissima fetta del popolo palestinese lì a Gaza.
Ma Gaza
resiste con le sue organizzazioni della resistenza liberamente
scelte, in certi casi elette a larga maggioranza, come è il caso di
Hamas che rappresenta il popolo palestinese che lo ha votato a
maggioranza, anche se chiaramente il popolo palestinese, dal nostro
punto di vista, ha anche altre organizzazioni che difendono i suoi
diritti e hanno una prospettiva, quella della Palestina, libera,
democratica, laica, pacifica nel cuore di un
Medio Oriente dove sono in discussione i grandi problemi strategici
del petrolio, dell'energia.
La solidarietà
al popolo palestinese si sta esprimendo nelle piazze,
dove si sviluppano, oltre che manifestazioni, anche una forte
continuità del messaggio alternativo che viene dal popolo
palestinese e si riesce a rompere il meccanismo del pensiero unico
della stampa, della televisione, spesso pagati dallo Stato sionista,
dall'imperialismo. Alla testa dei giornali vi sono personaggi come
Molinari che è un agente della CIA e del Mossad. .
Stare
con la Palestina significa stare dalla parte dell’umanità,
oltre che dei popoli oppressi, oltre che dei diritti
all'autodeterminazione, oltre che a fianco di tutti coloro che
l'imperialismo ha ridotto a miseria in tutto il mondo. La
battaglia in Palestina è una battaglia cruciale per l'avvenire del
mondo e di questo si rendano conto innanzitutto operai e masse
popolari che non hanno alcun interesse a sostenere la barbarie
sionista e imperialista che si consuma ai danni del popolo
palestinese e invece hanno tutto l'interesse perché la trincea
avanzata di questo scontro mondiale - oggi la Palestina - non cada
sotto il tallone di ferro del nuovo nazismo, dello Stato sionista
d'Israele.