Il racconto di una delle docenti colpite a freddo dalla polizia
Da Il Fatto Quotidiano
Da Il Fatto Quotidiano
La demagogia anti-immigrati è l'unica arma che utilizza per coprire il grave attacco non solo ai migranti ma a tutti i poveri.
È inutile dire quello che questo governo fa sul fronte delle vertenze sul lavoro, sia nel gruppo Stellantis come nel gruppo ex Ilva, stiamo assistendo in questi giorni a incontri a Roma che non producono nulla, in cui ciò che è unicamente in discussione, con accordi espliciti o segreti, è la montagna di soldi che bisogna dare ai padroni che prendono questi soldi per proseguire il loro attacco alle condizioni di vita e di lavoro, con la riduzione dell'occupazione, con l'intensificazione dello sfruttamento, l'abbassamento dei salari. E il governo è saldamente al loro fianco come nessuno prima e risponde all'esigenza, ai diktat dei padroni.
Certamente anche i padroni sono divisi e in contraddizione tra di loro e quindi una cordata viene privilegiata e un’altra viene danneggiata nel Capitale industriale, finanziario e parassitario di questo paese. Questo origina delle frizioni interne alla maggioranza, interne al Parlamento, di cui i grandi gruppi editoriali della stampa sono espressione. Ma la sostanza è sempre quella: un governo
Lunedì 4 dicembre dodici cittadine entrate in resistenza civile con Ultima Generazione sono state arrestate e trattenute in carcere per tre notti. Tutto questo per aver protestato bloccando una strada per 30 minuti.
È una reazione gravissima e totalmente sproporzionata visto che il blocco stradale è normalmente punibile solo con una multa. E mentre loro sono state arrestate un automobilista che le ha investite è a piede libero.
Nonostante siano ora state rilasciate, è chiaro che questo è il modo con cui il governo ha deciso di
I padroni dell’industria e della finanza festeggiano la fine dell’anno con una vera e propria orgia di profitti, e cioè di plusvalore estratto dallo sfruttamento del lavoro salariato!
I profitti sono lo scopo fondamentale del sistema fondato
sul capitalismo/imperialismo: “Non bisogna mai dimenticare - diceva Marx – che la
produzione di questo plusvalore – e la riconversione di una parte di esso in
capitale, ossia l’accumulazione, costituisce parte integrante della produzione
di plusvalore – è lo scopo immediato e il motivo determinante della
produzione capitalistica.” (il corsivo è di Marx).
La soddisfazione per questi profitti i padroni la
sbandierano apertamente e risuona nei titoli e nelle righe degli articoli dei
loro quotidiani:
“L’anno della cuccagna per le banche italiane…”, “Le banche stanno bene…” “Banche, il boom dei
Il tribunale di Torino ha emesso, nella mattinata odierna, la sentenza di condanna per 16 militanti del centro sociale Askatasuna. I militanti erano imputati per il reato di invasione di terreni ed edifici per l'occupazione dell'Aula C1 del Campus universitario Luigi Einaudi, avvenuta più di due anni fa, il 13 maggio 2021. Gli attivisti di Askatasuna sono stati condannati a 8 mesi di reclusione.
I fatti sono relativi al blitz degli antagonisti messo in atto dopo che, in seguito agli scontri del febbraio
Nell'Italia di Meloni se sei antifascista arriva la Digos
di Stefano Cappellini
"Nell’Italia meloniana del 2023: alla prima della Scala a Milano un loggionista, giiornaista urla in sala “viva l’Italia antifascista", accolto da "iurla "bravo" e applausi; ma all’intervallo quattro solerti funzionari della Digos che non vengono meno al loro dovere anche se non in alta uniforme lo raggiungono e gli chiedono le generalità."
Mentre il fascista La Russa sta al palco d'onore...
Ora, col governo Meloni si rovescia la storia e la Costituzione: dirsi antifascista è un reato.
Questo governo deve essere rovesciato!
L’idea di riprendersi Venaus è concreta, i giorni di blocco sono stati giorni impareggiabili, e il sondaggio popolare decreta la manifestazione.
Tutti sono convinti della manifestazione, tutti sanno che il movimento ancora una volta ci può riuscire. E’ chiaro quello che si andrà a fare, con l’astuzia, la determinazione che contraddistingue ormai il movimento bisogna provarci. Il giorno prima i preparativi sono stati frenetici, un commerciante di Rivoli che affitta e ripara generatori di corrente è un no tav convinto, e siccome siamo spesso da lui si dice disposto a donare per la causa un container per rifare il presidio, la nostra base di partenza per ri-insediarci a Venaus. Lo andiamo a prendere il giorno prima, facciamo il giro dei blocchi in statale dove passa è salutato da un’ovazione.
E’ il comune di Bussoleno a mettere a disposizione il furgone che lo deve caricare e che vogliamo portare a Venaus, l’area individuata è quella del prato davanti all’ingresso del cantiere.
La manifestazione è convocata per la mattina alle 10.30 piazza della stazione di Susa, è la manifestazione del riscatto, chi c’è e siamo almeno 10.000, sa cosa fare, sa che questo è il corteo della svolta, oggi ce la riprendiamo!
Venaus è presidiata dalle forze dell’ordine in maniera massiccia, il bivio dei passeggeri è chiuso da
Questo è il capitalismo, questo è il sistema politico, statale nel sistema capitalista. In questo o ex Ilva ancora privata, o pubblica (per poi passaggio al privato) non cambia il fatto che i problemi che hanno di fronte padroni e governo li affronteranno tutti con consistenti tagli ai posti di lavoro, peggioramento delle condizioni di lavoro, degli interventi per la salute e sicurezza.
Questo deve essere chiaro ai lavoratori, senza farsi illusioni sul governo o su cordate alternative ad ArcelorMittal.
Si tratta di due strade parallele, quella dei padroni e del governo e quella degli operai, strade che non si possono incontrare. La strada degli operai deve fare una lotta seria e prolungata sui suoi interessi contro padroni e governo, per attuare rapporti di forza favorevoli per strappare, comunque siano le soluzioni, la difesa delle loro condizioni lavorative, salariali, di sicurezza e salute.
Le dichiarazioni che riportiamo sotto del presidente della Federacciai, Antonio Gozzi, dimostrano appunto l'inconciliabilità tra gli interessi e le soluzioni di padroni/Governo e la condizione degli operai, come delle masse popolari di Taranto.
Ne riportiamo i passi più emblematici da una sua intervista su Sole 24 ore del 7/12.
“Non c’è molto tempo. Acciaierie d’Italia è ai limiti dell’insolvenza - dichiara Gozzi - e una soluzione, prima finanziaria e poi industriale, va trovata in tempi rapidissimi. Bisogna essere pragmatici, stare ai fatti... “Mittal ha acquisito Essar Steel, il secondo gruppo siderurgico indiano e sta investendo massicciamente negli Stati Uniti, dove l’acciaio è considerato un asset strategico della manifattura. La
Repressione per impedire le lotte
L'offensiva del governo e del padronato continua senza sosta. Dai
divieti di manifestazione alle "indagini per apologia di terrorismo",
dalle minacce di scioglimento delle aggregazioni all'arresto e
all'espulsione di attivisti come Mariam Abu-Daqqa, alla brutale
repressione di chi sostiene la lotta del popolo palestinese.
L'obiettivo è chiaro: approfittare della situazione per portare avanti
attacchi autoritari contro il movimento sociale e il movimento dei
lavoratori, in una continuazione dell'irrigidimento, mentre la miseria
sociale continua ad aggravarsi nel Paese. Le offensive come la legge
xenofoba sull'immigrazione recentemente approvata al Senato in una
versione indurita dalla destra e dall'estrema destra. In questa
situazione, è necessaria una risposta ad ampio raggio contro l'attacco
di Israele in Palestina, ma anche contro gli attacchi del governo e dei
padroni. Questa settimana:
- a Bordeaux, il pubblico ministero ha chiesto una pena detentiva di 18
mesi con la condizionale e una
NOVARA – Lo scorso 7 giugno, nell’ambito del processo Eternit Bis, la Corte d’Assise di Novara ha dichiarato Stephan Schmidheiny colpevole di omicidio colposo di 147 vittime dell’amianto casalese. L’imprenditore svizzero è stato condannato a dodici anni di reclusione più cinque d’interdizione ai pubblici uffici.
Eternit Bis: le motivazioni della Corte
Una decisione che è stata motivata con un documento di 1020 pagine, in particolare facendo riferimento alla riqualificazione del reato da omicidio doloso alla forma ‘più lieve’ di omicidio colposo, aggravato da colpa cosciente. Nel pratico si traduce in estinzione del reato per moltissime vittime (199), dato che l’omicidio colposo viene prescritto in 15 anni. Tutti i casi di morte antecedenti al 2008 sono stati dichiarati prescritti. Il motivo? La condotta di Schmidheiny, seppur scorretta, non perseguiva scopo di lucro: «credeva nell’uso controllato dell’amianto».
Circa 700 manifestanti per tutta la durata del percorso, partito dalla stazione, hanno segnato con azioni dirette le responsabilità di media, con un nostro intervento ascolta audio contro propaganda alla sede corriere della sera , ma anche università, governo così come il necessario boicottaggio contro McDonald e Carrefour che traggono profitti dall’occupazione e sono complici della colonizzazione illegale di Israele, così come non è mancata la denuncia dell’ENI e delle aziende come l Tenaris Dalmine che fa affari con Israele che bombarda i civili.
Cosi come non sono mancati interventi durante il corteo, di cui riportiamo a seguire 2 fatti alla fine, che hanno denunciato come il potere capitalista imperialista che nel nostro paese schiaccia i giovani proletari e lavoratori sia lo stesso che porta Israele a opprimere il popolo palestinese (GPI) e quindi della necessità della lotta contro il nostro imperialismo e della solidarietà internazionale e internazionalista attraverso l'intervento del compagno di proletari comunisti che ha portato la campagna lanciata dal partito comunisti maoista dell’India a sostegno della resistenza in Palestina nella settimana dal 2 all’8 dicembre, con l'appello distribuito ai partecipanti durante l'iniziativa.
seguono alcune foto delle iniziative e un'intervento significativo dei GPI durante il corteo
Sono pervenuti vari commenti alla 1° Formazione operaia del 23 novembre.
Questi commenti sono importanti perchè permettono di approfondire e attualizzare le lezioni di Lenin, di aprire una discussione, non certo da "tavolino" ma in funzione dell'azione necessaria dei comunisti e delle avanguardie proletarie.
Per questo anche questo giovedì abbiamo scelto di continuare a pubblicare parte dei commenti arrivati e un commento su uno di essi di una compagna della redazione.
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1) Da un compagno di Bergamo - La formazione operaia di Lenin è molto importante per tutti i proletari ma serve prima di tutto a noi compagni operai che ci riteniamo avanguardia e operiamo nella quotidianità per non perdere la bussola, la direzione che guida la nostra pratica in questa fase dove è centrale lavorare per l’autonomia e l’organizzazione per il partito. Lenin scrive: "Il compito della socialdemocrazia è di introdurre nel proletariato (permeare) la coscienza della sua situazione e della sua missione. Non occorrerebbe far questo se la coscienza emanasse da sé dalla lotta di classe"
Il
rapporto tra spontaneità e coscienza. Quando si opera
nella quotidianità si
deve saper cogliere
gli embrioni di coscienza all’interno del movimento spontaneo,
senza scadere nell'economismo. Lenin dice: "Gli
economisti vogliono che i rivoluzionari riconoscano il ”pieno diritto
del movimento nell’ora presente", "In Russia critici
ed economisti sono per la conservazione di ciò
che esiste…".
Sottomissione alla
spontaneità (e rassegnazione), vuol
dire ciò
che esiste "nel momento presente”.
Ma come
si diceva nell’anniversario della Rivoluzione
d’ottobre questo richiede studio, ma “uno studio agente
legato alla pratica quotidiana che permetta all'avanguardia
di fare un passo in avanti.” E,
come
diceva Lenin,
nella visione di un attacco concentrico dove la lotta
per portare il forte messaggio della grande manifestazione del 25 novembre contro la violenza sulle donne di Roma.
L'Mfpr, nel giorno del funerale di Giulia Cecchettin, rende iniziativa pratica l'appello del padre di Giulia verso gli uomini
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Ieri ai Cantieri Navali al turno pranzo le compagne Mfpr hanno portato agli operai il messaggio/informazione della grandissima manifestazione del 25 novembre contro la violenza sulle donne con un volantino ma anche con locandine affisse attorno alla fabbrica.
Dal blog femminismorivoluzionario
Ieri abbiamo sentito parole alte, dignitose, serie, nel profondo dolore, da parte del padre di Giulia - parole che chiedono un effettivo cambiamento perchè il femminicidio di Giulia serva ad una coscienza collettiva contro i femminicidi di tante donne.
traduzione italiana da Tunisie Resistant
Il sito italiano "L'altra Tunisia" riporta la notizia di una protesta studentesca davanti all'ambasciata italiana in Tunisia, lunedì 4 dicembre. Questi studenti vogliono continuare i loro studi universitari in Italia, il Ministero degli Affari Esteri italiano richiede che tutti loro debbano superare un esame di livello linguistico B1 come precondizione per ottenere un visto per studiare.
Gli studenti hanno organizzato questa protesta perché avendo pagato corsi molto costosi al Centro Culturale Italiano di Tunisi, dopo aver pagato le tasse d'esame e dopo aver superato l'esame... si sono visti rifiutare il visto!
Nelle ultime settimane sui social circolavano storie di dipendenti dell'Ambasciata italiana in Tunisia responsabili del visto per studenti che facevano domande "strane" sull'età (es. "se hai 26 anni come mai vuoi andare a studiare?" ecc. ).
Gli striscioni nelle foto rivendicano il diritto alla dignità e al rispetto e il diritto allo studio, il diritto a un esame giusto (e non un esame di 30 secondi!) e non ultimo il razzismo dell'ambasciata italiana in Tunisia.
Quanto successo rientra nel quadro del modo d'agire dell’imperialismo italiano nei paesi oppressi dall’imperialismo come la Tunisia, dove l’imperialismo dietro parole come “accordi bilaterali”, “amicizie”, “legami culturali” e così via, vuole solo sfruttare le risorse del paese e della sua gente anche in modo meschino e "straccione"!
“L’altra Tunisia” italian website reported about a student protest in front of Italian Embassy in Tunisia,
PRESIDIO IN SOLIDARIETA' AL POPOLO PALESTINESE
Tel Aviv – MEMO. Il ministro israeliano del Patrimonio, Amichai Eliyahu, ha chiesto l’esecuzione dei prigionieri palestinesi in modo che non vengano rilasciati in qualsiasi futuro negoziato con la resistenza palestinese.
da InfoPal
Secondo il sito web Ynet, Eliyahu ha dichiarato: “Si tratta di una questione degna di nota. Gli israeliani in questa guerra sono quelli che agiscono correttamente e sono quelli che sorvegliano, dobbiamo fidarci di loro”.
Riferendosi a coloro che, secondo lui, sono dietro l’uccisione di tre israeliani a Gerusalemme durante il fine settimana, ha detto: “Siamo uno Stato che rispetta la legge, ma abbiamo urgentemente bisogno di deferirli a Dio, in modo che non vengano rilasciati nei patti”.
Il mese scorso la Knesset israeliana ha discusso un controverso progetto di legge sulla “esecuzione dei prigionieri palestinesi”. Il deputato israeliano d’estrema destra Itamar Ben-Gvir aveva posto l’introduzione della pena di morte come condizione per l’ingresso della sua fazione nella coalizione di governo di Benjamin Netanyahu prima della sua formazione.
Ben-Gvir ha dichiarato che il suo partito Otzma Yehudit, o Potere Ebraico, “è quello che ha presentato il progetto di legge per l’esecuzione dei prigionieri palestinesi”, aggiungendo che il progetto “dovrebbe ricevere il sostegno di tutti i membri della Knesset.
Tra ieri e oggi diversi spazi occupati.... sono stati colpiti da un duro attacco repressivo.
Ieri mattina lo sgombero dello studentato 95100 e del consultorio autogestito Mi cuerpo es mio ha colto in maniera inaspettata i compagni e le compagne che fanno parte di queste esperienze. Lo studentato, occupato dal 2018 in risposta alla mancanza di assegnazioni degli alloggi e delle borse di studio a studenti e studentesse universitarie per insufficienza di fondi regionali, ha rappresentato in questi anni un punto di riferimento per le giovani e i giovani della città, per chi ha esigenze che vengono avversate quotidianamente dalle condizioni di performatività e carrieristiche che impone l’università. Uno spazio di incontro e confronto, che ha ospitato moltissime iniziative così come variegate realtà sociali e
TORINO – “La polizia, se deve essere presente, deve tutelare la sicurezza di tutti, non solo di una parte”: e l’aula da oltre 400 persone del Campus Einaudi applaude Alessandra Algostino, la docente colpita dalle manganellate della Digos e che ora indossa un collare bianco causa trauma cranico.
Oggi all’assemblea di discussione sui fatti di ieri, in cui la polizia ha manganellato studenti e docenti per difendere del Fuan, hanno partecipato anche l’Anpi, diversi docenti e i rappresentanti dei collettivi di UniTo. Grandi assenti: il rettore Stefano Geuna ed Egidio Dansero (responsabile del Dipartimento di CPS).
“I fascisti non sono entrati grazie a tutti noi”
“Per noi è stata comunque una vittoria politica: – spiega Sara, di Askatasuna – siamo riusciti ad essere in tanti a respingere i fascisti del Fuan dall’università. Se non sono entrati è grazie a noi e alla nostra mobilitazione.”
“Azioni ripetute per reprimere il dissenso”
“Ci stanno dando il segnale che ovunque cerchiamo di aprire spazi, non c’è posto; sia in università che altrove. – interviene un portavoce di Cambiare Rotta – Questo è diventato uno stato di polizia e ce ne dobbiamo rendere conto. Non solo a Torino: ricordiamo oggi a Bologna, ma anche a Catania e in altre città. Dobbiamo andare oltre i singoli episodi e renderci conto che tutte queste sono azioni per reprimere il dissenso politico interno al paese.”
“Chiediamo le dimissioni del Rettore Geuna”
“Dobbiamo trovare un referente politico per tutto questo – termina lo studente in cattedra – e questo è il rettore Stefano Geuna. Chiediamo le sue dimissioni, la responsabilità di questi fattacci è sua.”
Richiesta che tuttavia non è condivisa da tutta la platea: c’è chi propone, sulla scia del blitz al rettorato, che serva prima una presa di posizione chiara sulla violenza della Questura torinese.
“Garantire la sicurezza di tutti, non solo di una parte”
“Ho ricevuto tanta solidarietà da parte di tanti, – interviene Alessandra Algostino, indossando ancora il collare bianco dopo il trauma cranico riportato – ma mi sarebbe piaciuto che queste dichiarazioni fossero arrivate anche la scorsa volta, in cui le teste manganellate erano quelle degli studenti. Il diritto di contestazione deve essere garantito: la polizia se deve essere presente deve tutelare la sicurezza di tutti, non solo di una parte. Il Fuan è accompagnato sempre da un ingente spiegamento di forze. Se sono così celeri quando vengono chiamati da questo collettivo, perché non sono così veloci quando vengono chiamate da altre persone oggetto di violenze, come le donne?”
“E' una strategia iniziata con il decreto Rave”
“Si tratta di una cornice più ampia del singolo episodio, – continua la docente di diritto costituzionale – riguarda una strategia che travolge i lavoratori in sciopero, ma anche gli attivisti per il clima e gli studenti. É cominciato con il decreto Rave ed è proseguito con una serie di operazioni legali per reprimere il disagio sociale.”
“Mi hanno denunciato per sei reati – racconta il ragazzo a Quotidiano Piemontese – ora ho i
Sono 9 i licei occupati dagli studenti in questo momento a Roma. Alle mobilitazioni del coordinamento dei collettivi autonomi romani delle scorse settimane (al Ripetta, Pilo Albertelli, Machiavelli, Visconti e Enzo Rossi, nel quartiere Pietralata) si sono aggiunte ieri le occupazioni del Manara, Morgagni, Virgilio, Mamiani, Colonna, Righi, Tasso, Archimede e Aristofane.
Di queste la maggior parte è avvenuta in contemporanea, nella notte tra il 4 e il 5 dicembre scorso, altre nel primo mattino.
«La protesta – dicono le studentesse e gli studenti dei collettivi – è in continuità con le mobilitazioni contro la guerra, per la Palestina Libera e quelle per Giulia Cecchettin». A niente sono valsi i tentativi di queste settimane da parte della dirigenza scolastica di trasformare la protesta imminente in ore autogestite: le assemblee degli studenti li hanno bocciati.
Né è servita come deterrente la petizione contro l’occupazione di alcuni genitori del liceo Tasso,
In Gkn sono ripartiti i licenziamenti. Ad oggi saranno definitivi il primo gennaio 2024.
L’assemblea permanente per due anni e mezzo non si è piegata. Verrebbe
soppressa per licenziamento. Non abbiamo modo di ricapitolare qua tutti i
passaggi della nostra lotta, tutti i trucchi e inganni messi in campo
contro di noi. Ci limitiamo a dire questo: avevamo chiaro quale fosse il
loro calcolo. Ma non abbiamo avuto la forza di impedirlo. Avevamo e
abbiamo ragione, che è la base della forza. Ma non è la forza in sé.
Due anni e mezzo si sono rivelati un tempo lunghissimo per una assemblea permanente, brevissimo per cambiare un intero sistema.
Né abbiamo tempo e modo di entrare qua nel potenziale intreccio di
interessi tra il vecchio fondo speculativo, nuova proprietà e
probabilmente un pezzo di politica.
Basti dire questo: da anni sul sito di Gkn Firenze manca un piano
industriale e ad oggi nessuno sa cosa si vuole fare degli 80mila metri
quadri di area dello stabilimento.
L’ora dei nostri licenziamenti – che abbiamo chiamato ora x – sopprime
definitivamente una storia sindacale e industriale per dare vita a una
operazione immobiliare. E’ il completamento definitivo della
delocalizzazione.
Qualcosa che diventa ancora più intollerabile in un territorio che è stato appena alluvionato.
Forse se qua ci fosse stato il verde, come prima della costruzione di
questa fabbrica e di tanti altri capannoni, l’acqua esondata si sarebbe
sfogata nei campi. Il verde non c’è più in nome del “lavoro”. Il lavoro
ora ci viene tolto. Rimangono le ferite, le case esondate, il dover
accettare ogni volta un lavoro sempre più precario e povero.
Appello ai gruppi di supporto, movimento sindacale, realtà solidali, artiste/i, intellettuali.
del Collettivo di Fabbrica – Lavoratori GKN Firenze (*)
Abbiamo un progetto industriale, elaborato faticosamente dal basso. Ma senza un intervento pubblico,
Dalla stampa - Al Campus Einaudi oggi pomeriggio, 5 dicembre, una quindicina di attivisti del Fuan, l’organizzazione studentesca di destra, avevano organizzato un’attività di volantinaggio. La notizia si è sparsa velocemente e circa 150 ragazzi dei collettivi studenteschi glielo avrebbero impedito: a quel punto sono intervenute le forze dell'ordine in assetto anti sommossa, con un ingente numero di camionette insieme alla Digos. Sono cominciati lanci di uova, bottiglie e altri oggetti... ci sono stati scontri contro il cordone della polizia, che ha effettuato cariche. Il traffico della zona ha subito rallentamenti e deviazioni fino alle 18 circa, quando è arrivata la prima carica.
Gli agenti hanno spintonato con gli scudi, alzando i manganelli: “è stata improvvisa – racconta una studentessa – tanto che quasi nessuno aveva i cellulari pronti per riprendere.”
Pochi minuti dopo la seconda carica: ancora senza provocazione degli studenti, la Digos ha scelto di manganellare le prime file del corteo (come mostrato in video). La terza carica è arrivata quando il reparto si stava allontanando dal lato di corso Regina che porta al centro.
Un funzionario di polizia è stato ferito alla testa e 2 agenti del reparto mobile sono stati ricoverati in ospedale. Gli investigatori della Digos hanno fermato uno dei manifestanti e identificato una ventina
Una lettera ricevuta da una lavoratrice di Palermo che è come un editoriale
Ogni giorno un passo in più
Intimidire la magistratura per paura di indagini scomode, magari su finti moderati con la passione per le armi
Voler dare maggiori poteri al presidente del consiglio per soffocare senza intralci gli ultimi sprazzi di democrazia
Inasprire le pene a fronte di legittime proteste e richieste di diritti a cui non si vuole dare risposte
Proteggere imprese e multinazionali a discapito dei lavoratori che pagano in termini di salario basso, precariato e morti sul lavoro
Cercare di abolire il diritto allo sciopero conquistato attraverso lotte dei lavoratori
Mantenere lo stato della scuola ridotta a progettificio e fornitura di giovani utili al lavoro allontanandosi dall’essere fonte di cultura, di crescita e confronto personale e collettivo
Mentire sui tagli alla sanità pubblica per favorire la sanità privata quando anche i malati oncologici devono rinunciare alle cure
Tacciare di terrorismo tutte le volte che si esprime solidarietà al popolo palestinese perché solo il terrorismo di Israele deve essere legittimato
Non avere neanche timore dell’ira funesta di un Dio che invocano e che li vede trattare i migranti come stracci in vendita, senza pietà per le morti di uomini, donne e bambini nel mostro mare, senza vergogna
Aiutare solo le donne che fanno figli come se la vita di una donna avesse meno senso senza maternità
Far finta di contrastare i femminicidi senza far nulla per rendere le donne libere economicamente, libere di dire no a uomini violenti che pensano di averle comprate
Di fronte ad una marea di donne e uomini che hanno manifestato a Roma contro la violenza sulle donne focalizzare l’attenzione sull’attacco all’associazione ProVita, come se ProVita non fosse altrettanto violenta nel considerare l’aborto un delitto e non una libera scelta
La libera scelta, si, è il filo comune, è quella che questo governo vuole impedire su tutti i fronti
Se questo non è fascismo mi chiedo cos’è e se questo non è il momento di dire basta mi chiedo se ci sarà tempo domani
Il mio slogan: il mio sangue non sarà più tuo. Dove “tuo” sta per una molteplicità di soggetti
Il quotidiano britannico The Guardian, in un lungo servizio che riprende una inchiesta di Yuval Abraham sul sito israeliano +972, ha rivelato come le forze armate israeliane stiano utilizzando l’intelligenza artificiale per individuare gli obiettivi palestinesi da colpire ma anche per calcolare i civili che moriranno come “effetti collaterali”. L’inchiesta riporta come l’esercito israeliano non ha fatto mistero dell’intensità dei suoi bombardamenti sulla Striscia di Gaza. Nei primi giorni dell’offensiva, il capo delle forze aeree ha parlato di attacchi aerei incessanti, “24 ore su 24”. Le sue forze, ha detto, stavano colpendo solo obiettivi militari, ma ha aggiunto: “Non siamo chirurgici”. Tuttavia – scrive The Guardian – è stata prestata relativamente poca attenzione ai metodi utilizzati dalle Forze di Difesa Israeliane (IDF) per
Appuntamento: giovedì 7 dicembre, ore 18:00, assemblea nazionale telematica
A Catania sgombero poliziesco ai danni dello Studentato 95100, nato nel 2018 per dare risposte al bisogno di un tetto sulla testa da parte di studenti universitari e precari della città etnea.
A fianco, dal 2020, sorge il Consultorio “Mi cuerpo es mio”, spazio medico e sociale autogestito, che si batte tutti i giorni contro la violenza di genere, sgomberato anch’esso.
“La risposta – denunciano compagne-i di Catania – di ordine pubblico, comune e istituzioni all’indomani del 25 novembre è questa: decidere di sgomberare uno dei pochi posti che si oppone e contrasta la violenza di genere sul territorio, in cui giovani e meno giovani si organizzano contro il patriarcato”
December (10)